DAL MONDO DELLA SCUOLA...
COME VALUTERANNO I DOCENTI UNA VERSIONE DAL LATINO IN LINGUA CHATTESE?
LATINO
Quod mare, quae terra non cognoscit Arionem? Eius cantu aquae fluminum stabant; sub umbra arboris eiusdem iacebant canes et lepores, lupus et agnus. Narrant illum vixisse Corinthi apud regem, amicum suum. Periandrum, qui eum secum multos detinuit annos eique multas suas donavit divitias. At nautae, qui eum in eius patriam reportabant, coniuraverunt contra eius vitam, ut ei auferrent pecuniam et dona quae ei dederat Periander. Sed cum aliquot delphini, eius cantu allecti, navem circumdedissent, statim ut ille eos vidit, se in mare deiecit: delphini eum acceperunt et Corinthum reportaverunt ad regem Periandrum. Post aliquot dies tempestas vehemens impulit ad litus Corinthium eandem navem nautarum qui Arionem aggressi erant. Igitur rex eos ad se accivit eosque damnavit capite.
CHATTESE
Kuale mare, kuale terra nn conosce Arione? Le acque dei fiumi stavano ferme al suo al suo canto, stt l’ombra dll stexo albero giacevano cani e lepri, lupo e agnello. Narrano k qll sia vissuto a Corinto prexo il re, suo amico, Periandro k lo tenne cn lui x mlt anni e k gli donò mlt sue rikkezze. Ma i marinai, k lo riportavano nlla sua patria,congiurarono contro la sua vita, x portargli via il denaro e i doni k Periandro gli aveva dato. Ma avendo visto alcuni delfini, allietati dal suo canto, circondato la nave, subito cm qll li vide, si gettòin mare: i delfini lo presero e lo riportarono a corinto dal re periandro. Dp alcuni gg una tremenda tempesta spinse al lido d corinto la stessa nave dei marinai k avevano aggredito Arione. Dunque il re li mandò a kiamare e li condannò a morte.
ITALIANO (gentilmente ritradotta per evitare fraintendimenti)
Quale mare, quale terra non conosce Arione? Le acque dei fiumi stavano ferme al suo canto, sotto l'ombra del suo albero giacevano cani e lepri, lupo e agnello. Narrano che quelli sia vissuto a corinto presso il re, suo amico, Periandro che lo tenne con lui per molti anni e che gli donò molte sue ricchezze. Ma i marinai, che lo riportavano nella sua patria, congiurarono contro la sua vita, per portargli via il denaro e i doni che Periandro gli aveva dato. Ma avendo alcuni delfini, allietati dal suo canto, circondato la nave, subito come quello li vide, se gettò in mare: i delfini lo presero e lo riportarono a corinto dal re Periandro. Dopo alcuni giorni una tremenda tempesta spinse al lido di corinto la stessa nave dei marinai che avevano aggredito Arione. Dunque il re li mandò a chiamare e li condannò a morte.