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SCHEDE SINTETICHE SUI PROGETTI
Progetto: la qualità dell’apprendimento
Il progetto ha l’obiettivo di innescare il miglioramento dell’apprendimento mediante un doppia intervento: sui docenti e sugli allievi.
Docenti: attraverso la ricognizione delle capacità comunicative e didattiche possedute dagli insegnanti, si mettono in luce le qualità di ciascuno a partire dalle differenti formae mentis, per passare poi attraverso i conseguenti processi di assimilazione e accomodamento che si rispecchiano nei metodi didattici attuati, fino alle specifiche scelte disciplinari verso cui i docenti si sono orientati nel loro percorso di vita. La formazione e l’aggiornamento hanno lo scopo di motivare alla capacità di ascolto e di interpretazione delle diverse forme mentali degli allievi.
La sintesi didattica del modello delle 7 intelligenze di Gardner in tre ambiti più generali (ordinativa, intuitiva e descrittiva) consente un immediato riconoscimento dei metodi di studio utilizzati dagli allievi, delle loro preferenze disciplinari, dei loro vuoti conoscitivi e della necessità da parte di ciascuno di loro di perfezionare il metodo di studio tipico della individuale forma mentale o assimilare stili di studio e di lavoro tipici di forme mentali diverse dalla loro. Il punto di arrivo è l’individuazione di potenzialità possedute ma non slatentizzate.
I tre modelli base sono altresì applicati per la ricognizione delle sequenze nelle triplette comunicative in classe (domanda/ risposta/ commento; domanda/risposta/altra domanda; ecc.), del linguaggio, delle pause, delle modulazioni della spiegazione, ecc. leggendoli come momenti di comunicazione persuasiva (ripetizioni, sintesi, logica interna), euristica (capacità di stimolare curiosità e domande) e immaginativa (contestualizzazione dei concetti, parallelismi, metafore).
Questi diversi stili didattici sono posseduti da tutti i docenti ma in grado diverso a seconda della loro personalità e della loro esperienza; il progetto si propone di portarli alla consapevolezza e renderli modellabili a seconda del tipo di interlocutori. Il primo miglioramento dell’apprendimento è connesso al miglioramento della spiegazione.
Il secondo passaggio riguarda il contesto dell’interrogazione e la valutazione delle domande poste all’allievo, sul modo di sostenere l’allievo e di coinvolgere la classe. L’obiettivo è trasmettere ai docenti la capacità di far sviluppare la metacognizione nella forma più semplice: insegnare allo studente a valutare ciò che sa e ciò che non sa ed a progettare il suo percorso verso il sapere.
Il progetto per migliorare la qualità dell’apprendimento è rivolto all’intero collegio docenti e si articola in:
Appresi i tre modelli base è possibile comprendere il significato di sviluppo delle sette intelligenze ed entrare nella logica dell’orientamento scolastico e professionale (vedi specifica scheda).
Studenti: attraverso l’analisi del metodo di studio è possibile comprendere quale metodo di studio sia il più efficace per ogni singolo allievo e condurlo al miglioramento nella sintonia più armonica con la sua forma mentale anche invitandolo ad entrare in dimestichezza con altri strumenti per l’apprendimento, per lui indispensabili, teoreticamente adiacenti al suo modello di base. L’analisi del metodo è il primo passo di un percorso di orientamento che potrà essere successivamente sviluppato in forma più compiuta.
Progetto: la qualità relazionale
La qualità relazionale viene analizzata nel rapporto tra i colleghi e tra gli insegnanti e l’istituzione scolastica nel suo complesso. Il primo luogo di lavoro e consulenza è il consiglio di classe, al cui interno è indispensabile far crescere le interazioni interpersonali, la conoscenza reciproca, la capacità di ciascuno di accettare critiche e riconoscere i propri errori. Ciò sulla base della analisi della partecipazione di ciascuno alla discussione. Un primo strumento è costituito dalle tavole di valutazione sulla interazione. In esse viene autovalutato e valutato il personale modello comunicativo: 1) cerca di controllare e di dominare la discussione 2) confligge, interrompe, mette fretta 3) propone alternative, si dissocia, non concorda, si estranea 4) esprime emozioni, personalizza, gesticola 5) non partecipa, non prende posizione 6) ascolta senza interrompere, si lascia dominare 7) non esprime opinioni personali, è sempre d’accordo, accondiscende.
Le modalità di relazione saranno successivamente discusse in gruppo. Il gruppo dovrà poi riconoscersi in un modello di personalità collettiva ed individuare gli itinerari più efficaci per la propria crescita relazionale. Il percorso di crescita proposto sarà articolato nelle modalità di gruppo di incontro, di lavoro o di formazione a seconda delle caratteristiche e dell’itinerario più produttivo per ogni singolo consiglio. I primi obiettivi da raggiungere in questi tre modelli di gruppo sono:
1) cercare di far entrare uno nel punto di visto dell'altro
2) sintetizzare e riassumere per chiare linee e circoscrivere i problemi per questa via resi oggettivi
3) non avere fretta nel giungere a conclusioni ed assumersi la responsabilità dell'andamento della riunione ("messa a terra" dell'impianto di relazione).
Progetto: la qualità educativa
I processi di discussione in classe spiegano l’efficacia del docente nelle interazioni educative. Lo schema da seguire è quello della lettura dei modelli tradizionali di rimprovero, incoraggiamento, insegnamento, coinvolgimento emotivo, tranquillizzazione, sostegno e gratificazione alla luce delle posizioni relazionali in cui il docente tradizionalmente si pone.
I copioni personali di ciascuno impediscono la corretta modulazione della comunicazione educativa nei confronti dell’alunno. La qualità educativa si ottiene attraverso la comprensione del tipo di messaggio di cui l’allievo ha bisogno. A volte ciò comporta l’esplorazione di comunicazioni inedite da parte dei docenti (non tutti sono capaci di tranquillizzare o sostenere o rimproverare…) e, in tal caso, emerge la necessità di costruire itinerari formativi funzionali al perfezionamento delle loro qualità comunicative, anche attraverso role playing. miglioramento dell’equilibrio negli studenti. Oppure di interpretare come le diverse forme comunicative si dislochino nelle diverse personalità dei docenti di una classe (c’è chi rimprovera, chi gratifica, chi coinvolge,…) e di maturare l’accettazione della complementarità di queste diverse posizioni, massimizzando i benefici educativi per gli allievi. Per ottenere questo obiettivo è necessario aver raggiunto un buon livello di qualità relazionale (vedi punto precedente) affinché ciascun docente comprenda di essere percepito dagli studenti come parte di un gruppo e non come loro esclusivo partner.
Alla base del successo formativo è collocata la motivazione e la motivazione poggia le sue fondamenta sulla precedente risoluzione delle problematiche di superficialità, apatia, mancanza di autostima, vuoto affettivo, ansia, aggressività o solitudine a cui le precedenti modulazioni comunicative danno, rispettivamente, risposta.
Progetto: orientamento
Il progetto orientamento è strutturato mediante a) Intervento sulle classi finalizzato alla emersione dei condizionamenti famigliari ed amicali che impediscono la giusta emersione delle potenzialità e favoriscono scelte poco ragionate e fondate sui luoghi comuni b) Questionari di orientamento modellati sulla base delle sette intelligenze sintonizzate con gli schemi di orientamento alla scelta professionale più diffusi nella pratica e discussi in letteratura c) Ricerca intervento sul destino sociale dei diplomati d) Gestione dell'incontro tra studenti e diplomati e) Verifica dei risultati del progetto mediante colloqui con gli studenti e con le loro famiglie.
L’obiettivo è quello di contestualizzare le potenzialità dello studente alla realtà del suo territorio di vita mediante l’apertura di orizzonti verso i tanti contemporanei territori, concreti o virtuali, di cui ogni cittadino si trova a far parte nella attuale globalizzazione delle economie e delle culture.
Il progetto muove dall’assunto che l'orientamento sia un processo educativo tendente a far emergere le potenzialità della persona ed un aiuto alla scelta della professione, ma che non si limiti a questo. La capacità di scelta è frutto di una buona conoscenza del proprio Sé (e ciò primariamente significa la presa di distanza dal personale copione o, almeno, un distanziamento sufficiente a renderlo visibile), le potenzialità non concernono esclusivamente la migliori qualità della persona ma anche il depotenziamento dei suoi difetti o il superamento dei suoi limiti. Non è dunque possibile un orientamento esclusivamente costruito come una impalcatura intorno al copione di base di un soggetto: gli esiti sarebbero quelli della deformazione professionale, dell’incapacità addestrata e dell’appiattimento della personalità sul solo ruolo professionale, con un impressionante ritorno agli scenari da incubo di sistemi sociali di lavoro, parcellizzato ed alienante, già sperimentati dagli autoritarismi del secolo scorso e tragicamente falliti.
Progetto: l’intervento sulla personalità collettiva di una classe
L’analisi della tipologia di classe può essere effettuata attraverso un questionario con cui si studiano le relazioni interne e l’equilibrio delle diverse componenti della classe disegnandole sul relativo grafo. Un metodo semplificato è quello di disporsi all’osservazione di alcuni tratti specifici del comportamento collettivo ed individuarne i connotati.
L’analisi della classe con il questionario dà luogo a 14 tipologie che, a fini operativi e didattici, vengono ridotte a 4 (conflittuale, amorfa, fallita e costruttiva), le stesse che emergono dalla analisi semplificata.
La formazione all’analisi della classe ha lo scopo di rendere consapevoli i docenti delle loro diversità trasferendo le usuali osservazioni di senso comune in conoscenza scientifica condivisa. A tal fine è stato costruito un catalogo di aggettivi per poterle designare con efficacia. Lo studio della classe verte sulla sua struttura, sulle relazioni tra studenti, sulla storia della classe, la sua mobilità, il suo profitto. Ove il questionario sia troppo complesso e poco maneggevole, può essere attuata la ricognizione semplificata, sempre però con una sufficiente conoscenza del processo di lavoro che conduce alla costruzione e all’utilizzo del concetto di personalità collettiva di classe. Dalla morfologia della classe derivano le indicazioni di comunicazione educativa, di modulazione didattica e di conduzione di gruppo più adeguate a seconda del tipo.
Progetto: il tutor nella scuola dell’autonomia, dell’affettività e dell’apprendimento
Il ruolo del tutor (senior) può proporsi come quello di una figura educativa che sa partire dai profili del disagio per rimettere in moto un percorso di crescita educativa. Il tutor ha un rapporto responsabile con l'allievo in quanto persona e non in quanto scolaro. L'atteggiamento educativo dunque riguarda il comportamento complessivo e non solo le sue espressioni riferite al contesto scolastico, pur se è nella scuola che egli esplica la sua funzione.
Alcuni elementi precursori della figura del tutor si sono già intravisti nella pratica del lavoro dei diversi docenti referenti i quali, ove siano riusciti ad esercitare efficacemente il loro compito, hanno risposto con sostegno e consigli ai giovani che si rivolgevano a loro.
La formazione del tutor senior è un processo articolato in lezioni, laboratori, gruppi di incontro, esperienze operative verificate attraverso momenti di gruppo di formazione e lavoro che assicurano il monitoraggio e la partecipazione all'esperienza nel corso del suo intero svolgimento. Il programma si articola in due grappoli di contenuti:
- Analisi della condizione giovanile (crisi di identità, marginalità e assenza di fondamento) e le diverse modulazioni di personalità del disagio che si incarnano nei copioni degli: adesivi (le povertà affettive), invisibili (la mancanza di autostima), apatici (la fuga dagli impegni e la demotivazione), sballoni (l'insaziabilità emozionale, lo sballo, la ricerca di piacere), deliranti (l'eccesso di autostima), ruminanti (la aggressività verso gli altri, la violenza, l'aggressività verso se stessi, la depressione), avari (la vulnerabilità, l'insicurezza, la paura, l'ansia). Per facilitare l'analisi dei tipi viene spiegato il Questionario di Artigianato Educativo e somministrato al fine di comprendere il concetto di copione nel rapporto con se stessi, con gli altri e con il mondo e di aprire i tutor alla comprensione di copione bipolare o multiplo.
- I tipi corrispondono a diversi orientamenti verso lo studio, con specifiche opzioni per favorire la motivazione e l'apprendimento, verso il lavoro (tipi di attività e ambiti), verso lo sport (tipi di sport e risultati), verso la scelta dei gruppi di appartenenza e delle culture di gruppo (punk, yuppie, rasta, ecc.), verso la scelta del partner, ecc. I tipi di base consentono anche la visualizzazione dei principali problemi di educazione alla salute (predisposizioni al rischio verso talune sostanze elettive, modalità di rapporto con il cibo e con il proprio corpo, ecc.).
L’obiettivo da raggiungere è il miglioramento della progettazione di tutte le esperienze di intervento educativo e relazionale nella scuola gestito attraverso metodi di esplicito tutoring o ad esso assimilabili:
I diversi progetti, nei quali il docente assume il ruolo di tutor, vengono arricchiti metodologicamente attraverso il percorso di acquisizione progressiva di "abilità" da parte degli studenti partecipanti sintetizzate nel seguente piano di lavoro:
1. Conoscenza di sé, della propria struttura psico-fisica, delle personali disposizioni alla alimentazione, alla gestione della salute, allo sport, all'uso di farmaci. Strumenti di valutazione del proprio temperamento delle proprie emozioni, dei valori e dei sentimenti ricavati dalla analisi del proprio contesto familiare e ambientale. Analisi della propria capacità di apprendimento, dei propri successi e limiti, in relazione al personale successo formativo nelle diverse discipline scolastiche. Analisi dei personali progetti e degli "immaginari" circa la collocazione futura del mondo del lavoro
L’obiettivo è quello di oggettivazione dello stile di vita e dello stile di lavoro
2. Ricognizione della personale collocazione dei soggetti nelle reti di rapporto famigliare, scolastico, amicale e sociale. Sviluppo della personale capacità di categorizzare gli ambienti e i contesti di relazione. Definizione delle formazioni sociali a cui i soggetti appartengono più o meno stabilmente e discussione sulle loro preferenze verso ambienti affiliativi e carichi di affettività, fusionali ed emozionali (comitiva, coppia), organizzativi, di impegno per il cambiamento sociale, di rappresentanza e partecipazione, di volontariato. Strumenti di analisi per lo studio delle culture e strumenti di lavoro per l'intermediazione culturale. L'obiettivo è quello di costruire elementi cognitivi mirati alla formulazione di un nuovo concetto di cittadinanza oggettivando le diverse culture nelle specifiche formazioni sociali.
3. Tecniche di comunicazione applicate ai diversi contesti (comunicazione descrittiva, persuasiva, euristica, emozionale ed espressiva, tranquillizzante, di sostegno, affettiva). Tecniche di gestione dei diversi tipi di gruppo a cui gli studenti partecipano: i momenti di incontro personale nel gruppo, i momenti di organizzazione e di lavoro, i momenti di formazione e apprendimento. L'obiettivo è far comprendere le personali capacità di comunicazione e di relazione ed i diversi modi di proporsi verso l'assemblea degli studenti nel proprio istituto, le istituzioni del proprio territorio, i compagni degli amici, le relazioni sentimentali, i rapporti familiari, i rapporti con gli adulti, con gli insegnanti, con gli anziani e con i bambini.
Progetti per i CIC, la gestione assemblee, l’accoglienza, il tutoring (junior), la peer education
Il progetto si attua costruendo un gruppo di lavoro tra insegnanti e, successivamente, tra insegnanti e ragazzi per le diverse progettazioni realizzate sulla base dei seguenti contenuti:
Intendere il C.I.C. come luogo di aggregazione di incontro tra gruppi di giovani, nella logica dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti e degli obiettivi delle Consulte degli Studenti, offre eccezionali occasioni di partecipazione, con assunzione di nuove responsabilità nel contesto scolastico sia per le attività complementari che integrative, ed apre gli spazi e i tempi della scuola in una prospettiva di educazione alla democrazia ed alla legalità, intesa come esercizio della tolleranza e di esperienza di apprendimento delle diversità e delle ricchezze individuali.
I risultati di questo processo di lavoro potranno essere un aumento della capacità di comunicazione efficace e di gestione del conflitto, di empatia, di gestione delle emozioni e dei sentimenti e del pensiero critico e creativo. La progettazione del CIC non viene dunque intesa come esclusivo luogo di consulenza individuale o di sportello per informazioni sulla educazione alla salute ma viene costruito come punto di riferimento per la relazione tra persone attuata mediante il continuo ricorso allo strumento del gruppo di incontro. Questo metodo apre a nuove ed interessanti prospettive per lo sviluppo della formazione delle capacità di relazione, di responsabilità, di affettività e educazione tra pari.
Nel quadro di tale orientamento si inseriscono il progetto assemblea, il progetto accoglienza, quello di peer education, di tutoring (junior) e il progetto assemblea. A far inizio da quest’ultimo.
Progetto: gestione delle assemblee
Un intervento ormai trascurato, nonostante la discussione formativa sulla Educazione alla legalità, è quello delle assemblee studentesche. L'assemblea è infatti uno strumento importante per l'apprendimento della democrazia e delle capacità di discussione che è, però, ormai svilito e scaduto. Insegnare a gestire un'assemblea è invece una formidabile procedura educativa che richiede attenta preparazione, competenza e capacità comunicative. In primo luogo è necessario il rispetto per i giovani, spesso costretti a riunirsi in locali con pessima amplificazione e peggiore acustica, individuando e predisponendo idonei locali. Poi bisogna che l'assemblea abbia una "cornice" che la definisca e protegga da intrusioni, disturbi e squalifiche.
Il Progetto assemblea prende inizio coinvolgendo un certo numero di insegnanti e di alunni e informando la maggioranza degli insegnanti dell’Istituto. Gli alunni saranno formati attraverso la discussione sul clima relazionale nella scuola e nelle classi, sulla loro unità, sull’andamento delle assemblee di classe, al fine di costruire il quadro dei problemi della comunicazione nella scuola.
Al termine della formazione vengono proposti i metodi di conduzione di una assemblee a partecipazione democratica e cioè le competenze tecniche specifiche utili alla conduzione di assemblee di classe o di Istituto: come indire un’assemblea di classe o di Istituto, come preparare un O.D.G. (temi, obiettivi, modalità), regolamento dell’assemblea di classe o di Istituto, come si delibera, come si conteggia la maggioranza, cos’è una mozione, ecc.
Progetto accoglienza
Un ambiente scolastico può essere freddo o caldo, intenso o povero di sentimenti, accogliente o ostile e ciò dipende dalle caratteristiche individuali di coloro che in tale ambiente vivono ed operano. Il primo antidoto al disagio scolastico è l’organizzazione dell’accoglienza: uno dei momenti più difficili per tutti gli studenti è il primo giorno di scuola al primo anno. Ciascuno ha vissuto con paura o con finta spavalderia l’impatto con l’ambiente ignoto e misterioso della scuola.
Il percorso dell’accoglienza, attuabile nelle elementari (con un bambino più grande che accoglie, fin dalla porta della scuola, il nuovo bimbo possibilmente già conosciuto per parentela o vicinato), nelle medie e nelle superiori (con la gestione del primo giorno di scuola in classe con la modalità del gruppo di incontro, per far presentare tra di loro i ragazzi e far conoscere la scuola, e, nei giorni successivi, con la visita completa all’istituto), muove dalla considerazione che il clima relazionale che può instaurarsi nell’impatto con la scuola è uno strumento indispensabile per orientare immediatamente verso una partecipazione consapevole degli alunni. Tale progetto richiede una accurata preparazione per formare alla conduzione del gruppo in classe i ragazzi che accoglieranno e che diverranno tutor junior di quella classe. Sono infatti gli studenti stessi che debbono imparare a dare il benvenuto ai nuovi, accompagnarli in aula ed a tenere le lezioni nel primo giorno di scuola facendo vivere l’esperienza di un gruppo in formazione.
Progetto tutoring (junior) e peer education
Quando, al termine dell'accoglienza, i ragazzi più grandi si assumono la responsabilità di prendersi cura di quelli delle prime, si innesca un processo di diffusione della relazionalità mediante responsabilizzazione dei maggiori e protezione dei minori. Nelle scuole dove l'accoglienza è diventata una tradizione scompaiono gli atteggiamenti goliardici e spesso violenti che si accompagnano ai primi giorni di scuola.
Un elemento importante del tutoring (junior) è la sua connessione con l'educazione dei pari. Il riferimento all'accoglienza ci porta a considerare il ruolo che alcuni allievi maturi ed equilibrati possono avere nei confronti di loro compagni più giovani, anche all'interno delle strutture di partecipazione scolastica. Altro modello di lavoro, che si incrocia con la continuità o le attività extracurricolari, è quello di produrre momenti di gruppo di lavoro intorno a certi temi ed ambiti e guidare i più esperti alla collaborazione e l'aiuto dei meno esperti.
Tutta l’impostazione del cooperative learning (articolata nei modelli di intervento sulle diverse personalità collettive di classe, vedi sopra) si fonda sull’interazione simultanea, sullo svilippo della collaborazione tra pari, sulle ricompense estrinseche ed intrinseche da attribuire al gruppo o ai sottogruppi della classe.
Progetto integrazione del soggetto portatore di handicap
Il disagio relazionale nella scuola di fronte all’handicap si manifesta nel processo di difficile comunicazione e di integrazione, spesso sottovalutato ed aggirato di fronte ai problemi prodotti dai soggetti gravi o gravissimi. In gran parte ciò è dovuto all’attuale prevalere di una ottica clinico funzionale nella valutazione dell’handicap ed alla mancanza di esplorazione pedagogica sulle potenzialità che il portatore può esprimere, sui suoi comportamenti e sulla possibilità di orientamento educativo, sulla modulazione possibile delle relazioni, sugli spazi operazionali che possiede.
La via di uscita da tale disagio muove dall’osservazione delle emozioni, dei copioni e dei sentimenti sperimentati dal soggetto nella relazione con gli altri. Progettare un percorso di inserimento si fonda su due processi: l’espressione delle emozioni per la co-costruzione di sentimenti e la pratica degli spazi educativi possibili. Il primo processo, attuato in assenza o in presenza del portatore di h. a seconda dell’opportunità, è la discussione nel gruppo classe delle emozioni che il portatore di h. suscita (la compresnione, la pena, la compassione, la tenerezza, … ma anche la paura, il disgusto, la rabbia, il senso di impotenza, il distacco, ecc.). Il secondo percorso è quello di assimilare le forme di comportamento del portatore di h. ai comportamenti sociali diffusi distinguendo tra le sue difficoltà oggettive e le sue potenzialità non sfruttate per rendere l’intera classe partecipe dei suoi risultati e dei suoi insuccessi, con ampio spazio alla comprensione, alla critica ed al confronto.
Progetto laboratori
Nella direzione di riorganizzazione delle gestione delle diverse attività complementari ed integrative per potenziare le intelligenze è utile proporre laboratori di motivazione all’apprendimento. Si torna con questi alle problematiche dell’apprendimento (vedi sopra) ma con un orizzonte molto più esteso ove i docenti che reggono tali laboratori abbiano sviluppato le loro potenzialità di tutor (vedi sopra). L’attivazione dei successivi laboratori, di recupero o di potenziamento, tarati sulle modulazioni didattiche della scuola media ma trasferibili ad altri ordini e gradi di scuola, raccoglie i contenuti espressi in ordine all’orientamento ed agli itinerari educativi. Si tratta di concepire l’inserimento in un primo laboratorio, affine alla potenzialità della forma mentis del ragazzo, e farlo poi transitare in un secondo laboratorio, nel quale il ragazzo dovrà crescere negli ambiti carenti alla sua personalità ed al suo stile di studio e comportamento.
L’analisi complessiva delle personalità di una popolazione scolastica, attuata attraverso test o schede di osservazione semplificate, consente di progettare sette tipi di laboratorio che hanno, per i primi mesi, la funzione di ingresso e, nei mesi successivi, quella di arrivo. Naturalmente debbono essere accesi tanti doppioni di ciascun laboratorio quanti sono necessari alla popolazione studentesca. I sette modelli di laboratorio sono raggruppati in sintonia con le sette formae mentis.
Le propedeuticità sono lab.1 con lab. 4 o 5; 2 con 5 o 6; 3 con 6 o 7; 4 con 7 o 1; 5 con 1 o 2; 6 con 2 o 3; 7 con 3 o 4. L’avvio di questi laboratori avviene attraverso la metodologia dei gruppi di incontro per favorire la relazione tra i partecipanti, la loro conoscenza ed il processi di cambiamento attuato con un omogeneo itinerario. Il gruppo di incontro iniziale assolve lo scopo di far emergere la consapevolezza delle personali (comuni) caratteristiche e dei (comuni) bisogni di crescita nella direzione indicata dai laboratori di arrivo.
Progetto attività integrative e complementari
Questo progetto si incrocia con i progetti connessi alla didattica o alle tematiche educative. La rilettura dell’elenco di attività integrative e complementari proposte nel DPR 567/96, può servire a comprendere i processi di lavoro e di azione che sono impegnati in esse.
Le seguenti prime tipologie di attività sono connesse sia a settori disciplinari sia a modelli di atteggiamento ed hanno funzioni educative ad hoc, ovvero possono essere efficaci strumenti per l’intervento educativo su diverse, ma ben individuate, tipologie di personalità e di problemi:
I criteri su cui informare la scelta e l’accensione delle attività sono congruenti con quelli delle intelligenze personali e delle personalità collettive, in specie laddove tali attività abbiano la classe come luogo di realizzazione. La tipologia di classe è un criterio importante di scelta. Ove non sia la classe occorre porre attenzione alla costruzione del gruppo di allievi che organizza e gestisce tali percorsi.
Il metodo è quello del gruppo di lavoro, poiché tali percorsi sono sovente finalizzati alla realizzazione di un risultato, o quello del gruppo di formazione, laddove si manifesti la forte necessità di ampliare gli orizzonti mentali e culturali degli studenti partecipanti.
Progetto educazione degli adulti
E’ concepito come la più alta connessione tra orientamento e attività integrative nei processi educativi che riguardano l’intera vita della persona: l’orientamento serve ad accompagnare la persona nel corso della sua vita e le attività integrative introducono a nuovi saperi trasversali. Le Conclusioni del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000 (paragrafo 26) propongono sei messaggi: 1) Nuove competenze di base per tutti, 2) Maggiori investimenti nelle risorse umane, 3) Innovazione nelle tecniche di insegnamento e di apprendimento, 4) Valutazione dei risultati, 5) Ripensare l’orientamento, 6) Un apprendimento sempre più vicino a casa invita a mettere al centro del lavoro la progettazione, la formazione e l’insegnamento delle competenze sociali per la forte crisi relazionali nei gruppi, nelle famiglie e nelle istituzioni a cui è necessario dare soluzioni di crescita evolutiva e dal raccordo tra scuola, territorio e lavoro, che coinvolge giovani ed adulti, e che conduce a pensare l’educazione permanente al servizio delle persone e della società.
L’idea guida è che l’educazione degli adulti non sia solo il recupero di svantaggi scolastici ma formazione e orientamento ai diversi vissuti dei cicli della vita ed educazione alla costruzione di relazioni, di gruppi e di famiglie. Al di là dell’accertamento delle competenze in ingresso, e del naturale orientamento verso uno studio personalizzato, l’apprendimento nell’educazione degli adulti è un’occasione per proporre di ripensare più a fondo a se stessi ed a ridecidersi sul piano delle ambizioni conoscitive e culturali, rinforzando la stima di sé ed allargando gli orizzonti mentali.
L'educazione degli adulti, finalizzata ad una specifica fase della vita dell’adulto o a specifici problemi occorrenti, mette in gioco (in una ottica operativa e disciplinare) le seguenti aree: compensazione dell'insuccesso, pedagogia sociale, pedagogia speciale, educazione permanente, adattamento e sviluppo, educazione professionale ed educazione alle competenze, aggiornamento ed alfabetizzazione, anche informatica, con attività che, nell’ottica dello sviluppo delle intelligenze e della socializzazione delle culture, si articolano in linguistiche, storiche, scientifiche, logico matematiche, estetiche, musicali, spaziali, corporeo cinestetiche.
Progetto genitori : Come farsi amare dai figli
I temi messi in gioco dal progetto genitori investono una ampia gamma di questioni educative. Qui si tratta di una molteplicità di progetti che riguardano la coppia, la famiglia, l’educazione all’affettività ed all’innamoramento. Di questo grappolo di progetti viene proposta una sintesi schematica; il titolo dell’insieme di progetti (come farsi amare dai figli) rappresenta l’interrogativo chiave a cui dare risposta.
L’educazione genitoriale
- Cosa significa Rimprovero, Incoraggiamento, Gratificazione, Tranquillizzazione, Insegnamento, Coinvolgimento emotivo e Sostegno e le forme comunicative più idonee ad attuarli
- Come si costruisce un clima di comprensione, disponibilità, dialogicità, riconoscimento, incontro, mediazione, complementarità
Analisi degli ostacoli psicologici alla maternità
L'attaccamento: Nessuno potrà mai amarlo/a più di quanto non lo amo io. Comprenderlo più di quanto non lo comprendo io, sentirlo/a più di quanto non lo senta io.
L'ansia: So di poter essere "tutto" per mio figlio/a e che non ci potrà mai essere nessun altro in grado di essere qualcosa di più.
La protezione: Mio figlio/a si meritava di più (nella vita, nel lavoro, nei confronti del partner) ed io non posso nemmeno dirlo a lui ed a tutti
- Come imparare a incoraggiare davvero?
La liberazione: La mia realizzazione come donna sarà solo nel generare figli con cui stabilire un contatto mentale, intellettuale e culturale che mi appaghi.
Il compiacimento: Un bacio tenero, molto tenero, ancor più tenero … diventa languido…
La distanza materna: Ma io amo davvero mio figlio? Cosa sono infine i sentimenti che nutro per lui? Come mai non mi entusiasmo come le altre madri? Le altre madri sono "fanatiche" dei loro figli o sentono qualcosa che io non sono in grado di sentire?
Il sostegno: Sarò capace di accogliere mio figlio anche se dovesse essere...
Analisi degli ostacoli psicologici alla paternità
La stima di sé: Sarò capace di dare a mio figlio le condizioni per vivere?
L'indifferenza: "Ma a me importa davvero di mio figlio o non me ne frega nulla, anzi la sua presenza ha disturbato la mia vita?"
L'angoscia: Mio figlio potrà mai avere un futuro positivo in ragione delle mie colpe che ricadono su di lui?
Perdita e ritrovamento: Perché voglio bene a mio figlio? Voglio davvero bene a mio figlio? Voglio bene a mio figlio perché è mio figlio o perché voglio bene a lui come persona? Gli vorrei bene anche se non fosse mio figlio?
La protezione: Se io ho così tanta paura di una vita e di un mondo di così grande ingiustizia, avrò la forza e il coraggio di impegnarmi e di rischiare se mio figlio avrà bisogno di me?
Il dubbio: I dubbi e gli scrupoli che mi torturano sul rapporto da tenere con mio figlio mi conducono a fare delle scelte sbagliate? Forse dovrei essere un padre più deciso e mascolino?
L'accettazione: Quali sono i processi che determinano l'accettazione di paternità?
Lo sviluppo dell’atteggiamento genitoriale
Lezioni, esercizi di role playing ed incontri di gruppo sui diversi successivi tratti relazionali con i bambini piccoli:
Le tipologie di famiglia
E' un utile esercizio per la crescita famigliare cercare di individuare le caratteristiche dei climi nelle routine e nelle regole della propria famiglia. I rituali più tipici sono inerenti alle attività quotidiane, agli spazi usati per le relazioni, alle modalità di trascorrere tempo libero e vacanze.:
Questa ricerca intervento produce la discussione di una famiglia su se stessa, e rimette spesso in moto la dinamica di cambiamento del clima famigliare ed, a volte, il superamento delle insoddisfazioni dei rapporti.
Le tipologie famigliari scaturiscono dall'osservazione di tali comportamenti nel percorso del ciclo di vita (dalla coppia innamorata agli anziani coniugi con i figli che hanno ormai abbandonato il nido). Ad ogni fase della storia famigliare corrispondono diverse tappe evolutive del rapporto tra persone ed, ad ogni fase, si adatta una tipologia famigliare che può riuscire a superare gli elementi di crisi o rimanere bloccata sulla ripetizione di comportamenti involuti.
Ogni fase del ciclo di vita famigliare è una tappa del percorso di maturazione verso comportamenti relazionali più ricchi, articolati e complessi. Nuovi equilibri si formano nella dinamica di superamento dei vecchi modi di azione reciproca limitati e penalizzanti. I modelli famigliari, utili come spunti per la descrizione delle tipologie di relazione, sono sette, in sintonia con lo schema seguito dal nostro metodo di lavoro. Tali morfologie famigliari contengono sia qualità che difetti; questi ultimi possono essere compensati facendo evolvere le relazioni interne verso la tipologia che contiene gli elementi carenti.
La famiglia effusiva appariscente
La famiglia comunicativa atomizzata
La famiglia affettiva invischiata
La famiglia difensiva antagonista
La famiglia protettiva oppressiva
La famiglia pacifica astenica
La famiglia comprensiva rassegnata
Progetto educazione all’affettività ed alla sessualità
Il progetto si articola sui tre principali fenomeni emozionali e relazionali dell’adolescenza: la scoperta dell’amicizia, l’innamoramento e la visione critica del mondo degli adulti. Nell’ambito scolastico l’educazione all’affettività può essere esercitata essenzialmente in tre direzioni: l’affettività verso i genitori e gli adulti, l’affettività connessa all’amicizia nel rapporto tra pari e l’affettività che si sviluppa in connessione con l’innamoramento.