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PREPOS S.A. ENTE ACCREDITATO presso il MIUR con decreto AOODPIT.852 del 30.07.2015 (vedi decreto)
SCHEDE SINTETICHE SUI PROGETTI
PROGETTO FORMAZIONE INSEGNANTI E
DIDATTICA
Il
progetto ha l’obiettivo di innescare il miglioramento dell’apprendimento
mediante un doppio intervento: sui docenti e sugli allievi. Lo scopo è
riorientare all'apprendimento classico tuttti i soggetti che presentano
DSA, partendo dalla semplificazione dei programmi per giungere al
progressivo insrimento nella didattica condivisa. La consapevolezza che
gli attuali DSA dipendano dalla rigidità dei modelli didattici offerti
ha portato alla considerazione che il cambiaento relazionale e degli
stili di insegnamento possano risolvere in gran parte tali disturbi.
Docenti:
attraverso la ricognizione delle capacità comunicative e didattiche
possedute dagli insegnanti, si mettono in luce le qualità di ciascuno a
partire dalle differenti formae mentis, per passare poi attraverso i
conseguenti processi di assimilazione e accomodamento che si
rispecchiano nei metodi didattici attuati, fino alle specifiche scelte
disciplinari verso cui i docenti si sono orientati nel loro percorso di
vita. La formazione e l’aggiornamento hanno lo scopo di motivare alla
capacità di ascolto e di interpretazione delle diverse forme mentali
degli allievi.
La sintesi
didattica del modello delle 7 intelligenze di Gardner in tre ambiti più
generali (ordinativo, intuitivo e descrittivo) consente un immediato
riconoscimento dei metodi di studio utilizzati dagli allievi, delle loro
preferenze disciplinari, dei loro vuoti conoscitivi e della necessità da
parte di ciascuno di loro di perfezionare il metodo di studio tipico
della individuale forma mentale o assimilare stili di studio e di lavoro
tipici di forme mentali diverse dalla loro.
I tre modelli
base sono altresì applicati per la ricognizione delle sequenze nelle
triplette comunicative in classe, del linguaggio, delle pause, delle
modulazioni della spiegazione, ecc. Questi diversi stili didattici sono
posseduti da tutti i docenti e il progetto si propone di portarli alla
consapevolezza.
Il secondo
passaggio riguarda il contesto dell’interrogazione e la valutazione
delle domande poste all’allievo, sul modo di sostenere l’allievo e di
coinvolgere la classe. L’obiettivo è trasmettere ai docenti la capacità
di far sviluppare la metacognizione nella forma più semplice: insegnare
allo studente a valutare ciò che sa e ciò che non sa ed a progettare il
suo percorso verso il sapere.
Il progetto per
migliorare la qualità dell’apprendimento è rivolto all’intero collegio
docenti e si articola in:
·
Somministrazione del test sulla comunicazione didattica
·
Divisione in gruppi a seconda delle capacità di comunicazione educativa
maggiormente utilizzate
·
Esercizi di role playing per apprendere il tono delle diverse modalità
comunicative
·
Sintesi delle relazioni dei gruppi nell’intero collegio.
Studenti:
attraverso l’analisi del metodo di studio è possibile comprendere quale
metodo di studio sia il più efficace per ogni singolo allievo anche
invitandolo ad entrare in dimestichezza con altri strumenti per
l’apprendimento, per lui indispensabili.
Il progetto di
formazione per insegnanti si articola in
tre tipi di laboratori: comunicazione dinamica per imparare
l’incoraggiamento e la gratificazione, la comunicazione, la motivazione,
laboratori di comunicazione simbolica per saper compiere gli interventi
educativi dell’insegnamento e del rimprovero, l’uso della metafora, di
schemi, ordini ed infine i laboratori di comunicazione narrativa per il
coinvolgimento, la tranquillizzazione, il sostegno, l’accoglienza, il
racconto, l’autobiografia, il coinvolgimento ed il coglimento empatico.
L’obiettivo è
trasmettere ai docenti la capacità di far sviluppare la metacognizione
nella forma più semplice: insegnare allo studente a valutare ciò che sa
e ciò che non sa ed a progettare il suo percorso verso il sapere. Il
corso può essere svolto in modo intensivo, modulando le 10 ore in
incontri/conferenze di formazione seminariale e laboratoriale.
la formazione ai
docenti si indirizza altresì allo sviluppo delle loro competenze nella
gestione della relazione con studenti, colleghi, genitori, personale ATA
e componenti del territorio e si articola nei seguenti ambiti
progettuali innovativi:
LA COMUNICAZIONE EDUCATIVA
(Introduzione):
Personologia e basi pedagogiche degli interventi educativi
Il rimprovero
L’incoraggiamento
L’insegnamento
Il
coinvolgimento emotivo
La
tranquillizzazione
Il sostegno
La
gratificazione
INTELLIGENZE E APPRENDIMENTO
Comunicazione
didattica (Dinamica, simbolica e narrativa)
I tre ambiti di
intelligenze e formae mentis
Qualità
dell’apprendimento e formazione al metodo di studio
Valutazione
dell’apprendimento e capacità di progettazione e di organizzazione
Autorità,
autorevolezza e autoritarismo
Comunicazione
didattica
Didattica
personalizzata
Comunicazione
aumentativa
Cooperative
learning
Bilancio
competenze
Formazione al
metodo di studio
Laboratori di
recupero
Circoli di studio
IL PROTAGONISMO DEGLI STUDENTI
Peer education
Educazione alla
nonviolenza
Accoglienza
Gestione delle
assemblee
Consulte
studentesche
Educazione ai
valori
Gruppi
d’incontro
Riunione dei
bocciati
Prevenzione
della dispersione
L’ ORIENTAMENTO
Basi teoriche
dell’orientamento
Colloqui di
orientamento
Le propensioni
personologiche: Logico, Attivo, Creativo, Emozionale, Plastico,
Percettivo, Partecipativo
Le disposizioni
personologiche: Realistico, Intraprendente, Innovatore, Epressivo,
Convenzionale, Sociale, Relazionale
I processi di
scelta: cambiamento e orientamento
Percorsi di
studio e di lavoro: competenze manuali e intellettuali
La gestione
dell’economia e il valore del denaro
LA PEDAGOGIA DELLE CLASSI SCOLASTICHE
E COUNSELING di GRUPPO
Gruppi e classi
Geografia della
classe
Le personalità
collettive di classe, il clima relazionale delle classi
Tecniche di
gestione d’aula - interventi sulle opposizioni e affinità
Interventi sulla
complessità della classe mediante riorientamento della didattica e della
formazione
Metodo di
osservazione semplificato
LA QUALITA’ EDUCATIVA NELLA
PREVENZIONE DEL DISAGIO E NELLA
EDUCAZIONE ALLA SALUTE
(Introduzione):
Counseling nella scuola e nella disabilità
Integrazione del
soggetto portatore di handicap
Prevenzione del bullismo
Prevenzione del
disagio
Prevenzione alla
droga
Sostegno
all’handicap
Apprendistato
Educazione alla
salute
Artigianato
educativo
Educazione
all’affettività
Educazione
all’innamoramento
Dialogo
interculturale
Dialogo
interreligioso
Counseling
famigliare
Progetti per
genitori
Counseling
familiare
Il COUNSELING
DELL’ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA (IL
COUNSELOR NELLA SCUOLA COME COLLABORATORE DELLA DIRIGENZA)
La buona gestione
dell’orario scolastico
La gestione dei
casi disciplinari
Supervisione dei
coordinatori di classe
Il rapporto con la
segreterie
La scuola on line
La gestione dei
conflitti
Consulenza
organizzativa
Formazione
personale ATA
Miglioramento
della comunicazione organizzativa
Tali ambiti sono
stati applicati in numerosi istituti (vedi curriculum PREPOS) e possono
essere sintetizzati nei
seguenti progetti realizzati:
1 PROGETTO
SVILUPPO RELAZIONI FUNZIONALI
2 PROGETTO
ACCOGLIENZA
3 PROGETTO
LABORATORI PER STUDENTI TUTOR
4 PROGETTO
COUNSELOR JUNIOR
5 PROGETTO
COUNSELOR TEEN-AGER
6 PROGETTO
BULLISMO
7 MIGLIORAMENTO
DEL CLIMA DI CLASSE E DIDATTICA
8 PROGETTO
FORMAZIONE INSEGNANTI E DIDATTICA
9 PROGETTO
LABORATORI FORMAZIONE DOCENTI SOSTEGNO
10 SPORTELLO
COUNSELING
11 PROGETTO
SCRITTURA AUTOBIOGRAFICA
12 PROGETTO
LABORATORI RECUPERO ED ITINERARI EDUCATIVI
13 PROGETTO
GESTIONE ASSEMBLEA
14 PROGETTO
LABORATORI SULL’AFFETTIVITA’
15 PROGETO
INTERVENTO SULLE PERSONALITA’ COLLETTIVE DI CLASSE
16 PROGETTO
17 PROGETTO
DISPERSIONE SCOLASTICA RIUNIONE DEI BOCCIATI
18 PROGETTO
CONFERENZE SULLA GENITORIALITA’
19 PROGETTO
ORIENTAMENTO
20 PROGETTO
INDICE DI INGIUSTIZIA
ed esposti nelle
successive schede sintetiche sui progetti effettuati
Progetto: la
qualità dell’apprendimento
Il progetto ha
l’obiettivo di innescare il miglioramento dell’apprendimento mediante un
doppia intervento: sui docenti e sugli allievi.
Docenti:
attraverso la ricognizione delle capacità comunicative e didattiche
possedute dagli insegnanti, si mettono in luce le qualità di ciascuno a
partire dalle differenti formae mentis, per passare poi attraverso i
conseguenti processi di assimilazione e accomodamento che si
rispecchiano nei metodi didattici attuati, fino alle specifiche scelte
disciplinari verso cui i docenti si sono orientati nel loro percorso di
vita. La formazione e l’aggiornamento hanno lo scopo di motivare alla
capacità di ascolto e di interpretazione delle diverse forme mentali
degli allievi.
La sintesi
didattica del modello delle 7 intelligenze di Gardner in tre ambiti più
generali (ordinativa, intuitiva e descrittiva) consente un immediato
riconoscimento dei metodi di studio utilizzati dagli allievi, delle loro
preferenze disciplinari, dei loro vuoti conoscitivi e della necessità da
parte di ciascuno di loro di perfezionare il metodo di studio tipico
della individuale forma mentale o assimilare stili di studio e di lavoro
tipici di forme mentali diverse dalla loro. Il punto di arrivo è
l’individuazione di potenzialità possedute ma non slatentizzate.
I tre modelli base
sono altresì applicati per la ricognizione delle sequenze nelle
triplette comunicative in classe (domanda/ risposta/ commento;
domanda/risposta/altra domanda; ecc.), del linguaggio, delle pause,
delle modulazioni della spiegazione, ecc. leggendoli come momenti di
comunicazione persuasiva (ripetizioni, sintesi, logica interna),
euristica (capacità di stimolare curiosità e domande) e immaginativa
(contestualizzazione dei concetti, parallelismi, metafore).
Questi diversi
stili didattici sono posseduti da tutti i docenti ma in grado diverso a
seconda della loro personalità e della loro esperienza; il progetto si
propone di portarli alla consapevolezza e renderli modellabili a seconda
del tipo di interlocutori. Il primo miglioramento dell’apprendimento è
connesso al miglioramento della spiegazione.
Il secondo
passaggio riguarda il contesto dell’interrogazione e la valutazione
delle domande poste all’allievo, sul modo di sostenere l’allievo e di
coinvolgere la classe. L’obiettivo è trasmettere ai docenti la capacità
di far sviluppare la metacognizione nella forma più semplice: insegnare
allo studente a valutare ciò che sa e ciò che non sa ed a progettare il
suo percorso verso il sapere.
Il progetto per migliorare
la qualità dell’apprendimento è rivolto all’intero collegio docenti e si
articola in:
Somministrazione del test sulla comunicazione didattica
Divisione
in gruppi a seconda delle capacità di comunicazione educativa
maggiormente utilizzate
Esercizi di role
playing per
apprendere il tono delle diverse modalità comunicative
Sintesi
delle relazioni dei gruppi nell’intero collegio.
Appresi i tre
modelli base è possibile comprendere il significato di sviluppo delle
sette intelligenze ed entrare nella logica dell’orientamento scolastico
e professionale (vedi specifica scheda).
Studenti:
attraverso l’analisi del metodo di studio è possibile comprendere quale
metodo di studio sia il più efficace per ogni singolo allievo e condurlo
al miglioramento nella sintonia più armonica con la sua forma mentale
anche invitandolo ad entrare in dimestichezza con altri strumenti per
l’apprendimento, per lui indispensabili, teoreticamente adiacenti al suo
modello di base. L’analisi del metodo è il primo passo di un percorso di
orientamento che potrà essere successivamente sviluppato in forma più
compiuta.
Progetto: la
qualità relazionale
La qualità
relazionale viene analizzata nel rapporto tra i colleghi e tra gli
insegnanti e l’istituzione scolastica nel suo complesso. Il primo luogo
di lavoro e consulenza è il consiglio di classe, al cui interno è
indispensabile far crescere le interazioni interpersonali, la conoscenza
reciproca, la capacità di ciascuno di accettare critiche e riconoscere i
propri errori. Ciò sulla base della analisi della partecipazione di
ciascuno alla discussione. Un primo strumento è costituito dalle tavole
di valutazione sulla interazione. In esse viene autovalutato e valutato
il personale modello comunicativo: 1) cerca di controllare e di dominare
la discussione 2) confligge, interrompe, mette fretta 3) propone
alternative, si dissocia, non concorda, si estranea 4) esprime emozioni,
personalizza, gesticola 5) non partecipa, non prende posizione 6)
ascolta senza interrompere, si lascia dominare 7) non esprime opinioni
personali, è sempre d’accordo, accondiscende.
Le modalità di
relazione saranno successivamente discusse in gruppo. Il gruppo dovrà
poi riconoscersi in un modello di personalità collettiva ed individuare
gli itinerari più efficaci per la propria crescita relazionale. Il
percorso di crescita proposto sarà articolato nelle modalità di gruppo
di incontro, di lavoro o di formazione a seconda delle caratteristiche e
dell’itinerario più produttivo per ogni singolo consiglio. I primi
obiettivi da raggiungere in questi tre modelli di gruppo sono:
1) cercare di far
entrare uno nel punto di visto dell'altro
2) sintetizzare e
riassumere per chiare linee e circoscrivere i problemi per questa via
resi oggettivi
3) non avere
fretta nel giungere a conclusioni ed assumersi la responsabilità
dell'andamento della riunione ("messa a terra" dell'impianto di
relazione).
Progetto: la
qualità educativa
I processi di
discussione in classe spiegano l’efficacia del docente nelle interazioni
educative. Lo schema da seguire è quello della lettura dei modelli
tradizionali di rimprovero, incoraggiamento, insegnamento,
coinvolgimento emotivo, tranquillizzazione, sostegno e gratificazione
alla luce delle posizioni relazionali in cui il docente tradizionalmente
si pone.
I copioni
personali di ciascuno impediscono la corretta modulazione della
comunicazione educativa nei confronti dell’alunno. La qualità educativa
si ottiene attraverso la comprensione del tipo di messaggio di cui
l’allievo ha bisogno. A volte ciò comporta l’esplorazione di
comunicazioni inedite da parte dei docenti (non tutti sono capaci di
tranquillizzare o sostenere o rimproverare…) e, in tal caso, emerge la
necessità di costruire itinerari formativi funzionali al perfezionamento
delle loro qualità comunicative, anche attraverso role playing.
miglioramento dell’equilibrio negli studenti. Oppure di interpretare
come le diverse forme comunicative si dislochino nelle diverse
personalità dei docenti di una classe (c’è chi rimprovera, chi
gratifica, chi coinvolge,…) e di maturare l’accettazione della
complementarità di queste diverse posizioni, massimizzando i benefici
educativi per gli allievi. Per ottenere questo obiettivo è necessario
aver raggiunto un buon livello di qualità relazionale (vedi punto
precedente) affinché ciascun docente comprenda di essere percepito dagli
studenti come parte di un gruppo e non come loro esclusivo partner.
Alla base del
successo formativo è collocata la motivazione e la motivazione poggia le
sue fondamenta sulla precedente risoluzione delle problematiche di
superficialità, apatia, mancanza di autostima, vuoto affettivo, ansia,
aggressività o solitudine a cui le precedenti modulazioni comunicative
danno, rispettivamente, risposta.
Progetto:
orientamento
Il progetto
orientamento è strutturato mediante a) Intervento sulle classi
finalizzato alla emersione dei condizionamenti famigliari ed amicali che
impediscono la giusta emersione delle potenzialità e favoriscono scelte
poco ragionate e fondate sui luoghi comuni b) Questionari di
orientamento modellati sulla base delle sette intelligenze sintonizzate
con gli schemi di orientamento alla scelta professionale più diffusi
nella pratica e discussi in letteratura c) Ricerca intervento sul
destino sociale dei diplomati d) Gestione dell'incontro tra studenti e
diplomati e) Verifica dei risultati del progetto mediante colloqui con
gli studenti e con le loro famiglie.
L’obiettivo è
quello di contestualizzare le potenzialità dello studente alla realtà
del suo territorio di vita mediante l’apertura di orizzonti verso i
tanti contemporanei territori, concreti o virtuali, di cui ogni
cittadino si trova a far parte nella attuale globalizzazione delle
economie e delle culture.
Il progetto muove
dall’assunto che l'orientamento sia un processo educativo tendente a far
emergere le potenzialità della persona ed un aiuto alla scelta della
professione, ma che non si limiti a questo. La capacità di scelta è
frutto di una buona conoscenza del proprio Sé (e ciò primariamente
significa la presa di distanza dal personale copione o, almeno, un
distanziamento sufficiente a renderlo visibile), le potenzialità non
concernono esclusivamente la migliori qualità della persona ma anche il
depotenziamento dei suoi difetti o il superamento dei suoi limiti. Non è
dunque possibile un orientamento esclusivamente costruito come una
impalcatura intorno al copione di base di un soggetto: gli esiti
sarebbero quelli della deformazione professionale, dell’incapacità
addestrata e dell’appiattimento della personalità sul solo ruolo
professionale, con un impressionante ritorno agli scenari da incubo di
sistemi sociali di lavoro, parcellizzato ed alienante, già sperimentati
dagli autoritarismi del secolo scorso e tragicamente falliti.
Progetto la qualita’ relazionale:
consulenza nel consiglio di classe
Le esperienze
dei gruppi di incontro nei consigli di classe sono state approntate con
lo spirito di inserire nel gruppo la figura del paciere, in quanto parte
estranea, riesce ad armonizzare la situazione, spegne i conflitti, cerca
di far entrare l’uno nel
punto di vista dell’altro, oggettiva le problematiche ed infine funge da
“messa a terra” nell’ambito della riunione.
È così possibile che dopo la caduta della tensione confliggente
si liberi la fantasia che
conduce all’intesa.
Il primo
strumento utilizzato è costituito dalle tavole di valutazione e
autovalutazione delle modalità comunicative personali:
·
cerca
di controllare e dominare la discussione
·
confligge, interrompe, mette fretta
·
propone alternative, si dissocia, non concorda, si estranea
·
esprime emozioni, personalizza, gesticola
·
non
partecipa, non prende posizione
·
ascolta senza interrompere, si lascia dominare
·
non
esprime opinioni personali, è sempre d’accordo, accondiscende.
Attraverso
l’analisi dei modelli comunicativi il gruppo si riconoscerà in un
personalità collettiva che
sarà indirizzata verso gli itinerari più efficaci per la propria
crescita relazionale.
Gli interventi successivi prevedono:
·
Esercizi di role playing per
apprendere il tono delle diverse modalità comunicative
·
Sintesi delle relazioni dei gruppi nell’intero collegio.
La metodologia
degli interventi prevede laboratori svolti in incontri seminariali
pomeridiani di circa tre ore. Gli incontri avverranno nella modulazione
del gruppo di formazione, di incontro e di lavoro, a seconda della
necessità emergente di volta in volta.
Il progetto per migliorare la qualità dell’apprendimento è
rivolto all’intero collegio docenti
Progetto: il tutor nella
scuola dell’autonomia, dell’affettività e dell’apprendimento
Il ruolo del tutor (senior) può
proporsi come quello di una figura educativa che sa partire dai profili
del disagio per rimettere in moto un percorso di crescita educativa. Il tutor ha
un rapporto responsabile con l'allievo in quanto persona e non in quanto
scolaro. L'atteggiamento educativo dunque riguarda il comportamento
complessivo e non solo le sue espressioni riferite al contesto
scolastico, pur se è nella scuola che egli esplica la sua funzione.
Alcuni elementi
precursori della figura del tutor si
sono già intravisti nella pratica del lavoro dei diversi docenti
referenti i quali, ove siano riusciti ad esercitare efficacemente il
loro compito, hanno risposto con sostegno e consigli ai giovani che si
rivolgevano a loro.
La formazione del tutor
senior è un processo
articolato in lezioni, laboratori, gruppi di incontro, esperienze
operative verificate attraverso momenti di gruppo di formazione e lavoro
che assicurano il monitoraggio e la partecipazione all'esperienza nel
corso del suo intero svolgimento. Il programma si articola in due
grappoli di contenuti:
- Analisi della
condizione giovanile (crisi di identità, marginalità e assenza di
fondamento) e le diverse modulazioni di personalità del disagio che si
incarnano nei copioni degli: adesivi (le povertà affettive), invisibili
(la mancanza di autostima), apatici (la fuga dagli impegni e la
demotivazione), sballoni (l'insaziabilità emozionale, lo sballo, la
ricerca di piacere), deliranti (l'eccesso di autostima), ruminanti (la
aggressività verso gli altri, la violenza, l'aggressività verso se
stessi, la depressione), avari (la vulnerabilità, l'insicurezza, la
paura, l'ansia). Per facilitare l'analisi dei tipi viene spiegato il
Questionario di Artigianato Educativo e somministrato al fine di
comprendere il concetto di copione nel rapporto con se stessi, con gli
altri e con il mondo e di aprire i tutor alla
comprensione di copione bipolare o multiplo.
- I tipi
corrispondono a diversi orientamenti verso lo studio, con specifiche
opzioni per favorire la motivazione e l'apprendimento, verso il lavoro
(tipi di attività e ambiti), verso lo sport (tipi di sport e risultati),
verso la scelta dei gruppi di appartenenza e delle culture di gruppo
(punk, yuppie, rasta, ecc.), verso la scelta del partner, ecc. I tipi di
base consentono anche la visualizzazione dei principali problemi di
educazione alla salute (predisposizioni al rischio verso talune sostanze
elettive, modalità di rapporto con il cibo e con il proprio corpo,
ecc.).
L’obiettivo da
raggiungere è il miglioramento della progettazione di tutte le
esperienze di intervento educativo e relazionale nella scuola gestito
attraverso metodi di esplicito tutoring o
ad esso assimilabili:
Educazione
alla salute, CIC e politiche giovanili
Viaggi di
istruzione, visite guidate
Dispersione
scolastica, obbligo scolastico e formativo
Integrazione scolastica di alunni in situazione di handicap
Attività
integrative e formative
I diversi
progetti, nei quali il docente assume il ruolo di tutor,
vengono arricchiti metodologicamente attraverso il percorso di
acquisizione progressiva di "abilità" da parte degli studenti
partecipanti sintetizzate nel seguente piano di lavoro:
1. Conoscenza di
sé, della propria struttura psico-fisica, delle personali disposizioni
alla alimentazione, alla gestione della salute, allo sport, all'uso di
farmaci. Strumenti di valutazione del proprio temperamento delle proprie
emozioni, dei valori e dei sentimenti ricavati dalla analisi del proprio
contesto familiare e ambientale. Analisi della propria capacità di
apprendimento, dei propri successi e limiti, in relazione al personale
successo formativo nelle diverse discipline scolastiche. Analisi dei
personali progetti e degli "immaginari" circa la collocazione futura del
mondo del lavoro
L’obiettivo è
quello di oggettivazione dello stile di vita e dello stile di lavoro
2. Ricognizione
della personale collocazione dei soggetti nelle reti di rapporto
famigliare, scolastico, amicale e sociale. Sviluppo della personale
capacità di categorizzare gli ambienti e i contesti di relazione.
Definizione delle formazioni sociali a cui i soggetti appartengono più o
meno stabilmente e discussione sulle loro preferenze verso ambienti
affiliativi e carichi di affettività, fusionali ed emozionali (comitiva,
coppia), organizzativi, di impegno per il cambiamento sociale, di
rappresentanza e partecipazione, di volontariato. Strumenti di analisi
per lo studio delle culture e strumenti di lavoro per l'intermediazione
culturale. L'obiettivo è quello di costruire elementi cognitivi mirati
alla formulazione di un nuovo concetto di cittadinanza oggettivando le
diverse culture nelle specifiche formazioni sociali.
3. Tecniche di
comunicazione applicate ai diversi contesti (comunicazione descrittiva,
persuasiva, euristica, emozionale ed espressiva, tranquillizzante, di
sostegno, affettiva). Tecniche di gestione dei diversi tipi di gruppo a
cui gli studenti partecipano: i momenti di incontro personale nel
gruppo, i momenti di organizzazione e di lavoro, i momenti di formazione
e apprendimento. L'obiettivo è far comprendere le personali capacità di
comunicazione e di relazione ed i diversi modi di proporsi verso
l'assemblea degli studenti nel proprio istituto, le istituzioni del
proprio territorio, i compagni degli amici, le relazioni sentimentali, i
rapporti familiari, i rapporti con gli adulti, con gli insegnanti, con
gli anziani e con i bambini.
Progetti per i
CIC, la gestione assemblee, l’accoglienza, il tutoring
(junior), la peer
education
Il progetto si
attua costruendo un gruppo di lavoro tra insegnanti e, successivamente,
tra insegnanti e ragazzi per le diverse progettazioni realizzate sulla
base dei seguenti contenuti:
Intendere il C.I.C. come
luogo di aggregazione di incontro tra gruppi di giovani, nella logica
dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti e degli obiettivi delle
Consulte degli Studenti, offre eccezionali occasioni di partecipazione,
con assunzione di nuove responsabilità nel contesto scolastico sia per
le attività complementari che integrative, ed apre gli spazi e i tempi
della scuola in una prospettiva di educazione alla democrazia ed alla
legalità, intesa come esercizio della tolleranza e di esperienza di
apprendimento delle diversità e delle ricchezze individuali.
I risultati di
questo processo di lavoro potranno essere un aumento della capacità di
comunicazione efficace e di gestione del conflitto, di empatia, di
gestione delle emozioni e dei sentimenti e del pensiero critico e
creativo. La progettazione del CIC non viene dunque intesa come
esclusivo luogo di consulenza individuale o di sportello per
informazioni sulla educazione alla salute ma viene costruito come punto
di riferimento per la relazione tra persone attuata mediante il continuo
ricorso allo strumento del gruppo di incontro. Questo metodo apre a
nuove ed interessanti prospettive per lo sviluppo della formazione delle
capacità di relazione, di responsabilità, di affettività e educazione
tra pari.
Nel quadro di tale
orientamento si inseriscono il progetto assemblea, il progetto
accoglienza, quello di peer
education, di tutoring (junior) e
il progetto assemblea. A far inizio da quest’ultimo.
Progetto:
gestione delle assemblee
Un intervento
ormai trascurato, nonostante la discussione formativa sulla Educazione
alla legalità, è quello delle assemblee studentesche. L'assemblea è
infatti uno strumento importante per l'apprendimento della democrazia e
delle capacità di discussione che è, però, ormai svilito e scaduto.
Insegnare a gestire un'assemblea è invece una formidabile procedura
educativa che richiede attenta preparazione, competenza e capacità
comunicative. In primo luogo è necessario il rispetto per i giovani,
spesso costretti a riunirsi in locali con pessima amplificazione e
peggiore acustica, individuando e predisponendo idonei locali. Poi
bisogna che l'assemblea abbia una "cornice" che la definisca e protegga
da intrusioni, disturbi e squalifiche.
Il Progetto
assemblea prende inizio coinvolgendo un certo numero di insegnanti e di
alunni e informando la maggioranza degli insegnanti dell’Istituto. Gli
alunni saranno formati attraverso la discussione sul clima relazionale
nella scuola e nelle classi, sulla loro unità, sull’andamento delle
assemblee di classe, al fine di costruire il quadro dei problemi della
comunicazione nella scuola.
Al termine della
formazione vengono proposti i metodi di conduzione di una assemblee a
partecipazione democratica e cioè le competenze tecniche specifiche
utili alla conduzione di assemblee di classe o di Istituto: come indire
un’assemblea di classe o di Istituto, come preparare un O.D.G. (temi,
obiettivi, modalità), regolamento dell’assemblea di classe o di
Istituto, come si delibera, come si conteggia la maggioranza, cos’è una
mozione, ecc.
Progetto
accoglienza
Un ambiente
scolastico può essere freddo o caldo, intenso o povero di sentimenti,
accogliente o ostile e ciò dipende dalle caratteristiche individuali di
coloro che in tale ambiente vivono ed operano. Il primo antidoto al
disagio scolastico è l’organizzazione dell’accoglienza: uno dei momenti
più difficili per tutti gli studenti è il primo giorno di scuola al
primo anno. Ciascuno ha vissuto con paura o con finta spavalderia
l’impatto con l’ambiente ignoto e misterioso della scuola.
Il percorso
dell’accoglienza, attuabile nelle elementari (con un bambino più grande
che accoglie, fin dalla porta della scuola, il nuovo bimbo possibilmente
già conosciuto per parentela o vicinato), nelle medie e nelle superiori
(con la gestione del primo giorno di scuola in classe con la modalità
del gruppo di incontro, per far presentare tra di loro i ragazzi e far
conoscere la scuola, e, nei giorni successivi, con la visita completa
all’istituto), muove dalla considerazione che il clima relazionale che
può instaurarsi nell’impatto con la scuola è uno strumento
indispensabile per orientare immediatamente verso una partecipazione
consapevole degli alunni. Tale progetto richiede una accurata
preparazione per formare alla conduzione del gruppo in classe i ragazzi
che accoglieranno e che diverranno tutor
junior di quella classe.
Sono infatti gli studenti stessi che debbono imparare a dare il
benvenuto ai nuovi, accompagnarli in aula ed a tenere le lezioni nel
primo giorno di scuola facendo vivere l’esperienza di un gruppo in
formazione.
Progetto tutoring (junior) e peer
education
Quando, al termine
dell'accoglienza, i ragazzi più grandi si assumono la responsabilità di
prendersi cura di quelli delle prime, si innesca un processo di
diffusione della relazionalità mediante responsabilizzazione dei
maggiori e protezione dei minori. Nelle scuole dove l'accoglienza è
diventata una tradizione scompaiono gli atteggiamenti goliardici e
spesso violenti che si accompagnano ai primi giorni di scuola.
Un elemento
importante del tutoring
(junior) è la sua
connessione con l'educazione dei pari. Il riferimento all'accoglienza ci
porta a considerare il ruolo che alcuni allievi maturi ed equilibrati
possono avere nei confronti di loro compagni più giovani, anche
all'interno delle strutture di partecipazione scolastica. Altro modello
di lavoro, che si incrocia con la continuità o le attività
extracurricolari, è quello di produrre momenti di gruppo di lavoro
intorno a certi temi ed ambiti e guidare i più esperti alla
collaborazione e l'aiuto dei meno esperti.
Tutta
l’impostazione del cooperative
learning (articolata nei
modelli di intervento sulle diverse personalità collettive di classe,
vedi sopra) si fonda sull’interazione simultanea, sullo svilippo della
collaborazione tra pari, sulle ricompense estrinseche ed intrinseche da
attribuire al gruppo o ai sottogruppi della classe.
Progetto
integrazione del soggetto portatore di handicap
Il disagio
relazionale nella scuola di fronte all’handicap si manifesta nel
processo di difficile comunicazione e di integrazione, spesso
sottovalutato ed aggirato di fronte ai problemi prodotti dai soggetti
gravi o gravissimi. In gran parte ciò è dovuto all’attuale prevalere di
una ottica clinico funzionale nella valutazione dell’handicap ed alla
mancanza di esplorazione pedagogica sulle potenzialità che il portatore
può esprimere, sui suoi comportamenti e sulla possibilità di
orientamento educativo, sulla modulazione possibile delle relazioni,
sugli spazi operazionali che possiede.
La via di uscita
da tale disagio muove dall’osservazione delle emozioni, dei copioni e
dei sentimenti sperimentati dal soggetto nella relazione con gli altri.
Progettare un percorso di inserimento si fonda su due processi:
l’espressione delle emozioni per la co-costruzione di sentimenti e la
pratica degli spazi educativi possibili. Il primo processo, attuato in
assenza o in presenza del portatore di h. a seconda dell’opportunità, è
la discussione nel gruppo classe delle emozioni che il portatore di h.
suscita (la compresnione, la pena, la compassione, la tenerezza, … ma
anche la paura, il disgusto, la rabbia, il senso di impotenza, il
distacco, ecc.). Il secondo percorso è quello di assimilare le forme di
comportamento del portatore di h. ai comportamenti sociali diffusi
distinguendo tra le sue difficoltà oggettive e le sue potenzialità non
sfruttate per rendere l’intera classe partecipe dei suoi risultati e dei
suoi insuccessi, con ampio spazio alla comprensione, alla critica ed al
confronto.
Progetto
laboratori
Nella direzione di
riorganizzazione delle gestione delle diverse attività complementari ed
integrative per potenziare le intelligenze è utile proporre laboratori
di motivazione all’apprendimento. Si torna con questi alle problematiche
dell’apprendimento (vedi sopra) ma con un orizzonte molto più esteso ove
i docenti che reggono tali laboratori abbiano sviluppato le loro
potenzialità di tutor (vedi
sopra). L’attivazione dei successivi laboratori, di recupero o di
potenziamento, tarati sulle modulazioni didattiche della scuola media ma
trasferibili ad altri ordini e gradi di scuola, raccoglie i contenuti
espressi in ordine all’orientamento ed agli itinerari educativi. Si
tratta di concepire l’inserimento in un primo laboratorio, affine alla
potenzialità della forma mentis del ragazzo, e farlo poi transitare in
un secondo laboratorio, nel quale il ragazzo dovrà crescere negli ambiti
carenti alla sua personalità ed al suo stile di studio e comportamento.
L’analisi
complessiva delle personalità di una popolazione scolastica, attuata
attraverso test o schede di osservazione semplificate, consente di
progettare sette tipi di laboratorio che hanno, per i primi mesi, la
funzione di ingresso e, nei mesi successivi, quella di arrivo.
Naturalmente debbono essere accesi tanti doppioni di ciascun laboratorio
quanti sono necessari alla popolazione studentesca. I sette modelli di
laboratorio sono raggruppati in sintonia con le sette formae mentis.
Laboratorio
matematico, informatico 2, linguistico 2.
Laboratorio
di educazione fisica, sport di gruppo, sport individuali con
specifico riferimento all’educazione motoria "aerobica".
Laboratorio
fisico, geografico e di informatica 1.
Laboratorio
linguistico 1, teatro, recitazione.
Laboratorio
artigianale e oggettistico.
Laboratorio
musicale.
Laboratorio
tecnico, plastico e manipolativo.
Le propedeuticità
sono lab.1 con lab. 4 o 5; 2 con 5 o 6; 3 con 6 o 7; 4 con 7 o 1; 5 con
1 o 2; 6 con 2 o 3; 7 con 3 o 4. L’avvio di questi laboratori avviene
attraverso la metodologia dei gruppi di incontro per favorire la
relazione tra i partecipanti, la loro conoscenza ed il processi di
cambiamento attuato con un omogeneo itinerario. Il gruppo di incontro
iniziale assolve lo scopo di far emergere la consapevolezza delle
personali (comuni) caratteristiche e dei (comuni) bisogni di crescita
nella direzione indicata dai laboratori di arrivo.
Progetto
attività integrative e complementari
Questo progetto si
incrocia con i progetti connessi alla didattica o alle tematiche
educative. La rilettura dell’elenco di attività integrative e
complementari proposte nel DPR 567/96, può servire a comprendere i
processi di lavoro e di azione che sono impegnati in esse.
Le seguenti prime
tipologie di attività sono connesse sia a settori disciplinari sia a
modelli di atteggiamento ed hanno funzioni educative ad hoc, ovvero
possono essere efficaci strumenti per l’intervento educativo su diverse,
ma ben individuate, tipologie di personalità e di problemi:
Legalità,
Diritti umani, Pace, Intercultura
Informatica
e multimedialità
Comunicazione Teatro Cinema
Lingue
straniere
Giornale
degli Studenti, giornale dell’Istituto
Arte,
creatività e esperienze ludiche
Ambiente
Sport
I criteri su cui
informare la scelta e l’accensione delle attività sono congruenti con
quelli delle intelligenze personali e delle personalità collettive, in
specie laddove tali attività abbiano la classe come luogo di
realizzazione. La tipologia di classe è un criterio importante di
scelta. Ove non sia la classe occorre porre attenzione alla costruzione
del gruppo di allievi che organizza e gestisce tali percorsi.
Il metodo è quello
del gruppo di lavoro, poiché tali percorsi sono sovente finalizzati alla
realizzazione di un risultato, o quello del gruppo di formazione,
laddove si manifesti la forte necessità di ampliare gli orizzonti
mentali e culturali degli studenti partecipanti.
Progetto
educazione degli adulti
E’ concepito come
la più alta connessione tra orientamento e attività integrative nei
processi educativi che riguardano l’intera vita della persona:
l’orientamento serve ad accompagnare la persona nel corso della sua vita
e le attività integrative introducono a nuovi saperi trasversali. Le
Conclusioni del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000 (paragrafo
26) propongono sei messaggi: 1) Nuove competenze di base per tutti, 2)
Maggiori investimenti nelle risorse umane, 3) Innovazione nelle tecniche
di insegnamento e di apprendimento, 4) Valutazione dei risultati, 5)
Ripensare l’orientamento, 6) Un apprendimento sempre più vicino a casa
invita a mettere al centro del lavoro la progettazione, la formazione e
l’insegnamento delle competenze sociali per la forte crisi relazionali
nei gruppi, nelle famiglie e nelle istituzioni a cui è necessario dare
soluzioni di crescita evolutiva e dal raccordo tra scuola, territorio e
lavoro, che coinvolge giovani ed adulti, e che conduce a pensare
l’educazione permanente al servizio delle persone e della società.
L’idea guida è che
l’educazione degli adulti non sia solo il recupero di svantaggi
scolastici ma formazione e orientamento ai diversi vissuti dei cicli
della vita ed educazione alla costruzione di relazioni, di gruppi e di
famiglie. Al di là dell’accertamento delle competenze in ingresso, e del
naturale orientamento verso uno studio personalizzato, l’apprendimento
nell’educazione degli adulti è un’occasione per proporre di ripensare
più a fondo a se stessi ed a ridecidersi sul piano delle ambizioni
conoscitive e culturali, rinforzando la stima di sé ed allargando gli
orizzonti mentali.
L'educazione degli
adulti, finalizzata ad una specifica fase della vita dell’adulto o a
specifici problemi occorrenti, mette in gioco (in una ottica operativa e
disciplinare) le seguenti aree: compensazione dell'insuccesso, pedagogia
sociale, pedagogia speciale, educazione permanente, adattamento e
sviluppo, educazione professionale ed educazione alle competenze,
aggiornamento ed alfabetizzazione, anche informatica, con attività che,
nell’ottica dello sviluppo delle intelligenze e della socializzazione
delle culture, si articolano in linguistiche, storiche, scientifiche,
logico matematiche, estetiche, musicali, spaziali, corporeo
cinestetiche.
Progetto sviluppo relazioni
funzionali (per elementari)
Questo progetto
si avvale ampiamente del counseling come strumento scolastico allo scopo
di prevenire il disagio scolastico e intervenire per potenziare le
risorse nel bambino.
Il processo comunicativo è infatti efficace a
seconda del tipo di disagio vissuto dal
bambino: povertà affettiva, mancanza di autostima, di motivazione, di
responsabilità e del senso dei limiti, eccesso di reattività e di
aggressività, eccesso di controllo. Dunque si tratta di riconoscere
l’espressione delle emozioni (la paura - la rabbia - il distacco -
il piacere - la quiete - la vergogna - l'attaccamento) nelle
diverse fasi dello sviluppo
emotivo, imparando come si devono usare le rispettive modalità
comunicative di Rimprovero,
Incoraggiamento, Gratificazione, Tranquillizzazione,
Insegnamento, Coinvolgimento emotivo e Sostegno.
Le fasi del
progetto sono tre. Nella prima si incontrano i docenti per formarli
sulle metodologie Prepos e prepararli all’osservazione dei bambini, al
fine di metterli in condizione di individuare facilmente le principali
risorse e le aree da sviluppare. Attraverso questo progetto si
tratteranno diverse tematiche, dalla prevenzione del bullismo e la
promozione della non violenza al miglioramento delle relazioni tra
scuola e famiglia.
Il secondo passo
da compiere è quello di coinvolgere i genitori attraverso un
“Laboratorio sulla maternità e paternità” che li sostenga aiutandoli ad
analizzare gli ostacoli che hanno impedito il pieno sviluppo dei loro
ruoli. Ma quali sono gli ostacoli alla maternità e alla paternità? Come
è possibile superarli?
Già essere in
grado di
comprendere le risorse e le
debolezze dei figli per compiere approcci educativi validi
è un primo passo:
Brontolo
ha bisogno di un padre paziente e una madre generosa
Eolo
ha bisogno di un padre
umile e di una madre paziente
Dotto
ha bisogno di un padre
affettuoso e di una madre umile
Gongolo
ha bisogno di un padre
saggio e di una madre affettuosa
Pisolo
ha bisogno di un padre
energico e di una madre saggia
Mammolo
ha bisogno di un padre creativo e di una madre energica
Cucciolo
ha bisogno di un padre
generoso e di una madre creativa
La terza fase
prevede l’intervento diretto in classe dello staff Prepos.
Il progetto necessita di tre
incontri con gli insegnanti, tre incontri coi genitori in orario
pomeridiano o serale e di tre interventi diretti in tre classi a scelta
degli insegnanti.
Progetto
genitori : Come farsi amare dai figli
I temi messi in
gioco dal progetto genitori investono una ampia gamma di questioni
educative. Qui si tratta di una molteplicità di progetti che riguardano
la coppia, la famiglia, l’educazione all’affettività ed
all’innamoramento. Di questo grappolo di progetti viene proposta una
sintesi schematica; il titolo dell’insieme di progetti (come farsi amare
dai figli) rappresenta l’interrogativo chiave a cui dare risposta.
L’educazione
genitoriale
- Cosa significa
Rimprovero, Incoraggiamento, Gratificazione, Tranquillizzazione,
Insegnamento, Coinvolgimento emotivo e Sostegno e le forme comunicative
più idonee ad attuarli
- Come si
costruisce un clima di comprensione, disponibilità, dialogicità,
riconoscimento, incontro, mediazione, complementarità
Lezioni,
esercizi e role playing
Analisi degli
ostacoli psicologici alla maternità
L'attaccamento: Nessuno
potrà mai amarlo/a più di quanto non lo amo io. Comprenderlo più di
quanto non lo comprendo io, sentirlo/a più di quanto non lo senta io.
Il mammismo
è un percorso psicologico o è frutto della cultura?
L'incapacità di superare la maternità biologica può essere un
ostacolo alla maternità spirituale e sociale?
L'amore
materno è per i propri figli o per i figli?
L'ansia: So di
poter essere "tutto" per mio figlio/a e che non ci potrà mai essere
nessun altro in grado di essere qualcosa di più.
Cosa
significa attenzione e cura?
Perché la
paura non può essere una buona consigliera?
Cosa vuol
dire saperlo guardare da lontano?
La protezione: Mio
figlio/a si meritava di più (nella vita, nel lavoro, nei confronti del
partner) ed io non posso nemmeno dirlo a lui ed a tutti
Quando la
protezione diventa oppressione?
Quando la
protezione rischia di inibire il coraggio?
- Come imparare a
incoraggiare davvero?
La liberazione: La
mia realizzazione come donna sarà solo nel generare figli con cui
stabilire un contatto mentale, intellettuale e culturale che mi appaghi.
In cosa
consiste il rifiuto di essere madri?
Dov'è il
punto di confine tra non riuscire ad avere figli e intimamente non
volere avere figli?
Esiste una
maternità subita e una maternità liberante?
Il compiacimento:
Un bacio tenero, molto tenero, ancor più tenero … diventa languido…
Fin dove
può spingersi l'emotività affettiva materna nei confronti dei figli?
Dove
finisce l'attrazione gioiosa e dove comincia un coinvolgimento
innamorante?
La distanza
materna: Ma io amo davvero mio figlio? Cosa sono infine i sentimenti che
nutro per lui? Come mai non mi entusiasmo come le altre madri? Le altre
madri sono "fanatiche" dei loro figli o sentono qualcosa che io non sono
in grado di sentire?
Dove si
deve fermare la tranquillità fiduciosa verso un figlio?
Quali
possono essere i segnali oggettivi che mobilitano verso un
intervento educativo?
Il sostegno: Sarò
capace di accogliere mio figlio anche se dovesse essere...
Come
considerare i limiti ed i difetti dei figli?
Quali sono
le aspettative legittime nei loro confronti?
Analisi degli
ostacoli psicologici alla paternità
La stima di sé:
Sarò capace di dare a mio figlio le condizioni per vivere?
Come si
costruisce la stima di sé come padre?
Dare il
proprio cognome è riconoscimento e sostegno?
L'indifferenza:
"Ma a me importa davvero di mio figlio o non me ne frega nulla, anzi la
sua presenza ha disturbato la mia vita?"
Cosa vuol
dire gustare in pace le emozioni sentite verso il figlio, senza
svenevolezze e luoghi comuni?
La
formazione affettiva del padre verso i bambini è più tardiva
dell'immediato attaccamento della madre?
E' più
importante essere coppia o essere genitori?
L'angoscia: Mio
figlio potrà mai avere un futuro positivo in ragione delle mie colpe che
ricadono su di lui?
Cosa vuol
dire insegnare ai figli che la vita è bella?
Cosa vuol
dire conoscere quali sono i piaceri veri della vita e come sapere
quali sono i veri e i falsi piaceri della vita?
Perdita e
ritrovamento: Perché voglio bene a mio figlio? Voglio davvero bene a mio
figlio? Voglio bene a mio figlio perché è mio figlio o perché voglio
bene a lui come persona? Gli vorrei bene anche se non fosse mio figlio?
C'è
paternità solo in presenza di un figlio?
Si diventa
liberi lasciando liberi?
La protezione: Se
io ho così tanta paura di una vita e di un mondo di così grande
ingiustizia, avrò la forza e il coraggio di impegnarmi e di rischiare se
mio figlio avrà bisogno di me?
Il senso
dell'impegno del quotidiano non è iperprotezione e sostituzione ma è
vigilare e insegnare a difendersi
Come si
trasmette il coraggio?
Il dubbio: I dubbi
e gli scrupoli che mi torturano sul rapporto da tenere con mio figlio mi
conducono a fare delle scelte sbagliate? Forse dovrei essere un padre
più deciso e mascolino?
Qual è il
punto di equilibrio nel senso di responsabilità? Ansia e fiducia
Come dare
sicurezza e presenza nei momenti critici?
L'accettazione:
Quali sono i processi che determinano l'accettazione di paternità?
Cos'è
l'attaccamento paterno?
Dopo il
parto ho visto mia moglie diversa?
Lezioni e
discussioni di sintesi sui temi delle discussioni di gruppo
Le tipologie di
famiglia
E' un utile
esercizio per la crescita famigliare cercare di individuare le
caratteristiche dei climi nelle routine e nelle regole della propria
famiglia. I rituali più tipici sono inerenti alle attività quotidiane,
agli spazi usati per le relazioni, alle modalità di trascorrere tempo
libero e vacanze.:
Questa ricerca
intervento produce la discussione di una famiglia su se stessa, e
rimette spesso in moto la dinamica di cambiamento del clima famigliare
ed, a volte, il superamento delle insoddisfazioni dei rapporti.
Le tipologie
famigliari scaturiscono dall'osservazione di tali comportamenti nel
percorso del ciclo di vita (dalla coppia innamorata agli anziani coniugi
con i figli che hanno ormai abbandonato il nido). Ad ogni fase della
storia famigliare corrispondono diverse tappe evolutive del rapporto tra
persone ed, ad ogni fase, si adatta una tipologia famigliare che può
riuscire a superare gli elementi di crisi o rimanere bloccata sulla
ripetizione di comportamenti involuti.
Ogni fase del
ciclo di vita famigliare è una tappa del percorso di maturazione verso
comportamenti relazionali più ricchi, articolati e complessi. Nuovi
equilibri si formano nella dinamica di superamento dei vecchi modi di
azione reciproca limitati e penalizzanti. I modelli famigliari, utili
come spunti per la descrizione delle tipologie di relazione, sono sette,
in sintonia con lo schema seguito dal nostro metodo di lavoro. Tali
morfologie famigliari contengono sia qualità che difetti; questi ultimi
possono essere compensati facendo evolvere le relazioni interne verso la
tipologia che contiene gli elementi carenti.
La famiglia
effusiva appariscente
La famiglia
comunicativa atomizzata
La famiglia
affettiva invischiata
La famiglia
difensiva antagonista
La famiglia
protettiva oppressiva
La famiglia
pacifica astenica
La famiglia
comprensiva rassegnata
- Dalle opposizioni conflittuali alle
relazioni affini.
- Dalle relazioni primitive di dipendenza, controdipendenza e
simbiosi alle relazioni evolute di libera scelta.
- Dalle relazioni depressive per abbandono, delusione e senso di
colpa alle relazioni affettive di disponibilità, riconoscimento e
incontro.- L’educazione
all’affettività ed alla sessualità:
l’affettività verso i genitori e gli adulti, l’affettività connessa
all’amicizia nel rapporto tra pari e l’affettività che si sviluppa
in connessione con l’innamoramento.
Progetto
educazione all’affettività ed alla sessualità
Il progetto si
articola sui tre principali fenomeni emozionali e relazionali
dell’adolescenza: la scoperta dell’amicizia, l’innamoramento e la
visione critica del mondo degli adulti. Nell’ambito scolastico
l’educazione all’affettività può essere esercitata essenzialmente in tre
direzioni: l’affettività verso i genitori e gli adulti, l’affettività
connessa all’amicizia nel rapporto tra pari e l’affettività che si
sviluppa in connessione con l’innamoramento.
L’affettività verso i genitori viene esplorata attraverso l’analisi
chiara e piana dello loro qualità gestita nei gruppi di incontro o
nelle classi costruttive (con un buon livello di relazionalità
interna tale da non squalificare l’importanza della discussione). La
possibilità di costruire una valutazione ed un giudizio chiaro, ma
comprensivo, sui genitori da parte dei figli è dunque da perseguire
come una tappa importante del loro processo di autonomia.
La
formazione alla relazione tra pari verte sui processi di conoscenza
reciproca, sulla valutazione delle personali esperienze di amicizia
e del loro grado di intensità a partire dalla consapevolezza dei
valori della stima e della fiducia che stanno alla base
dell’amicizia. Un tema di rilevante interesse è quello
dell’esplorazione delle quattro modulazioni di base dell’amicizia
nei rapporti umani: l’amicizia tra due uomini, l’amicizia tra due
donne, l’amicizia di un uomo verso una donna, l’amicizia di una
donna verso un uomo.
L’innamoramento e la sessualità sono temi complessi da trattare
all’interno dell’istituzione scolastica e, soprattutto, nelle
classi. Lo specifico ambiente in cui emergono le discussioni sulle
relazioni di coppia è la comitiva e non la classe. L’estraneità
della scuola ai processi di innamoramento rende difficile la
costruzione al suo interno di processi di educazione all’affettività
ed alla sessualità, temi verso i quali i giovani sono invece
naturalmente attratti. Il percorso cognitivo alla conoscenza della
sessualità può essere organizzato, accompagnandolo alle tradizionali
lezioni sulla anatomia e sulla fisiologia delle sessualità,
attraverso la discussione sul significato delle forme di sessualità
e sulle differenze e complementarità della sessualità nei due
diversi sessi distinguendo tra atto sessuale, rapporto sessuale e
rapporto amoroso descrivendone le diverse proprietà. Le affinità nel
rapporto amoroso (sentimenti e valori, sensibilità e apertura
empatica al vissuto dell'altro) sono la base per procedere ad una
educazione al rapporto di coppia ed all’innamoramento. I principali
tipi di affinità che si incontrano nelle relazioni di coppia sono
l’integrazione, la disponibilità reciproca, la dialogicità, il
riconoscimento, l’incontro, la mediazione e la complementarità. La
discussione sulle affinità consente di comprendere il significato
della simpatia interpersonale e le precedenti articolazioni sono una
traccia che orienta alla comprensione dei diversi modelli di
equilibrio relazionale all’interno della coppia. L’educazione
all’innamoramento nell’ottica delle affinità piuttosto che di
reciprocità nel femminile e maschile conduce allo studio del
processo innamorante nei suoi 5 gradi: 1) attrazione, 2) simpatia,
3) interesse, 4)infatuazione, 5)innamoramento.
Progetto indice di ingiustizia
L’assegnazione
dei voti scolastici, se fatta
con criteri
personali e arbitrari stabiliti dagli insegnanti in modo non
trasparente, può generare sospetti di ingiustizia da parte degli
studenti. Sarebbe opportuno che
i criteri utilizzati
per far corrispondere il voto assegnato
all’esito della prova, non restino strumenti a disposizione
esclusivamente del
singolo docente
ma vengano condivisi
con i Dirigenti Scolastici.
In questo modo
la valutazione non è più
monopolio dell’insegnante
ma diventa uno strumento in
cui il Dirigente Scolastico, attraverso una obiettiva formula
matematica (e pertanto imparziale), sovraintende al processo
didattico allo scopo di instaurare un vero e proprio confronto
tra i diversi attori protagonisti.
Questa fase
avverrà attraverso la mediazione ed il supporto dello staff di counselor
che fornirà una
rielaborazione dei dati ottenuti facendosi promotore di una diversa
approccio comunicativo e didattico che
vada a riequilibrare quelle dinamiche di
insegnamento/apprendimento che hanno prodotto macroscopici errori di
valutazione.
L’importanza di
questo progetto risiede nel fatto che il momento della valutazione,
quando è compiuta in modo
corretto da parte del
docente, coinvolge direttamente
lo studente stesso,
innescando in lui autoconsapevolezza, capacità di autovalutazione,
responsabilizzazione.
In questo modo
lo studente conosce un autentico momento di crescita e il rapporto
professore-alunno diventa momento di confronto, di discussione
costruttiva, di circolarità di opinion,i dando adito allo sviluppo del
concetto di reciprocità di educazione
promosso da Prepos.
L’intervento
dello staff Prepos non si limita a rilevare dati e ad esporre i
risultati ottenuti dallo
strumento matematico, ma fornisce consulenza,
spiegazioni e strumenti pratici
al singolo docente che ne faccia richiesta, concludendo
l’attività con una breve illustrazione
delle metodologie
più opportune individuate
per risolvere le problematiche emerse.
Muovendosi
dall’assunto che tutte le classi sono diverse, dal punto di vista della
loro storia, del clima di rapporti interno, del profitto e della
coesione tra persone ha preso l’avvio la prima ricerca sulla personalità
collettiva di classe che ha condotto alla costruzione di una tipologia
di ben 15 tipi di classe, alle quali sono state attribuite designazioni
il linea con i diversi punteggi ottenuti dagli indicatori applicati alla
ricerca. I termini hanno una valenza negativa perché rappresentano
classi con punteggi estremi sugli assi. La classe costruttiva è invece
una classe che presenta ben bilanciate le diverse caratteristiche
assumendo così nel grafo una forma tendenzialmente circolare, indicativa
di un buon equilibrio.
1 |
CLASSE RIGIDA |
2 |
CLASSE OSTINATA |
3 |
CLASSE AGITATA |
4 |
CLASSE IMPAZIENTE |
5 |
CLASSE DIVISA |
6 |
CLASSE INDIPENDENTE |
7 |
CLASSE SCANZONATA |
8 |
CLASSE INCONCLUDENTE |
9 |
CLASSE DEMOTIVATA |
10 |
CLASSE SPENTA |
11 |
CLASSE RASSEGNATA |
12 |
CLASSE OPPRESSA |
13 |
CLASSE AFFIATATA |
14 |
CLASSE PARTECIPATIVA |
15 |
CLASSE COSTRUTTIVA
|
I principali
indicatori per l'analisi della personalità collettiva di una classe:
·
STORIA DELLA CLASSE (e del suo nucleo storico: bocciati e ripetenti)
·
PROFITTO
·
UNITA’ DELLA CLASSE
·
INDICE DI RELAZIONALITA’ DELLA CLASSE
·
SOTTOGRUPPI
·
GEOGRAFIA DELLA CLASSE (disposizione dei sottogruppi)
·
STRUTTURA (leader dominati, partecipativi, gregari attivi, passivi, non
integrati introversi,
estroversi)
·
MOBILITA’ INTERNA (spostamenti nei banchi)
·
LE ASSENZE
La raccolta dei
dati da origine ad un "grafo di classe". L’insieme di questi dati e
delle tipologie a cui danno origine viene presentato in forma
semplificata attraverso 4 tipologie essenziali, descritte dalle tre
frecce che indicano la prevalenza di un modello rispetto ad un altro.
La dinamica di
cambiamento, di crescita o di involuzione, che viene descritta
attraverso tre tipologie di classe negativa ed una positiva, introduce
il concetto di processo di formazione della classe. Ove non venga svolto
alcun intervento orientativo è molto probabile che il gruppo classe si
sfaldi dando origine ad una classe fallita, o amorfa o conflittuale, ove
l'intervento sia efficace si ha una classe costruttiva. Nel grafo di
classe possono essere lette
le prevalenze e, a seconda di queste, l’educatore può scegliere
l’intervento più opportuno. Se il grafo si presenta armonico e pressoché
circolare la classe è da considerarsi costruttiva. Di seguito saranno
brevemente descritti i modelli di tali classi ed indicati gli interventi
educativi proposti negli schemi del
cooperative learning.
Un terzo concetto
assume rilevanza nell’ottica della distinzione tra tipologie di classe:
la comunicazione didattica, le metodologie di organizzazione interna dei
sottogruppi in cui dividere la classe e le strategie di lavoro possono
essere orientate allo specifico lavoro su una classe a seconda del tipo
di classe a cui si è di fronte. Esse assumono anche diverse prevalenze
a seconda dei settori disciplinari
insegnati e, di contro, i settori disciplinari possono essere
vettori di modelli di comunicazione di apprendimento funzionali alla
soluzione dei problemi in ogni particolare tipo di classe.
L'insegnante
dovrà usare diversi metodi di conduzione della lezione e di relazione
con il gruppo, a seconda
del contesto in cui opera, per situare correttamente il processo di
apprendimento che vuol stimolare, applicando il concetto di area
prossimale alle strutture dei gruppi. Lungo gli assi delle tre frecce,
che individuano la classe conflittuale, la classe amorfa e la classe
fallita, possono essere rintracciate le strutture di azione e di
rapporti competitiva,
individualista, o collaborativa. L’espressione “collaborativa”, usata in
sociologia dell’organizzazione e impiegata nelle analisi della struttura
delle classi, può risultare poco chiara nel descrivere una tipologia di
classe “critica” per eccesso di
accorpamento interno, di coalizioni tra persone che la rendono
“ingessata” ed eccessivamente compatta, incapace di dinamiche di
cambiamento e di evoluzione.
Il concetto di
struttura collaborativa a cui ci riferiamo è quello che si attua in una
classe costruttiva e che consente sia la divisione dei compiti tipica
del lavoro di gruppo, sia la relazionalità del gruppo di incontro sia le
strategie del gruppo di formazione.
Le diverse
tipologie di classe si presentano secondo le seguenti modalità che ne
consentono il riconoscimento percettivo (anche senza il completo
utilizzo del questionario di personalità collettiva di classe) e che
impegnano in un particolare tipo di intervento per ciascuna.
Classe fallita
E’ una classe
statica con un debole nucleo di relazioni significative tra gli
studenti. Gli studenti sono consapevoli della loro scarsa capacità di
fare gruppo ma sono disinteressati a rimettere in moto la classe.
- BASSO INDICE
DI RELAZIONALITA’
- SCARSA
AUTOSTIMA
- VI SONO
ESPRESSIONI DI INDIVIDUALISMO
- ESISTONO
COALIZIONI INTERNE ALLA CLASSE CHE
- NON CI SONO
STATE OCCASIONI DI ANIMAZIONE E DI INCONTRO
- IL RENDIMENTO
E’ MEDIO BASSO
Il fallimento
deriva da oppressione (l’affiatamento
interno è sfociato in qualche coalizione stabile con presenza di
ideologie o atteggiamenti autoritari
che la classe subisce) o da spegnimento di motivazione (la classe
si è consumata in ripetuti tentativi di attivarsi costruttivamente e non
è stata capita ed aiutata). Il
learning together è un buon metodo da applicarsi in tale classe
perché è basato su una forte collaborazione tra i membri del gruppo
classe. Le principali caratteristiche del
Learning Together sono:
- gli
insegnanti non hanno un programma o un piano di lavoro “prefabbricato”
ma utilizzano variabili multiple da modulare diversamente nel tempo al
fine di differenziare e
perseguire risultati non individualistici o competitivi. Applicano
metodi flessibile di apprendimento e riorganizzano l’assetto della
classe modificando le posizioni nei banchi al fine di favorire
l’isolamento dei possibili “oppressori”.
Per far ciò
occorre ricordare che le posizioni della fila centrale sono quelle che
sono maggiormente sotto controllo, sono mediamente sotto controllo gli
ultimi banchi delle file laterali e meno sotto controllo quelle dei
bachi laterali anche nelle prime file. Riorganizzare la struttura
significa liberare (primi banchi file laterali) i soggetti che sono
stati inibiti nel tempo e concentrare l’attenzione sui più strutturati
(mettendoli nella prima fila centrale). Per aumentare l’autostima si
possono trasferire su cartelloni i risultati di una ricerca per
appenderli all’interno o all’esterno della classe a seconda della
loro qualità.
Punti
fondamentali del
Learning Together:
- L’interdipendenza positiva:
può essere raggiunta attraverso obiettivi comuni, divisione del lavoro e
lavoro cooperativo. Stimola coloro che hanno una bassa autostima di sé,
che hanno paura di sbagliare o di essere criticati
- L’interazione faccia a faccia:
l’incoraggiamento e la collaborazione reciproca per raggiungere
obiettivi condivisi e comuni come l’interscambio verbale e non verbale
tra studenti sollecita le qualità positive
- L’insegnamento diretto, l’uso delle
abilità interpersonali, la formazione di piccoli gruppi eterogenei:
la qualità della comunicazione all’interno del gruppo è l’elemento
fondamentale per lo sviluppo di ogni competenza.
- La revisione del lavoro svolto e
valutazione individuale e di gruppo:
per il verificarsi di quanto sopra il gruppo ha bisogno di un continuo e
costante controllo del proprio comportamento, durante lo svolgersi del
compito (monitoring) oppure terminata l’attività (processing).
Un modello di lavoro particolarmente
efficace per la classe fallita è il
circle time, che si ispira al
lavoro di Gordon, il tempo del cerchio: un momento in cui la classe
diventa gruppo di discussione e di condivisione. Le tecniche sviluppate
da Gordon consentono agli insegnanti di “distinguere fra i problemi
degli studenti, individuando quelli che disturbano veramente l’operato
degli insegnanti, a inviare messaggi congruenti, ad ascoltare in modo
attivo e riflessivo, a risolvere i problemi con il negoziato. Al
circle time si possono
affiancare metodi e tecniche relativi alla relazione insegnante-allievo
(comunicazione efficace, ascolto attivo, confronto, controversia senza
perdenti, ecc..) ed allo sviluppo della affettività, corporeità e
fantasia (educazione psicoemotiva e corporea, contatto con sé stessi,
con l’ambiente , con gli altri, immaginazione). La realizzazione del
circle time in ogni tipo di
classe non è però possibile: in primo luogo in classi molto numerose è
difficile l’innesco del momento di gruppo senza che qualcuno ne resti
escluso o si autoescluda; in altre classi (amorfe o conflittuali) le
relazioni già strutturate al loro interno sono di difficile
modificazione con il semplice utilizzo del tempo del cerchio.
In alcune non è più possibile, in altre è prematuro rispetto al
loro ciclo di vita. Sicuramente non è mai inutile come tentativo di
riorganizzazione dei rapporti interni, il fatto però che tale tentativo
di incontro abortisca sul nascere può essere vissuto da giovani come un
ulteriore fallimento.
La classe amorfa
Viene
complessivamente definita amorfa una classe che irrita e delude perché
non riesce ad esprimere una precisa identità. In tal classe le relazioni
sono insoddisfacenti e non conducono la classe a prendere forma (spesso
si presentano così le classi prime). La classe ha modificazioni
repentine di atteggiamento da un'ora a quella successiva e da un
insegnante e l'altro. I docenti esprimono opinioni differenti sulla
classe
- RELAZIONE
INTERPERSONALI BASSE
- RENDIMENTO
MEDIO SENZA FORTI
INSUFFICIENZE
- MOBILITA’
ELEVATA
- SCARSO SENSO
DEL GRUPPO E BASSA IDENTITA’
La classe può
essere descritta come amorfa anche quando è esito di disimpegno e
superficialità o indifferenza
(demotivata e inconcludente).
Nello Student Team Learning
appaiono due elementi essenziali
da attivare in una struttura di classe amorfa:
1)
la struttura didattica del
compito ossia tutte le varie modalità di insegnamento che un
insegnante può scegliere per svolgere la sua attività
2)
la struttura incentivante
dello studente, ossia gli strumenti che l’insegnante può utilizzare per
stimolare o attivare la motivazione degli studenti (per es. voti,
richiami, feedback).
Il lavoro deve
essere organizzato attraverso:
- attività che
stimolano alla partecipazione e al confronto individuale e di gruppo:
gare sportive e competitive con altre classi, precedute però da riunioni
di gruppo che rafforzano la classe nell’impegno
ed anche nella eventuale sconfitta.
- competizioni
su argomenti di ricerca e di lavoro che possono promuovere processi di
incoraggiamento purché i confronti non siano centrati sulle materie di
valutazione scolastica.
- ricompense di
gruppo attraverso il riconoscimento pubblico di un risultato. Lodi,
benefici, comunicazioni frequenti ai genitori sul comportamento e
sull’apprendimento dello studente, espresso sia
individualmente che all’interno del suo gruppo
-
responsabilizzazione individuale finalizzata al successo del gruppo. Il
successo dipende dal livello di apprendimento di ognuno, l’aiuto
reciproco è indispensabile per il buon esito,
tutti debbono essere preparati su uno specifico compito per
giungere ad un buon risultato collettivo.
- stessa
opportunità di successo è una particolare condizione di uguaglianza che
si ricrea nei sottogruppi.
Lo
Student Team Learning
ha 4 componenti fondamentali:
a) il
comportamento cooperativo: nel lavoro di gruppo i membri devono
interagire e comunicare, scambiarsi informazioni, aiutarsi e coordinare
gli sforzi per facilitare il conseguimento degli scopi comuni al gruppo.
b) la struttura
incentivante cooperativa: la struttura incentivante cooperativa pone
ogni membro in una situazione d’insieme nella quale il suo sforzo va a
vantaggio degli altri e la ricompensa è frutto sia individuale che
collettivo.
c) la struttura
collaborativa di compito: un compito è una struttura cooperativa quando
richiede l’aiuto e la collaborazione di altre persone per essere portato
a termine, ad es. in uno spettacolo teatrale varietà di compiti.
d) i motivi di
cooperazione: l’azione collettiva è motivata dal desiderio di soddisfare
dei bisogni personali come
vincere, conseguire un
riconoscimento, affermare
se stessi
È una classe
attiva che non orienta in senso positivo le sue energie. Se è divisa
rivolge il copnflitto verso se stessa, se è affiatata diventa ribelle
verso i docenti. Le principali cartteristiche sono:
- MOLTE
INSUFFICIENZE
- SCARSA
VALORIZZAZIONE DELLE PERSONE
La divisione può
essere determinata da sottogruppi o da accorpamenti di classi (in questo
caso la mobilità dei banchi è bassa e il numero delle relazioni
interpersonali medio). La ribellione e la agitazione interna possono
nascere dal sentirsi minacciati (atteggiamenti provocatori di alcuni
docenti) o dall'essere istigati (leader negativi che tiranneggiano la
classe)
Lo
Structural Approach
si basa su quattro componenti fondamentali:
- Gli elementi:
per elemento si intende una qualunque attività compiuta in classe. Esso
è formato dal soggetto agente, dall’azione e dal destinatario
- Le strutture
organizzazione degli elementi forma le strutture. Secondo Kagan le
strutture si possono dividere in 6 categorie: costituzione del gruppo,
costruzione della classe, sviluppo della comunicazione, scambio di
informazioni, padronanza di conoscenze, padronanza di abilità cognitive.
- Le attività:
non tutto si può risolvere con la formazione del gruppo. E’ necessario
trovare attività che costruiscano quel gruppo che si vuole formare. Per
la costruzione del gruppo classe, a seconda delle necessità e degli
obiettivi principali, occorre che gli studenti si conoscano meglio;
arrivino ad un’identità di gruppo; provino la sensazione di un aiuto
vicendevole; valorizzano le differenze individuali; sviluppino la
collaborazione.
- La
progettazione: l’insegnante deve definire chiaramente l’obiettivo della
lezione; saper applicare le strutture e progettare le lezioni da
svolgere; modificare la struttura in itinere a seconda degli obiettivi
che si vogliono raggiungere.
I punti chiave dello
Structural Approach
- L’interazione
simultanea viene preferita a quella sequenziale perché aumenta il numero
degli studenti attivamente coinvolti in un solo istante; a questo
proposito la classe viene divisa in 4 o 5 gruppi di possibilmente 4
persone
- L’uguaglianza
alla partecipazione permette di dare a tutti i membri del gruppo uguale
possibilità di partecipazione (in un piccolo gruppo è facile accorgersi
se ciò non accade)
-
L’interdipendenza positiva unisce i membri del gruppo per ottenere il
risultato prefisso e il successo di un membro contribuisce al successo
degli altri membri. Se si fa in modo che il successo di ognuno dipenda
dal successo di ogni altro, la motivazione a preoccuparsi dell’impegno
degli altri cresce
- La
responsabilità personale è indispensabile per raggiungere l’obiettivo
stabilito affinché ogni membro si senta partecipe dei risultati che
l’intero gruppo deve raggiungere.
La classe
costruttiva è la classe ideale. A tal tipo di
classe
si riferiscono i programmi, le promozioni didattiche e gli indicatori di
valutazione. Tal tipo di classe non è però diffusa ma è il frutto raro
della positiva congiunzione tra la qualità personale degli studenti, con
un equilibrato bilanciamento delle diverse qualità e il lavoro educativo
riuscito degli insegnanti.
- BUON PROFITTO
- BUON CLIMA
RELAZIONALE E ALTO NUMERO DI RELAZIONI AMICALI
- CAPACITA’ DI
ESSERE GRUPPO
- POSSIBILITA’
DI INTERVENTO EDUCATIVO CHE TRASFORMA IN VIRTU’ CONSAPEVOLI LE DIVERSE
MODALAZIONI DELLA PERSONALITA’ COLLETTIVA.
Il
Group Investigation di
Sharon, Kussel, Hert-Lazarowists ed alt., si basa sull’insegnamento in
piccoli gruppi nei quali lo studente si autoregola nell’attività di
apprendimento e viene coinvolto attivamente nell’acquisizione del
proprio sapere attraverso la ricerca del personale bisogno conoscitivo
intrinseco. Il punto di partenza: l’organizzazione della
ricerca conoscitiva la quale
parte dagli interrogativi che gli studenti esprimono o da ciò che per
loro suscita interesse, confronto, discussione e cresce mediante le
seguenti competenze interazionali.
Il compito
dell’insegnante è promuovere: un clima e un ambiente comunicativo. Le
competenze comunicative degli studenti e cioè: parlare in modo conciso,
ascoltare, riflettere, partecipare senza monopolizzare la discussione,
ricercare il consenso attraverso un’aperta discussione. La pausa di
riflessione sull’attività svolta per vedere come procede il lavoro, per
individuare le situazioni negative, valutare le abilità efficaci e
positive, finalizzare il lavoro e l’interazione
La
motivazione intrinseca
fornisce le risorse per l’impegno, la continuità, il coinvolgimento e
l’orientamento delle azioni. Anche se la tradizionale
motivazione estrinseca (per
es. il conseguimento di un premio) è molto più forte, quella intrinseca
punta all’interesse e alla gratificazione dell’azione stessa in sé da
cui ogni studente è spinto per soddisfare un suo bisogno interno messo
finalmente in luce.
Per la crescita
del group investigation sono
adatte attività come il giornalino (se gli articoli sono ricerche ed
elaborazioni di quesiti sorti all’interno del gruppo classe), la
fotografia e le attività manuali/pratiche di esperimenti. Sono meno
efficaci attività ludiche e teatrali. Queste ultime infatti aumentano
l’espressione e la fusionalità emotiva mentre il lavoro sulle classi
costruttive e amiche è incentrato sul metodo e sulla
responsabilizzazione operativa.
Group investigation:
6 fasi
1. La classe si organizza in gruppi
di ricerca sull’interesse per argomento
2. Gli studenti collaborano per
portare avanti il progetto
3. Gli studenti applicano i loro
piani
4. Gli studenti pianificano la loro
presentazione
5. I gruppi presentano i risultati
della loro ricerca agli altri gruppi
6. Presentazione e apprendimento
individuale vengono valutati in collaborazione con l’insegnante
L’attività di
formazione dei docenti alla conduzione delle classi consiste in un corso
base di 48 ore di cui 24 tra lezioni teoriche e laboratori di gruppo
finalizzati alla comprensione della differenza tra modelli di gruppo di
incontro, di lavoro e di formazione
e 24 di intervento diretto su tre classi difficili (una per
tipologia) attuato con le metodologie di seguito indicate
L’intervento
nelle classi può essere attuato attraverso professionisti esterni e/o in
collaborazione con i docenti delle classi.
In ogni caso,
specialmente di fronte a classi divise e conflittuali o a classi
scanzonate ed amorfe, è preferibile che il primo intervento, nel momento
della somministrazione del questionario di classe (aperto o strutturato)
è preferibile che il primo intervento sia condotto senza la presenza
degli insegnanti della classe.
FASI
DELL’INTERVENTO
1)
Somministrazione del questionario di classe in forma strutturata o
aperta (la prima soluzione è preferibile laddove si attui un intervento
generalizzato su tutte le classi al fine di una efficace comparazione
tra le loro caratteristiche, specie laddove esista una forma
differenziazione nel comportamento, nell’apprendimento e nel successo
scolastico tra le diverse classi). La somministrazione del questionario
(o il primo approccio non strutturato) richiede 2 ore, a cui si aggiunge
una terza per l’elaborazione dei dati e la diagnosi di personalità
collettiva)
2)
Discussione della personalità di classe con i docenti e predisposizione
dell’intervento a seconda della tipologia di classe (1 ora)
3)
Due
interventi di discussione e di orientamento sulle classi di un’ora
ciascuno.
4)
Colloqui individuali di orientamento con gli alunni che manifestano
bisogni e problematiche di orientamento educativo ( 3 ore)
Totale ore intervento per classe = 8