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      SCUOLA

 

Rionione dei bocciati

Una delle occasioni più importanti per gestire l'orientamento e la lotta alla dispersione è la riunione dei bocciati. Tale riunione, di regola gestita da educatori esterni alla scuola, riesce a far espriemere le difficoltà ed il disagio ed a far metabolizzare la sofferenza della bocciatura, dando ad essa un senso e cercando di costruire un possibile processo virtuoso verso il futuro.

La testimonianza di alcuni studenti sul vissuto della propria bocciatura ha portato a riflettere su cosa fare per chi, leggendo i risultati finali dell’anno scolastico, vive il dramma di essere respinto. L’estate dopo la bocciatura è tragica poiché il bocciato non riesce a far finta di nulla ma gli altri intorno a lui non sanno cosa dirgli e come proporglisi. Il rischio è che scelga una posizione di comodo e rinunci a continuare gli studi collezionando così altri fallimenti.

Su questi temi e sul tema dell’abbandono scolastico che miete annualmente molte vittime sono state lanciate alcune idee e sviluppate alcune iniziative da parte dei gruppi. La solidarietà con i bocciati attraverso il contatto personale con loro da parte degli studenti, l’aiuto con quelli che vanno male organizzando ripetizioni pomeridiane autogestite dagli studenti stessi, il recupero di quelli che abbandonano la scuola non lasciandoli soli a se stessi ma cercandoli ripetutamente, di persona o telefonicamente, per ricoinvolgerli.

Una gara di solidarietà ha percorso i gruppi nella direzione di richiamare a scuola coloro che avevano abbandonato ed ha sortito molti interessanti risultati.

Anche le iniziative di solidarietà con i bocciati hanno prodotto altri importanti sviluppi. L’incontro con i bocciati, che ormai è divenuto tradizione come già lo è l’accoglienza, viene gestito dai professori e dai ragazzi dei gruppi.

Ai ragazzi bocciati e rimandati viene normalmente posta la questione se avevano elaborato i motivi del loro fallimento nel profitto. Alcuni non sanno il perché della bocciatura, molti non hanno mai preso in considerazione un metodo di studio, molti non hanno nemmeno idea del tipo di scuola che frequentano, molti tendono a far credere di essere indifferenti verso la bocciatura, alcuni hanno seri problemi nel comunicare la bocciatura in famiglia, altri non hanno maturato adeguate riflessioni sull’orientamento verso la scuola per loro elettiva, dimostrando una scarsissima conoscenza di se stessi.

Dagli incontri sono emerse almeno tre tipologie di comportamento:

1) I delusi-illusi. Giovani che hanno manifestato in modo esplicito il loro dispiacere per la caduta di speranza che, in qualche modo, avevano riposto sulla magnanimità dei docenti. Indipendentemente dalla loro personale valutazione (del tutto arbitraria) è bene tenere in considerazione il fatto che tali giovani sono i più esposti alla depressione a seguito della disillusione (sono questi i tipici casi di spinte autodistruttive, anche suicidogene, magari motivate solo dalla voglia di attirare l'attenzione su di sé o esprimersi in tentativi suicidi depressivi e egoistici). Di fronte a tali forme mentali (in genere soggetti molto insicuri e poveri affettivamente) è utile la esplicita dichiarazione di preparazione insufficiente prima del momento della verifica visibile attraverso i "quadri". In queste situazione si è prodotto un intervento di riorientamento rispetto allo studio e di valutazione comune dei futuri progetti. Oltreché naturalmente di sostegno psicologico.

2) Irriducibili - aggressivi. E' apparsa in taluni soggetti, già educativamente disorientati, la usuale tensione contro il corpo docente mascherata con un atteggiamento di sufficienza:" Non me ne importa nulla, intanto l'anno prossimo da privatista faccio due anni in uno, basta pagare!!". Di fronte a questi personaggi sarebbe stato utile un atteggiamento di maggior fermezza nel corso dell'anno con una più marcata designazione di incompetenza al fine di mettere in discussione sia lo scarso profitto che l'atteggiamento arrogante e facilone.

3) "I deliranti". Alcuni giovani bocciati manifestavano invece una preoccupante scissione tra il dolore internamente sperimentato e l'indifferenza o l'euforia ridanciana espressa esternamente. Questa scissione è apparsa come un sintomo di disagio profondo che potrebbe condurre alcuni di loro a crisi anche prepsicotiche. In un soggetto si è notato un preoccupante scivolamento verso una anoressia per autopunizione.

4) Il maggior numero di soggetti manifestava una tristezza normale e giustificata ed ammetteva la propria responsabilità nella bocciatura. Da segnalare la sola necessità manifestata da tali soggetti di imparare un metodo per studiare ed avere successo.

L’elaborazione del vissuto di bocciatura viene in questo modo stimolato ed il processo di presa di coscienza da parte dei bocciati viene guidato ulteriormente nel corso dell’anno successivo, in specie laddove le difficoltà di metodo di studio e di relazione con i docenti sono più acute.

La prevenzione della dispersione scolastica è parte integrante e fondamentale di ogni progetto educativo. Tale fenomeno è anch'esso indicatore del "disagio" vissuto da molti ragazzi durante la fase adolescenziale della loro vita. La loro impulsività, instabilità, intransigenza li pone spesso in opposizione con il mondo degli adulti e non essendo adeguatamente compresi si sentono emarginati, facendo scattare dei meccanismi in loro di "fuga" tra i quali anche la decisione di abbandonare la scuola.

Indubbiamente è importante analizzare l'ambiente dove l'educando vive per poter individuare condizionamenti positivi e negativi del suo iter formativo, anche se il fattore decisivo consisterebbe nell'identificare il significato che gli alunni conferiscono con il loro vissuto all'esperienza scolastica.

Riprendendo quello che è stato detto nei paragrafi precedenti, i giovani vanno aiutati a "guardarsi dentro", a comprendere le proprie sensazioni ed emozioni; gli educatori hanno il compito di educarli all'ascolto delle loro emozioni, del loro mondo interiore, aiutandoli a riscoprire quali sono i bisogni per loro fondamentali.

Nelle cause indicate con maggiore frequenza nelle situazioni di abbandono scolastico, sono stati oltre alle personali lacune di base, lo scarso coinvolgimento delle famiglie alla vita scolastica, la caduta di motivazioni (soprattutto nel triennio) riguardo l'incertezza e precarietà del lavoro, i problemi di inserimento nella prima classe, la mancanza o insufficienza dello star bene in classe...

Soprattutto per le due ultime motivazioni, l'attivazione dei gruppi di incontro è stata di grande importanza visto che essi sono composti da giovani disomogenei per età e provenienza; non solo esso è un punto di riferimento per gli studenti che in questo modo troverebbero l'opportunità di "raccontarsi".

Nella lotta all'abbandono scolastico, questa sembra essere una strategia di intervento adatta ad arginare questo fenomeno e a dare soprattutto una risposta ai bisogni di crescita integrata degli studenti e la promozione del loro benessere fisico, psichico e relazionale.

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