Leadership e Modello Transteorico
Di Lorenzo Barbagli
L’Avaro, lo Sballone e il Ruminante sono gli Idealtipi che istintivamente colleghiamo al concetto di leadership, perché sono i più corrispondenti ai tre stili principali di essa e, dunque, più frequentemente coloro che sono contraddistinti da una struttura di personalità con alti punteggi in queste caratteristiche ricoprono ruoli di leader.
Spesso si pensa alla leadership come l’essere o il non essere dirigente di un’azienda.
Ma la Leadership, in se stessa, è il modo in cui una persona è in grado di condurre il gruppo e, conseguentemente, il modo in cui essa si pone nei confronti del gruppo. Parlando di leadership, si va a esaminare il ruolo, la posizione gerarchica effettiva e potenziale, che una persona, in base alla sua struttura di personalità, ricopre e/o può ricoprire.
La Leadership , dunque, riguarda il proprio modo di considerarsi, il modo di relazionarsi alle cose pratiche e il modo di entrare in relazione con gli altri.
Si può dire, per esempio, che in assoluto coloro che ottengono migliori voti a scuola sono gli Emozionali e gli Analitici; questo non vuol dire che siano i più intelligenti o i più preparati, ma solo che rendono più efficacemente nelle prove scolastiche, dal momento che gli Analitici sono meticolosi e sistematici nello studio e gli Emozionali sono furbi nel porsi nella relazione.
Tenendo, dunque, presenti le caratteristiche di personalità, è, per esempio, possibile garantire l’efficacia di un gruppo di lavoro, mettendo insieme uno Sballone, un Adesivo e un Avaro, tutte personalità in affinità tra loro. Per la stessa ragione, è possibile ottenere una buona sinergia in gruppo, mettendo insieme un Delirante, con un Invisibile e un Adesivo, oppure ancora un Apatico insieme ad uno Sballone e un Avaro.
Queste personalità si incastrano agevolmente tra loro e, in situazioni ottimali, riescono anche a imparare le une dalle altre.
La Leadership, di per sé, è l’espressione più matura di una struttura di personalità; ovvero è , di solito, l’espressione massima e più evoluta di OGNI IDEALTIPO.
A questo punto, definita la Leadership, si può procedere alla descrizione delle forme che essa assume, secondo il Modello Transteorico, in base alla struttura di personalità,che la esercita.
Pertanto, si può affermare che la Leadership Organizzativa è la più formale, basata sul controllo, sulla funzionalità e sulla responsabilità. Il leader organizzativo (Analitico, Avaro) e colui che con fermezza e decisione, seppur con saggia oculatezza e diplomazia, ordina e struttura l’azione collettiva, sentendosi responsabile degli eventi. Abbastanza freddo e inespressivo, è affidabile e stabile. Nella Leadership tecnica, il suo rischio è di divenire decisamente oppressivo e possessivo. E’ l’amministratore pubblico, il dirigente tecnico di un’azienda.
Esiste, poi, un Leader Motivante. E’ caratterizzato da uno stile di Leadership centrata sulle dinamiche di attivazione, di produzione e di reattività primaria. E’ un Leader (Pragmatico, Ruminante) deciso e istintivo, netto e determinato, instancabile. Trascina il gruppo nelle imprese e svolge la funzione di rompighiaccio, instillando nel gruppo coraggio e fiducia per l’impresa. Difende il gruppo con forza e, nelle degenerazioni, può assumere uno stile intimidatorio. E’ una modalità di leadership essenziale, nel momento in cui parte un’azienda o un progetto, perché non cede a temporeggiamenti o indecisioni.
Al contrario, la Leadership Creativa difficilmente favorisce la partenza di un progetto. E’, invece, lo stile ideale per i momenti in cui sono richieste innovazioni, idee nuove, aggiornamento, in una azienda che ha bisogno di rilancio. Questo leader(Delirante) non sa condensare le energie del gruppo; si caratterizza per una visione inventiva e creativa del gruppo e delle attività, riflessiva nella comprensione , acuta e geniale nelle soluzioni. Fortemente innovativa e brillante, carismatica,è uno stile di Leadership decentrato sulle idee e sulla forza delle idee. Decisamente orientato verso la libertà, il Creativo non affida incarichi, ma raccoglie le libertà individuali, le riconosce e le potenzia. Per tali caratteristiche, è una Leadership che rischia di divenire dispersiva e troppo blanda, bersaglio di squalifiche interne ed esterne.
La Leadership Coinvolgente è uno stile decisamente carismatico ed istrionico, narcisistico e centrato sulla figura del leader. Questo leader (Sballone) conquista il gruppo come se fosse un suo pubblico, riuscendo a direzionare le energie dove servono., accendendo di passione e slancio i membri del gruppo. Il maggior rischio è che dietro il carisma non si nasconda sostanza, lasciando spazio a seduzioni, per cui il vero fine del leader diviene la conquista del gruppo. Ha una buona capacità organizzativa; sa tessere contatti, stimolare il benessere del gruppo; è un abilissimo venditore, che, per non precipitare, deve vendere un prodotto valido ed effettivo. Questo è lo stile che frequentemente viene usato nei partiti politici. Un comizio in piazza tenuto da un leader organizzativo, è noioso e stancante; in questo caso il leader deve essere coinvolgente e seduttivo, invece, se il comizio è tenuto da un leader troppo motivante, si rischia di sfociare in una sommossa, dal momento che in una folla i livelli di controllo e di consapevolezza rispetto a quello che viene proposto da una figura carismatica sono bassissimi.
Il leader Opportunistico è il Plastico (Apatico). La Leadership del Plastico è a maglie larghe; conserva e impegna le energie con sapienza e intuizione. Ottimizza i livelli di energia e mantiene a bassi livelli l’emotività anche in momenti di tensione. Non costruisce l’azione, ma lascia che accada, seguendo la corrente e dispensando qua è là consigli procedurali, che tuttavia lasciano liberi gli individui. Rischia, nelle degenerazioni, di divenire un’assenza di leadership, bersaglio per demotivazioni e oppressioni da parte dei subordinati, perché un leader di questo tipo non sa difendere il GRUPPO DAGLI ATTACCHI INTERNI ED ESTERNI.
La Leadership Invisibile, tipica del Percettivo, è anch’essa a maglie larghe. Comporta libertà di azione per i componenti del gruppo, pur definendo obiettivi in cui canalizzare l’azione. A differenza della Leadership opportunistica, quella Invisibile è orientata al sostegno del gruppo e all’espressione delle individualità. Il leader invisibile sostiene il gruppo, avvertendo dei pericoli. Regge meglio l’intrusione di nemici interni ed esterni. Tuttavia, rischia di apparire come una non Leadership, di ottenere un basso consenso interno, o di diventare istigante e autodistruttiva, perché incapace di difendersi dalle oppressioni e dalle seduzioni.
E’ una Leadership non direttiva al suo interno, ma compatta all’esterno.
La Leadership Affettiva Relazionale, tipica dell’Adesivo, si centra sulle relazioni e sulle persone. L’obiettivo di tale leadership non è la gestione della produzione, dell’innovazione o della amministrazione, ma la direzione gruppale e l’unità interna. L’obiettivo è la valorizzazione dei comportamenti sociosolidali interni al gruppo o la collaborazione. Trasmette il senso di squadra; affilia i componenti del gruppo verso una dimensione affettiva, quasi familiare, riassorbendo intemperanze ed eccessi. E’ dinamica, ma può diventare invischiante e manipolatoria. Un esempio di Leadership affettiva è la maestra di scuola materna, che tende a creare legami e a sedare conflitti.
La Leadership materna quando sono rispettati i ruoli tradizionali,corrisponde a quella Affettiva Relazionale e Invisibile, mentre quella paterna, magari anche consensuale, è più orientata verso il versante motivante organizzativo.
Punti deboli dei diversi Stili di Leadership
Quando sono presenti degenerazioni patologiche nelle strutture di personalità, anche lo stile di Leadership che viene attivato subisce delle interferenze, evidenziando punti deboli che la rendono meno efficace.
Così, gli Analitici non evoluti tendono a mettere in atto una Leadership organizzativa contraddistinta da un eccesso di controllo.
La Leadership motivante dei Pragmatici mostra dei punti deboli, nel caso in cui sia presente un eccesso di aggressività eterodiretta o autodiretta; in tali casi, il leader diviene una minaccia sia per i nemici del gruppo sia per il gruppo stesso.
La Leadership Creativa diviene inefficace, quando il leader presenta dispersione del Sé, mancanza di contatto con la realtà,fino a sfociare nella superficialità e nell’irresponsabilità.
L’eccesso di narcisismo è il
Pericolo, che minaccia la Leadership Coinvolgente.
L’anomia, intesa come mancanza di identità e/o intensa demotivazione al lavoro minacciano il leader opportunistico e, quindi, il gruppo che guida.
Nel gruppo guidato da una Leadership invisibile la minaccia è l’angoscia esistenziale, relazioni vittima-carnefice e/o oppressioni subite.
Infine, la Leadership affettiva relazionale, nei casi degenerati, rischia di sfociare nella svendita di sé e del gruppo, in forme di comportamenti clowneschi, autosvalutanti, fino al ruolo di giullare; oppure il leader degenerato può divenire il capro espiatorio del gruppo,o o può trovarsi invischiato in forme di dipendenze gravi che offuscano la libertà decisionale dell’individuo.
Tipi di Impiego dei diversi Idealtipi
Per orientare una persona e indicarle il percorso formativo e professionale più adatto, è importante saper leggere i risultati del Test di personalità, tenendo conto dei punti di forza e delle predisposizioni che emergono. Ovvero, l’Orientamento deve essere finalizzato da un lato allo sviluppo armonico delle potenzialità, dall’altro al potenziamento delle caratteristiche personali.
Qui, ciò che interessa è la disposizione individuale, ciò che alla persona viene meglio, prima ancora di ciò che la persona sa fare per competenza. Ovvero, l’Orientamento, per essere efficace, deve indirizzare la persona verso l’esplicitazione massima di ciò che già possiede, per poi incrementare nel tempo ciò che sa fare attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze.
Così, per gli Analitici i settori professionali d’elezione sono quelli che hanno a che fare con l’amministrazione, con la burocrazia, con il controllo delle procedure; in altre parole, questi individui vanno orientati verso le mansioni connesse al concetto di responsabilità, di precisione, di accuratezza.
L’area dell’imprenditoria intesa come grinta, rischio, fatica e coraggio, prontezza e reattività, è elettiva per i Pragmatici. Ovvero, è meglio che queste persone scelgano il ruolo di libero professionista, di consulente, piuttosto che di dipendente.
Il Creativo deve essere orientato verso percorsi di ricerca, verso l’insegnamento. Non ha bisogno di spendere energie fisiche come il Pragmatico; pertanto, sta bene giorni interi in laboratorio o sul computer. Anche per svolgere la professione di pubblicitario, può essere coinvolto un Creativo. Tuttavia, l’Emozionale trova in questo settore un suo ambito elettivo, perché sa farsi comprendere dagli altri e sa rispondere alle esigenze altrui.
Dunque, l’Emozionale va orientato verso le pubbliche relazioni, perché sa come fare contenta la gente. L’Emozionale svolgerà bene la professione di Counselor, soprattutto , come il Creativo, verso Adesivi, Invisibili e Avari. Invece, un Counselor prevalentemente Avaro saprà aiutare bene Sballoni, o magari apatici.
In sostanza, un Counselor efficace deve avere un buon punteggio sulla sensibilità (percettivo), un buon punteggio nella cura dell’altro (Relazionale), un buon punteggio nella capacità dialogica (Creativo), un buon livello di capacità imprenditoriale (Pragmatico).
Il Plastico va orientato verso il settore burocratico e diplomatico. E’ il mediatore per eccellenza. Può svolgere anche la professione di sommelier o di “naso”, per la sua raffinatezza sensoriale, per la sua flemma estatica, che lo rende in grado di cogliere le sfumature.
L’area del sostegno e del servizio alle persone è quella dei Percettivi.
Per il relazionale le mansioni verso cui essere orientato sono quelle legate all’istruzione primaria , o quelle legate ai rapporti con la clientela. Sono persone che hanno piacere nel parlare con le persone, nel dare indicazioni.
Sette tipi di lavoratori
Sulla base degli idealtipi di personalità del nostro modello di lavoro possiamo individuare sette differenti modi di vivere il lavoro, rilevati dal “questionario di atteggiamento professionale”. Questo breve istant-test ci permette di individuare i tratti essenziali di una personalità professionale. Ovvero non di tutto ciò che è la persona, ma ciò che di sé utilizza nel suo mestiere. La personalità professionale è frutto infatti della sommatoria dei tratti individuali con i valori maturati nella propria esperienze ma anche dei condizionamenti ricevuti e delle abitudini di pensiero apprese, provenienti dalla nostra storia personale (che lavoro facevano mio padre e mia madre? Che valori e regole, abitudini e modelli mi hanno trasmesso?).
Il questionario dunque non ci offre uno spaccato di personalità, che a volte è discordante sia dal questionario sugli stili di leadership che da quello di artigianato educativo, ma una rilevazione sulle reali abitudini professionali. Quando queste sono sostanzialmente differenti dagli altri grafici vorrà dunque significare che il soggetto analizzato esprime prassi professionali molto diverse e lontane dai suoi tratti di personalità e dalle sue potenzialità, dunque vive forti condizionamenti.
Vediamo i sette modelli di lavoratore:
1) l’organizzato: meticoloso e preciso vive fortemente il senso di responsabilità nel suo mestiere conseguentemente l’ansia e la preoccupazione diventano reali rischi per la salute dell’esperienza professionale;
2) il trattore: instancabile lavoratore, motivato protagonista della sua esperienza di lavoro spesso vive grosse difficoltà nel godere dei frutti del suo impegno, non trovando mai pace e soddisfazione e rischiando forti stati depressivi;
3) il puntiglioso: molto preparato ed informato, tende fortemente a problematizzare al punto da perdersi nel famoso “bicchiere d’acqua” anche se è portatore di idee ed innovazioni, vive il disagio della sua incapacità di realizzare e trasformare in soluzioni reali le sue idee;
4) l’entusiasta: vive con profondo piacere gusto il suo mestiere, ma anche cade vittima della sua fantasia naif che lo rinchiude spesso nel paese delle meraviglie per cui ad ogni illusione corrisponde nella realtà quotidiano il dolore della delusione;
5) il tranquillo: non si tedia e non si preoccupa, piuttosto invece dentro di se si logora nella difficoltà di provare ad affrontare i problemi, è un buon mediatore ma non sa affrontare le difficoltà se non restando in attesa di una soluzione proveniente dall’esterno
6) il tecnico:umile semplice è molto ben preparato e affidabili, ma soffre della scarsa stima di sé per cui resta sempre sotto le direttive di altri, anche se magari meno competenti di lui. Vive forte il senso di sacrificio nel suo mestiere ed è capace di sopportare grandi pesi;
7) l’amicone:vive il lavoro come un’esperienza di amicizia per cui oscilla spesso tra eccessi opposti: o dà troppo e si svende e si affanna per problemi non suoi oppure finisce per avere sempre rimorsi dovuti alle troppe aspettative che ripone negli altri.