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breve sintesi


della conferenza

 

“La diffidenza dei maschi nel post-femminismo”

a cura del prof. Vincenzo Masini

Terni, 15 luglio 2010

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“Quando la passione diventa omicidio. Escalation di violenza sulle donne“ ; “Violenza sulle donne, nei primi 6 mesi +15% di denunce”; “Violenza sulle donne: ogni anno 100 morte per mano del partner” ed ancora “La violenza non conosce età”.

Questi sono soltanto alcuni dei titoli di giornali o di altri organi di stampa che in questi ultimi tempi hanno riportato notizie su violenze da parte di uomini, mariti, fidanzati o partner,  nei confronti di donne. Spesso con un unico tragico epilogo: la morte della vittima.

Perché? Qual è il movente che sta alla base di tanto odio? Domande più che legittime. Le risposte però troppo spesso pescano nel ginepraio delle ipotesi: delusioni e tradimenti, sicuramente odio. Tanto odio.

La recente legge sullo stalking, il cui intento sta tutto nella prevenzione, nei fatti si sta rivelando come un palliativo perché non agisce sulla causa, ma  solo sull’effetto della violenza.

Vincenzo Masini, Direttore di Prepos, sociologo, psicologo e psicoterapeuta, nel corso di una Conferenza dal titolo “La diffidenza dei maschi nel post- femminismo” presso la sede Prepos della Scuola transteorica di counseling di Terni, che si è svolta nei giorni scorsi, ha analizzato il fenomeno partendo da lontano.

Vincenzo Masini, soffermandosi dapprima proprio sulle differenze tra maschi e femmine in termini di forza fisica, ha ricordato la superiorità del maschio di almeno 6-7 volte rispetto a quella delle femmine che al contrario possiedono una superiorità in termini di “nutrimento affettivo” superiore, anche in questo caso, di 6-7 volte rispetto al maschio.

Sul piano emozionale il maschio ha particolarmente sviluppato il sentimento dell’”onore”, una sorta di eredità ancestrale che proviene dai nostri primati e che si esplica nella responsabilità nei confronti dell’attuale propria o ex donna e della prole. Il sentimento dell’onore che invece è quasi del tutto assente nella femmina, è spesso causa di conflitti, a volte anche piuttosto forti nella coppia per la gelosia da parte della partner – moglie, fidanzata, compagna – nei confronti di una ex.

Ma per tornare al titolo della Conferenza, secondo Masini, per  risalire alle radici profonde del malessere maschile bisogna fare un balzo all’indietro di almeno 30 anni, ritornare al periodo del femminismo. Fu allora che le donne anziché apportare il loro bagaglio interiore di nutrimento affettivo volto al pacifismo e quindi “mitigare” gli aspetti di forza dei maschi, sotto la spinta di anni di soprusi e frustrazioni decisero di prendere in mano il “potere” e somigliare sempre di più al maschio.

Questa inversione di tendenza forzosa e forzata, che se negli anni a seguire ha sicuramente avuto delle ricadute, sul piano sociale, estremamente positive, ha prodotto sul piano emozionale delle ricadute che, secondo Masini, si stanno rivelando nefaste.

In particolare, dal punto di vista educativo, la squalifica da parte della madre nei confronti della figura maschile – il padre – all’interno della famiglia ha fatto sì che si sedimentasse negli animi dei figli maschi, un odio e atteggiamenti sadici talmente grandi nei confronti del genere femminile che i recenti fatti di cronaca pongono sotto gli occhi di tutti.

A tutto questo si aggiunge un cospicuo aumento dell’omosessualità maschile non sempre vissuta dal soggetto con tranquillità.

Insomma una revisione del ruolo femminile ci deve essere. Del resto dalla cronaca nera continuano ad arrivare segnali inequivocabili. Attribuire, banalmente, la colpa al caldo torrido di questi giorni non si può. Non si deve.

 

 

 

 

 

 

 

Alcuni dati sulla violenza alle donne::

 

Le denunce per violenza sessuale su donne nei primi sei mesi  del 2010 sono salite del 5% se raffrontate all stesso periodo del 2009. Per stalking l'aumento e' +12%. Ricordando il 5% in sei mesi, Telefono rosa fa notare come tale incremento si era avuto nel corso di tutto il 2009. L'associazione fa notare, oltre l'escalation di violenza su donne, anche la maggiore propensione a squarciare il silenzio che occulta gli abusi.

E a leggere i dati Istat del 2007 emerge che in Italia il 14,3% delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza dal partner o dall'ex e che ogni anno vengono uccise di media 100 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex.

Una mattanza che non conosce confini geografici, culturali o sociali. Circa il 10% degli omicidi avvenuti in Italia dal 2002 al 2008 - secondo Massimo Lattanzi, fondatore dell'Osservatorio nazionale sullo stalking - ha avuto come prologo atti di stalking, l'80% delle vittime e' di sesso femminile e la durata media delle molestie insistenti e' di circa un anno e mezzo. Una fotografia del fenomeno l'ha fornita recentemente, nel corso di un convegno, anche il sottosegretario alla Giustizia Maria Elisabetta Casellati. A tutt'oggi - ha detto - 5 milioni di donne hanno subito violenze sessuali, ma le denunce sono soltanto il 7,3%. Grazie all'introduzione del reato di stalking nel 2009, che mira a prevenire e a punire i comportamenti violenti e persecutori, le denunce tuttavia sono aumentate fino a raggiungere il traguardo di 5200 e le Forze dell'Ordine hanno già eseguito oltre 1000 arresti. Una maggiore propensione alla denuncia emerge anche dagli utili dati di Telefono Rosa.

 

Fabiana Cerquetelli

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