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                                                   la sfilata di moda maschile del 15 gennaio 2003

CHI BEN  COMINCIA….

Progetto accoglienza all’Istituto Tecnico ed all’Istituto Geometri di Grosseto

Questa mattina all’ingresso delle nuove 6 prime gli studenti provenienti dalle scuole medie hanno trovato una piacevole sorpresa. A far lezione in classe non c’erano i professori ma un gruppo di studenti del 3, 4 e 5 anno. Un gruppo di tre per ogni classe, in totale 18 ragazzi, hanno accolto i loro amici più giovani, li hanno fatti sedere in cerchio, si sono presentati e li hanno fatti presentare tra di loro in modo da costruire immediatamente un buon clima di classe.

Il percorso che ha condotto al progetto ha avuto una lunga preparazione. Dopo che nella scuola è stata organizzata una esperienza di formazione ai docenti sulle modalità di comunicazione e sugli interventi educativi specifici per ogni classe. A seconda del tipo di classe (conflittuale, scanzonata, demotivata, ecc.), interpretata sulla base di un test redatto dal prof. Masini, è necessario individuare le strategie didattiche specifiche per motivare gli studenti all’apprendimento ed ottenere risultati di eccellenza. La diagnosi sulle classi ha fatto sorgere la necessità di provvedere, da subito, nel momento del primo impatto, alla costruzione di buone relazioni interpersonali tra gli studenti. Nasce così l’idea dell’accoglienza.

Il gruppo di docenti formato dai prof. Luana Meandri, Emiliani Maria Paola, Giuliani Maria Carla, Manutengoli Gigliola, Russo Celine, Sottani Luciana, Alessi Maria Grazia e Guastino Donatella, dopo aver lavorato sulle dinamiche di apprendimento nelle classi si sono dedicati alla costruzione di un percorso di discussione all’interno delle classi che facesse funzionare le assemblee di classe. Da queste si è passati alla scommessa più impegnativa: 4 assemblee di Istituto che hanno funzionato con partecipazione, attenzione ed hanno dibattuto sui rapporti interni alla scuola  orientandosi verso la proposta di organizzare l’accoglienza.

A ciò hanno fatto seguito i fatti. Un percorso di formazione per tutor. Gli studenti Murzi Marco, Massimo Tosi Mazzetti Marco, Egidi Giacomo, Contini Federico, Brunelli Emanuele, Cheli Francesco, Andrea Cipriani, Oddi Francesco, Diego Consiglio, Stefano Ricchi, Leandro Parodi, Bartalucci Marco, Linicchi Fabio, Bellacchi Claudio, Alessio Barzagli, Avutoli Alessandro, Genengeli Simone, Conte Alessandro hanno seguito con attenzione le lezioni teoriche e gli esercizi per la conduzione dei gruppi al fine di diventare in grado di gestire le nuove classi.  

     ITIS GROSSETO PEER EDUCATION

                                                                                

 

 

 

 

 

 

 

 

 

    

 

 

 PROGETTO PEER EDUCATION

 Il progetto prevede:

1.       Formazione alla gestione degli incontri di gruppo e preparazione alla conduzione delle assemblee di classe. Progetto di accoglienza per gli studenti del primo anno

2.       Corso per Tutor junior[1][1] e peer educator con percorso di incontro con i genitori e realizzazione di un gruppo di lavoro e ricerca sull’obbligo scolastico per prevenire la dispersione e l’abbandono.

 

1) L’accoglienza

Un ambiente scolastico può essere freddo o caldo, intenso o povero di sentimenti, accogliente o ostile e ciò dipende dalle caratteristiche individuali di coloro che in tale ambiente vivono ed operano. Il problema dell’accoglienza accende la necessità di approfondire il metodo ed il significato che essa ha più profondo.

Il disagio scolastico può essere conseguenza delle difficoltà di accoglienza presenti nel contesto scolastico e si può osservare come la scuola non ha ancora imparato ad accogliere. Infatti uno dei momenti più difficili vissuto da tutti .gli studenti è stato il primo giorno di scuola al primo anno. Ciascuno ha vissuto con paura l’impatto con la scuola superiore, con compagni molto più grandi e spavaldi, senza conoscere nessuno in un ambiente ignoto e misterioso. Nelle scuole dove è applicato ogni anno sono gli studenti a dare il benvenuto all’assemblea dei nuovi, ad accompagnarli in aula ed a tenere le lezioni nel primo giorno di scuola.

Accade spesso, laddove l’accoglienza delle prime classi è gestita direttamente dagli studenti più grandi, che le prime ricevano dallo stile comunicativo proposto, un insegnamento sul modo di stare insieme che aiuta al formarsi della unità di classe. Il fatto di proporre, fin dal primo giorno di scuola di spostare i banchi e fare il cerchio e presentarsi, favorisce un clima più simpatico e vivo. fatto di proporre, fin dal primo giorno di scuola di spostare i banchi e fare il cerchio e presentarsi, favorisce un clima più simpatico e vivo.

Il percorso che conduce all’accoglienza si intreccia con quello del Progetto Assemblea, già attuato lo scorso anno, e quello del Tutoring e della Peer Education. Esso infatti richiede sia la capacità degli studenti di gestire, festosamente, una assemblea  sia la capacità di proporsi come tutor che sanno gestire l’ingresso nella scuola di altri studenti.

Il percorso dell’accoglienza richiede una accurata preparazione per formare alla conduzione del gruppo in classe i ragazzi che accoglieranno e che diverranno tutor di quella classe.

La dinamica che si può instaurare in tal modo è quella di un percorso che condurrà ad una migliore armonizzazione dei vissuti democratici in classe attraverso la costruzione di assemblee funzionanti.

2)Tutoring e peer education

La manifestazione più esplicita delle capacità di tutoring junior è il vissuto dell’accoglienza ma il processo di formazione, che tende a responsabilizzare I più grandi ad un atteggiamento di peer education si svolge attraverso un percorso di formazione centrato sulla acquisizione della capacità di stare in gruppo, di gestire un gruppo e di saper comunicare con gli altri.

All’interno del gruppo prende l’avvio l’analisi delle relazioni interpersonali e viene studiato il perché delle incomprensioni, degli equivoci, delle insofferenze, dei fastidi, delle delusioni, dei logoramenti e degli evitamenti.

Successivamente, nel corso di altri incontri di gruppo, gli alunni saranno orientati a discutere della percezione di sé e delle proprie emozioni ed incoraggiati alla stima e al rispetto di sé stessi. Il fine è quello di motivarli alla gestione delle loro abilità e delle competenze individuali. Nel corso degli incontri dovrà essere costruita una progressiva assunzione di responsabilità al fine di favorire l’autonomia e la partecipazione democratica.

Un ulteriore intervento dovrà migliorare la consapevolezza e conoscenza dei processi comunicativi, finalizzandoli al miglioramento del clima relazionale e della comunicazione, al rispetto degli altri e delle loro opinioni, al senso di appartenenza al gruppo, al lavoro di gruppo.

Il processo di lavoro si pone l’obiettivo di scoprire l'area di educabilità di ciascun soggetto e di organizzare percorsi per lo sviluppo della responsabilizzazione, intraprendenza, autonomia e creatività, espressività, mediazione, gestione della sensibilità e affettività. Intervenire sulla dispersione e sull'obbligo formativo: Il modello centrale del lavoro si fonda sul raggiungimento delle life skills: pensiero creativo, pensiero critico, comunicazione adeguata, tecniche decisionali, auto-valutazione, gestione emozioni, risoluzione problemi, contenimento stress e ansie, per come esse sono oggi raccomandate dall’Unicef e dall’ONU.

Inoltre, si lavorerà per far comprendere l’autocollocazione dei soggetti nelle reti di rapporto familiare, scolastico, amicale e sociale. L'obiettivo è quello di costruire gli elementi cognitivi mirati alla formulazione di un nuovo concetto di cittadinanza, è l’oggettivazione delle formazioni sociali e lo sviluppo delle capacità dialogiche e di relazione sociale con le opportune tecniche di comunicazione applicate ai diversi contesti

L'obiettivo è far comprendere le proprie capacità di comunicazione e relazione e i diversi modi di proporsi verso l'assemblea degli studenti nel proprio istituto, le istituzioni del proprio territorio, i compagni degli amici, le relazioni sentimentali, i rapporti familiari, i rapporti con gli adulti, con gli insegnanti.

 

3) In questo contesto prende il via una esperienza di incontro con le famiglie che innescherà un PROGETTO FAMIGLIA.

Il progetto ha lo scopo di offrire ai genitori una occasione per affrontare e risolvere i problemi educativi  con i loro figli, affrontare le difficoltà vissute, costruire occasioni di confronto tra famiglie.

 Il progetto si avvia attraverso l’ apertura di un dibattito e, ove possibile, la costituzione di gruppi di incontro sui temi della analisi del clima famigliare .

I Temi che saranno affrontati in conferenze con i genitori sono :

a)         Cosa significa Rimprovero,  Incoraggiamento, Gratificazione, Tranquillizzazione,   Insegnamento, Coinvolgimento emotivo e Sostegno e quali sono le forme comunicative più idonee ad attuarli

b)         Il problema dell’adolescenza dei figli

c)         La famiglia effusiva, comunicatriva, affettiva, oppressiva, difensiva, atomizzata, iperprotettiva.

 4) La realizzazione dell'Obbligo Scolastico mediante attività di peer educazion in gruppo di lavoro finalizzato a prevenire dispersione ed abbandono.

Un particolare aspetto del lavoro di formazione con i ragazzi sarà quello di perfezionare il loro specifico metodo di studio. Il metodo di studio, infatti, è sintonico al tipo di forma mentale posseduta da ogni soggetto. Diverse teorie dell’apprendimento, in particolare la teoria delle intelligenze multiple di Gardner, dimostrano come, dopo aver individuato le capacità latenti e potenziato le abilità palesi, sia possibile pervenire a risultati di eccellenza.

Il percorso di formazione alla peer education finalizzata all’apprendimento inizia con la somministrazione di test ai tutor junior attraverso i quali attuare una ricognizione sulle forme mentali e sul metodo di studio. Il passo successivo è renderli consapevoli delle loro abilità e delle strutture metodologiche di apprendimento a loro mancanti e, infine, dopo aver maturato la comprensione dei personali pregi e difetti, coinvolgerli in un processo di trasmissione del metodo di studio agli studenti delle prime classi dove svolgono attività di tutoring.

L’obiettivo è la modulazione dei loro processi comunicativi e lo sviluppo delle loro capacità di apprendimento con esiti di innalzamento della metacognizione e di trasmissione del protoapprendimento.[2][2] Tanto più è evalevata nei tuor junior la metacognizione, tanto più sarà possibile per loro trasmettere un metodo di apprendimento ai loro compagni più giovani. Allo stesso modo in cui si è verificata una maggiore responsabilizzazione dei tutor ed una miglior socializzazione nella classe nel corso del progetto accoglienza. Quanto più, infatti, i tutor si sono responsabilizzati, tanto più gli stendenti delle prime si sono ben integrati nella classe e, al contrario, quanto più è stata elevata l’integrazione tanto più i tutor hanno ricevuto conferme alla loro motivazione.

Al progetto parteciperanno come volontari alcuni docenti il cui intervento renderà verificabile il progetto e consentirà l’integrazione del rapporto con i tutor junior ed un sostegno alla loro attività.

  

DESTINATARI

Alunni  e genitori delle classi prime delle Sez.  I.T.I. e   I.T.G.

 

RISORSE

 Lavagne, fotocopiatrice, lavagna luminosa.

 

SPAZI

Aule dell’I. T. I. e  dell’I .T.G, aula multimediale dell’I.T.G e dell‘I.T.I. ,aula docenti

dell’I. T. I.

 

 

AUTONOMIA, LIFE SKILLS E PEER EDUCATION

 

Già dal 1997 la Commissione Europea della Sanità aveva indicato nell'educazione alle life skills e nella peer education gli strumenti più validi per attuare percorsi innovativi di insegnamento - apprendimento e di prevenzione per i giovani dai 15 ai 19 anni; in Italia il Ministero della Pubblica Istruzione ha avviato nel 1999-2000 un progetto pilota per 20 province che vede coinvolti Università, Enti Locali, IRRSAE,Consulte degli Studenti in una rete integrata d'interventi per sostenere e monitorare le attività programmate dalle singole scuole (direttiva 29 febbraio 1999).

 


 

[1][1] TUTORING JUNIOR = Attività svolta dagli studenti rivolta ad altri studenti nella prospettiva della peer education (educazione tra pari)

TUTORING SENIOR = Attività svolta dai docenti rivolta sia ai precedenti tutor junior, sia ad altri studenti nella prospettiva dello sviluppo dell’apprendimento (tutor learning) ovvero in funzione della lotta alla dispersione e dello sviluppo del successo scolastico nel quadro della realizzazione dell’OBBLIGO SCOLASTICO. Non si tratta di una attività di recupero o di sperimentazione didattica ma di supporto al lavoro della peer education.

[2][2] METACOGNIZIONE = capacità di sapere “ciò che si sa” e “ciò che non si sa ancora”. E’ la struttura base delle mappe mentali in cui si distribuiscono ordinatamente i concetti.

PROTOAPPRENDIMENTO = capacità di “apprendere come si fa ad apprendere”.

 

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