Il lavoro di gruppo per eliminare il disagio
il corso del Prof. Masini nelle
scuole consorziate della provincia di
Isernia
di
Clementina Forte
Perché si abbia davvero un salto di qualità del servizio Scuola, con risultati
concretamente positivi e all’altezza dei livelli europei, è fondamentale
attendere alla formazione dei docenti, ai quali in ultima analisi è
affidato il “fare scuola”, il rapporto con gli alunni, su cui si misura la
validità del servizio stesso.
Le piccole realtà scolastiche non sempre dispongono di mezzi sufficienti
per una gestione organica, funzionale e razionale della formazione. Una
soluzione al problema è il consorzio tra scuole e, a mio avviso, per soddisfare
i bisogni della base, che chiede aiuti concreti e quindi corsi validi, si deve
mirare a una rete di consorzi intrecciati, che possa coprire con una
programmazione comune e condivisa, le richieste a vasto raggio, in modo da avere
sul territorio un’offerta variegata e qualificata.
Il corso di formazione/aggiornamento tenuto sul finire dell’anno
scolastico 2001/2002 dal Prof. Vincenzo Masini per gli Istituti Comprensivi di
scuola dell’Infanzia, Elementare, Media e Secondaria Superiore Consorziati “O.
D’Uva” di Castelpetroso, Istituto proponente, (D. S. Prof. Gerardo Cafaro,
direttore del corso; n.364 alunni), “G. C. Colozza” di Frosolone (D. S. Prof.ssa
Virginia Giambrocono; n.551 alunni) e “A. Notte” di Macchiagodena (D. S. Prof.
Agostino D’Alessio; n.343 alunni), è un esempio di risposta concreta da parte di
un esperto ai problemi reali che il docente e/o l’alunno incontrano nel lavoro
in classe.
Il Prof. Masini, docente a contratto presso le Università di Palermo, Trapani,
Roma “La Sapienza”, Università Pontificia Salesiana, L.U.M.S.A. e S.S.I.S.,
autore di diversi studi e saggi sulla devianza giovanile e sul recupero,
direttore del progetto Prevenire è Possibile[1], che si fonda su un
metodo di intervento basato sull’utilizzo del lavoro di gruppo, ha tenuto un
corso di formazione rivolto a docenti di Scuola dell’Infanzia, Elementare,
Media, Liceo classico, della durata di n.8 ore, presso la sala polivalente
dell’Hotel La Fonte dell’Astore di Castelpetroso (IS), nei giorni 15 aprile e 9
maggio 2002, sul tema “IL LAVORO DI GRUPPO PER ELIMINARE IL DISAGIO”.
Il corso, che nella parte organizzativa ha visto le ‘fatiche’ della
Prof.ssa Anita Variano, è stato articolato in una parte teorica, con
l’intervento del relatore e conseguente dibattito, ed una pratica, di carattere
metodologico, consistente nel progetto di analisi delle classi con l’utilizzo di
tecniche di ricerca in classe e trasmissione e-mail dei dati al Professore. La
ricerca, a cui hanno collaborato diversi docenti, era incentrata sull’analisi
della personalità collettiva[2]
delle classi e condotta attraverso la somministrazione agli alunni di un
questionario. L’obiettivo era quello di individuare gli interventi educativi
specifici per le varie tipologie di classe.
Masini deriva lo studio di tali tipologie e il metodo di osservazione
dalla sua ricerca effettuata nella provincia di Terni su 207 classi (Indagine
sulla Personalità Collettiva di 207 classi, Provv. Studi di Terni, 1996,
Terni), pervenendo a 15 tipologie di personalità collettive di classe.
Accorpando poi a due a due le tipologie adiacenti, si può dare una
esemplificazione delle relazioni oppositive o di affinità che le caratterizzano.
(tab.1)
Tab.1
Le 15 tipologie
di personalità
collettive di classe |
Relazioni oppositive
che le caratterizzano |
Relazioni di affinità
elettiva che le caratterizzano |
|
1 2 |
classe rigida classe ostinata |
Insofferenza Incomprensione Equivoco |
Integrazione Complementarità |
3 4 |
classe agitata classe impaziente |
Equivoco Delusione Insofferenza |
Mediazione Incontro |
5 6 |
classe divisa
classe indipendente |
Insofferenza Logoramento Delusione |
Dialogicità Riconoscimento |
7 8 |
classe scanzonata classe inconcludente |
Delusione Evitamento Logoramento |
Integrazione Disponibilità |
9 10 |
classe demotivata classe spenta |
Logoramento Fastidio Evitamento |
Complementarità Mediazione |
11 12 |
classe rassegnata classe oppressa |
Evitamento Incomprensione Fastidio |
Riconoscimento Incontro |
13 14 |
classe invischiata classe bloccata |
Fastidio Equivoco Incomprensione |
Disponibilità Dialogicità |
15 |
classe costruttiva |
Equilibrio tra le modalità relazionali |
Equilibrio tra le modalità relazionali |
I. Metodologia di rilevazione
La ricerca ha coinvolto 18 classi, dalla prima elementare alla prima
liceale, per un totale di 247 alunni.
La metodologia di rilevazione consiste nella somministrazione ai singoli
alunni di un questionario di 21 domande, denominato “QUESTIONARIO RELAZIONI E
STRUTTURA CLASSE”.
Il questionario, su cui va annotato il numero degli alunni della classe,
dei presenti, dei maschi e delle femmine, consta di una parte contenente le
domande da rivolgere agli lunni, 14 sulle relazioni e 7 sulla struttura della
classe (tab.A), e di un’altra con le griglie per le mappe della classe, dove
riportare le risposte.
Tab. A
DATI STRUTTURA (domandare e calcolare quanti) |
|||||||||
15. Quanti sono i ripetenti (bocciati una volta anche negli anni precedenti) |
16. Quanti sono i sottogruppi nella classe |
17. Qual è il numero di assenze medie quotidiane |
18. Quanti di voi erano insieme il primo
anno o si conoscevano prima |
19. Quanti hanno
più di due insufficienze / hanno più di due distinti o sette |
20. Quanti
studiano sempre soli / studiano abitualmente (una volta sett.) con altri |
21. Quanti cambiano banco ogni 15gg / non
cambiano mai banco |
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Le domande della sfera “relazioni” riguardano i compagni di classe:
viene chiesto ad ognuno quanti vanno meglio di lui a scuola (domanda n.1),
quanti lo infastidiscono (n.2), quanti si danno da fare per tenere unita la
classe (n.3), quanti fanno parte del suo gruppo (n.4), quanti sono riusciti a
capirlo fino in fondo (n.5), con quanti ha litigato (n.6), quanti considera
davvero amici (n.7), quanti non accetterebbe come compagno di banco (n.8),
quanti gli hanno prestato qualcosa di cui aveva bisogno (n.9), con quanti riesce
a collaborare (n.10), di quanti conosce uno o tutti e due i genitori (n.11), con
quanti si vede al pomeriggio (n.12), di quanti ha il numero di telefono o
telefonino (n.13), di quanti è stato a casa (n.14).
Bisognava intervistare la classe, sommare le risposte date dai singoli
alunni ad ogni domanda dalla n.1 alla n.14 e segnarle sulla griglia riproducente
la disposizione dei banchi in classe (una griglia per ogni domanda). Poi si
procedeva a fare i totali delle risposte nelle diverse griglie e a riportarli in
una colonna predisposta. Si compilava infine la parte relativa alla “struttura”
della classe.
I dati raccolti nel modo sopra descritto riflettono le effettive
relazioni in atto nel gruppo classe e sommati danno il profilo generale della
personalità collettiva, che si può misurare attraverso il calcolo delle
grandezze delle relazioni di affinità o di opposizione elaborate dai questionari
di classe.
II. Tipologia delle classi e interventi
specifici
La pedagogia dei gruppi e l’artigianato educativo
Coniatore dell’espressione dell’artigianato
educativo, artigianato genitoriale prima di tutto, per dire che l’educazione
dei figli è fatta di ‘tecniche’, ‘norme’, ‘tattiche’, ‘modi’ ‘tempi’, ecc.,
ecc., che si apprendono come un mestiere artigianale tramandato di padre in
figlio, cosa che oggi non avviene più, e sostenitore della pedagogia dei
gruppi (L’artigianato educativo e la pedagogia dei gruppi, Ed.
Prevenire è Possibile, 1998), Masini ha fatto di quest’ultimo principio il filo
conduttore di tutto il suo intervento. Ha invitato a considerare la classe nel
suo insieme, nella sua unità, come un organismo e come un organismo in divenire,
che si evolve, nei confronti del quale l’insegnante si debba porre come una
levatrice che aiuta a venir fuori. Se la classe è un tutt’uno, a scuola allora
bisogna “lavorare sulle classi”, “pensare alla storia del gruppo”, “lavorare sul
gruppo”. L’idea di gruppo è vincente. Solo tenendo presente il gruppo si possono
percorrere strade risolutive di complesse problematiche che non riguardano mai
l’individuo singolo ed isolato. E’ lo stesso principio di Prevenire è
Possibile, in cui vengono utilizzati i tre modelli base dei “gruppi di
incontro”, “gruppi di lavoro”, “gruppi di formazione” nei momenti della “ricerca
intervento finalizzata all’emersione dei bisogni”, della “cotruzione di
itinerari educativi per l’uscita dal disagio”, della “riorganizzazione
delle personalità collettive”.
L’analisi della
personalità collettiva di classe
Per poter operare sulla classe gruppo, occorre conoscere quali relazioni si
stabiliscono al suo interno e qual è la sua struttura sociale, cioè a quale
tipologia di personalità collettiva di classe appartiene.
Masini suggerisce degli indicatori per capire quale tipo di classe si ha
di fronte, per compierne l’analisi della personalità collettiva. I principali
riguardano la storia delle relazioni all’interno della classe e i legami che si
sono interrotti, il profitto e i relativi processi di differenziazione interni,
le assenze, altamente indicative della partecipazione o demotivazione, l’unità
della classe, gli indici di relazionalità, come la conoscenza interpersonale,
l’amicalità, la stima, la formazione e la disposizione dei sottogruppi, il ruolo
svolto da ogni alunno, gli spostamenti nei banchi. (tab.2)
Al fine della promozione della pedagogia dei gruppi, Masini sintetizza le 15
tipologie di personalità collettive di classe in quattro aree, alle quali
corrispondono la classe conflittuale, la classe amorfa, la
classe fallita e la classe costruttiva, l’unica positiva. (tab.3) Per
ogni tipo di classe viene indicato poi, oltre all’intervento educativo proprio
della pedagogia dei gruppi, anche un approccio tratto dal Cooperative
Learning.[3]
Un primo dato della ricerca è la forte correlazione tra qualità della
vita relazionale all’interno della singola classe e rendimento scolastico. Più
la classe è unita, più la media dei voti è alta.
Inoltre, attraverso le relazioni di affinità (riconoscimento,
disponibilità, complementarità, incontro, dialogicità, integrazione, mediazione)
o di opposizione (equivoco, insofferenza, delusione, logoramento, evitamento,
fastidio, incomprensione), lungo le quali si snoda la pedagogia dei gruppi, le
diverse classi vanno incontro a processi di cambiamento della propria
personalità collettiva, evolvendo e assumendo al proprio interno connotati
positivi, ma anche negativi che derivano dalla personalità collettiva di
un’altra classe.
Tab.2
I principali
indicatori per l’analisi della personalità collettiva di classe |
|
Storia della classe |
...e del suo nucleo storico: bocciati e
ripetenti. Il rapporto tra nucleo storico e numero attuale indica il grado
di stabilità della classe |
Profitto |
Costruire il voto medio della classe, utile
per il confronto tra le classi, e poi analizzare i voti individuali rispetto
alla media |
Relazionalità Sottogruppi |
Conoscenza interpersonale, amicalità, stima |
Unità della classe |
Si invitano gli alunni a un’autodescrizione
della classe |
Geografia della classe |
Disposizione dei sottogruppi |
Struttura |
Ruolo interpretato dagli alunni: leader
dominanti, partecipativi, gregari attivi, gregari passivi, non integrati
introversi, non integrati estroversi[4] |
Mobilità interna |
Spostamenti nei banchi |
Assenze |
Individuali o a sottogruppi, semplici o
ripetute, occasionali o strategiche. Indicatore della partecipazione o della
propensione alla dispersione |
Tab.3
Le tipologie di
sintesi |
|||
n. |
classe |
struttura |
tipologie |
1 |
classe conflittuale |
Competitiva |
ostinata, agitata, impaziente, divisa |
2. |
classe amorfa |
individualista |
divisa, indipendente, scanzonata,
inconcludente, demotivata, spenta |
3. |
classe fallita |
rigida |
spenta, rassegnata, oppressa, invischiata, bloccata |
4. |
classe costruttiva |
equilibrata |
bilanciamento tra le diverse componenti
della personalità collettiva |
La classe costruttiva
Le tipologie delle classi sono rappresentate in un grafo a forma di
ragnatela circolare (tav.1), in cui la classe costruttiva è rappresentata
al centro. Dal punto di vista grafico le classi appartenenti a questa tipologia
assumono nel grafo una forma tendenzialmente circolare, indicativa di un buon
equilibrio. La classe costruttiva, infatti, sa essere calma o adirata,
scanzonata e non, è stabile, a differenza delle altre, critiche e fortemente
problematiche. E’ una classe matura, con una sua armonia interna risultante
dalla presenza di diverse componenti bilanciate tra le caratteristiche opposte.
E’ la classe ideale, nella quale si lavora bene e si ottengono buoni risultati.
Ad essa si riferiscono i programmi e gli indicatori di valutazione. Gode di un
buon clima relazionale, di un alto numero di relazioni amicali e ha la capacità
di essere gruppo.
La pedagogia dei gruppi trova applicazione nella classe costruttiva sia
nella divisione dei compiti, tipica del lavoro di gruppo, sia nella
relazionalità del gruppo d’incontro, sia nelle strategie del gruppo di
formazione.
Per rendere stabili e duraturi i risultati in una classe costruttiva,
Masini indica come strategia di lavoro tra i modelli del Cooperative Learning,
il Group Investigation, un metodo impostato sulle modalità cooperative.
La strategia è centrata sulla ricerca conoscitiva che suscita motivazione
intrinseca, interesse, confronto, e porta al consolidamento delle qualità e al
consapevole perseguimento degli obiettivi scolastici.
Tavola 1 - LE PERSONALITA’ COLLETTIVE DI CLASSE
Tavola 2 – LA CLASSE COSTRUTTIVA
La classe conflittuale
La classe conflittuale si caratterizza per la forte agitazione,
le molte insufficienze, la scarsa valorizzazione delle risorse, la bassa
identità di gruppo e la poca unità e stabilità. E’ una classe attiva che non
orienta in senso positivo le sue energie. Se è divisa rivolge il conflitto verso
se stessa, se è affiatata diventa ribelle verso i docenti. In genere vi è la
presenza dell’istigatore, il leader negativo che tiranneggia la classe e che per
essere annullato va scoperto e mostrato, denunciato.
L’intervento educativo sulla classe conflittuale proposto da Masini sul
piano della pedagogia dei gruppi consiste nell’applicazione del gruppo di
incontro, efficace, perché favorisce il contatto empatico tra le persone,
l’ascolto e la comprensione reciproca, mentre sul piano del Cooperative Learning
è lo Structural Approach, tra i suoi modelli il più idoneo a lavorare
sulla struttura delle relazioni, la quale si realizza attraverso processi di
interazione simultanea, uguale possibilità di partecipazione, interdipendenza
positiva, responsabilità individuale.
Tavola 3 – LA CLASSE CONFLITTUALE
La classe amorfa
I soggetti demotivatori, quelli che tolgono la voglia di fare e nei
confronti dei quali bisogna usare la tattica del “tappo”, consistente nel non
farli parlare, nello zittirli e dare la parola ai compagni, svolgono un ruolo
principale nella classe amorfa, che non ha ancora una forma, una precisa
identità e senso del gruppo, finendo per irritare e deludere. Al suo interno si
registrano relazioni interpersonali scarse e insoddisfacenti, un rendimento
medio senza forti insufficienze ed una mobilità elevata. Questo tipo di classe -
maggiormente le prime - può presentarsi anche eccessivamente confusionaria,
disinvolta e scanzonata.
La classe amorfa di Masini ha bisogno di motivazione e di disciplina, di
attività interne che conducono alla costruzione del gruppo. Processi
incentivanti saranno la concorrenza tra sottogruppi con pari opportunità di
successo e le ricompense di gruppo per i risultati. Il modello della pedagogia
dei gruppi indicato è il gruppo di lavoro, in quanto suscita la motivazione,
mentre il modello del Cooperative Learning più adatto è lo Student Team
Learning, che porta alla responsabilizzazione individuale finalizzata al
successo del gruppo.
Tavola 4 – LA CLASSE AMORFA
La classe fallita
La classe fallita è una classe triste, noiosa e ripetitiva.
Evidenzia una struttura statica con un basso indice di relazionalità, scarsa
solidarietà e partecipazione, coalizioni interne che la bloccano. Bassa è
l’autostima. Modifica atteggiamenti da un’ora all’altra e da un docente
all’altro, si mostra come se sapesse già tutto e considera la scuola forzata e
inutile. Il suo rendimento è medio basso e vi si contano molti bocciati e
abbandoni.
Per un progetto di lavoro su una classe fallita, Masini presenta come “il
modello di Cooperative Learning, da cui si può maggiormente attingere”, il
Learning Together, “un metodo basato sulla forte incentivazione della
collaborazione tra i membri del gruppo classe.” Dal punto di vista della
pedagogia dei gruppi invece, è necessario alla classe fallita il gruppo di
formazione, perché porta a riflettere sui vissuti e ad interpretarli e libera le
soggettività.
I rimedi per la classe fallita sono anche l’ironia, lo scherzo, il buon umore,
la satira, caratteristiche opposte a quelle delle tipologie di personalità
collettive sintetizzate in questo tipo di classe.
T
avola 5 – LA CLASSE FALLITA
III. Progetto analisi delle classi
Sono stati somministrati i questionari e si è fatta l’analisi della personalità
collettiva delle seguenti classi, potendo così avere uno spaccato
rappresentativo della realtà umana, psicologica, educativa, relazionale e
dell’apprendimento delle nostre scuole:
Cantalupo nel Sannio: 1ª-2ª elementare
3ª elementare
4ª-5ª elementare
Castelpetroso:
2ª elementare
3ª elementare
4ª elementare
5ªelementare
1ª media sez.A
2ª media sez.A
3ª media sez.A
1ª media sez.B
2ª media sez.B
3ª media sez.B
Frosolone:
1ª media sez.A
1ª media sez.B
4ª ginnasio
1ª liceo
Macchiagodena:
3ª elementare
Abbiamo 8 classi di scuola elementare a fronte di altrettante di scuola
media e 2 di scuola secondaria superiore. La prima osservazione che viene da
fare, non lo nascondo, con un po’ di rammarico, è che la scuola elementare
proporzionalmente al numero delle classi presenti in tutte le scuole del
consorzio[5],
è quella che ha aderito al progetto con il minor numero di classi. Verrebbe da
pensare alla non elevata collaborazione da parte delle docenti di scuola
elementare e in qualche caso può anche essere così, ma principalmente la ragione
credo sia un’altra: numerose colleghe avendo sentito spesso il relatore riferire
della sua esperienza a livello di Consulta giovanile, di studenti della scuola
media e secondaria superiore, hanno sottovalutato il momento dell’indagine
scientifica condotta nella loro classe di bambini di 6-7 o 8-10 anni, con gli
strumenti dello ‘scienziato,’ nella fattispecie dello psicologo, e hanno pensato
che la cosa non riguardasse anche loro e soprattutto non potesse essere d’aiuto
anche per le loro classi nell’apprendimento/insegnamento.
E’ giusto, a mio avviso, sottolineare che non sempre è facile aprire la
porta dell’aula a certe iniziative, perché accoglierle e portarle avanti
significa riquadrare i tempi, rivedere i propri obiettivi, il proprio metodo,
rinunciare a completare l’ancora fatidico programma (per chi si pone il
problema), rimetterci di tasca propria, restare a scuola per ore di servizio non
programmate che non verranno mai incentivate (tuttavia chi lavora così, è spinto
dal credo e non lo chiede), discutere, insistere per avere carta, cartucce per
stampanti... Non biasimerei chi semplicemente dice: - No, grazie, in classe io
ho difficoltà a proporre questa cosa.
C’è poi chi a tutti i costi ha voluto fare tesoro di questa occasione
sia per avere il parere e, perché no, il consiglio di un esperto come Masini
circa qualche difficile situazione creatasi in classe, o semplicemente una
chiave di lettura e di interpretazione del gruppo classe, sia per dare al
ricercatore i dati oggettivi di una realtà in più.
Con i dati dei questionari, per ogni classe sono stati elaborati 5 grafi
al fine di illustrarne la personalità collettiva:
1.
la tavola
delle affinità
2.
la tavola
delle opposizioni
3.
il
grafico che evidenzia insieme alle linee delle affinità e opposizioni la linea
che indica il risultato dell’intervento educativo
4.
l’istogramma con gli indicatori della personalità collettiva
5.
il
grafico che evidenzia la struttura della classe su reticolato
I grafi sono stati commentati e discussi in sede di corso.
L’esito della sperimentazione delude quanti credono di trovare dei
tratti comuni nelle personalità collettive delle classi appartenenti allo stesso
ordine di scuola. In effetti non si riscontrano similarità tra tutte le classi
di scuola elementare o tra quelle di scuola media. Si prendano in esame ad
esempio le classi di scuola elementare di Cantalupo nel Sannio, Castelpetroso e
Macchiagodena: le personalità collettive che emergono non sono simili, ma
evidenziano le diverse situazioni rilevate, dove sono privilegiati ora la
mediazione, ora il riconoscimento o l’equivoco oppure l’incontro. Allo stesso
modo, grafi alla mano, non si può stabilire una linea di continuità tra le
personalità collettive delle classi di scuola media di Castelpetroso e di
Frosolone: risultano, infatti, divergenti soprattutto l’area del grafo delle
affinità e alcuni valori percentuali delle relazioni positive e negative
sull’istogramma a pile. L’età cronologica e l’età mentale, i contenuti e le
esperienze di apprendimento previste dai programmi ministeriali non sono quindi
elementi determinanti nell’assetto relazionale e strutturale della classe, nella
formazione della sua personalità collettiva.
Dalla comparazione dei risultati dello studio condotto in collaborazione
con il Prof. Masini si evince che ricorrono invece elementi comuni nei grafi
delle classi di scuole ubicate nello stesso Comune e appartenenti allo stesso
ambiente socio-familiare, siano esse elementari, medie o secondarie superiori.
Balzano subito agli occhi le somiglianze tra le classi elementari di
Castelpetroso e le medie dello stesso paese: i relativi grafi delle affinità e
delle opposizioni, infatti, appaiono simili. Si riscontrano ad esempio
corrispondenze tra la 2ª elementare e le classi di scuola media 2ªB e 3ªB per
l’area delle affinità, tra la 5ª elementare e la 1ªA per le opposizioni,
entrambe protese verso le tipologie di classe invischiata e agitata. Oltre
all’ambiente di provenienza, non bisogna dimenticare un altro elemento
fondamentale nel determinare le relazioni che gli alunni stabiliscono
all’interno di una classe e cioè il fattore umano rappresentato dall’insegnante.
Determinate caratteristiche della personalità collettiva di una classe sono
dovute al rapporto che essa ha con i docenti o con uno in particolare. Si
ritiene perciò che una classe di scuola media che abbia avuto alle elementari
alcune insegnanti, possa presentare le caratteristiche di una classe elementare
affidata in seguito alle medesime docenti, proprio in virtù del rapporto
emozionale-educativo stabilito con le stesse persone (cfr. i grafi al termine
dell’articolo).
I profili delle classi prime della scuola media di Frosolone sono
caratterizzati da un’area delle affinità molto estesa e piuttosto equilibrata,
mentre il grafo delle opposizioni tende verso la rigidità e la rassegnazione,
con una punta anche verso la tipologia scanzonata. Le due analisi relative alla
4ª ginnasiale e 1ª liceaaale si possono leggere in continuità con quelle delle
scuole medie: abbiamo al ginnasio una classe ancora rigida e rassegnata, ma
amorfa anche se organizzata; al liceo, nelle relazioni oppositive, la classe
rigida diventa invischiata e agitata, mentre in riferimento alle affinità si
presenta più equilibrata, con il rischio di tendere verso la classe fallita.
Le classi della scuola elementare di Cantalupo nel Sannio, pur avendo una
caratterizzazione propria, presentano tratti comuni: le relazioni di affinità
elettiva evidenziano per tutte una buona motivazione e organizzazione, oltre ai
caratteri della tipologia pacifica e più o meno di quella sensibile e ottimista;
le relazioni oppositive tendono verso la classe invischiata, l’agitata, la
demotivata e in parte la scanzonata. Il grafo delle opposizioni della classe 2ª
punta sulle tipologie di classe invischiata e agitata. La 2ª è una classe
attiva, alla quale mancano tuttavia dialogicità e integrazione e la motivazione
non è stabile anche perché non riesce a prendere una forma sistematica a causa
di un processo continuo di mediazione che avviene all’interno della classe
stessa. La 3ª si presenta positivamente, eccezion fatta per la presenza di
coalizioni tra gruppi che la rendono invischiata e producono insofferenza tra
alcuni membri. Come rimedio, occorre aumentare la disponibilità interpersonale
con attenzioni e regali reciproci. La 5ª è la più vicina delle tre alla classe
costruttiva. E’, infatti, la più equilibrata, critica solo per la presenza di
qualche demotivatore.
La 3ª elementare di Macchiagodena è una classe
positiva e piuttosto equilibrata, che somiglia alla 5ª elementare di Cantalupo
soltanto per le relazioni di affinità. Il grafico sul reticolato, che
rappresenta gli elementi della struttura di una classe – stabilità, unità,
dispersione, conoscenza, profitto, collaborazione, dinamicità - mette in risalto
le differenze tra le personalità collettive delle due classi.
[1]Slogan coniato da Masini, che sintetizza l’esperienza da lui organizzata in 150 scuole italiane, a partire da Terni nel 1988, in relazione alla prevenzione della tossicodipendenza e del disagio giovanile.
I principi e le idee pratiche di Prevenire è possibile sono riportati in V. MASINI, La qualità educativa, relazionale e dell’apprendimento nella scuola, Prevenire è possibile, Isernia 2001, pubblicato con il patrocinio del Comune di Isernia e del Provveditorato agli Studi di Isernia, nell’ambito degli interventi di educazione alla salute (CC. MM. nn.463/98 e 292/99) e di formazione dei docenti F. O. Area 3
[2]
Il termine viene usato per la prima volta da Hinshelwood nel 1987
[3] Vasto movimento educativo, partito dal Cooperative Learning Center dell’University of Minnesota, fondato su un metodo di insegnamento/apprendimento che applica tecniche di cooperazione nell’apprendimento in classe. Le principali applicazioni del metodo sono: il Learning Together, lo Student Team Learning, lo Structural Approach e il Group Investigation
[4] Terminologia di Presutti (1993). Troviamo una certa corrispondenza con i termini della psicologia dei gruppi: il capo, l’appositore, l’indipendente, il gregario, il “pesce barile”, il capro espiatorio, la mascotte, e quindi con le personalità tipizzate nell’artigianato educativo: l’avaro, il ruminante, il delirante, lo sballone, l’apatico, l’invisibile, l’adesivo.
[5] In totale le classi di scuola elementare degli Istituti consorziati sono n.36
MODELLI DI CLASSI