HOME 13° CONVEGNO IL SIGNIFICATO DEL COUNSELING
RIFLESSIONI SUL COUNSELING in vista del Convegno di febbraio (Tratte dalle pagine web della associazioni iscritte alla FAIP)
Capita sempre più frequentemente di vedere trasmissioni televisive o leggere articoli di giornale, saggi e discussioni in cui il buon senso psicologico è fatto a pezzi dalla ovvietà delle interpretazioni. Come se gli eventi della vita, di poco conto o drammatici, fossero tutti inevitabili e non invece prodotti da atteggiamenti, modi di fare e copioni di comportamento consolidati e ripetuti nelle persone.
Ciò che sfugge anche al buon senso comune è che il comportamento sociale e relazionale di tantissimi uomini e donne dipende da una mancata elaborazione (spesso voluta per risparmiarsi la fatica o per fuggirne la responsabilità) di problemi che le persone portano dentro, o della mancata comprensione di qualche parte di sé, o dalla mancata evoluzione verso migliori armonie nella loro esistenza.
Tutto appare come se fosse frutto del caso e non c’è mai un momento in cui si ponga davvero in discussione il perché della sofferenza di quell’uomo, perché fa del bene o del male, perché è dipendente o libero, perché quell’uomo non riesce ad avere relazioni affettive stabili, perché quel ragazzino di quindici anni usa droga, perché quella donna scappa via dalla sua famiglia o perché ha una crisi isterica.
Dall’altro lato della barricata capita ancora più frequentemente di ascoltare costrutti o teorie, a breve, medio e lungo raggio, elaborate dai grandi maestri della psicologica, rese incredibilmente complicate da chi su queste fa elaborazioni virtuosistiche e narcisistiche, inutili e poco efficaci. Oppure capita di sentire trasformati in discorsi da salotto intellettuale scoperte che sono state di grande importanza per lo sviluppo delle scienze dell’uomo.
Ed ecco che un sapere che potrebbe modificare la vita di molte persone, orientarle rispetto al superamento dei problemi, da un lato è banalizzato rendendo non valutabili o incomprensibili eventi drammatici della vita. Dall’altro le scoperte che potrebbero spiegare i fatti della vita diventano talmente rarefatte e le ricerche attuate si perdono nel nulla. Invece che creare empowerment nascono gerarchie e santoni su questioni della vita di tutti i giorni.
Con il risultato che non vengono elaborate risposte pratiche e concrete che possono essere a disposizione della gente.
Un processo involutivo le cui vittime sono persone.. sempre più sole, sempre più senza speranza, sempre più sconfitte e pronte così per la nuova realtà virtuale e per le nuove chat-line. Tutti soli in compagnia.
A riempire questo spazio, reso vuoto dai due opposti nemici della teoria rarefatta e della ovvietà insensata si pone il counseling, come un processo di aiuto semplice, diretto e concreto per risolvere ed orientare i problemi della gente, per dare un senso alla vita. Il suo significato sta proprio nella sua concreta applicabilità e nella sua disponibile duttilità.
La crisi della psicologia accademica, legata a prerogative di ruolo, a patologizzazioni del disagio, a categorie e costrutti obsoleti e a processi formativi che impegnano gli studenti nello studio di nozionistiche teorie senza dare mai adeguata formazione alla relazione con i nuovi bisogni che spingono la gente a chiedere aiuto, ha lasciato un grande vuoto teorico e pratico che non è più riconducibile ai soli assunti psicologici, investe in modo interdisciplinare l’antropologia, la sociologia, la pedagogia, le scienze dell’organizzazione e della comunicazione e la teologia. Nella stessa direzione della appena conclusa rivoluzione cognitiva ma l’utilizzo del paradigma solistico che ridefinisce sia i concetti che la pratica delle professioni.
Istituto Maituna
Il CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, istituito dall’art. 99 della Costituzione della Repubblica Italiana) elenca il counseling tra le professioni emergenti. Il counseling in Italia è una libera professione non regolamentata. Ciò significa che, in assenza di norme, teoricamente chiunque può chiamarsi counselor e aprire uno studio di counseling.
Ovviamente, come in tutte le professioni, non è il diploma o una norma
legislativa che determina se il cliente è soddisfatto della consulenza e
di conseguenza il successo del counselor sul mercato, ma la sua capacità
professionale. Questa da un lato è data da fattori soggettivi del
counselor come la maturità, l’esperienza, il suo personale modo di
interagire con le persone; da un altro lato dipende da una specifica
formazione nelle conoscenze e nei metodi del counseling.
Perciò in tutta Europa i singoli counselors e gli istituti di formazione
in counseling si riuniscono in associazioni professionali volontarie
(che non sono albi), per stabilire i criteri di qualità delle
formazioni, autodisciplinarsi secondo un codice di condotta etica e
farsi accreditare da un’istanza super partes.
In tal modo il cliente, nella scelta del counselor con il quale intende
risolvere le proprie difficoltà personali, può valutare l’aspetto
soggettivo dall’affinità percepita durante un incontro personale, mentre
riceve dall’associazione una certa garanzia sul secondo aspetto: la sua
professionalità.
Siccome il counseling in Italia è una professione nuova, ancora in
fermento, accompagnata da molte parole e discussioni e poca realpolitik,
come è tipico per il nostro paese, ti vogliamo dare un quadro
riassuntivo dei suoi sviluppi:
La storia del counseling
Nel 1937 alla Duke University negli Stati Uniti venne tenuto il primo
corso in couple counseling. Il concetto di counseling si diffuse poi
negli anni ’40 dopo le pubblicazioni di Carl Rogers e Rollo May con
l’intenzione di “assicurare un riconoscimento professionale a tutti
coloro che pur non avendo, né volendo, il titolo accademico di psicologo
o psicoterapeuta, svolgono un’attività che esige una buona conoscenza
della personalità umana”. Nel 1943 venne pubblicato il primo manuale di
counseling per gli assistenti sociali. Approdando in Europa il
counseling prese piede prima di tutto in Gran Bretagna negli anni ’70 e
si espanse negli anni ’90 anche verso gli altri stati europei.
Il counseling in Europa
Con la liberalizzazione del mercato dei servizi, l’Unione Europea nel
2006 inizia a sintonizzare le varie legislazioni nazionali delle libere
professioni con uno standard europeo. Ciò invita a pensare che in futuro
le regole per le professioni saranno determinate più da Bruxelles che da
Roma.
In quest’ottica vale la pena vedere come è organizzato il counseling
anche in altri paesi europei:
in Gran Bretagna i counselors e gli psicoterapeuti sono uniti in un’unica associazione, la BACP (British Assiciation for Counselling and Psychotherapy) che conta 6.000 membri. In Irlanda la analoga IACP conta 2.500 associati.
La NAC nei Paesi Bassi e la GAC in Grecia includono solo counselors.
In Germania i counselors, coaches e i supervisori si stanno unendo su scala nazionale, il loro movimento è meno forte, perché molti in passato si sono sistemati professionalmente come “Heilpraktiker für Psychotherapie”.
In Austria il counseling è regolamentato dalla legge federale. Esiste un albo professionale al quale sono iscritti circa 1.500 “Lebensberater” (il termine austriaco per counselor).
In Svizzera il counseling o “Psychologische Beratung” viene gestita dalla FSP e dalle leggi cantonali, ma è in creazione un’associazione dei counselors separata dalla federazione degli psicologi.
In gran parte degli altri paesi, come in Italia, i counselors sono liberi professionisti che, per motivi formativi e per garantire la qualità professionale, fanno parte di associazioni di counseling.
In diversi paesi europei le università stanno introducendo corsi di
counseling sotto forma di master o di corsi di specializzazione,
prevalentemente nelle facoltà di psicologia e di scienze della
formazione. Spesso, purtroppo, insegnano molta teoria del counseling a
scapito dell’esercitazione pratica e sottovalutando il percorso
personale.
Alcune scuole di counseling si riferiscono allo “standard EAC” (European
Association of Counselling) che citano nella loro pubblicità. L’EAC nel
1991 ha definito uno standard stabilendo dei criteri per il monte ore e
i metodi impegnati nella formazione come per la condotta etica dei
counselors.
Il counseling in Italia
In Italia, come il mondo politico è suddiviso in una marea di partiti e
partitini, così pure il piccolo mondo di una professione appena nata è
caratterizzato da un’estrema frammentazione: in 15 anni di storia si
sono formate 4 maggiori associazioni di counselling (ognuna conta tra 40
e 80 scuole di formazione) e alcune associazioni minori.
La maggior parte di loro è nata da una scuola o da un gruppo di scuole
di counseling e tuttora solo poche sono delle vere e proprie
associazioni professionali. Mentre in alcune è palesemente visibile che
proteggono gli interessi di una piccola lobby, altre sono aperte a tutti
i counselors. Allora chi vuole diventare counselor e cerca un
orientamento, rimane confuso, perché queste associazioni concordano solo
su alcuni punti essenziali, mentre adottano criteri molto diversi
nell’ammissione dei soci, nella durata delle formazioni, nei criteri di
valutazione o nell’accreditamento delle scuole.
In questo panorama assai eterogeneo, attualmente notiamo due grandi
correnti: la prima fa lobbying presso il Governo e le Regioni, perché il
counselor venga riconosciuto come professione e regolamentato
istituzionalmente.
La seconda corrente è orientata a consolidare la figura professionale
del counselor nella società e sul mercato senza rivolgersi al
legislatore. Segue una logica pragmatica: se il web-designer, il
marketing-manager o il direttore di banca sono diventati professioni con
un’identità riconosciuta in tutto il mondo senza che una legge li abbia
mai definiti, perché il counselor dovrebbe chiedere una definizione
dalle autorità? Basta offrire ai clienti delle soluzioni alle loro
richieste e lavorare bene; allora la professione si svilupperà da sola.
Non sappiamo come continuerà questo processo in futuro, ma una cosa è
sicura: l’Unione Europea ha optato per la deregulation delle professioni
e dal momento che gli albi storici come quelli dei medici, degli
architetti o dei notai sono costretti a diminuire i troppi privilegi
protezionisti, pena la sanzione dello Stato Italiano da parte dell’UE,
non ci sembra il momento più adatto per istituzionalizzare le
professioni che sono ancora giovani e flessibili. Perciò, a prescindere
dai risultati che la prima corrente potrà ottenere, crediamo che il
secondo approccio a lungo andare sarà quello che darà la vera base alla
nostra professione. Anche i padri della psicoterapia e del counseling
contemporanei come S. Freud, C.G. Jung, W. Reich, C. Rogers, F. Perls,
A. Lowen, R. Assagioli, J.L. Rosenberg o altri non hanno chiesto un
parere alle istituzioni o si sono preoccupati di quello che pensa la
gente. Hanno studiato ciò che la loro epoca offriva, si sono dedicati
appassionatamente alla ricerca interiore ed esteriore e hanno seguito la
loro strada.
Accademia Socratica
La figura professionale del
Counselor nasce negli anni trenta in America e risponde a tutte quelle
persone che pur "non desiderando diventare psicologi o psicoterapeuti
svolgono un lavoro che richiede una buona conoscenza della personalità
umana."
Nel caso specifico del Counselor non sarà sufficiente una adeguata
formazione teorica ma occorrerà che le teorizzazioni siano in parte
esperite attraverso un "training
professionale individuale e/o di gruppo", che garantisca il superamento
da parte del counselor di quella tendenza dell’io ad "esercitare un
counseling sulla base di propri, più o meno rigidi, pregiudizi".
(Rollo May)
La professione del Counselor approda in Europa attraverso la Gran
Bretagna dove in breve tempo si afferma con ruoli e funzioni specifiche.
Anche in Italia si opera in questo campo da molti anni anche se senza
una specifica definizione di competenza fino agli anni 70, quando
scuole, istituti, centri di formazione iniziano a preparare validi
professionisti con competenze di Counselor.
Tale definizione, però, inizierà ad essere utilizzata solo negli anni
90.
Il Counselor in forma generica può essere definito la persona che in un
contesto professionale è capace di sostenere in modo adeguato una
relazione con un interlocutore che manifesta temi personali, privati ed
emotivamente significativi.
Il Counselor ha un suo ruolo ben definito e non deve essere confuso con
un consulente esperto di comunicazione né con un esperto in Problem
Solving Aziendale.
I campi di intervento del
Counselor sono definibili con estrema facilità determinando dei semplici
punti di riferimento che si evidenziano in base alle specifiche
formazioni professionali che saranno riportate di seguito.
Per ora definiamo cosa il Counselor non fa se non diversamente
autorizzato.
Non fa terapia, non opera cure di nessun genere, non fa psicoterapia, né
consulenza, non insegna psicologia e genericamente non usa mai il
prefisso psico se non acquisito per competenza. (Es. Counselor Operatore
Psicosociale, Counselor Operatore Psicopedagogico)
Qual è la differenza tra un Operatore Psicopedagogico ed un Counselor
Operatore Psicopedagogico?
Il secondo ha nella propria formazione un percorso di sviluppo personale
individuale e/o di gruppo, che gli consente di operare come detto in
precedenza "un counseling libero da propri, più o meno rigidi,
pregiudizi".- (Rollo May)
Va evidenziato dunque che il Counseling Psicologico prevedendo tra
l’altro la diagnosi psicologica, l’orientamento, la prevenzione, il
sostegno, la riabilitazione, è una attività di esclusiva competenza del
ruolo professionale dello psicologo (che avrà seguito a sua volta una
formazione per Counselor).
E ancora il Counseling Medico prevedendo tra l’altro diagnosi fisica,
prescrizione di farmaci, esami specialistici, ricoveri ecc. è di
pertinenza esclusiva del ruolo professionale del medico. (Anche in
questo caso che avrà seguito una formazione per Counselor).
Il Counselor è la Figura Professionale che, avendo seguito un corso di
studi almeno triennale, ed in possesso pertanto di un diploma rilasciato
da specifiche scuole di formazione di differenti orientamenti teorici, è
in grado di favorire la soluzione di disagi esistenziali di origine
psichica che non comportino tuttavia una ristrutturazione profonda della
personalità.
L'intervento di counseling può essere definito come la possibilità di
offrire un orientamento o un sostegno a singoli individui o a gruppi,
favorendo lo sviluppo e l'utilizzazione delle potenzialità del cliente.
All'interno di comunità: ospedali, scuole, università, aziende, comunità
religiose, l'intervento di counseling è mirato da un lato a risolvere
nel singolo individuo il conflitto esistenziale o il disagio emotivo che
ne compromettono una espressione piena e creativa, dall'altro può
inserirsi come elemento facilitante il dialogo tra la struttura e il
dipendente.
Stato della professione di Counselor in Italia
Il
Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro
(CNEL), ha introdotto nel 2000 la figura di Counselor tra le nuove
professioni. In tal senso ha presentato una proposta di legge per
disciplinare e regolamentare anche le professioni non ordinistiche,
attraverso la creazione di appositi registri presso il Ministero di
Giustizia.
Il CNEL è previsto dalla Costituzione della Repubblica Italiana (Art.99)
ed è un Organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e
secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge. Ha l'iniziativa
legislativa e può contribuire alla elaborazione della legislazione
economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla
legge.
Cinemavvenire art-counseling
Tra i vari aspetti del disagio sociale ed esistenziale che
caratterizzano il nostro tempo ed evidenziano il bisogno di counseling,
ce ne sono alcuni che riguardano il senso stesso del vivere e della
realtà e la condizione dell’uomo nella società della comunicazione per
immagini. I filosofi postmoderni hanno evidenziato come nel ’900 siano
entrati in crisi i grandi racconti sul mondo, che hanno caratterizzato
la filosofia, la religione e la politica nei secoli precedenti. Si
tratta delle grandi religioni, i grandi sistemi filosofici, le teorie
politiche che davano senso al mondo delle generazioni precedenti,
aiutando l’uomo a comprendere la realtà ad orientasi in essa. La loro
crisi è stata da un lato un fatto positivo, che ha liberato il pensiero
e la vita umana da vincoli ormai superati dalla storia; ma dall’altro ha
anche creato un vuoto che rende l’uomo disorientato nel mondo
contemporaneo.
Ha scritto Joseph Campbell che «l’eroe moderno segue solo la sua voce
interiore… è il cuore dell’uomo – di ogni uomo – il luogo creativo del
mito moderno, il centro focale dello sguardo divino».
L’arte può dare un aiuto importante in questa ricerca.
L’arte è sempre stata una delle vie più efficaci attraverso cui l’uomo
ha cercato le risposte alle sue domande fondamentali sul senso della
vita e della realtà, sui conflitti che caratterizzano l’esistenza, su
ciò che c’è oltre la banalità o la drammaticità del quotidiano.
E il cinema è innegabilmente l’arte per eccellenza del nostro tempo.
In queste attività abbiamo messo a punto una metodologia specifica (il
metodo CinemAvvenire), che integra i contenuti ed i valori della
sophianalisi, della sophia art e della antropologia personalistica
esistenziale di Antonio Mercurio, con la cultura cinematografica,
l’estetica, la semiotica e la psicologia cognitiva.
In questa nostra esperienza l’analogia tra cinema e sogno è utilizzata
non come evasione, ma come capacità immaginativa e divinatoria di altri
mondi possibili, di più ampie dimensioni di esistenza, di una realtà
dotata di maggior senso di quella che quotidianamente viviamo.
Emerge una forte domanda di interventi ed iniziative nella scuola, nel
territorio e nelle strutture ed enti pubblici e privati che operano nel
sociale con le cosiddette "fasce deboli", che non è soddisfatta
adeguatamente dalle figure professionali formate dalla scuola e
dall’Università, in quanto alle competenze tecnico professionali e di
linguaggio cinematografico e audiovisivo vanno integrate specifiche
competenze psicologiche, pedagogiche, sociologiche, antropologiche e
didattiche.
E viceversa: alla formazione psicologica e umanistica va integrata la
cultura cinematografica ed audiovisiva.
E a queste competenze generali ne vanno aggiunte altre relative
all’infanzia, all’adolescenza, alle problematiche giovanili, ai problemi
dell’emarginazione, delle nuove emergenze sociali, del recupero e
reinserimento dei detenuti, della integrazione interculturale, delle
pari opportunità tra i sessi, dei bisogni della terza età, del disagio
esistenziale e sociale, della solitudine e delle "fasce deboli" in
generale.
È a questa domanda sociale e a queste esigenze formative che rispondiamo
con la scuola di art counseling di CinemAvvenire.
È questo il nostro contributo al crescente bisogno di counseling che
emerge nella società contemporanea e a cui il convegno di oggi sta dando
una risposta significativa.
Credes
…una comunicazione che previene,
che sostiene, che aiuta…
Il Counselor è un professionista in grado di intervenire con il singolo
individuo,
la coppia, la famiglia e il gruppo nelle situazioni dove è presente un
disagio
o una problematica che impedisce od ostacola l’espressione completa
delle potenzialità insite nel contesto.
La funzione del Counselor consiste nell’accompagnare e orientare il
soggetto
per arrivare a chiarificare e comprendere i problemi, i quesiti, le
decisioni o gli
interventi verso i quali orientarsi. Il Counselor non effettua
interventi terapeutici,
ma offre un aiuto nella ricerca di una soluzione.
Dinamiche relazionali
Il Counseling è una professione di aiuto conosciuta e praticata da tempo
sia in Europa che in USA., mentre in Italia è stata acquisita dal
Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (C.N.E.L.) nel Maggio
2000.
Il Counseling è una forma di aiuto mirato a prevenire il disagio
individuale e sociale, occupandosi di problemi specifici quali prendere
decisioni, destreggiarsi con le crisi, sviluppare l’auto-conoscenza,
lavorare attraverso conflitti interiori, migliorare le proprie relazioni
e la comunicazione con gli altri.
Nell’ottica del Counseling l’individuo è autonomo e gli interventi sono
tesi a sottolineare ed incentivare autonomia e responsabilità,
permettendo quindi al Counselor un atteggiamento attivo che va a
stimolare la capacità di scelta del cliente.
Nella nostra concezione il Counselor è un individuo che ha lavorato per
migliorare la qualità della sua vita e si è impegnato in una ricerca
tesa a ristabilire i valori umani e a creare le condizioni per una
relazione interpersonale più viva, offrendo sostegno e orientamento sia
a singoli individui che a gruppi.
Psicologia subliminale
Il counseling e una nuova realtà professionale che consente di intervenire nei disagi e nei problemi relazionali dell’individuo e di gruppi.
Il corso di counseling offre gli strumenti e le tecniche per intervenire, in forma mirata, sia nelle Istituzioni Pubbliche (scuole, ospedali, istituti penitenziari), sia nel privato (singoli, collettività, aziende).
Il counseling, dopo il biennio di base, può ulteriormente specializzarsi nei seguenti settori: sociosanitario, artistico, aziendale, scolastico, socio-terapeutico, comunitario e privato.
IPAE Ascoli
I Counselor sono professionisti che operano a sostegno del Benessere della Persona attraverso l’apprendimento dell’arte di un mestiere che li porta ad agire nelle relazioni d’aiuto a persone, organizzazioni e gruppi nelle difficoltà quotidiane del vivere con gli altri al fine di migliorarne la qualità della vita ed affrontare il disagio esistenziale.
Il diploma ha l’obiettivo di avviare ad attività autonome per progettare prodotti e servizi presso scuole, enti locali, centri estivi, strutture residenziali, comunità terapeutiche, Università, luoghi di lavoro, centri di recupero mentale e associazioni di volontariato.
Il corso è strutturato per sviluppare la capacità creativa e le possibilità umane della Persona.
IPAE
Il Counselor è una persona capace di sviluppare un soddisfacente rapporto con se stesso che gli permetta poi di ascoltare l'altro, di mettersi nei panni dell'altro che, a sua volta, possiede già dentro di sé le indicazioni più adatte per uscire da un momento di “ crisi ”.
Il Counselor aiuta l'altro a trovare dentro di sé il meglio che può fare in quel momento. E' una nuova figura professionale specializzato nel campo delle relazioni umane.
» Indicazioni dell'O.M.S.
L'O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma:”…la salute non è solo assenza di malattia, quanto, piuttosto, uno stato di benessere globale che investe la sfera fisica, mentale, sentimentale e sociale”, vale a dire una condizione in cui l'individuo si sente pienamente soddisfatto della propria esistenza.
L'O.M.S. è dell'avviso che sia necessario facilitare le relazioni e la comunicazione, nella loro forma più ecologica, attraverso l'aiuto di veri e propri consiglieri ( counselors ), figure già da tempo esistenti e ampiamente riconosciute professionalmente nei paesi anglosassoni.
» Il compito del Counselor
Il compito del Counselor è sostenere le persone in particolari situazioni di disagio esistenziale attraverso una relazione d' aiuto . La sua funzione è quella di gestire in maniera ottimale le risorse di ogni individuo, diminuendo sensibilmente la possibilità dell'insorgere di conflittualità interne ed esterne.
Orientamento del Counselor in A. P. E.
Filo conduttore del percorso formativo è l'Antropologia Personalistica Esistenziale di Antonio Mercurio, in particolare i principi della Antropologia Esistenziale, la Metapsicologia Personalistica , la Teoria della Persona , l' Invito all' Antropologia Personalistica Esistenziale.
L'attività di Counseling è un incontro in cui attraverso il dialogo, la sensibilità e l'accoglienza, si creano le condizioni per una relazione di crescita che accompagni la persona verso il naturale orientamento al principio di realtà e di responsabilità.
Il Counseling in A.P.E. è un intervento breve e mirato a problemi emotivamente significativi che siano circoscritti e legati ad un contesto, come le relazioni familiari, le relazioni di coppia, il disagio esistenziale, problemi di studio e di lavoro.
» A chi si rivolge il Corso di Counseling in A. P. E.
Il Corso è rivolto a chi desidera, per interesse professionale o personale, sviluppare e apprendere competenze nella gestione delle risorse umane ma, soprattutto, a chi vuole utilizzare la relazione d'aiuto come strumento principale di intervento al fine di applicare al meglio le proprie competenze professionali.
Il Corso è indirizzato anche a chi opera con ruoli specifici nell'area della formazione e dell'assistenza socio-sanitaria: infermieri , fisioterapisti , dietisti , naturopati , educatori , operatori sociali , operatori psicopedagogici , insegnanti , responsabili di comunità e manager ... al fine di prevenire il disagio legato a condizioni ambientali ed esistenziali sfavorevoli. Per i motivi suddetti il Programma di Formazione prevede anche una adeguata conoscenza del Linguaggio Corporeo , della Gestione delle Emozioni e delle Dinamiche della Comunicazione .
Meta privilegiata per Formatori ed Utenti è il recupero della bellezza perduta e la creazione di una nuova bellezza, nella propria vita personale e nell'ambiente in cui sono chiamati ad operare.
Prevenire è Possibile
"Il Counseling è una relazione d’aiuto che muove dall’analisi dei problemi del cliente, si propone di costruire una nuova visione di tali problemi e di attuare un piano di azione per realizzare le finalità desiderate dal cliente (prendere decisioni, migliorare relazioni, sviluppare la consapevolezza, gestire emozioni e sentimenti, superare conflitti)".
Società Italiana di Medicina e Psicoterapia
il “counselor” è una figura professionale competente, che favorisce la soluzione di disagi esistenziali di origine psichica. Opera nell’ambito psico-socio-sanitario e nel settore delle professioni, per interventi di sostegno e nelle tecniche della comunicazione.