L’ALBERGO DEI BAMBINI COOPERATIVA IL MIGLIORAMENTO
Introduzione
L’esperienza degli HOSPICE ha aperto molte ulteriori possibilità di applicazione in ambito socio sanitario assistenziale di tali strutture.
Nel rapporto ''Hospice in Italia 2006: la prima rilevazione ufficiale'', realizzato, col patrocinio del Ministero della Salute, dalla Società Italiana Cure Palliativa (SICP), dalla Fondazione Isabella Seragnoli e dalla Fondazione Floriani risultano operativi al 31 dicembre 2006 105 hospice , per un totale di 1.229 posti letto (pari a 0,21 posti letto ogni 10.000 residenti). I 105 hospice operativi costituiscono una parte dei 243 hospice totali, previsti in base alla programmazione di tutte le regioni italiane. La dotazione totale dei posti letto hospice, a regime, sarà di 2.736 posti letti (pari a 0,47 posti letto ogni 10.000 residenti). Dei rimanenti 138 hospice non ancora operativi, a dicembre 2006, 32 risultavano già arrivati alla conclusione dei lavori, 64 ancora in fase di realizzazione e 42 in fase di progettazione (o di programmazione).
Le due regioni che nel 2006 presentano il maggior numero di hospice già operativi, sia in termini di numero di strutture attivate che di posti letto per residente, sono Lombardia ed Emilia-Romagna. Ad esse seguono, nella graduatoria dei posti letto già disponibili nel 2006 rispetto alla popolazione residente, il Lazio, il Molise, il Veneto, la Basilicata ed il Friuli Venezia Giulia. Nel 2006 le sette regioni appena indicate presentavano tutte una disponibilità di posti letto per residente superiore alla media nazionale (0,21 posti letto per residente). Seguono infine Liguria, Marche,Trentino Alto Adige, Piemonte, Calabria, Sicilia, Sardegna, Puglia e Toscana, che avevano invece tutte una media di posti letto per residente inferiore alla media italiana.
L’estensione del concetto di Hospice
La struttura degli HOSPICE è dedicata ad offrire assistenza a chi è destinato a convivere con patologie croniche o a chi restano pochi mesi di vita e ha la necessità di lenire la sofferenza con un buon livello di qualità della vita.
L’idea di estendere il modello degli Hospice anche a forme di assistenza ed aiuto che non comportano cure palliative ma che umanizzano percorsi assistenziali nasce dalla necessità di garantire un modello di degenza non ospedaliera a bambini che necessitano di proseguimenti di cure dopo l’ospedalizzazione o in alternativa all’ospedalizzazione e non hanno a casa sufficiente assistenza o non possono essere raggiunti con facilità dalla assistenza domiciliare.
In primo luogo l’ALBERGO DEI BAMBINI avrà la funzione di ridurre ricoveri e dimissioni improprie diminuendo i ricoveri pediatrici ordinari di breve durata con un evidente beneficio per l’utenza. E ciò senza ricorrere a filtri più o meno elevati per ridurre l’utenza o per mantenere la degenza entro i 2 o 3 giorni. Inoltre la possibilità di trattenere il paziente in un’area opportunamente attrezzata, rafforza il filtro presso il Pronto Soccorso ed aumenta l’appropriatezza del ricovero.
L’area in questione è un comune appartamento ubicato nei pressi dell’ospedale dove i bambini che non presentano la necessità di interventi urgenti o di attenta osservazione clinica possono albergare da soli, o con i genitori, sia per proseguire il trattamento sanitario che per attendere l’intervento o per trascorrere in osservazione mediata un periodo di remissione totale dalla patologia. L’osservazione mediata è costituita dalla possibilità di avere a portata di mano il personale sanitario senza incidere sui costi della degenza ospedaliera. Il ricovero medico di 1 giornata in pediatria ha costi che oscillano dai 300 € per caso trattato a 700. Il costo previsto per una giornata nell’albergo dei bambini è di circa 70 euro.[1]
Dalle cure palliative alla assistenza alberghiera
L’ospedalizzazione domiciliare garantisce migliore qualità di vita per il paziente e costo inferiore per l’assistenza pubblica come emerge da una importante indagine sulla sperimentazione di 4 progetti in ambito sanitario, varati dalla Giunta Regionale Lombarda, grazie a un finanziamento di oltre 7 milioni di euro. I quattro progetti si sono proposti di fornire alcune risposte innovative in bisogni emergenti di un sempre maggior numero di pazienti affetti da patologie inguaribili che richiedono cure personalizzate in un ambiente domiciliare protetto[2].
Questa nuova forma di ospedalizzazione domiciliare che sostituisce sia il ricovero che l’assistenza domiciliare nella abitazione spesso difficile sia per le condizioni abitative che per le distanze e gli impegni dei famigliari consente un livello di assistenza medica pari a quello offerto dal ricovero ospedaliero, ma è caratterizzata da una maggior soddisfazione del paziente e maggiore qualità percepita dell’assistenza. Tale assistenza infatti consente la vita in comune, le attività ludiche, la possibilità di sentirsi in un luogo protetto, diverso dalla esplicita sofferenza vissuta e percepita in un ambiente ospedaliero e, addirittura, può essere paragonata alla vacanza o all’ospitalità a casa di qualche amico.
Lo spazio dell’appartamento può essere infatti vissuto e conosciuto anche prima e dopo il ricovero e si caratterizza con lo stesso stile di vita e di relazione sperimentato nella Casa Famiglia IL MIGLIORAMENTO di Contrada Sturiano a Marsala.
Per questo motivo la Casa Famiglia per bambini in cura pediatrica è stata chiamata ALBERGO DEI BEMBINI affinché le patologie di cui sono affetti non vengano rinforzate dalle forti emozioni negative connesse alla dimensione ospedaliera ed alle apprensioni che genera.
La Casa Famiglia di Marsala
L’esperienza della casa famiglia in Contrada Sturiano ha avuto in questi anni un importante sviluppo ottemperando alla necessità di accoglienza e di progetto educativo per i minori li ospitati. L’equipe è composta da Rita Parrinello, direttore, Prof. A. Dario Galfano in qualità di Coordinatore, e 7 Educatori Professionali che con turnazioni sono a tempo pieno con i minori: Loredana Angileri, Alessandra Genna, Salvatore Barbera, Carlo Pavia, Daniela Russo, Laura Busterna e Paola Bellafiore, e 1 Ausiliaria per la cucina, le pulizie e la manutenzione, Anna Maria Bonafede. L’Equipe socio-psico-pedagogica, per la programmazione e la valutazione dei progetti educativi sui minori, l’analisi dei casi,la verifica e il monitoraggio è stata composta da 1 Psicologo, Gianpaolo Buffa Psicologo Clinico e di Comunità, 1 Psicologa, Dott. Arianna Matera, Psicologa dell’Età Evolutiva, 1 Ass. Sociale, Dott. Paola Miceli, 1 Infermiera professionale, Pulizzi Maria Antonia. Inoltre la struttura si avvale della Supervisione Clinica dei percorsi individualizzati dei soggetti presi in carico e della Supervisione Professionale delle diverse figure tecnico-professionali, supervisore clinico/professionale - Dott. V. Masini, direttore della Scuola di formazione “Prevenire il Possibile”, Sociologo, psicologo e psicoterapeuta; professore a contratto presso le Università di Palermo, Trapani,“La Sapienza”, l’Università Pontificia Salesiana, la L.U.M.S.A. e Roma Tre.
La necessità della formazione e della supervisione, per la quale è stato richiesto l’apporto dello studio associato Prevenire è Possibile, è richiesta a seguito di complesse necessità di interpretazione sia dei bisogni dei bambini e dell’atteggiamento educativo degli operatori di fronte alle forti problematiche emerse nel trattamento di alcuni minori affidati alla casa famiglia che mostravano tratti di comportamento di non semplice identificazione.
Il percorso educativo in casa famiglia è stato accompagnata da attività di COUNSELING FAMIGLIARE che prevede di entrare nella famiglia disturbata e indurre una modificazione relazionale. Il counseling dà l’imprinting per nuovi modelli relazionali; sarà, poi, la famiglia a decidere se vuole essere libera dai giochi relazionali critici. Spesso il counseling riesce a liberare dai giochi solo alcuni elementi, in genere i figli, dal momento che la coppia genitoriale può essere più refrattaria al cambiamento. In ogni caso offre l’opportunità di avviare il processo di liberazione.
Chi non riesce a proseguire il processo, è costretto da un copione troppo radicato a ripetere le medesime strategie comportamentali e relazionali, sebbene non siano più funzionali alle circostanze. Le persone che non sono in grado di scegliere, hanno subito squalifiche e oppressioni, che le hanno rese impotenti. O sono condizionate da una affettività troppo avvolgente, o da oppressioni disarmanti,o da squalifiche brucianti. A volte è necessaria la costruzione di nuovi contenitori simbolici e il counseling può essere uno di questi.
In altre parole, in questo approccio si opera per la ristrutturazione e/o per la ricomposizione dei legami. Lavorare sulla relazione significa o intervenire a seconda della “malattia relazionale” che disturba la coppia. E’necessario a volte ristrutturare, a volte ricomporre, a volte modulare.
Partendo dai Tipi di personalità, è possibile capire le relazioni tra i Tipi. Partendo dall’analisi delle relazioni, è possibile comprendere il tipo di personalità, che ha instaurato quella relazione. Sono due processi inversi, che si integrano e che conducono a interpretare le seguenti Relazioni Critiche:
Insofferenza (Avaro-Delirante);Violenza.
Delusione (Ruminante-Sballone);Tradimento.
Logoramento (Delirante-Apatico);Perversione.
Evitamento (Sballone-Invisibile);separati in casa.
Fastidio (Apatico-Adesivo);Decomposizione.
Incomprensione (Invisibile-Avaro);Dipendenza.
Equivoco (Adesivo -Ruminante; Sadismo.
La strategia di base è quella di portare la coppia e la famiglia ad individuare la loro specifica “malattia relazionale”
COUNSELING INDIVIDUALE
Laboratori narrativi per lo sviluppo dell’affettività : Dall’emozione al sentimento. Gli adulti sono tutti buoni? Amicizia o innamoramento? La formazione alla relazione tra pari verte sui processi di conoscenza reciproca, sulla valutazione delle personali esperienze di amicizia e del loro grado di intensità a partire dalla consapevolezza dei valori della stima e della fiducia che stanno alla base dell’amicizia. Un tema di rilevante interesse è quello dell’esplorazione delle quattro modulazioni di base dell’amicizia nei rapporti umani: l’amicizia tra due uomini, l’amicizia tra due donne, l’amicizia di un uomo verso una donna, l’amicizia di una donna verso un uomo.
Laboratori di formazione per lo sviluppo della conoscenza di sé e degli altri: Che tipo sono? Con chi mi relaziono meglio? Quali sono i tipi di gruppi in cui vivo? Per riflettere sulle tipologie di personalità potranno essere utilizzati i questionari di Artigianato Educativo per entrare nel merito delle caratteristiche positive e negative di ciascuno ed intervenire sulle aree in via di miglioramento per potenziarle. Per aumentare la consapevolezza di sé e delle relazioni con gli altri.
COUNSELING DI SUPERVISIONE
Il counseling di supervisione si muove nella consapevolezza che l'area della relazionalità sia la base dell’efficacia del lavoro sociale giacché in essa possono apprendere e modificare tratti di comportamento di disagio o a rischio o già carichi di problematicità. Essa attiva la doppia funzione di individuare le modalità di azione, di scopo e di percorso educativo in cui il counselor si pone e di descrivere la personalità collettiva di gruppo in atto tra i soggetti, al fine di proporre l'innesco di processi di cambiamento e maturazione tra di loro. Il counseling di supervisione ha finalità
1) preventiva : intervenire in modo adeguato per impedire lo svilupparsi negativo di situazioni personali di disagio che in qualche modo riguardano tutti i membri ma per alcuni in grado più accentuato;
2) operativa: affinchè i gruppi di lavoro attuati presso la scuola, i servizi, o l'associazionismo siano in grado di promuovere miglioramento e non solo concetti, tecniche e informazioni;
3) riorganizzativa: con il fine di monitorare l’intervento e riorganizzarlo nell’ottica degli scopi e degli obiettivi originari del progetto
Le caratteristiche professionali degli operatori psico-socio-pedagogici e dei counselor favoriscono processi di finalizzazione del gruppo o verso uno scopo mediante una attività (nel caso dell'animatore) o consentono processi di formazione ed apprendimento mediante dinamiche di gruppo volte alla competizione, o alla collaborazione o alla cooperazione (come nel cooperative learning).
Il counseling di supervisione tende a orientare l’azione verso quelle caratteristiche del gruppo operativo
( personale pubblico degli Enti del Distretto e counselor) che sono più funzionali ai bisogni dell’utenza.
I gruppi che gli individui vanno a formare infatti hanno diverse fisionomie a seconda del miscelarsi dei tipi e del loro centro attrattore. Stabilire la direzione del miglioramento è un processo legato alle personalità collettive di gruppo che si incontrano: ci sono processi e tecniche per far meglio funzionare le riunioni di lavoro o i momenti di animazione, ci sono diversi repertori di prestazioni per i momenti di formazione ed apprendimento, così come esistono molteplici esercizi per favorire l'incontro tra persone. Questo ultimo è da considerarsi come il motore del clima relazionale ed il principale artefice del tipo di personalità collettiva che si incontra, beninteso condizionabile dalla finalizzazione di ciascun tipo di gruppo e dall'assetto normativo in cui è inserito.
Una personalità collettiva è data dalla contemporanea presenza di un buon livello di risonanza intragruppale e di una altrettanto consistente attribuzione causale intergruppo. La formazione dei gruppi avviene per affinità elettiva tra persone e per affinità a quella personalità di gruppo che è in grado di attrarre l’individuo verso quella appartenenza. Un gruppo può dunque essere di elezione per un certo tipo di personalità, oppure può far conformare gli individui intorno ad alcuni tratti di comportamento che in quel gruppo trovano una particolare possibilità di espressione. Il rapporto tra individui e gruppi è dunque circolare: gli individui formano un gruppo mediante la sovrapposizione dei campi psicologici attivati da una loro valenza emozionale ed i gruppi influenzano gli individui, facendo loro vivere le esperienze tipiche della personalità di quel gruppo. A ben vedere l’ipotesi è molto più complessa perché coniuga le caratteristiche di personalità individuale dei singoli, le loro affinità elettive e la personalità del gruppo che vanno a formare o che incontrano ad un certo punto della loro vita.
Esperienza di lavoro
Il servizio di counseling familiare interviene sui bisogni di relazione come insofferenza che provoca scontro tra fratelli, gelosie e invidie, incomprensioni familiari, equivoci e delusioni nella relazione di coppia, fastidio con la famiglia di origine, logoramento, evitamento tra cugini,… Per lo sviluppo delle relazioni armoniche di incontro, complementarità, integrazione, riconoscimento, disponibilità, mediazione e dialogicità. Sviluppo della maternità: il superamento dell’ansia, dell’iperprotezione, dell’eccesso di distacco, dell’attaccamento dipendente, del compiacimento, dell’indolenza e della rassegnazione. Lo sviluppo della paternità: il superamento dell’angoscia, dell’assenza, della presunzione, della condiscendenza, del dubbio, dell’iperprotezione e dell’identificazione. Questionario di analisi del clima familiare e delle relazioni nella famiglia. La trasformazione delle relazioni di opposizione con persone che bloccano, manipolano, opprimono, avvolgono o demotivano. La possibilità di conciliazione e di costruzione di una base relazionale comune.
Il servizio di counseling individuale interviene sui bisogni di orientamento, disagio esistenziale, di relazione con l’altro (amicizia, relazioni di coppia, relazione alunno- insegnante), si propone di incontrare i bisogni del singolo cercando di individuare: il tipo di disagio e il bisogno educativo (povertà affettiva, mancanza di autostima, mancanza di motivazione, mancanza di responsabilità, mancanza del senso del limite, eccesso di reattività ed aggressività, eccesso di controllo. Il miglioramento avviene attraverso la costruzione di un percorso educativo e la progressiva apertura e interiorizzazione dei valori della responsabilità, giustizia, libertà, generosità, pace, umiltà e fedeltà.
L’armonia del gruppo di lavoro è stata curata badando alla qualità relazionale e qualità organizzativa, alla comunicazione efficacie, alla prevenzione del disagio collettivo, dello stress e del burn- out, mobbing.
Ubicazione e ospitalità dell’ALBERGO DEI BAMBINI
L’albergo dei bambini dispone di 7 posti letto residenziali o dedicati alla presa in carico dei pazienti domiciliari. Le camere sono a due letti per consentire al bambino di dormire con un famigliare o con un amico o con un operatore in modo da non subire il senso della solitudine e sono realizzate prestando una particolare attenzione al benessere psicologico del piccolo ospite.
La totale eliminazione delle barriere architettoniche garantisce all’ALBERGO DEI BAMBINI l’accesso in ogni sua zona da parte delle persone con diverso grado di abilità.
Nell’ ALBERGO DEI BAMBINI tutti possono trovare ospitalità anche grazie alla attivazione di un call center che risponderà dando informazioni sui servizi erogati.
Il progeto prevede la messa in atto di una casa calda, accogliente, intima che abbraccia, culla, scalda e dà conforto. La peculiarità degli ambienti è quella di essere estremamente confortevoli, simulando
un ambiente domestico per mettere a proprio agio il paziente e i suoi familiari, per i quali non esistono vincoli alla permanenza in stanza né allo svolgimento di qualsiasi attività all’interno dello spazio assegnato.
Stile di lavoro
Il modello relazione di cui si propone l’utilizzo è direttamente derivato dalla esperienza di clownterapia per come originariamente era stata impostata da Patch Adam. In un suo recente intervento al Convegno Europeo di Psicoterapia (Firenze, luglio 2007) descriveva il rapporto d’amore gestito con i bambini come la capacità di mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli e insieme di innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti. Ciò significa un agire semplice ma efficace di chi scende dal ruolo formale di operatore sanitario o sociale ed entra in un modello di relazione alla stessa altezza prendendo in carico oltre che al corpo anche lo spirito del bambino. L’ALBERGO DEI BAMBINI è appunto un luogo dove anche gli operatori si fanno bambini, giocano con loro e li aiutano a superare le situazioni di difficoltà attraverso la strategia del counseling del sorriso. L’ALBERGO DEI BAMBINI è un luogo dove i bambini si divertono e dove stanno volentieri e volentieri possono in tal posto ritornare. Quindi diventa essenziale il sostegno psicologico affinché non si senta mai abbandonato né dal centro di cura né dalla sua famiglia.
L’equipe degli operatori sarà composta da un responsabile dirigente, quattro educatori, in grado di coprire tutte le turnazioni, un assistente sociale per le relazioni con la famiglia e per l’organizzazione degli ingressi, uno psicologo ed un impianto di supervisione affidato ad una associazione esterna che curerà lo sviluppo delle competenze degli operatori e del loro stile di rapporto con i bambini.
La supervisione sarà organizzata nello spirito degli ASINI DI MARSALA ovvero nella dimensione scherzosa ed irriverente che il gioco del clown riesce a produrre, sia rivestendosi degli abiti classicamente indossati dalle equipe di Pacht Adams sia della diligente e imperitura voglia di ridere e scherzare che gli operatori debbono mantenere e rinforzare nella struttura dell’albergo per bambini.
Ciò prevede che non ci sia nessuna gerarchia nei ruoli dell’ equipe e che la formazione permanente possa integrare sia le attività di supervisione con quelle di assistenza mediante la continua costruzione di uno stile di lavoro improntato al sorriso.
A questo fine anche il trasporto dei bambini da casa all’albergo, dall’albergo all’ospedale sarà attuata utilizzando le caratteristiche proposte da Patch Adams e l’Associazione Tommasino con mezzi di trasporto adattati alla realtà marsalese.
Convenzioni
Per l’ ALBERGO DEI BAMBINI non sono necessarie particolari procedure di autorizzazione al funzionamento né procedure di accreditamento poiché il suo funzionamento è indipendente dall’ambito sanitario ma è regolato da una convenzione diretta tra ASL E COOPERATIVA IL MIGLIORAMENTO.
Tale convenzione, che non prevede al momento contributi economici dell’ASL, sarà inviata solo per opportuna conoscenza in Regione ciò al fine di aprire la possibilità di presentare richiesta di accreditamento per un numero di posti-letto che dovessero in futuro essere destinati a bambini con necessità di cure palliative.
Il processo di convenzione con la Provincia di Trapani sarà gestito sulla base della redazione di Piano di assistenza individuale (P.A.I.) corrispondente ai bisogni, problemi, accompagnato da un piano terapeutico, assistenziale per ogni ospite, comprensivo dell’eventuale sostegno ai familiari.
Ad ogni piano sono allegati documenti per la continuità terapeutica con i reparti di dimissione, eventuali protocolli di collaborazione con associazioni di volontariato, documenti relativi al supporto psicologico verso i pazienti con dolore anche mediante il sostegno della vita spirituale dell’ospite e la preparazione ed il supporto all’eventuale lutto dei familiari.
L’equipe di supervisione, con cui sarà attuata una specifica linea di collaborazione e convenzione si occuperà dei progetti di inserimento del nuovo personale dei progetti di formazione del personale, dei familiari, dei volontari, e della prevenzione della sindrome da burn-out del personale.
Sviluppo futuro
Lo sviluppo futuro in direzione della organizzazione di un vero e proprio HOSPICE riguarderà invece l’ospitalità per pazienti terminali, persone cioè non assistibili presso il domicilio in fase avanzata e terminale di una malattia ad andamento irreversibile, non più suscettibile di trattamenti specifici per la guarigione o per il contenimento della progressione della malattia.
Obiettivo principale di tale struttura sarà accompagnare la persona e la sua famiglia in questa fase della vita, nel pieno rispetto della sua dignità, mediante il controllo del dolore e del disagio fisico e psichico. Le prestazioni offerte dagli hospice si caratterizzano per limitata tecnologia ma elevata intensità assistenziale. L’assistenza richiede un intenso e approfondito lavoro di équipe, che vede coinvolti medici, infermieri, operatori sociosanitari, assistenti sociali, psicologi, assistenti spirituali e volontari.
Tale futura struttura avrà camere singole, di dimensioni minime di 9 mq. tali da permettere la permanenza notturna di un accompagnatore, dotate di un servizio igienico con la possibilità di un letto o poltrona-letto per l’eventuale accompagnatore; di un locale di postazione per il personale di assistenza in posizione idonea; l’ambulatorio medicherai; un deposito sporco dotato di vuotatoio e di lavapadelle; di -cucina – tisaneria, -servizi igienici per il personale, -soggiorno polivalente per ristorazione, conversazione lettura, ecc. ; -deposito attrezzature, carrozzine e materiali di consumo,
-deposito biancheria pulita.
I locali e attrezzature per terapie antalgiche e prestazioni ambulatoriali sono previsti con spazi appositi che consentano anche l’attesa dei pazienti ambulatoriali senza intralcio dei percorsi.
I locali e le attrezzature per le terapie antalgiche e quelli eventuali per le prestazioni ambulatoriali sono separati da quelli per la preparazione e manipolazione dei farmaci e preparazioni nutrizionali, tranne che per l’apprestamento di farmaci antiblastici o comunque tali da esigere una preparazione sotto “cappa”, che dovranno avvenire in spazi appositi.
Altri spazi necessari sono l’ingresso con portineria e telefono e spazio per le relazioni con il pubblico, lo spogliatoio per il personale con servizi igienici, lo spogliatoio e locali di sosta e lavoro per il personale volontario, i locali di riunioni di équipe, lo spazio per i dolenti, il locale per uso amministrativo, la cucina, dispensa e locali accessori per lavanderia e stireria. Gli arredi e le attrezzature saranno adatti ad ospiti non deambulanti e non autosufficienti, in particolare: letti speciali con schienali regolabili, materassi e cuscini antidecubito, carrozzelle, sollevatori trasportatori, barelle -doccia, vasche da bagno per disabili, attrezzature idonee per la gestione della terapia, strumentario per piccola chirurgia.
Nello sviluppo futuro anche il personale dovrà essere incrementato mediante l’attivazione di personale medico psicologo/ /educatore, infermiere professionale, OSS ASA, OTA, assistente sociale e con reperibilità 1 Infermiere professionale sulle 24 ore
[1] Secondo le stime più recenti un costo per giornata di presa in carico pari a circa 116 €. Sulla base di queste considerazioni e di precedenti sperimentazioni, anche alla luce di possibili costi che non sono stati presi in considerazione nella sperimentazione, la Regione Lombardia ha fissato la tariffa al giorno per questo tipo di Servizio in 135 €. La stima più bassa del costo pro die dell’ALBERGO DEI BAMBINI è data dal tipo di servizio che non è direttamente finalizzata alla somministrazione di cure palliative o di interventi per la gestione di malattie croniche o degenerative ma solo dalla assistenza e dalla ospitalità.
[2] Per questi pazienti sono state attivate forme nuove e complesse di assistenza assicurando relazioni condivise tra professionisti, familiari, volontariato e strutture di assistenza, utilizzando i progressi della tecnologia e individuando percorsi di cura e procedure organizzative flessibili ed effettivamente capaci di soddisfare i bisogni e assicurare la migliore qualità di vita possibile.
Complessivamente sono stati arruolati oltre 1600 pazienti oncologici, 275 pazienti con scompenso cardiaco, 95 pazienti che avevano subìto interventi di cardiochirurgia, 1000 bambini prevalentemente nella fascia d’età tra 0 e 3 anni, in progetti che hanno riguardato: “l’Ospedalizzazione domiciliare per cure palliative oncologiche”, la “Telesorveglianza sanitaria domiciliare per pazienti con scompenso cardiaco cronico”, “l’Ospedalizzazione domiciliare riabilitativa post-cardiochirurgica”, “l’Osservazione breve intensiva pediatrica”.
Francesco Beretta, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera ICP Milano ha dichiarato: “Migliore qualità di vita per i pazienti in condizioni critiche, minor disagio per i bambini e le famiglie, sono queste le conclusioni che emergono da quattro importanti sperimentazioni sull’assistenza domiciliare che la Regione Lombardia, con il coordinamento dell’ICP, ha realizzato tra il 2005 e il 2007. L’innovazione dimostra una volta di più che la qualità non implica necessariamente maggiori costi, anzi l’estensione di nuovi livelli essenziali di assistenza per pazienti oncologici, pazienti scompensati e in riabilitazione post cardiochirurgica, consentirà di liberare risorse per altri bisogni dei cittadini. Anche la diminuzione dei ricoveri in pediatria, sostituiti da fasi di osservazione specifica, avranno un duplice effetto, di maggiore qualità per le famiglie e di maggiore efficacia nell’utilizzo delle risorse”.