PALERMO. QUARTIERI E SERVIZI
Nel 1985, dopo cinque anni di ricerca, veniva presentato il volume PALERMO: QUARTIERI E SERVIZI, edito dal movimento Una città per l'Uomo che aveva commissionato a Vincenzo Masini uno studio, elaborato in 780 pagine, divenuto negli anni punto di riferimento per chiunque abbia voluto lavorare nella analisi e nella progettazione dei servizi nella città.
Lo studio impegnò allora cinque anni di ricerca, coinvolgendo 44 ricercatori che si distribuirono nelle diverse subaree urbane (erano stati da poco individuati i confini dei 25 quartieri) per redigere schede di ambiente e per rilevare ed analizzare tutti i servizi pubblici, privati e del privato sociale presenti nel territorio. Lo studio si presentò diviso in quaderni, uno per ciascuna aree, con l'elencazione accurata di tutti i servizi, l'analisi delle carenze, l'individuazione delle caratteristiche e delle potenzialità.
A 15 anni di distanza dalla pubblicazione Palermo ha vissuto grandi cambiamenti, alcuni di questi, previsti già da allora sono evidenti: lo spostamento verso ovest del centro di gravità urbano, il riuso del centro storico, la massiccia immigrazione terzomondiale, la liberazione di energie e di management nel privato sociale che avrebbe dotato la città di servizi e di strutture impossibili da costruire attraverso il solo sviluppo del settore pubblico. Ciò dipendeva dalla paralisi prodotta dall'inquinamento di "gruppi opachi alla visibilità sociale" penetrati nella pubblica amministrazione, come si è sostenuto nel volume Sociologia di Sagunto (Angeli, 1984) in cui sono confluiti molti materiali della ricerca suddetta. L'aspetto più significativo della sociologia di Sagunto (termine utilizzato dal cardinale Pappalardo ai funerali del gen. Carlo Alberto Dalla Chiesa, citando Livio "Dum Roma consolitur, Saguntum expugnatur) fu quello di analizzare i processi di penetrazione mafiosa nella pubblica amministrazione anticipando i più complessi meccanismi venuti alla luce in tutta Italia con tangentopoli. Palermo si presentava come un laboratorio in cui potevano essere studiati meccanismi politici e processi di distribuzione del potere tipici dell'intero contesto nazionale e transnazionale.
La scelta di distinguere l'analisi della realtà sociale dai tradizionali studi sulla sociologia della mafia portò alla pubblicazione dei due diversi volumi allo scopo di non utilizzare l'estenuante pretesto della "mafia" per giustificare inadempienze e carenze e appiattire, di conseguenza, le potenzialità già allora emergenti nella politica, nella amministrazione e nel terzo settore.
La scelta si rivelò corretta tanto che il volume è stato studiato, analizzato e utilizzato da migliaia di operatori senza che venisse mai a suscitarsi né una polemica né una contestazione anche tra le forze sociali e politiche più critiche e sospettose. Le tremila copie della tiratura originale sono da tempo esaurite e, pur se datato, ancor oggi circola tra gli operatori che debbono redigere un progetto attraverso fotocopie e sintesi.
Sulla base di queste riflessioni sembra opportuno oggi proporre un aggiornamento di tale lavoro più mirato agli aspetti centrali dell'attuale sviluppo e trasformazione del welfare state. Poche città hanno visto comparire una fioritura di servizi e di opportunità come Palermo. In ragione della scarsità di strutture che veniva allora individuata è oggi possibile osservare un incremento esponenziale che ha ridisegnato il rapporto tra istituzioni e cittadini, ha innescato nuovi stili di vita e di relazione, ha disegnato sul territorio una mappa di punti di riferimento fitta e innovativa.
Il processo "socialmente attivo in corso, si diceva in PALERMO QUARTIERI E SERVIZI, è quello di una catarsi rigenerativa di molte soggettività che hanno staccato i contatti dal network dei gruppi di interesse e che, mediante nuove procedure partecipative, hanno iniziato a ricostruire la società".
Questo corpo di nuove soggettività sarà il bersaglio dell'aggiornamento della ricerca finalizzata a rilevare quanto è stato costruito, quali processi di integrazione sono stati attuati, quali risorse mobilitate e quale diverse immagine complessiva della città abbiano espresso.
Risvolto significativo di questa analisi è quello di proporci di comprendere quale sia il processo di identità della città: nella ricerca di quindici anni fa e nelle pubblicazioni, articoli, saggi che ne sono derivati) si affermava che la differenziazione delle aree urbane era estremamente alta e che ciò dava luogo ad un arcipelago urbano senza integrazione e che l'aspetto più significativo di un nuovo governo della città sarebbe stato quello di consentire ai soggetti vitali della città di sollevarsi dal peso di un potere paralizzante e di acquistare e dare alla città una nuova identità. Su questo aspetto dovrà insistere il lavoro di ricognizione dell'aggiornamento ed è per questo che il titolo dell'aggiornamento è PALERMO: FISIONOMIA E STRUTTURA DI UNA NUOVA IDENTITA'.
Progetto di ricerca
Il lavoro che si propone si articola, come nella ricerca precedente, in due progress.
Nel primo, dopo una ricognizione di massima sugli indicatori socio economici urbanistici e demografici forti, verranno studiati tutti i nuovi servizi sorti e l'impatto con il territorio. Tale ricognizione coinvolgerà almeno ricercatori per un periodo di dieci mesi e consentirà la produzione di un elaborato che aggiorna il precedente lavoro e che propone una sintesi di conoscenza su quanto di nuovo e vitale è stato innescato nel contesto cittadino.
Nel secondo progress, a due anni dall'avvio della ricerca, si intende proporre un quadro generale in cui analizzare il senso delle trasformazioni urbane, sociali ed economiche della città individuando, come allora, le forze su cui fare riferimento per la loro propulsività, il loro ruolo e la forma che attualmente assume il processo di trasformazione.
L'obiettivo del secondo progress sarà quello di individuare il tipo di configurazione del rapporto tra mondi della vita, istituzioni, mercato e terzo settore che produce il senso di identità emergente nella città. Inoltre sarà affrontato il tema del ruolo della città nel contesto regionale siciliano, con lo stesso disegno di ricerca utilizzato 15 anni fa per comprendere l'arcipelago urbano di Palermo. La metafora è in questo caso di immediata leggibilità giacché l'integrazione tra aree provinciali è in Sicilia molto bassa.