Progetto accoglienza (da Prevenire è Possibile 1993)
Accogliere non è solo il gesto concreto di ospitare una persona in un luogo, ma significa ospitarla con calore dentro il proprio cuore. Un ambiente scolastico può essere freddo o caldo, intenso o povero di sentimenti, accogliente o ostile e ciò dipende dalle caratteristiche individuali di coloro che in tale ambiente vivono ed operano.
Il problema dell’accoglienza accende la necessità di approfondire il metodo ed il significato che essa ha più profondo.
Il disagio scolastico può essere conseguenza delle difficoltà di accoglienza presenti nel contesto scolastico e si può osservare come la scuola non ha ancora imparato ad accogliere. Infatti uno dei momenti più difficili vissuto da tutti i componenti del gruppo è stato il primo giorno di scuola al primo anno. Ciascuno ha vissuto con paura l’impatto con la scuola superiore, con compagni molto più grandi e spavaldi, senza conoscere nessuno in un ambiente ignoto e misterioso.
La presenza dei gruppi d'incontro all'interno della scuola ha fatto scaturire la proposta di organizzare l’ingresso degli studenti del primo anno nel modo più sereno possibile per loro; ogni anno infatti dunque sono gli stessi studenti a dare il benvenuto all’assemblea dei nuovi, ad accompagnarli in aula ed a tenere le lezioni nel primo giorno di scuola.
Accade spesso, laddove l’accoglienza delle prime classi è gestita direttamente dagli studenti più grandi, che le prime ricevano dallo stile comunicativo proposto, un insegnamento sul modo di stare insieme che aiuta al formarsi della unità di classe. Il fatto di proporre, fin dal primo giorno di scuola di spostare i banchi e fare il cerchio e presentarsi, favorisce un clima più simpatico e vivo.
E' dagli stessi studenti che scaturisce la proposta di organizzare l’ingresso degli studenti del primo anno nel modo più sereno possibile per loro; saranno gli studenti stessi a dare il benvenuto all’assemblea dei nuovi, ad accompagnarli in aula ed a tenere le lezioni nel primo giorno di scuola.
Accogliere, a volte, è molto difficile: spesso nel porgere una mano a qualcuno o nel mostrare a lui la propria semplicità di cuore può accadere di essere ingannati o derisi. In effetti tutti abbiamo paura della derisione altrui e, per questo motivo, ci nascondiamo dietro le maschere più diverse. La derisione fa molto male perché scende profondamente in noi come una lama rovente e, spesso, la paura di viverla ci ferma allo stesso modo della paura di essere rifiutati. Per reggere la derisione e la freddezza che a volte piove addosso a chi sceglie di testimoniare l’amore occorre una grande robustezza interiore.
I giovani hanno bisogno di parlare e di stabilire un rapporto autentico con gli altri c'è un profondo desiderio di manifestare il proprio sentire ma a volte non è possibile esprimerlo per paura di "perdere i punti", di sentirsi ridicoli di fronte ad altri che si mostrano più sicuri, più indifferenti e più vissuti.
Oggi la scuola di ogni ordine e grado deve avere come carattere costitutivo "essere comunità" (D.P.R. n. 416/74), entrare a farne parte attiva per costruire una positiva immagine di sé essenziale per la propria futura realizzazione.
"Perché alcune classi riescono a formarsi e diventano un contesto piacevole anche per gli insegnanti ed invece altre classi non superano mai i conflitti interni? Cosa determina l’unità della classe?
Una prima risposta alla domanda sta nell’insegnamento ricevuto dalle classi nel momento della loro formazione su come impostare i rapporti. Accade spesso, laddove l’accoglienza delle prime classi è gestita direttamente dagli studenti più grandi, che le prime ricevano dallo stile comunicativo proposto, un insegnamento sul modo di stare insieme che aiuta al formarsi della unità di classe. Il fatto di proporre, fin dal primo giorno di scuola di spostare i banchi e fare il cerchio e presentarsi, favorisce un clima più simpatico e vivo.
Sviluppare la comunicazione, progettare incontri di amicizia tra classi in occasione di feste o manifestazioni, costituire gruppi di colloquio in cui insegnanti (che spesso sono anche genitori) e genitori (che qualche volta sono anche insegnanti) parlano tra loro dei problemi che riguardano quegli individui che sono i loro figli e/o i loro alunni."
MODALITA' ORGANIZZATIVE
Preparazione:
- Attraverso gruppi di incontro gli studenti che faranno accoglienza alle prime classi imparano a presentarsi, raccontare di sé e mettere a loro agio gli altri. Almeno tre unità di gruppo.
1 giorno:
- Presentazione personale di chi accoglie (nome, corso, andamento scolastico, integrazione nella scuola, difficoltà positività
- Presentazione in cerchio di tutti i membri della prima con nome, aspettative, motivo della scelta della scuola, (genitori, personale, amici) andamento nell'anno precedente, aspettative e timori, speranze futuro, che tipo sei? come studi, ti piace studiare?
- In quale banco vuoi sederti, in quale eri seduto e perché, che significa il primo, il secondo e il terzo banco, come ti trovavi nella tua vecchia scuola, ci sono dei tuoi vecchi compagni nella nuova classe o nella scuola, persone che consideri amiche?, ci sono nella scuola persone che conosci? che ambizioni personali hai? che prospettive? Discussione sui problemi e difficoltà personali e nello studio
NB PIÙ PERSONALE E' LA PRESENTAZIONE DI CHI ACCOGLIE PIÙ PERSONALE E SINCERA SARA' LA PRESENTAZIONE DEI RAGAZZI DELLE PRIME
2 giorno:
- Visite pratiche: laboratori, biblioteca, aula audiovisivi, aula chimica fisica, visita istituto, segreteria e presidenza
3 giorno
- presentazione percorso di studio da parte dei prof. di quel giorno disponibili
organizzazione della scuola (assemblee, giustificazioni, ricevimento genitori..) i ragazzi che hanno fatto accoglienza si offrono come tutor della classe a cui i ragazzi di prima possono rivolgersi ed invitarli alle assemblee di classe.