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STRUMENTI UTILIZZATI
Il questionario di analisi del temperamento individuale, il questionario di analisi del clima relazionale e il questionario sulle competenze in entrata e l’intervista sulla storia personale.
Mediante l’utilizzo di questi strumenti, potevamo analizzare le individualità e confrontare le potenzialità del gruppo latente con le caratteristiche effettive del gruppo manifesto (derivante dall’analisi del clima relazionale secondo il modello di lavoro di “Prevenire è Possibile”), altresì eravamo in grado di avere alcuni dati orientativi sulle conoscenze e capacità che i ragazzi possedevano, e sulla base di questi dati impostare lo stile comunicativo e relazionale necessario e scegliere le materie meno conosciute e gli argomenti che più potevano interessare i ragazzi. Nel questionario infatti sulle competenze, si mettevano in luce anche gli interessi personali, in maniera tale da poter meglio scegliere gli ambiti di narrazione in linea con le loro esperienze ed i loro interessi.
Gli strumenti utilizzati
Nel corso delle attività, ci siamo avvalsi dei seguenti strumenti:
· Questionario di analisi dei temperamenti individuali
· Questionario di analisi del clima relazionale
· Questionario di rilevazione delle competenze in entrata
· Questionario di autovalutazione dell’apprendimento
· Questionario di riflessione sull’esperienza svolta
· Intervista individuale sulla storia personale
· Intervista individuale di fine percorso
· Colloqui individuali
· Gruppo di formazione, di incontro e di lavoro
· Lezione frontale interattiva- narrativa
· Visite guidate ed esperienze sul campo
Questionario di analisi dei temperamenti
individuali[1]
Il questionario di analisi dei temperamenti individuali consta di 210 items volti ad evidenziare le disposizioni comportamentali dell’intervistato, definendone le prevalenze e gli atteggiamenti in relazione a tre dimensioni di analisi della esperienza quotidiana di vita e di relazione: il rapporto con se stesso, con gli altri e con il mondo (modo di lavorare, di studiare, rapporto con gli oggetti ecc.). Permette di individuare con buona precisione i punti di forza e i punti di debolezza del formando, potendone così individuare il necessario percorso educativo.
Esempio di un grafico:
Questionario di analisi del clima relazionale
Questo questionario è composto da quattordici indicatori riscontranti la presenza di quattordici dimensioni della relazione (di affinità: integrazione, incontro, riconoscimento, complementarità, dialogicità, disponibilità, mediazione; e di opposizione: equivoco, fastidio, logoramento, insofferenza, esitamento, incomprensione e delusione), da sette items di struttura che individuano le caratteristiche formali della classe (numero di assenze medio, numero dei bocciati, profitto, dinamicità delle posizioni ecc.) e da una griglia nella quale rappresentare la forma dei banchi all’interno della classe.
Tramite l’utilizzo del questionario si riesce così ad individuare la struttura di relazione e la conseguente tipologia di classe (costruttiva, amorfa, fallita o oppressa) e, interpretandone i dati sulla base delle informazioni di struttura, si può delinearne il necessario percorso di evoluzione.
Esempio dei grafici ( delle affinità, delle opposizioni, dei dati di struttura e il grafico complessivo del clima relazionale) di una classe analizzata:
Questionario di rilevazione delle competenze
in entrata
Il questionario di rilevazione delle competenze in entrata permette invece di valutare con maggior precisione sia il livello di preparazione scolastica e la cultura generale dei formandi che le loro personali preferenze e settori di interesse, sulla base dei quali definire le narrazioni delle attività formative ed i bisogni conoscitivi.
Esempio di grafico:
Questionario di autovalutazione
dell’apprendimento
Nell’ultima fase del percorso formativo, solitamente in una delle ultime tre lezioni, sottoponiamo ai ragazzi questo tipo di questionario. Nello stesso i ragazzi devono dare un giudizio riguardante quanto si sentono di aver imparato a seconda degli ambiti in cui si sono svolte le attività. Dichiarano ad esempio quanto, prima e dopo il corso, erano in grado di dire come mi chiamo in inglese oppure quanto erano in grado e quanto lo sono adesso di risolvere un equazione. Da questo tipo di attività, oltrechè conferire ai ragazzi capacità di rielaborazione di dati numeri, in frazioni o percentili e di utilizzare Excel, costruiamo un grafico del “miglioramento autopercepito”. Diventa così momento di riflessione per la classe, individuale e collettivo per riflettere sull’apprendimento.
Esempio di grafico:
Questionario di riflessione sull’esperienza
svolta
E’ questo un breve questionario utile per proporre un’ulteriore riflessione, in termini però introspettivi e non esclusivamente curriculari, sull’esperienza svolta. Serve allo studente per esprimere libere opinioni ed eventuali critiche e a noi per valutare i risultati ed eventualmente modificare i setting futuri.
Alcune risposte tipo:
“Quest’obbligo formativo mi è servito molto per conoscere me stesso e come sono fatto, e ho imparato anche a svolgere dei compiti da solo. Mi sono sentito molto bene ed ho imparato molte cose, i tutor ci hanno insegnato nel modo più facile e divertente e poi siamo diventati amici”…
“Ho imparato ad usare la telecamera, la fotocamera digitale, il proiettore strumenti che nella vita di un ragazzo possono sempre servire.”
Intervista individuale sulla storia personale
Viene effettuata nelle prime due giornate di lavoro con il gruppo, di fronte alla classe e permette di raccogliere pezzi delle loro biografie, facendoli riconoscere come appartenenti ad un gruppo complessivamente omogeneo di “scacciati” o “sfuggiti” dalla scuola. Registrata audio o anche video, gli permette di sperimentarsi, a volte per la prima volta con un pubblico.
Alcune risposte:
“Ho smesso di andare a scuola perché non mi andava di studiare e non avevo
voglia, non sopportavo di stare in classe”…
“Ancora non lavoro, ma mi piacerebbe fare il falegname”…”Di inglese so
abbastanza, di informatica so usare word e di matematica mi ricordo bene il
piano cartesiano”…
“Sono una persona un pò chiusa, ma sono disponibile per gli amici”
Intervista individuale di fine percorso
Riprende la
storia personale del ragazzo rispetto e termina con la valutazione
dell’esperienza.
Colloqui individuali
I colloqui individuali si sono sviluppati lungo tutto l’arco del percorso, non avendo momenti precisi e definiti ma inserendosi all’interno dei vari momenti di attività o nelle pause, eccezion fatta per i primi colloqui di restituzione dei grafici di analisi dei temperamenti individuali, che si svolgono nelle prime giornate di attività all’interno di momenti di discussione di gruppo e di riflessione collettiva.
Gruppo di formazione, di incontro e di lavoro
Il gruppo di formazione; a sciogliere le dinamiche relazionali e conseguire maggior consapevolezza di sé e degli altri oltrechè a consegnare ai ragazzi strumenti interpretativi del sé, degli altri e del mondo anche in supporto alle lezioni frontali
Il gruppo di incontro; per consolidare e sviluppare le relazioni interne e la disponibilità al confronto e al dibattito con l’altro, per sviluppare le capacità comunicative e di incontro e per potenziare le capacità di riconoscimento del proprio vissuto
Il gruppo di lavoro; per addestrare alla collaborazione e alla produttività, per acquisire competenze di gestione dei gruppi e del lavoro, per la responsabilizzazione individuale e di squadra.
La lezione frontale interattiva- narrativa
Nelle fasi di trasmissione di saperi scientifici o linguistici per costruire un dialogo intuitivo e chiarificatorio sugli argomenti trattati; narrativa perché facente perno e prendendo costantemente spunto da situazioni di vita reale colte dalle esperienze vissute dai ragazzi o dai formatori (es. lezione di matematica sui processi analitici e sulle percentuali affrontando la necessità di L. di acquistare un’automobile in forma rateale); interattiva perché centrata sulle terzine di comunicazione ordinative, intuitive e descrittive, dinamica ed in continua relazione con i discenti.
La visita guidata e l’esperienza sul campo
Per testare direttamente l’apprendimento e per verificarne la solidità, per unire gli aspetti teorici a quelli pratici e per rendere consapevoli gli studenti sui processi e le fasi del proprio apprendimento in maniera che ognuno di essi potesse valutarne il senso ed acquisire gli strumenti per riprodurlo.
Modelli didattici (esempi delle questioni)
Per quanto riguarda i modelli didattici narrativi, come nelle lezioni frontali, la presentazione degli argomenti si collega direttamente alle esperienze quotidiane dei ragazzi e ai loro problemi.
Pertanto, gli argomenti di matematica e di inglese, o anche le attività informatiche si sviluppano nella risoluzione di una questione.
Per esempio, le questioni matematiche legate ai calcoli e alle procedure logiche sono state affrontate presentando problemi tipo: quanto potrebbe convenirmi acquistare un’automobile a benzina o a gasolio, considerando anche i costi assicurativi e tutte le questioni economiche ad essi legate, oppure, risolvendo e sviluppando i calcoli relativi alle ratealizzazioni negli acquisti. Per l’inglese invece si è trattato spesso della traduzione di testi di canzoni, della costruzione di dialoghi riguardanti temi per i ragazzi interessanti o della traduzione di parti di indicazioni informatiche o di siti stranieri da cui risalire alle regole grammaticali e sintattiche di base.
Nel settore informatico invece, la scrittura in word di un curriculum vitae o di una lettera di presentazione sono stati spunti per l’utilizzo del PC e parallelamente per imparare a scrivere in italiano migliore. Ancora, la costruzione dei propri grafici di autopercezione del miglioramento in Excel e la precedente rielaborazione matematica dei dati sono stati argomenti ponte tra le varie discipline previste.
Il lavoro individuale, ad ognuno il suo
percorso
A partire dall’analisi del temperamento individuale e dalle posizioni sociometriche (costruite e analizzate con i ragazzi, mescolando così procedure di calcolo elementari e riflessioni sociologiche ed educative) si è cercato di individuare dei percorsi di crescita e sviluppo delle potenzialità di ognuno specifici.
Riflettendo individualmente ed in gruppo sulle disposizioni e sulle capacità di ogni ragazzo e valutando le personali carenze e necessità educative.
Alla fine, nella certificazione, si è consegnato ad ogni ragazzo una breve analisi del grafico personale conteente i pnti di forza ed i bisogni educativi di ognuno. Discutendone in gruppo ed individualmente.
Esempio di certificazione:
INTERPRETAZIONE DEL GRAFO
La personalità è caratterizzata da doti relazionali di tipo dialogico e di incontro. Capacità di sostegno e di essere un ottimo compare e amico, con il rischio di non riuscire a dire di no e di rimanere invischiato nei rapporti. Alta la probabilità di creare fraintendimenti in chi non conosce apparendo diverso da come é.
PROGETTO EDUCATIVO
Il percorso di crescita consiste nel diventare
più indipendente dalle richieste amicali, senza timore di non essere accettato
per come si è realmente e nell‘operare attivamente per raggiungere l‘obiettivo
di diventare ciò che vuole.
L’autovalutazione e l’autopercezione.
Si è ritenuto essenziale lungo tutto l’arco dell’esperienza proporre e promuovere nei ragazzi momenti di riflessione sulle attività e sulle percezioni, rendendoli partecipi ed il più possibile consapevoli dei processi di apprendimento messi in atto.
Evidenziando e rendendo visibili le loro scelte anche quando fossero implicite o latenti, perché diventassero consapevoli e valutabili, individualmente o nel gruppo dei pari.
In termini oggettivi e quantitativi è palese che le dichiarazioni di apprendimento e di miglioramento non siano fino in fondo attendibili circa l’effettiva quantità di conoscenza raggiunta, ma sono essenziali e rappresentative per ciò che riguarda la cognitivizzazione dell’apprendimento, che è essenziale parte del processo stesso di apprendimento e nell’acquisizione di responsabilità. Nel momento stesso in cui dichiaro a me stesso di sapere o non sapere qualcosa, salgo un altro scalino della consapevolezza di me e della conoscenza stessa.
[1] Per la completa esplicazione del modello si rimanda al testo di V. Masini, Dalle emozioni ai sentimenti, Prevenire è Possibile, Isernia, 2000.