PROVVEDITORATO AGLI STUDI DI PERUGIA
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Ufficio Studi e Programmazione
Settore Educazione alla Salute
Il Comitato Tecnico Provinciale per l’educazione alla salute del
Provveditorato agli Studi di Perugia ha ravvisato la necessità di offrire agli
insegnanti degli Istituti di 1° e 2° grado alcuni strumenti educativi per la
prevenzione del disagio e delle tossicodipendenze.
Il progetto ha come centro il gruppo di incontro formato da
adolescenti e la relazione con l’adulto educatore; si tratta di riprendere le
fila di un sistema educativo che
abbia il suo centro nella relazione tra persone per farle incontrare in gruppo,
farle crescere nell’ascolto e nel dialogo, farle confrontare sui personali
vissuti e, infine, far loro scoprire che spesso disagio è solo assenza di
comprensione reciproca.
Il corso
Prevenire è possibile
è organizzato per formare educatori alla conduzione di “gruppi d’incontro”.
Tali gruppi, previsti dal T.U. 309 all’interno delle attività di
prevenzione nei C.I.C., saranno costituti all’interno degli Istituti Medi
Inferiori e Superiori e gestiti da
insegnanti opportunamente formati.
Momenti di gruppo di incontro potranno essere accesi all’interno
delle classi, delle iniziative di accoglienza, dei corsi di recupero, delle
attività per il contenimento della dispersione scolastica e, in genere, in tutti
i contesti educativi mirati alla peer education.
I gruppi di incontro possono essere costituiti ed organizzati
ovunque; all’interno di associazioni, aziende, sedi istituzionali, parrocchie,
etc. realtà dislocate nel territorio che possono avere la necessità di poter
contare su educatori in grado di impegnarsi per diffondere tale metodologia.
La volontà di aprire la scuola al territorio e di far partecipare
ad un progetto
formativo del Provveditorato agli Studi
operatori sociali non scolastici costituisce la novità del progetto per
il quale saremo lieti di una
concreta sinergia con Enti ed Aziende
del territorio disponibili alla collaborazione.
In attesa di un Vs riscontro per concordare le modalità,
sollecito poiché sarebbe necessario iniziare il corso nel settembre p.v.
, mi pregio distintamente
salutarLa.
IL PROVVEDITORE AGLI STUDI DI PERUGIA
(Dott. Salvatore Maria Micciché)
PROVVEDITORATO
AGLI STUDI DI PERUGIA
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Prevenire è possibile
Corso di artigianato educativo per
insegnanti, educatori, genitori, volontari
finalizzato alla
formazione
di conduttori di gruppi di incontro
.
PRESENTAZIONE
" Ho visto molti educatori sinceramente impegnati nel darsi da
fare per i giovani. Ma ho anche visto la delusione di molti nel non riuscire a
trasmettere i valori in cui credevano. In molti casi perché dicevano solo di
crederci, ma non li vivevano. Il loro fallimento dipende dal fatto che non si
può dare ciò che non si ha. In altri casi perché, pur possedendo valori e
strumenti educativi, pensavano di poterli trasmettere meccanicamente. E ciò non
sempre funziona.
Non è possibile trasmettere ideali a chi si entusiasma facilmente
ma poi, come fuoco di paglia, passa da un interesse ad un altro; ad un giovane
così volubile occorre prima insegnare la soddisfazione della coerenza e
dell'autodisciplina.
E se l'educatore ha di fronte un ansioso deve invece guardarsi
dal trasmettere ulteriore disciplina; per quel giovane può diventare un processo
ossessivo. Dovrà invece far leva sulla tolleranza, sulla generosità e sulla
magnanimità per insegnargli ad aprire lo scrigno entro cui imprigiona il suo
"io" e trovare equilibrio.
La disciplina invece è virtù indispensabile per lo sfiduciato;
chi soffre di complessi di inferiorità ha bisogno di raggiungere l'autostima
attraverso i risultati concreti che solo l'applicazione metodica permette.
Occorre impedirgli di continuare ad essere invisibile, a nascondersi ed a
mettersi maschere ed a liberarsi dal sentimento di vergogna che lo opprime.
La vivida intelligenza e la grande capacità intuitiva di un
giovane possono anche abbagliare un educatore, che giunge a compiacersi in quel
giovane amandolo fuori misura. Se quel giovane però non impara il valore
dell'umiltà ed a verificarsi pazientemente nella concretezza della realtà,
rischia l'insuccesso nei fatti e nelle relazioni con altri, l'affascinante
prigionia del continuo giocare con la propria intelligenza e, come punto di
arrivo, il delirio prepsicotico.
è
poi normale che un educatore provi fastidio nei confronti di un giovane
petulante, insistente e che si mette sempre in mostra. L'educatore se lo sente
incollato addosso come un adesivo. L'"adesivo" è un giovane affamato di affetto,
probabilmente perché nella vita ne ha ricevuto poco e l'educatore dovrà
insegnargli a non essere ingordo, ad accontentarsi. Se vuoi saziare un
"adesivo" non aspettare che egli esprima visibilmente il suo bisogno,
anticipalo prendendolo in considerazione quando meno se lo aspetta.
Spesso gli educatori sottovalutano il fatto che i valori bisogna
prima viverli per poi farli vivere ai giovani affinché li capiscano: quella
"testa rapata", naziskin o ultrà di una tifoseria o quell’inquieto dell'ultimo
banco non avrà alcuna possibilità di spegnere la sua tensione interna, rabbiosa
e distruttiva ed imparare a far emergere la calma dentro di sé, se non incontra
un educatore che è in grado di insegnare come si fa, in ragione della sua
esperienza, ad entrare in contatto con la propria calma. Se l’educatore perde la
sua calma non potrà mai regalarla ad altri. Il ruminante, permaloso e magari
violento, ha estremo
bisogno di imparare ad accettare di spegnersi.
All'estremo opposto si colloca un altro giovane, in classe spesso
negli ultimi banchi, l'apatico. La sua pigrizia, distrazione e
fuga nella fantasia può essere ribaltata solo mettendolo in conflitto con se
stesso. Il pigro non regge i conflitti emotivi, razionali, logici e relazionali
giacche gli impediscono di scivolare nel desiderato torpore. Non bisogna mai
dargli una mano o assecondarlo nella sua pigrizia ma spronarlo per far emergere
le ambizioni che rimuove..."
Vincenzo Masini
IL SIGNIFICATO DEL GRUPPO DI INCONTRO
Nella attuale solitudine o nelle difficoltà di relazioni in cui i
giovani e gli adulti spesso versano a causa dei modi di vivere contemporanei,
il Gruppo di Incontro appare come un importante strumento educativo applicabile
nelle scuole, nelle circoscrizioni, nelle parrocchie, nelle
fabbriche e nelle realtà associative.
Il progetto che presentiamo alla città non intende invadere il
campo del libero associazionismo, ne interferire con la sua autonomia ed
autodeterminazione ma offrire un servizio a chiunque è in contatto con i
giovani, li educa e li ama per meglio affrontare il rapporto con loro, con i
loro problemi e disagi.
Gli incontri di adeguamento sono strumento per formare conduttori
di gruppi di incontro. Momenti di gruppo d’incontro possono essere costruiti
ovunque, all’interno di associazioni già consolidate o in situazioni dove è
necessario stimolare e guidare educativamente l'aggregazione giovanile. I
conduttori di gruppo svolgeranno la loro funzione nelle diverse realtà di gruppo
d’incontro già presenti o che il Comune prevede di accendere nel corso dello
sviluppo del progetto.
Programma degli incontri di adeguamento
Scopo degli incontri di adeguamento è far riflettere sulle
proprie personali risorse educative e migliorare le personali capacità
comunicative, organizzative e di aiuto finalizzato alla prevenzione del
disagio, del disorientamento, e della esposizione al consumo di droga
o di alcol.
I partecipanti agli incontri riceveranno informazioni e
conoscenze tecniche sulle interpretazione del disagio giovanile e della
eziologia della droga, ma sperimenteranno soprattutto modalità comunicative
adatte alla relazione con i soggetti a rischio e metodi di ascolto, di
interpretazione e di intervento.
PRIMA UNITà
1) Le strategie di prevenzione
2) Gli strumenti dell’intervento educativo: l'ascolto,
l'empatia, l'autoanalisi, la
formazione ai valori, la crescita interiore, la relazione gruppale, la
partecipazione.
3) I gruppi di incontro
4) Metodo per la conduzione del gruppo di incontro
5) Modalità per l’accensione di un gruppo di incontro nei diversi
contesti
6) Obbiettivi del gruppo di incontro
7) Fasi e durata del gruppo e sua replicazione
SECONDA,
TERZA E QUARTA UNITà
1) La condizione giovanile nelle recenti ricerche,
2) Eziologia del disagio e condizione a rischio,
3) La diffusione delle sostanze stupefacenti
4) Le nuove droghe sintetiche e la cultura dello sballo
5) Giovani e violenza contro gli altri e contro se stessi
6) Le tipologie del disagio e le tecniche di osservazione per
riconoscerlo lo secondo la terminologia utilizzata da Prevenire è Possibile
"I ruminanti"
"Gli invisibili"
"Gli inquieti-ansiosi"
"Gli sballoni"
"I deliranti"
"Gli apatici"
"Gli adesivi"
QUINTA
UNITà
1) Giovani e scuola
2) La prevenzione nella scuola
3) C.I.C. , docenti referenti e gruppi di incontro
4) Dalla classe al gruppo
5) Il "circle time" in classe
6) La "ricerca-intervento" sui trasgressivi
SESTA UNITà
1) La richiesta di valori da parte del contesto giovanile
2) La responsabilizzazione
3) Valori e vissuto, valori e sentimenti, la trasmissione di
valori
4) La capacità di riflessione sulle esperienze
5) Giovani e relazione con la famiglia, il gruppo di pari, la
scuola e il lavoro
6) Dinamiche dell’associazionismo giovanile
SETTIMA UNITà
1) I gruppi famiglia e le associazioni genitori
2) La scuola genitori
3) Come accorgersi dell’esposizione al disagio di un giovane
4) Uscire dalla vergogna e dalla solitudine
5) Il confronto educativo tra famiglie
6) Da famiglia problema a famiglia risorsa
OTTAVA UNITà
Conclusione del corso e proposte operative
1) L’amministrazione della prevenzione
2) Verso la scuola relazionale
3) La normativa di riferimento per la prevenzione e per le
attività integrativa
4) Un quadro di insieme del processo di cambiamento della scuola
Gli incontri di adeguamento si svolgeranno in maniera seminariale
e si alterneranno con incontri di sperimentazione di gruppo. La metodologia di
lavoro si attuerà attraverso una intensa dinamica di partecipazione utilizzando
tutti i momenti di relazione collettiva o interpersonale. Gli incontri di gruppo
saranno
8.
Obiettivo da raggiungere per la prevenzione
del disagio e della tossicodipendenza e dell’alcoolismo è la realizzazione
all’interno di ogni gruppo di un clima relazionale carico di affettività, di
comprensione reciproca e di intenso coglimento empatico del vissuto altrui.