Le personalita’ collettive di classe scolastica
di Vincenzo Masini
Nella prospettiva di individuare le interazioni educative e didattiche più
efficaci in ciascun tipo di classe sono state analizzate le personalità
collettive di 761 classi con tre diverse ricerche. Il modello con 14 tipologie
di classe viene presentato in forma semplificata con 4 tipi e altrettante
strategie di intervento.
LE PERSONALITÀ COLLETTIVE DI CLASSE
Due degli interrogativi più ricorrenti, quasi mai espressi verbalmente da
parte dei docenti, sono da sempre: “Perché
si insegna così male in 3c e si lavora positivamente in 4a?”, e il secondo
“Perché riesco ad avere buoni risultati in 3b e, pur facendo le stesse cose, non
ottengo risultati in 3a?”.
Per dare risposta a queste due domande ho
iniziato, nel 1993, un’indagine sulla struttura relazionale delle
classi, insieme a 50 docenti delle scuole di Terni. Attraverso 165 item e un
focus group al termine della somministrazione venivano raccolti dati su 207
classi che, una volta elaborati, [Masini: 1996] hanno portato a costruire un
modello con 14 tipologie di classe. Quello studio pilota si è perfezionato,
attraverso altre due ricerche, in un modello di ricognizione sulle classi
riducendo a 24 gli item; quelli maggiormente indicativi tra quelli relazionali[1]
e quelli di struttura.
Il test distingue tra relazioni di affinità e di opposizione che, dopo
l’elaborazione[2],
vengono rappresentate su un istogramma. Questo consente una rapida
visualizzazione del sistema di relazioni della classe e l’individuazione degli
interventi più opportuni.
Il test rende possibile la valutazione delle personalità collettiva della classe
investigata attraverso la comparazione dei due grafi e l’osservazione degli
aspetti prevalenti su cui focalizzare l’intervento educativo in senso
relazionale.
I grafi delle classi sono costituiti dall’incrocio di due relazioni per
ogni vertice; ciò deriva dal fatto che un alto numero di rapporti di amicizia
può indicare sia la presenza di un elevato grado di unione che di invischiamento
relazionale nei sottogruppi. L’unione è determinata dalle relazioni di
disponibilità e di dialogicità (i cui item più rappresentativi sono il
7 “Quante persone consideri davvero amiche all'interno della tua classe?” e il 13 “Di Quanti hai il numero di telefono o
telefonino?”), l’invischiamento è determinato dal fastidio e dall’equivoco (i
cui item più rappresentativi sono apparsi il 2 “Quanti dei tuoi compagni ti
infastidiscono?” e il 6 “Con quanti dei tuoi compagni hai litigato?”). La
sovrapposizione di questi dati è indispensabile per comprendere l’autentica
forma della classe e rendere rappresentabile nel grafo il suo clima relazionale.
L’andamento numerico delle relazioni di unione o di invischiamento dipende da
due tipi di condizioni: se, ad esempio, in una classe di 20 persone (380
possibili relazioni di amicizia) si ottiene un valore di 200 rapporti di
amicizia è legittimo dedurre che la classe sia unita, (si può immaginare un
nucleo centrale di 12 persone in relazione di amicizia reciproca ed una fronda
di 56 rapporti di amicizia che tengono complessivamente insieme il gruppo), se
le relazioni sono invece 150 è molto più probabile che vi siano almeno due
sottogruppi di 6 o 7 persone ed una fronda di circa 50 altre relazioni (in
questo caso la classe potrebbe essere a rischio di conflitto tra due gruppi), se
il totale delle relazioni è ancora minore la classe è divisa in tre o più
sottogruppi e probabilmente manifesta una cultura relazionale individualistica o
amorfa. Dunque il basso punteggio ottenuto nel polo dell’unità della classe
dovrà manifestarsi con una corrispondenza contraria sul polo della divisione e
dell’indipendenza. Per questo motivo il sistema delle relazioni di affinità deve
essere confrontato con tutte le possibili interdipendenze.
Lo stesso ragionamento vale nell’ambito delle relazioni oppositive:
l’invischiamento nei sottogruppi è determinato dal grado di unione, all’interno
dei sottogruppi, ma anche dal grado di tensione oppositiva, esterno ed interno
ai sottogruppi, misurato sulla base del fastidio e del litigio.
Il modello complessivo, che non è possibile descrivere per ragioni di spazio,
incrocia a rete tutte le altre variabili e le loro interconnessioni. La
modellistica proposta
[3]
nella analisi delle classi nasce all’interno di un percorso di studio che
collega le variabili individuali con quelle del gruppo: ai fini della
valutazione del rendimento, ai fini dell’orientamento e dello sviluppo della
didattica non può essere preso solamente in considerazione il singolo studente
ma l’analisi deve essere integrata con il contesto[4].
L’ultimo passaggio per la costruzione del grafo di classe è piuttosto semplice:
si tratta di sommare i punteggi negativi della classe, ottenuti attraverso
l’eleborazione delle opposizioni, con quelli positivi, ottenuti attraverso il
computo dei valori di affinità, e valutare l’andamento complessivo del grafo.
Se per una analisi di sociologia della classe scolastica è rilevante
interrogarsi sui processi di affinità e di opposizione, per la scelta
dell’itinerario educativo e didattico prioritario è sufficiente tenere in
considerazione che le opposizioni non sono necessariamente fenomeni negativi, in
ragione del loro contribuire all’equilibrio complessivo del sistema classe. La
complessità dello schema si riduce ad un disegno con sette assi e i fattori
della prima analisi, sui quali erano stati costruiti i modelli idealtipico delle
singole classi, diventano assi su cui attribuire il diverso punteggio delle
singole classi esaminate. Ciò significa individuare una meta ideale per una
classe “costruttiva” nell’equilibrio tra le diverse disposizioni, in modo da
potersi esprimere potenzialmente nella sue diverse sfaccettature relazionali
funzionali ai compiti ed alle situazioni che il gruppo classe vive. Analizzare
un grafo significa dunque osservare l’ampiezza dello spostamento del suo
baricentro. Si può definire critica solo quella classe che presenta valori
assolutamente bassi in un asse, poiché si manifesta con l’assenza di una
specifica potenzialità.
In tavola 3 sono rappresentati i grafi di opposizione e di affinità ed un terzo
grafo che rappresenta la somma dei loro valori. Nell’esempio è mostrata una
classe relativamente bilanciata tra le sue molteplici tensioni relazionali che,
nel loro insieme si equilibrano. L’unico vero rischio involutivo della classe
esaminata, potrebbe essere quello di una eccessiva superficialità nella
relazioni, di un ottimismo generalizzato, di una mancanza di sensibilità e
indipendenza.
Per la scelta dell’intervento prioritario di riequilibrio delle relazioni è però
necessaria una successiva elaborazione: dato che l’equilibrio è determinato dal
bilanciamento delle relazioni opposte, è necessario sviluppare un calcolo che
riporti sui singoli assi il valore dell’asse, diminuito della media dei valori
dei due assi opposti. In tal modo appare con evidenza il vero punto di
sbilanciamento e, moltiplicando il risultato per –1, si ottiene il luogo
prioritario di intervento (Tavola 4). Dai due grafi a radar si evince la
necessità di stabilizzare l’unità della classe, rendendo gli studenti più
profondi e sensibili ed inibendo, attraverso l’emersione del fastidio, l’eccesso
di scanzonatura effervervescente. In questo caso l’espressione del fastidio è un
fenomeno positivo di riequilibrio.
Le etichette con le diciture “fallita”, “amorfa” e “conflittuale” anticipano i
concetti che verranno successivamente presentati nel modello di analisi
semplificato sintetizzano in una sola espressione i possibili elementi critici
delle classi problematiche che presentano il loro baricentro del tutto spostato
in tali direzioni.
Nella successiva tabella 1 sono riassunte le 7 tipologie di classe
presentando gli incroci di relazioni oppositive o di affinità su cui sono
costruiti i grafi.
TABELLA 1
TIPO DI CLASSE |
RELAZIONI OPPOSITIVE CHE LA CARATTERIZZANO |
RELAZIONI DI AFFINITA’ ELETTIVA CHE LA CARATTERIZZANO |
CLASSE RIGIDA/ ORGANIZZATA |
Insofferenza incomprensione |
Integrazione complementarità |
CLASSE AGITATA/ MOTIVATA |
Equivoco delusione |
Mediazione Incontro |
CLASSE DIVISA/ INDIPENDENTE |
Insofferenza logoramento |
Dialogicità
riconoscimento |
CLASSE SCANZONATA/ OTTIMISTA |
delusione evitamento |
Integrazione disponibilità |
CLASSE DEMOTIVATA/ PACIFICA |
Logoramento fastidio |
Complementarità Mediazione |
CLASSE RASSEGNATA/ SENSIBILE |
Evitamento incomprensione |
Riconoscimento Incontro |
CLASSE INVISCHIATA/ UNITA |
Fastidio Equivoco |
Disponibilità Dialogicità |
L’analisi multilivello può avere
applicazioni molto più raffinate che qui possono essere solamente enunciate: lo
sbilanciamento di una personalità collettiva verso una delle tipologie
descritte, dipende dalle relazioni interpersonali le quali sono da legarsi sia
alla pressione strutturale e conformante sul gruppo, da parte della istituzione
scolastica, sia alle personalità individuali dei singoli alunni. Ove si
disegnino le medie delle personalità individuali e il profilo della personalità
collettiva, si potrà osservare il rapporto tra il gruppo palese e il gruppo
latente. Ove quest’ultimo non riesca a pervenire ad un adattamento se, cioè, “il
gruppo non si accorge della necessità di cambiare il tipo di interazione si
trova di fronte al problema della sopravvivenza: con cui si deve intendere, o la
sopravvivenza di quel gruppo particolare, o la sopravvivenza di quel tipo di
gruppo” [Klein: 1956, 193].
Le variabili di contesto sono però molto importanti: la
diversità delle personalità collettiva delle classi scolastiche è legata sia al
tipo di scuola che al tipo di territorio. Le classi sono diverse in ragione
delle loro relazioni interne determinate dalle personalità degli studenti e
dalla pressione eserciaita su di loro dall’istituzione scolastica. Ma anche in
funzione dei diversi territori. Le
tabelle 2 e 3 riportano i dati medi delle classi in varie parti d’Italia.
INDICATORI
SEMPLIFICATI PER L’ANALISI DELLA CLASSE
Gli aspetti individuali di personalità dei singoli ed i ruoli rivestiti sono da
coniugare con la qualità delle relazioni intersoggettive e da correlare con
indicatori percettivi del clima della classe o oggettivi sullla struttura della
classe (profitto, assenze, densità del nucleo storico, ecc.).
Ciò costringe ad elaborazioni complesse per la sovrapposizione di dati di
diversa qualità. Queste molteplici fonti di dati sono state ripetutamente
utilizzate nel corso delle ricerche sulle classi ed è utile rammentarle perché
costituiscono la base per l’approccio percettivo semplificato che si è proposto
come base nell’interazione con la classe scolastica da parte dei docenti.
Lo schema degli assi delle relazioni, derivato dalle fattoriali della prima
analisi, garantisce una valida approssimazione e il modello di raccolta dei dati
è piuttosto semplice; l’analisi della classe, utilizzata come strumento di
ricerca intervento, serve agli studenti per comprendere le loro difficoltà di
relazione e favorire l’attivazione verso il miglioramento.
A fianco dei diversi indici di relazionalità della classe appena esaminati
vengono poste ulteriori domande ed attuate alcune osservazioni sulla fisionomia
della classe.
Gli indicatori che possono essere utilizzati, da soli o in concomitanza tra di
loro, sono:
·
STORIA DELLA CLASSE; la quantificazione del
suo nucleo storico, il numero dei bocciati nei diversi anni e dei ripetenti che
sono entrati a far parte della classe. Il rapporto tra nucleo storico e numero
attuale consente di costruire una frazione che indica il grado di stabilità
della classe nella sua storia. (La ricognizione di questo dato è utile come
proposta pedagogica per ricostruire con gli studenti la storia delle loro
relazioni e i legami che si sono interrotti).
·
PROFITTO. Si tratta, dapprima, di costruire
il voto medio della classe, che è un utile dato di confronto tra le classi, e
poi analizzare la distribuzione dei voti rispetto a questa media. Un metodo di
ricognizione più immediato ed efficace consiste nel chiedere agli studenti, e
conteggiare, quanti hanno uno o due “sette” (o distinto), quanti hanno uno o due
insufficienze ed osservare se vi sono sovrapposizioni o se i voti sono
fortemente polarizzati. Questo dato serve a comprendere i processi di
differenziazioni interni alla classe.
·
LE ASSENZE individuali o a sottogruppi,
semplici o ripetute, occasionali o strategiche sono indicatore della
partecipazione o della propensione alla dispersione. Il loro numero consente
l’elaborazione di un valido indicatore della demotivazione.
·
UNITA’ DELLA CLASSE E QUALITA’ DELLA AUTODESCRIZIONE DELLA CLASSE. I
dati raccolti, per alzata di mano, servono a comprendere la descrizione che gli
studenti danno della classe. Vengono poste agli studenti domande del tipo: “La
vostra classe è unità ?”; “Quanti di voi sono contenti di essere in questa
classe?”; “Quanti di voi vorrebbero cambiare classe?” e conteggiate le risposte
favorevoli, contrarie o incerte, date per alzata di mano. Oppure vengono
sottoposti a punteggio coppie di aggettivi di autodescrizione.
·
SOTTOGRUPPI. Gli indicatori dei sottogruppi possono provenire
dalla elaborazione dei precedenti indici di relazionalità. La percentuale delle
relazioni in atto da indicazioni sulla natura dei sottogruppi. Si è già discusso
del rapporto tra il variare della relazionalità ed il numero dei sottogruppi:
può essere più semplice chiedere direttamente agli studenti la quantità di
sottogruppi presenti nella classe e pervenire insieme a loro ad una analisi
reticolare dei rapporti.
·
STRUTTURA La struttura della classe può
essere individuata attraverso il ruolo che gli studenti interpretano utilizzando
la terminologia di Presutti [1993]: leader dominanti, leader partecipativi,
gregari attivi, gregari passivi, non integrati introversi, non integrati
estroversi. La metodologia di Presutti è efficace e semplice;
consiste nella costruzione, e nella successiva discussione da parte degli
insegnanti, di una tabella dei ruoli occupati dagli alunni.
·
MOBILITA’ INTERNA. Nel corso dell’intervista
alla classe è possibile individuare la geografia dei sottogruppi osservando se
le risposte omogenee sono sparse, provengono dalla fila di destra o di sinistra,
dai banchi davanti o dai banchi dietro. Gli spostamenti nei banchi sono un
indicatore dell’effervescenza della classe e della ricerca da parte degli alunni
della posizione e delle relazioni preferite. Le domande da porre per rilevare la
mobilità della classe sono: “Chi ha cambiato banco, almeno una volta,
nell’ultima settimana? Chi negli ultimi 15 giorni? Chi nell’ultimo mese? Chi
rispetto al primo giorno di scuola?, Chi rispetto allo scorso anno?”. Si
osserverà così la tendenza al movimento o alla stabilità del gruppo classe e si
faranno esprimere le preferenze di posto da parte degli studenti rispetto al
posto effettivamente occupato.
I dati raccolti con questi metodi di osservazione e intervista danno luogo alla
analisi della struttura della classe indicando aspetti di “identità di gruppo”,
“profitto”, “dispersione”, “collaborazione”, “dinamicità”, “stabilità” e
“coesione”. L’incrocio con le caratteristiche relazionali delle classi mostra,
in linea di massima, correlazioni che individuano in queste ultime grandezze dei
veri e propri esiti della configurazione relazionale interna.
La seconda domanda posta in apertura sul diverso rendimento delle classi ottiene
risposta dalla descrizione semplificata di quattro modelli di classe:
“conflittuale”, “amorfa”, e “fallita”, ottenuti o attraverso l’orientamento del
baricentro del grafo in una direzione prevalente o, se il grafo si presenta
armonico, “costruttiva” oppure individuate attraverso gli indicatori
semplificati. Vedi Tavola 5.
LA
CLASSE CONFLITTUALE
È una classe attiva che non orienta in senso positivo le sue energie. Se è
divisa rivolge il conflitto verso se stessa, se è invischiata diventa ribelle
verso i docenti. Le principali caratteristiche sono:
-
Forte agitazione
-
Molte insufficienze
-
Scarsa valorizzazione delle persone
-
Scarsa identità di gruppo
-
Poca coesione e stabilità
La divisione può essere determinata da sottogruppi o da accorpamenti di classi
(in questo caso la mobilità dei banchi è bassa e il numero delle relazioni
interpersonali medio). La ribellione e la agitazione interna possono nascere dal
sentirsi minacciati (atteggiamenti provocatori di alcuni docenti) o dall'essere
istigati (leader negativi che tiranneggiano la classe). E’ una classe pesante,
seria e cupa, apparentemente ordinata ma tagliente; in essa non emerge mai
l’ottimismo e il buon umore, regna la discordia con dispetti e vendette degli
studenti tra di loro. Gli studenti non riescono ad accordarsi, litigano, si
colpevolizzano reciprocamente costruendo un clima che disperde le energie e non
facilita lo studio ed il lavoro. La natura e la struttura del conflitto non è,
infatti, immediatamente visibile ed emerge all’improvviso attraverso episodi
anche sconcertanti. Sottovalutare il conflitto è un grande errore perché può
ritorcesi contro gli insegnanti che ne possono diventare il bersaglio se,
imprudentemente, hanno pensato di rabbonirlo con qualche bonaria
raccomandazione. L’intervento educativo sul conflitto è particolarmente delicato
e richiede la grande pazienza di assorbire le tensioni per poi orientarle
costruttivamente. In primo luogo richiede una attenta osservazione della
struttura dei sottogruppi, dei loro leader e delle sequenze di relazione che
conducono a confliggere. Le tecniche a cui far riferimento per gestire i
conflitti sono quelle del dialogo controllato, del buon ascolto,
dell’intonazione dei sentimenti e del buon accordo [K. Jeffreys-Duden: 2001].
Dal punto di vista della conversazione
didattica, e delle sue prese di turno, è bene evitare la sequenza classica della
“tripletta” che ha ricevuto la designazione di IRF, Inizio dell’insegnante,
Risposta dell’allievo e Follow up successivo, [Sinclair e Coulthard: 1975] e di
IRE [Mehan: 1979], Inizio dell’insegnante, Risposta dell’allievo ed Evaluation
dell’insegnante. La tripletta comunicativa utile in una classe
conflittuale è quella tipica della comunicazione narrativa e cioé:
Domanda dell'alunno - risposta dell'insegnante - nuova domanda dell'alunno...che
costituisce un frame
descrittivo che si amplia e divaga nel contesto [Masini e Vicentini: 2003].
La struttura di discussione interna da applicarsi è quella del
circle time [Gordon: 1974] a cui si possono affiancare metodi e tecniche
relativi alla relazione insegnante - allievo (comunicazione efficace, ascolto
attivo, confronto, controversia senza perdenti, ecc..) ed allo sviluppo della
affettività, corporeità e fantasia (educazione psicoemotiva e corporea,
contatto con sé stessi, con l’ambiente , con gli altri, immaginazione).
Tra i diversi modelli del cooperative
learning
quello più idoneo nella classe conflittuale è lo Structural Approach [Kagan: 1994] proprio perché tende a lavorare
sulla struttura delle relazioni basandosi su quattro componenti fondamentali:
gli elementi (la forma le sequenze tra attore, azione e destinatario), le
strutture (costituzione del gruppo, costruzione della classe, sviluppo della
comunicazione, scambio di informazioni, padronanza di conoscenze, padronanza di
abilità cognitive), le attività e la progettazione. I punti chiave dello
Structural Approach sono l’interazione simultanea, l’uguaglianza nella
partecipazione, l’interdipendenza positiva e la responsabilità personale.
LA CLASSE AMORFA
Viene complessivamente definita amorfa una classe che irrita e delude perché non
riesce ad esprimere una precisa identità. In tali classi le relazioni
interpersonale sono deboli, superficiali e insoddisfacenti e non conducono il
gruppo a prendere forma. In genere si presentano così le classi prime. La classe
ha modificazioni repentine di atteggiamento da un'ora a quella successiva e da
un insegnante e l'altro. La sua identità debole la porta a modellarsi a seconda
delle caratteristiche dei docenti, i quali, in genere, esprimono opinioni
differenti sulla classe. Gli indicatori più evidenti sono:
-
Bassa relazionalità
-
Rendimento medio senza forti insuffienze
-
Mobilità elevata
-
Scarso senso del gruppo e scarsa identità collettiva
La classe può essere descritta come amorfa quando non è ancora formata, quando
il suo stato è esito di disimpegno o indifferenza (demotivata e inconcludente) o
anche quando le relazioni tra gli studenti sono effervescenti ma superficiali
(scanzonata). “Il clima delle diverse scuole varia in relazione al senso di
efficacia degli insegnanti e alle aspettative che essi hanno rispetto alle
potenzialità degli studenti” [Ajello: 1999, 287] e la motivazione è il percorso
indispensabile di miglioramento per questi tipi di classe.
Occorre però distinguere tra animazione e motivazione; per animazione si intende spesso un processo di lavoro educativo mediante la
comunicazione ed il gioco. L’animazione intesa in tal senso può avere una
relativa efficacia con una classe fallita ma non conduce la classe amorfa ad
assumere nessuna forma e nessuna più stabile strutturazione delle relazioni. Se
per animazione intendiamo una processualità a stadi che conduce a maggior
organizzazione allora possiamo individuare nella focalizzazione dei risultati
previsti e nella fissazione degli obiettivi le prime fasi del processo
motivazionale [Bandura: 1977].
La comunicazione che funziona all’interno della classe amorfa è quella
persuasiva: ordinata, e sistematica nel propone obiettivi chiari e
raggiungibili. E’ inoltre importante stimolare la competizione interna tra i
sottogruppi (l’esatto contrario del lavoro educativo rispetto ad una classe
conflittuale dove un simile intervento genererebbe un disastro) dividendo
la classe in 4 sottogruppi di almeno 4 persone, a cui vengono affidati compiti
comuni e che vengono valutati con una votazione collettiva. La concorrenza tra
sottogruppi, in ordine sia al risultato che al tempo di esecuzione, e le
ricompense per il risultato sono una forma di motivazione estrinseca (ma
collettivizzata) ed intrinseca (individualizzata nel gusto personale di
contribuire ad un risultato).
Il modello dello Student Team Learning [Slavin: 1996] descrive gli
elementi utili ad attivare una classe amorfa e cioè la struttura didattica del compito, ossia tutte le varie modalità di
insegnamento che un insegnante può scegliere per svolgere la sua attività e
la struttura incentivante dello
studente, ossia gli strumenti che l’insegnante può utilizzare per stimolare o
attivare la motivazione degli studenti (per es. voti, richiami,
feedback).
Lo
Student Team Learning si organizza
sulla base di 4 componenti fondamentali: il comportamento cooperativo, la
struttura incentivante cooperativa, la struttura cooperativa di compito e i
motivi di cooperazione.
LA
CLASSE FALLITA
E’ una classe statica con un debole nucleo di relazioni attive e significative
tra gli studenti. Gli studenti sono consapevoli della loro scarsa capacità di
fare gruppo ma sono disinteressati a rimettere in moto la classe. La classe è
triste, noiosa e ripetitiva. Ha un atteggiamento complessivo di ostentata
superiorità attraverso il quale squalifica gli interventi dei docenti che
tendono a ridarle fiato e forza.
-
Molti bocciati e molti abbandoni nella storia della classe
-
Scarsa autostima
-
Coalizioni interne alla classe che la bloccano
-
Assenza di occasioni di animazione e di incontro
-
Rendimento medio basso con poche eccezioni
Il fallimento può derivare da oppressione (l’affiatamento interno sfocia in
qualche coalizione stabile con presenza di ideologie o atteggiamenti autoritari
che la classe subisce) o da spegnimento di motivazione (la classe si consuma in
ripetuti tentativi di attivarsi costruttivamente e non è stata capita ed
aiutata).
Una classe di questo tipo ha
bisogno di riflettere sul suo fallimento sia dal punto di vista dei rapporti
interni sia dal punto di vista dei risultati liberando le energie individuali.
Il modello di comunicazione più idoneo è il ricorso al pensiero narrativo ed
alle sue potenzialità euristiche.
L’autobiografia della classe e
l’autobiografia individuale degli alunni può servire a portare alla luce le
individualità ed ad aprire un processo di rielaborazione dei vissuti e di
formazione.
Tale modello consente la chiamata
alla partecipazione al percorso di discussione e di apprendimento [Pontecorvo:
1999, Aiello, Pontecorvo, Zucchermaglio: 1999].
Il modello del Learning Together
[Johnson e Johnson: 1994, 1998, 1999] è basato sulla forte incentivazione della
collaborazione tra i membri del gruppo classe. La principale caratteristica del
Learning Together si fonda sull’assenza di un piano di lavoro
“prefabbricato” e sull’utilizzo da parte degli insegnanti di variabili multiple
da modulare diversamente nel tempo al fine di differenziare e perseguire
risultati non competitivi. Il metodo si fonda sull’’interdipendenza positiva,
sull’interazione faccia a faccia, sull’insegnamento diretto, l’uso delle abilità
interpersonali, la formazione di piccoli gruppi eterogenei. La revisione del
lavoro svolto e la valutazione individuale e di gruppo avviene durante lo
svolgersi del compito (monitoring)
oppure terminata l’attività (processing).
LA
CLASSE COSTRUTTIVA
La classe costruttiva è la classe ideale, all’interno della quale si lavora bene
e si raggiungono buoni risultati. La classe contiene diversi leader funzionali
ai diversi scopi. Le caratteristiche di tali classi sono:
-
Buon profitto distribuito fra tutti gli studenti
-
Espressione di eccellenze senza sacche di esclusione
-
Buon clima relazionale ed alto numero di amicizie
Il lavoro educativo e didattico in tali classi tende al consolidamento delle
qualità ed al consapevole perseguimento degi obiettivi scolastici. Il metodo del
group investigation di Sharan, Kussel, Hert-Lazarowists [1984] si basa
sull’insegnamento in piccoli gruppi, nei quali lo studente si autoregola
nell’attività di apprendimento e viene coinvolto attivamente nell’acquisizione
del proprio sapere attraverso la ricerca del personale bisogno conoscitivo
intrinseco. Il punto di partenza è l’organizzazione della
ricerca conoscitiva che parte dagli
interrogativi espressi dagli studenti o da ciò che per loro suscita interesse,
confronto e discussione.
Il compito dell’insegnante è promuovere un clima e un ambiente comunicativo. Le
competenze comunicative degli studenti si sviluppano attraverso le capacità di
parlare in modo conciso, ascoltare, riflettere, partecipare, senza monopolizzare
la discussione, e ricercare il consenso attraverso un’aperta discussione. Le
pause di riflessione sull’attività svolta servono ad innescare l’autovalutazione
su come procede il lavoro, sull’individuazione delle situazioni negative, sulle
abilità efficaci e positive, e sulla finalizzazione del lavoro.
Il
Group investigation può essere
suddiviso in 6 fasi:
1. Organizzazione in gruppi di ricerca sull’interesse per argomento
2. Collaborazione
3. Applicazione dei loro piani
4. Pianificazione
5. Presentazione dei risultati agli altri gruppi
6. Apprendimento individuale e presentazione dei risultati vengono valutati in
collaborazione con l’insegnante.
CONCLUSIONI
L’insegnamento personalizzato non riguarda solo il singolo alunno; esiste una
personalizzazione gruppale tendente a favorire lo sviluppo dell’ambiente di
apprendimento. L’obiettivo della nostra ricerca è stato quello di dimostrare che
i percorsi che conducono alla costruzione del gruppo classe sono diversi a
seconda del punto di partenza. Una corretta diagnosi, attuata con la raccolta
dei dati o mediante la percezione ragionata del clima di classe, conduce alla
scelta del metodo più appropriato.
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(1998). Gli alunni fanno ricerca.
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Searle S.R., Casella G. e McColluch C. E. (1992) Variance components,
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Sinclair J.M., Coulthard R.M., (1975),
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Slavin, R. E. (1996). Education for all., Swets & Zeitlinger Publishers, Lisse.
Slavin, R. E., Madden, N. A., Dolan, L. J., Wasik.
B.A. (1996). Every child, Every school.
Success for all., Corwin Press, Thousand Oaks, CA.
TABELLA 2 MEDIE TERRITORIALI DELLE RELAZIONI SU 303 CLASSI
ANALIZZATE E MEDIE GENERALI
MEDIE TERRITORIALI |
CAMPOBASS |
GROSSETO |
MATERA |
AREZZO 1 |
MACERATA |
ORBETELLO |
GROSSETO2 |
ROMA1 |
LUCCA |
Numero classi analizzate |
24 |
14 |
25 |
12 |
18 |
20 |
12 |
18 |
33 |
INTegrazione |
0,5230 |
0,5498 |
0,8143 |
0,3916 |
0,3086 |
0,2985 |
0,3513 |
0,4025 |
0,4647 |
FAStidio |
0,0846 |
0,1105 |
0,1176 |
0,0946 |
0,1537 |
0,0909 |
0,3957 |
0,1472 |
0,1002 |
MEDiazione |
0,2311 |
0,0867 |
0,1851 |
0,1914 |
0,0507 |
0,1803 |
0,3366 |
0,0087 |
0,2151 |
INCoMprensione |
0,6506 |
0,8541 |
0,6660 |
0,4370 |
0,9068 |
0,8864 |
0,6972 |
0,6688 |
0,6006 |
RIConoscimento |
0,1396 |
0,1141 |
0,1202 |
0,1550 |
0,0912 |
0,1455 |
0,3134 |
0,2191 |
0,1404 |
EQUivoco |
0,1871 |
0,0921 |
0,1753 |
0,1747 |
0,1309 |
0,1273 |
0,4715 |
0,2091 |
0,0904 |
DISPonibilità |
0,3376 |
0,1755 |
0,2255 |
0,2661 |
0,1844 |
0,1409 |
0,3404 |
0,0551 |
0,2233 |
INSofferenza |
0,2188 |
0,1182 |
0,2047 |
0,3055 |
0,2216 |
0,2735 |
0,5306 |
0,3176 |
0,1509 |
COMplementarità |
0,4233 |
0,4828 |
0,6357 |
0,4824 |
0,2771 |
0,2508 |
0,4220 |
0,1053 |
0,2947 |
DELusione |
0,4612 |
0,5802 |
0,5659 |
0,5286 |
0,6611 |
0,7114 |
0,2444 |
0,8234 |
0,6578 |
INCOntro |
0,2961 |
0,3681 |
0,4219 |
0,4982 |
0,2565 |
0,4629 |
0,7907 |
0,1785 |
0,3309 |
LOGoramento |
0,8818 |
0,7820 |
0,7687 |
0,7814 |
0,8564 |
0,5492 |
0,3003 |
0,8488 |
0,8174 |
DIAlogicità |
0,6420 |
0,5771 |
0,3604 |
0,5651 |
0,4101 |
0,5273 |
0,4553 |
0,1526 |
0,3610 |
EVItamento |
0,7743 |
0,7722 |
0,5725 |
0,7255 |
0,8150 |
0,4705 |
0,2460 |
0,7994 |
0,7643 |
MEDIE TERRITORIALI |
CASENTIN |
CAMPANIA |
AREZZO 2 |
ISERNIA |
ROMA2 |
ROMA3 |
SIRACUSA |
RIETI |
MEDIE |
Numero classi analizzate |
32 |
22 |
12 |
30 |
3 |
15 |
5 |
8 |
303 |
INTegrazione |
0,5440 |
0,5579 |
0,6690 |
0,5643 |
0,7604 |
0,6305 |
0,5665 |
0,5304 |
0,5251 |
FAStidio |
0,5445 |
0,2614 |
0,0745 |
0,2817 |
0,0605 |
0,4914 |
0,2738 |
0,5353 |
0,2246 |
MEDiazione |
0,5477 |
0,3620 |
0,0731 |
0,2957 |
0,2675 |
0,5801 |
0,3736 |
0,5377 |
0,2661 |
INCoMprensione |
0,2989 |
0,3871 |
0,9407 |
0,5426 |
0,6626 |
0,4660 |
0,3823 |
0,2832 |
0,6077 |
RIConoscimento |
0,3515 |
0,4769 |
0,0889 |
0,2935 |
0,1112 |
0,3580 |
0,481 |
0,3452 |
0,2320 |
EQUivoco |
0,3492 |
0,7683 |
0,1326 |
0,4748 |
0,0704 |
0,4354 |
0,7712 |
0,332 |
0,2937 |
DISPonibilità |
0,6795 |
0,4592 |
0,1959 |
0,5530 |
0,2399 |
0,2671 |
0,4687 |
0,6624 |
0,3220 |
INSofferenza |
0,4312 |
0,7164 |
0,1068 |
0,4265 |
0,1437 |
0,1791 |
0,7251 |
0,4211 |
0,3230 |
COMplementarità |
0,5036 |
0,7450 |
0,2712 |
0,9991 |
0,2879 |
0,5138 |
0,7515 |
0,4923 |
0,4670 |
DELusione |
0,5193 |
0,2521 |
0,6182 |
0,6913 |
0,4639 |
0,3993 |
0,2609 |
0,5077 |
0,5263 |
INCOntro |
0,1750 |
0,8083 |
0,2149 |
0,8413 |
0,1992 |
0,7095 |
0,8123 |
0,1601 |
0,4426 |
LOGoramento |
0,1440 |
0,3693 |
0,9098 |
0,2417 |
0,8225 |
0,2567 |
0,3724 |
0,1337 |
0,5786 |
DIAlogicità |
0,4260 |
0,5607 |
0,4917 |
0,6117 |
0,5576 |
0,8017 |
0,5731 |
0,4101 |
0,4990 |
EVItamento |
0,1790 |
0,4369 |
0,8716 |
0,3830 |
0,7767 |
0,5937 |
0,4421 |
0,1604 |
0,5755 |
TABELLA 3 TIPOLOGIE DI CLASSI INDIVIDUATE NEI DIVERSI
TERRITORI
TIPOLOGIE CLASSI |
CAMPOBASS |
GROSSETO |
MATERA |
AREZZO 1 |
MACERATA |
ORBETELLO |
GROSSETO2 |
ROMA1 |
LUCCA |
ORGANIZZATA/RIGIDA |
1,8157 |
2,0049 |
2,3207 |
1,6165 |
1,7141 |
1,7091 |
2,0010 |
1,4941 |
1,2958 |
MOTIVATA/AGITATA |
1,1755 |
1,1270 |
1,3482 |
1,3928 |
1,0992 |
1,4818 |
1,8432 |
1,2197 |
1,4793 |
INDIPENDENTE/DIVISA |
1,8823 |
1,5914 |
1,4541 |
1,8069 |
1,5793 |
1,4955 |
1,5995 |
1,5381 |
1,3828 |
OTTIMISTA/SCANZONATA |
2,0960 |
2,0778 |
2,1781 |
1,9118 |
1,9691 |
1,6212 |
1,1821 |
2,0804 |
1,7903 |
PACIFICA/DEMOTIVATA |
1,6208 |
1,4619 |
1,7071 |
1,5497 |
1,3379 |
1,0712 |
1,4545 |
1,1100 |
1,4801 |
SENSIBILE/RASSEGNATA |
1,8607 |
2,1085 |
1,7807 |
1,8157 |
2,0694 |
1,9652 |
2,0472 |
1,8658 |
1,4932 |
UNITA/ INVISCHIATA |
1,2513 |
0,9552 |
0,8788 |
1,1005 |
0,8792 |
0,8864 |
1,6629 |
0,5639 |
1,2933 |
TIPOLOGIE CLASSI |
CASENTINO |
CAMPANIA |
AREZZO 2 |
ISERNIA |
ROMA2 |
ROMA3 |
SIRACUSA |
RIETI |
MEDIE |
ORGANIZZATA/RIGIDA |
1,7777 |
2,4064 |
1,9877 |
2,5326 |
1,8546 |
1,7893 |
2,4254 |
1,727 |
1,9102 |
MOTIVATA/AGITATA |
1,5912 |
2,1908 |
1,0389 |
2,3030 |
1,0011 |
2,1243 |
2,218 |
1,5375 |
1,5395 |
INDIPENDENTE/DIVISA |
1,3527 |
2,1233 |
1,5972 |
1,5735 |
1,6349 |
1,5955 |
2,1516 |
1,3101 |
1,6276 |
OTTIMISTA/SCANZONATA |
1,9219 |
1,7062 |
2,3547 |
2,1917 |
2,2410 |
1,8906 |
1,7382 |
1,8609 |
1,9301 |
PACIFICA/DEMOTIVATA |
1,7398 |
1,7378 |
1,3286 |
1,8183 |
1,4385 |
1,8420 |
1,7713 |
1,699 |
1,5393 |
SENSIBILE/RASSEGNATA |
1,0044 |
2,1093 |
2,1162 |
2,0604 |
1,7497 |
2,1273 |
2,1177 |
0,9489 |
1,8377 |
UNITA/ INVISCHIATA |
1,9992 |
2,0496 |
0,8947 |
1,9213 |
0,9285 |
1,9956 |
2,0868 |
1,9398 |
1,3698 |
[1] [1] Gli item relazionali sono: 1) Quanti dei tuoi compagni vanno complessivamente meglio di te? 2) Quanti dei tuoi compagni ti infastidiscono? 3) Quanti dei tuoi compagni si danno da fare per tenere unita la classe? 4) Quanti compagni fanno parte del tuo gruppo? 5) Quanti dei tuoi compagni di classe sono riusciti a capirti fino in fondo? 6) Con quanti dei tuoi compagni hai litigato? 7) Quante persone consideri davvero amiche all'interno della tua classe? 8) Quanti compagni non accetteresti come compagno di banco? 9) Quanti compagni ti hanno prestato qualcosa di cui avevi bisogno? 10) Con quanti compagni riesci a collaborare? 11) Di quanti dei tuoi compagni conosci uno o tutti e due i genitori? 12) Con quanti dei presenti ti vedi al pomeriggio? 13) Di quanti compagni hai il numero di telefono o telefonino? 14) Quanti dei presenti erano con ciascuno di voi quando siete andati a mangiare una pizza?.
[2] L’elaborazione delle risposte indicizza la somma delle affermazioni dei singoli dividendola per il quadrato del numero dei presenti, moltiplicandola per la media nazionale delle risposte su quel singolo item e trasformando il valore ottenuto in una percentuale della somma complessiva dei valori relazionali in quella specifica classe.
[3]
Lo studio dei fenomeni sociali con modelli multilivello è derivato
dall’analisi del contesto [Iversen: 1991] e dalla modellistica a effetti
misti [Searle, Casella e McColluch: 1992]. Per analisi del contesto si
intende lo studio della pressione del gruppo sugli individui. Per effetti
misti si indende la combinazione delle variabili nella analisi dei dati
gerarchici.
[4] La teoria e la metodologia che sostengono questa ricerca sono presentati nei due manuali [Masini V.:2000; 2002].