PROGRAMMI DEI CORSI VINCENZO MASINI
MODELLO TRANSTEORICO E ORIENTAMENTO EFFICACE
Lorenzo Barbagli
Introduzione e Cenni Storici
L’Orientamento, seguendo il modello di F.Taylor, si occupa di collocare l’uomo giusto al posto giusto. Certo, attualmente l’orientamento non si occupa solo della previsione di produttività di una certa persona, ma anche della sua crescita e del suo star bene. Ovvero, si considera che quella persona con quelle predisposizioni, in quel ruolo lavorativo si trova meglio di un’altra.
Fare Orientamento, dunque, significa proporre un’offerta formativa; significa offrire qualcosa di sé come punto di riferimento per un’altra persona. Simbolicamente fare orientamento vuol dire essere un faro, una bussola, cioè uno strumento per fornire alla persona dei parametri di valutazione delle proprie risorse e delle proprie potenzialità.
Quindi, in campo educativo Orientamento significa entrare in contatto con una persona ed offrirle la nostra esperienza emotiva, cognitiva, storica. Orientare è un’esperienza di crescita, in cui si riceve qualcosa da qualcun altro, ; questo qualcosa diviene una pista possibile da intraprendere.. Senza indicazioni, non c’è Orientamento.Esistono teorie del laissez faire, secondo le quali è opportuno lasciare liberi gli educandi, senza fornire loro indicazioni, in modo da non condizionarli.Ne esistono altre che optano per il condizionamento e l’eccessiva direttività, nel delimitare i percorsi da intraprendere.
Ma nel caso di un Orientamento efficace, condotto in uno o due incontri, basati sull’analisi del Test di Personalità e sul colloquio, non si può parlare né di estrema liberà, né di eccessiva direttività.
In questa ottica, l’Orientamento non è un potere da esercitare, bensì una risposta educativa, che indichi percorsi formativi realistici e possibili. Ovvero, l’Orientamento presuppone una dimensione educativa del rapporto. Di conseguenza, una non risposta (allo scopo di lasciar liberi) viene considerata diseducativa, perché non offre uno scambio e un confronto.
Quindi, nell’Orientamento si intende fornire ai ragazzi delle alternative e delle proposte, in una fase di confusione o laddove le decisioni sono state indotte in modo superficiale da motivazioni estrinseche. In altre parole, è importante sia dare informazioni concrete sui percorsi, sia suggerimenti formativi specifici in base alla personalità e al contesto di appartenenza.
Nel corso dei decenni si sono succedute diverse teorie concernenti l’orientamento. Una delle prime riteneva che le indicazioni formative dovessero esser date in base alle attitudini psicofisiche e fisiologiche. Ovvero, si cercava unicamente la struttura fisica più adatta a svolgere una certa mansione.
Altre teorie si fondano sull’approccio caratterologico-emozionale, centrato unicamente sulle caratteristiche di personalità. In altri casi, si lega l’orientamento a processi motivazionali e/o psicodinamici. Esiste, poi, uno specifico ambito di intervento orientativo, che apre la riflessione sulgi aspetti formativi dell’Orientamento. Denominato Formativo, è un ambito molto più vasto che spazia dalle acquisizioni professionali, alla crescita della persona, all’acquisizione di un metodo di studio efficace, alle scelte professionali.
Peraltro, l’Orientamento può essere anche definito Narrativo; in tal caso, la meotdoliga narrativa definisce anche il paradigma di lavoro.
Uno strumento di questa tecnica consiste nella redazione della propria autobiografia, che, analizzata, consente di avere informazioni utili sul tipo di personalità e di percorso evolutivo del soggetto da orientare.
Comunque, la differenza sostanziale tra teorie e tecniche di Orientamento consiste nello stile dell’operatore e nell’impostazione del progetto.
Fondamenti Teorici
Il primo fondamento teorico consiste nel considerare l’Orientamento come un processo educativo, che tenda a far emergere sia le dimensioni dello sviluppo della persona, sia l’orientamento professionale, sia le capacità di scelta e decisione del singolo soggetto.
Il secondo fondamento teorico prevede la somministrazione dei Test, allo scopo di raccogliere informazioni, che facilitino il dialogo interiore del soggetto, oltre che definire indicazioni sul percorso scolastico e/o professionale.
In questo modo, la persona diviene soggetto del processo orientativo, dal momento che il percorso formativo viene esplicitato e, per quanto possibile, reso noto nei suoi diversi passaggi.
Un terzo fondamento teorico prevede di contestualizzare l’Orientamento in base alle potenzialità del territorio e in base alle indicazioni dei gruppi di riferimento.
Nell’ottica del Modello Transteorico questo è un presupposto essenziale dell’Orientamento; troppo spesso, infatti, in altri ambiti vengono proposti percorsi formativi e progetti di vita privi di connessione realistica con il contesto sociale e territoriale di appartenenza.
Per esempio, sarebbe opportuno proporre ad un quattordicenne della periferia napoletana, inserito in un contesto degradato,un progetto a breve termine per il raggiungimento dell’autonomia economica. Raggiunto questo obiettivo minimo, l’adolescente potrà anche decidere di impegnarsi su un doppio fronte (sussistenza e studio), per raggiungere la laurea. In caso contrario, il percorso sarà astratto e non realizzabile.
Così, il Counseling orientativo si propone di indicare una strada, un percorso possibile, di offrirsi come guida e consiglio. Nella nostra società l’eccesso di individualismo lascia sola la persona di fronte alle sue perplessità e alla sua confusione, a causa di una esasperata ricerca di libertà. In tal modo, un consiglio al momento opportuno non lo si chiede a nessuno, anche a causa della malinterpretata concezione di amicizia, considerata esclusivamente come forma di consolazione.
Così, nella nostra ottica il Counselor ha la funzione di un amico, che si prende il coraggio di dir con cognizione di causa grazie a alle sue competenze teoriche, pratiche ed esistenziali quando si sta sbagliando..
E’ chiaro che si presuppone che il Couselor abbia svolto un percorso formativo, teorico e pratico, mirato alla comprensione delle dinamiche psicologiche, intrapsichiche e relazionali. Il Counselor deve conoscere anche la psicoterapia, pur non mettendola in atto e pur limitandosi a dare consigli.
La prima cosa che deve osservare un Counselor in sede di Orientamento è che cosa la persona sa fare bene.Già i bambini in tenera età manifestano ben precise predisposizioni, che li inducono a stare sempre in movimento, o a dedicarsi per ore a giochi ripetitivi e tranquilli. Tutti possiamo imparare tutto, ma ognuno ha alcune cose in cui riesce meglio. Ovvero siamo tutti uguali, pur essendo tutti differenti. Tutti proviamo e capiamo le emozioni fondamentali; ma le ragioni per cui le proviamo sono individuali.
Così, per esempio, il disordine del Creativo è difficilmente conciliabile con la professione di amministratore, ma è molto adatta al lavoro di ricercatore.
Peraltro, un altro aspetto da tener presente è lo sviluppo armonico della personalità: cioè, non dobbiamo divenire professionisti di noi stessi per non rimanere ingabbiati in eccessi poco funzionali. Ciò vuol dire che la persona deve integrare le sue predisposizioni naturali con altre caratteristiche, che migliorano il suo rendimento e la sua efficienza. Per esempio, un Creativo che fa il pittore, dovrà divenire anche un po’ ordinato e responsabile per organizzare la vendita dei suoi quadri.
Una persona deve crescere per completarsi, per stare meglio, per raggiungere una gamma più vasta e variegata di obiettivi esistenziali o anche per accrescere i suoi livelli di performances professionali.
Per favorire nell’educando uno sviluppo armonico della personalità, l’Orientatore deve utilizzare tutte le strategie a sua disposizione per far leva sulle diverse caratteristiche di personalità esistenti e per attivare quelle potenziali.
A tale scopo, egli deve saper Rimproverare, ovvero usare quella parte di sé che è lucida, logica, analitica e che serve a contenere la dispersione emotiva dello Sballone o la pigrizia dell’apatico.
In altri casi l’Orientatore deve essere Incoraggiante, energico, attivo, determinato per poter scuotere dalla demotivazione, per esempio, l’Apatico o un angosciato invisibile..
L’Orientatore deve saper Insegnare, informare, spiegare per ampliare , per esempio, le conoscenze dell’Invisibile, che tende a rimanere chiuso in quello che già sa.
Talune volte, l’Orientatore è chiamato a Coinvolgere, a sdrammatizzare, a colmare di entusiasmo, per esempio l’Avaro, troppo responsabile.
In altri casi, è necessario, innanzitutto, tranquillizzare, per ridurre l’eccesso di energie del Ruminante, o ridimensionare l’ansia dell’Avaro.
Ancora, ci sono situazioni in cui l’Orientatore deve Sostenere, per consolidare l’azione di chi tende a rinunziare, a scoraggiarsi come i dispersivi creativi o i caotici ruminanti.
Infine, a volte l’Orientatore si trova ad accogliere e gratificare, a colmare di affetto, chi ha bisogno primariamente di essere riassociato (come un delirante, che sta perdendo il suo senso di identità) o tenuto in sé come uno sballone instabile.
Un altro presupposto teorico fondamentale nell’Orientamento è costituito da un Test, che fornisce l’analisi delle relazioni interne al gruppo in cui si muove la persona da orientare o il lavoratore da inserire in un team di lavoro. Questa analisi serve a valutare se il gruppo di riferimento è configgente, demotivato, invischiato,ecc.
L’analisi delle forme relazionali del gruppo, in cui la persona da orientare si muove, è essenziale per predisporre un progetto formativo, che intervenga sui punti deboli, che non consentono l’evoluzione del gruppo e dei partecipanti ad esso.
Essenziale è anche il Questionario delle professioni. In esso sono presentate 70/80 professioni, di cui è necessario sceglierne 7/8, per verificare l’area in cui la persona intende muoversi. Tale Test è anche proiettivo delle aspettative e consente, in più, di verificare quanto le scelte siano convergenti e stabili e/o divergenti.
Una ulteriore fase dell’Orientamento è il colloquio individuale e di gruppo per la definizione e il sostegno dei percorsi intrapresi.
L’ultima fase è costituita dalle informazioni per gli insegnanti e per le famiglie. Agli insegnanti è opportuno dare informazioni sulla procedura e sui test utili per la valutazione. Per le famiglie viene redatta una sintesi del lavoro svolto con i percorsi formativi suggeriti.
Valutazione della personalità da Orientare
L’Orientamento, avendo come obiettivo fondamentale la definizione di un percorso formativo, necessita di strumenti efficaci, per la Valutazione della personalità. Infatti, tanto più l’orientatore riuscirà ad avere informazioni sulle caratteristiche della persona, tanto più il suo intervento sarà mirato ed efficace. Per tale ragione, è essenziale conoscere, per quanto possibile, la struttura di personalità (Avaro, Ruminante, Delirante, Sballone, Apatico,Invisibile, Adesivo), che è connessa con l’emozione di base, vissuta da ogni personalità (paura, rabbia, distacco,piacere, apatia, vergogna, bisogno affettivo), correlata alla modalità cognitiva prevalente.
Uso del Test di Personalità
L’analisi dei dati ottenuti nel Test di Personalità è un presupposto indispensabile, sul quale basare il processo di Orientamento. Certo è valida l’obiezione, che essi non siano assoluti. Tuttavia, l’attendibilità è calcolata intorno all’85%.In più, l’attendibilità può variare a seconda della competenza di chi interpreta i dati. I dati del Test hanno valore nella fase evolutiva in cui la persona vive; cioè, riguardano il qui e ora della persona (con un range di oscillazione mediamente semestrale, eccezion fatta per i picchi particolarmente rilevanti che tendono ad essere costanti della struttura di personalità).
In questo Test non c’è distinzione tra ciò che nella persona è acquisito e ciò che è genetico. Si può supporre che i dati del Sé concernono la parte più arcaica. Tuttavia, non è una regola attendibile. La validità del Test si perde dopo circa un anno e/o nel momento che interviene un evento tanto decisivo, da risultare fonte di cambiamento.
Peraltro, esistono alcune caratteristiche emergenti nel Test, che si mantengono nel tempo. Ovvero, i punteggi più elevati difficilmente si contraggono decisamente; di solito accade che siano affiancati nel tempo dall’integrazione di nuove caratteristiche, che prima erano assenti o scarsamente presenti. Solo eventi traumatici possono indurre un cambiamento radicale nella struttura della personalità, rappresentata proprio dai punteggi più elevati. In qualunque caso il significato dei dati è sempre quantitativo e non qualitativo; ovvero, è una fotografia dello stato attuale, senza valutazione morale, ma, tutt’al più, con l’analisi di quanto ciò che è presente sia efficace per affrontare la vita e un percorso di crescita.
Tipologie di Personalità e Orientamento
Nell’Orientamento le Tipologie di Personalità assumono altri nomi, legati alla Modalità Cognitiva peculiare per ognuna di esse.
Così:
l’Avaro diventa l’Analitico;
il Ruminante diventa il Pragmatico;
il Delirante diventa il Creativo;
lo Sballone diventa l’Emozionale;
l’Apatico diventa il Plastico;
l’Invisibile diventa il Percettivo;
l’Adesivo diventa il relazionale.
Come si vedrà, ogni tipologia, connessa ad una procedura cognitiva preferenziale, è anche correlata ad un modo specifico di entrare in contatto con il mondo. In sintesi:
Avaro= Analitico;
Ruminante= Pragmatico;
Delirante= Creativo ;
Sballone= Emozionale ;
Apatico= Plastico ;
Invisibile= Percettivo ;
Adesivo= Relazionale
La diversa nomenclatura nasce dalle diverse esigenze di intervento. Nel Counseling vero e proprio, infatti, l’attenzione è maggiormente focalizzata sulla struttura di personalità e sullo stato psicologico, che facilmente è comprensibile da un profano attraverso i termini finora utilizzati.
Nell’Orientamento, invece, l’attenzione è maggiormente focalizzata sull’operatività e sulle potenzialità da far emergere. Pertanto, è più efficace una nomenclatura basata sull’approccio alla realtà peculiare di quella specifica tipologia.
Così, la paura di fondo dell’Avaro, che ha bisogno di gestire ogni cosa, per timore di perdere il controllo su di sé e per timore di rimanere senza difese nelle circostanze della vita,lo induce ad un ragionamento Analitico, basato sulla scansione del dettaglio, che lo rassicura e gli dà la sensazione di poter controllare la realtà. Questa è una Struttura di Personalità che comporta un forte livello di attenzione, di responsabilità nei confronti delle cose.
Tipica del Ruminante, la rabbia, che è un principio di attivazione interno, che si esplicita in forme energiche e aggressive nei confronti della realtà, in forme auto o eterodistruttive se non evoluta, richiede una procedura cognitiva pragmatica, concreta, irruenta e di coordinazione.
L’emozione di base del Distacco, tipica del Delirante,implica curiosità, pensiero creativo e divergente; ma proprio per questo comporta dispersività, pensiero dissociato,lontananza anche da sé.
Nello Sballone si trova l’emozione primaria del Piacere. Qui c’è una spasmodica ricerca di fuga da sé, di evasione, che porta la persona a vivere sempre in superficie. E’ la ricerca di intensità emotiva momentanea, in cui affogare e fondersi per non sentirsi in profondità.
Nell’Apatico è presente un alto livello di quiete espressa, con frequente livello di attivazione interna inespressa. E’ proprio questa costante attivazione interna, che, complicando l’idea di ogni azione, spegne ogni progettualità, a causa della complessità presunta. In altre parole, l’Apatico si blocca nella sua attivazione (“Ora devo uscire. Mi devo alzare dal divano. Ma cosa mi metto?E poi, togliti le pantofole, il pigiama, il mollettone, rivestiti, truccati e pettinati…Sai che c’è?Me ne rimango sul divano!”).
Nell’Invisibile l’emozione di base è la vergogna, a causa della quale, questa persona, estremamente sintonizzata sui propri vissuti, che sente inadeguati rispetto all’esterno, rimane impigliata nel suo bozzolo, senza affrontare le cose. (“Tanto poi lo sapevo che finiva così. Va sempre a finire così. Tutte le volte le cose vanno a finire male”). L’Invisibile si avvita sul suo ragionamento e ci rimane incastrato, dal momento che si vergogna, si vergogna di essersi vergognato, poi si vergogna di vergognarsi di essersi vergognato e via dicendo. In effetti, questa persona si sente tanto trasparente da sentirsi completamente scoperta nell’ambiente. Tuttavia, nell’Invisibile è presente un nucleo forte, che corrisponde alla sua identità. L’Invisibile, finché rimane ingabbiato con il suo modo di essere invisibile, non si confronta con la realtà;ha talmente angoscia profonda, da non riuscire a tentare un’azione verso l’esterno. Fin quando rimane chiuso in sé, dice dei no assoluti, non prova e non rischia, non si lascia coinvolgere. Sente il dolore dell’altro, ma non gli vengono le lacrime, mentre l’altro sta piangendo. Si dice che l’Invisibile sia molto empatico, perché comprende l’altro, ma non viene coinvolto dal suo vissuto.
Proprio per tale ragione, non è detto che con un Invisibile sia necessario lavorare sulle difese, perché rischia di diventare una fortezza inespugnabile. E’ altrettanto poco utile lavorare sull’emozionalità, dal momento che qui ci sono già percezioni intense. Invece risulta utile far acquisire rabbia , che consente di proiettarsi all’esterno, e distacco, che consente di prendere un po’ le distanze da sé.
L’emozione di base dell’Adesivo è l’Attaccamento. L’adesivo partecipa, si coinvolge, si mescola, fino al punto di non riconoscere più se l’emozione vissuta è sua o dell’altro. La disponibilità fa parte dell’archetipo dell’Adesivo.
Egli può divenire un manipolatore, perché sa rigirare i discorsi, sa abbracciare. E’ un energico,che, se evoluto, sa amarsi e sa amare, sa prendersi cura di sé,senza rinunciare ai propri bisogni.
E’ chiaro che questa è una distinzione idealtipica. Nella maggior parte dei casi le persone sono multiformi con una prevalenza di questa o quella tipologia. Peraltro, è indubbio che nel caso vi siano alti punteggi di tipologie in opposizione, per esempio Avaro e Invisibile, l’individuo sarà contraddistinto da un alto livello di incomprensione interna; ovvero ci saranno momenti in cui proprio non avrà idea delle ragioni dei suoi comportamenti. In un caso simile, è importante la presenza di un buon punteggio nell’Adesivo, che consente alla persona di volersi bene e di accettarsi in qualunque caso.
Idealtipi e Valori di riferimento
Ogni idealtipo è portatore di un valore specifico, che lo contraddistingue quando è evoluto.
Il valore che contraddistingue l’Avaro è la Responsabilità, che è già presente nel caso in cui la persona totalizzi almeno 2 in questo tipo, anche se poco. In assenza di Avaro, la persona non conosce la responsabilità. Magari si considera responsabile, come il Delirante, che poi agisce in modo inefficace, perché troppo originale. Oppure si assume incarichi, come lo Sballone, e dopo cinque minuti è distratto da altro.
La Giustizia è il valore di riferimento dei Ruminanti, perché il senso di giustizia viene dalla capacità di fare fatica, di lavorare. Solo la propria fatica fa comprendere la fatica degli altri, formando il pensiero che sia giusto che essi abbiano delle cose. .
Il valore di riferimento del Delirante è la libertà, intesa come capacità assoluta di autodeterminazione, come senso di incondizionabilità delle scelte. Può anche accettare un limite, ma non per i condizionamenti e le pressioni, bensì per una sua decisione autonoma. Niente e nessuno può imporre la sua volontà al Delirante. Una persona che ottiene un medio punteggio sul Delirante sa cosa è la libertà. I carcerati, i prigionieri in genere, sviluppano alti punteggi nel Delirante, dal momento che dissociano una parte del Sé e volano fuori. L’evoluzione della libertà del Delirante lo spinge oltre verso la trascendenza, verso la spiritualità, verso la riflessione esistenziale e la filosofia.
La Disponibilità è il valore che contraddistingue lo Sballone. E’ una disponibilità incondizionata, generosa, aperta. Tant’è che lo Sballone scarsamente responsabile rischia di finire sul lastrico. D’altra parte lo Sballone riceve la sua identità dall’esterno; fin quando non è evoluto, da solo sta male, sente il vuoto, la noia, l’angoscia, ha bisogno di relazioni e cose esterne , che lo riempiano. E’ quando comincia ad andare in profondità che lo Sballone si solidifica, si struttura,impara a costruirsi, ad ancorarsi, senza essere in balia degli eventi.
L’Apatico ha come valore di riferimento la Quiete. Ma la quiete si può raggiungere attraverso percorsi diversi, passando dal piacere che calma, , oppure dal distacco che spegne le emozioni.
L’Umiltà è il valore di riferimento dell’Invisibile, che sa stare in disparte, operando alacremente.
L’Adesivo ha come valore di riferimento la fedeltà, che è una forma assoluta di disponibilità. “Sono tanto disponibile per te, che ci sono sempre”. Il rischio dell’Adesivo è che , fedele a tutti, si perde. E’ fedele anche ad amici tra loro antagonisti, rischiando di venire coinvolto in conflitti da cui non sa districarsi.
Come già detto, questa è una descrizione idealtipica, valida in sede di apprendimento. Nella maggior parte dei casi, i copioni si fondono tra loro, scivolano in altri copioni multipli , evolvendosi a seconda delle circostanze della vita. Per esempio, attraverso il piacere lo Sballone può raggiungere la calma tipica dell’Apatico; il Delirante può raggiungere forme di distacco tale, che l’unico modo per contattare se stesso può essere il piacere. La quiete dell’Apatico aumenta la ricettività al piacere, tipica dello Sballone. Talvolta il piacere è talmente intenso, da far perdere il contatto con la realtà, producendo una involuzione tale, da giungere al distacco del Delirante. Infatti, nel caso in cui qualcosa o qualcuno produca un grande piacere , la persona afferma:”Non ci capisco più nulla”.
Anche passare dalla vergogna al distacco è facilissimo. Nei grafici a bipolari, abbiamo personalità che oscillano continuamente tra due copioni a volte in affinità e altre in opposizione.
Idealtipi e Intelligenze Multiple di Gardner
Va detto che le procedure cognitive attribuite ai diversi tipi sono state riadattate dal Modello delle Intelligenze Multiple di Gardner, descritto negli anni Settanta. Anche questo modello descrive sette idealtipi, riferendosi alla modalità dell’intelligenza di codificare edecodificare i dati.
L’Intelligenza Logica È un procedimento formale, riferibile al pensiero matematico, consequenziale, connesso strettamente all’individuazione di causa ed effetto. E’ un modo di ragionare lineare, diretto, univoco. E’ la persona che per montare uno scaffale, pazientemente trova la posizione, prende minuziosamente le misure precise con il metro, utilizza una tecnica collaudata per adoperare il trapano ben riposto nell’armadio degli attrezzi, ecc.
L’Intelligenza Pragmatica comporta un modo di ragionare cinestetico, pratico, di coordinamento. E’ caratteristico di persone con una buona coordinazione motoria, dinamiche, ben sincronizzate motoriamente; hanno un buon controllo sul Sé corporeo, una buona organizzazione interna. Questa coordinazione si riflette anche nel problem solving. Ovvero, l’Intelligenza Pragmatica consente un buon livello di utilizzo delle risorse energetiche interne coordinate con le capacità motorie. E’ un modo dinamico, quasi per nulla formale, sintetico. E’ la persona che per montare uno scaffale prende e lo monta, perfettamente, senza saper descrivere il procedimento seguito.
L’Intelligenza Spaziale e il procedimento dei creativi, che si estende nello spazio senza limiti. E’ un’intelligenza dinamica, che si muove a tutto tondo nello spazio, che mescola le conoscenze, che crea, che inventa e reinventa, ristruttura. Per utilizzarla, è necessario saper adoperare contemporaneamente più strumenti e più piani di conoscenza. Chi ne fa uso ha una grande capacità di problem solving attraverso l’intuitività. Talvolta, tuttavia, si perde nelle sue connessioni, diminuendo così l’efficacia pragmatica delle sue azioni.
L’Intelligenza Linguistica , tipica dell’Emozionale Sballone, è legata all’espressività, alle forme della comunicazione. Ciò non comporta la conoscenza grammaticale delle lingue, ma l’appropriazione quasi immediata del modo di parlare, dell’idioma tipico di un territorio.
L’Intelligenza Intrapersonale e Musicale sono caratteristiche sia dell’Apatico, sia dell’Invisibile. Chi fa uso dell’Intrapersonale sa spiegare, sa sentire ciò che succede dentro. Nell’Apatico questa è una conoscenza più cognitiva, mentre nell’Invisibile è più percettiva.
A sua volta, l’Intelligenza Musicale è la capacità di intonare e di intonarsi, che non riguarda solo la musica, ma l’armonia negli ambienti e nelle relazioni.
Infatti, queste persone, quando non hanno un alto punteggio nel pragmatico, non è detto che sappiano suonare bene uno strumento, dal momento che questa attività richiede anche una buona coordinazione motoria.
Quella Musicale, dunque, è l’Intelligenza della risposta che l’altro si aspetta, della ritualizzazione delle dinamiche dei gruppi, , dei modi di entrare in contatto con gli altri, della capacità di donare proprio ciò che l’altro desidera. E’ l’Intelligenza di chi sa di cosa l’altro ha bisogno, come dargli piacere. E’, insomma, anche l’Intelligenza dell’Adesivo.
Ogni forma di Intelligenza si contraddistingue per una peculiare modalità di apprendimento e ancoraggio delle conoscenze.
L’Intelligenza Logica solidifica il sapere a cui è applicata, attraverso l’ordine e la precisione con la quale viene appresa.
Nell’Intelligenza Pragmatica i processi di apprendimento sono dinamici, legati alla pratica; qui l’apprendimento viene ancorato nel momento in cui il risultato è raggiunto.
In chi opera attraverso un’Intelligenza Spaziale, sempre perso, quasi dissociato, nei suoi ragionamenti, l’ancoraggio apprenditivo avviene nel momento della spiegazione dei passaggi , nella comunicazione dei diversi momenti del ragionamento.
L’Intelligenza Linguistica, tipica dell’emozionale ma anche del relazionale Adesivo, si avvale per l’ancoraggio apprenditivo, della funzione espressiva. Ovvero gli Sballoni apprendono nel momento in cui esprimono. Essi apprendono quando ripetono la lezione, non quando sottolineano i passaggi importanti. Cioè, la persona comprende la nozione nel momento della spiegazione, ma l’acquisisce solo nel momento in cui la rielabora espressivamente. Per tale ragione, grazie alla sua capacità espressiva, lo Sballone che si prepara la lezione, otterrà risultati più brillanti dell’Avaro. L’imparare a memoria attraverso la ripetizione cantilenante e monotona di un testo, caratterizza l’apprendimento dell’Apatico. L’Intelligenza Musicale dell’Apatico gli consente, inoltre, di esprimersi armoniosamente per immagini, come l’Invisibile. Quest’ultimo è talmente condensato e coeso in se stesso da riuscire ad comprendere ed esprimere concetti attraverso immagini sintetiche. Anche nel processo di apprendimento, peraltro, la necessità pressante dell’Invisibile di esprimere se stesso tutto e adesso, si trasforma in angoscia. Così i processi apprenditivi non sono cognitivi consapevoli, ma puramente percettivi quasi del tutto inconsapevoli. E necessitano per divenire consapevoli ed espliciti dell’acquisizione di visoni diacroniche e segmentate della conoscenza.
Gli Adesivi, invece, apprendono attraverso l’emotività, attraverso il contatto, la relazione. Per favorire l’apprendimento in un Adesivo è essenziale servirsi di storie, di racconti ed è fondamentale che si instauri un legame affettivo tra l’insegnante e il discente. Ovvero, l’Adesivo impara da chi ama, ha bisogno della relazione per essere efficace. Per tale ragione, rischia una crisi emotiva di fronte a compiti scritti, privi di relazione, dove, dopo aver tanto studiato e letto, non ricorda l’appreso. Sono quei ragazzini che non riescono a concentrarsi, perché sono così dipendenti dalle relazioni affettive, che non riescono ad entrare dentro aduno studio privo di affetto. In genere, hanno una persona di appoggio, che li aiuta a studiare, ma senza la quale sono persi. L’ideale, per assolvere questo compito, sarebbe l’Avaro, preciso e meticoloso, responsabile. Anche il Delirante è un ottimo compagno di studio per l’Adesivo, se riesce a instaurare con lui un legame affettivo, dal momento che sa spiegare e insegnare.
Con lo Sballone, invece, l’Adesivo si racconta, si diverte, cresce anche, ma non studia.
Modello di Orientamento Professionale di Holland e Idealtipi
Holland descrive sei personalità , relative ad altrettante aree di interesse professionale, che possono essere assimilate, in taluni punti, agli Idealtipi del Modello Transteorico.
Così, l’Analitico del Modello Transteorico corrisponde in Holland al Realistico.
Quello che in Holland viene definito Intellettuale corrisponde in parte all’Analitico e in parte al Percettivo, sebbene il nome faccia pensare al Creativo. Questo perché, secondo Holland, la personalità Intellettuale è chiusa nei suoi studi, nelle sue emozioni , nelle sue idee.
Al Creativo del Modello Transteorico corrisponde in Holland la tipologia Artistica.
Il Sociale di Hollan corrisponde in parte all’emozionale e in parte al Relazionale.
L’Intraprendente corrisponde al Pragmatico - Ruminante, mentre il Plastico del Modello Transteorico corrisponde in Holland al Convenzionale.
Idealtipi e livelli di assertività
Gli Analitici, resistenti e ben coesi in se stessi, raggiungono alti livelli di assertività.
Una via di mezzo vale per i Pragmatici
Considerando che hanno alti livelli di autostima, quindi sono sostenuti dal sé, ma sono decisamente meno resistenti, hanno meno paletti relazionali degli Analitici; dunque, sono più fluttuanti e dinamici.
I Creativi hanno troppo bisogno di conferme dall’esterno. Non riescono a tenere una posizione di autoreferenzialità.
L’Apatico rimane legato al Sé, non reagisce agli stimoli.
Lo Sballone ha in Sé uno scarso punto di appoggio.
Gli Invisibili, al contrario, hanno un forte punto di appoggio nel Sé. Difficilmente risultano assertivi; magari possono risultare compiacenti. Dal canto suo l’Adesivo Relazionale, proprio per il grande bisogno di dimostrare se stesso, raggiunge alti livelli di assertività.
Idealtipi e Strategie di Coping
Le Strategie di Coping sono le tecniche di difesa tipiche della personalità, è il modo con il quale si reagisce agli eventi esterni sia in termini di reattività sia in termini di difesa da ciò che viene considerato come una minaccia.
Le Strategie di Coping che vengono confrontate e integrate nel Modello Transteorico sono quelle elaborate da Lazarus. In effetti, molti sono gli approcci che ne parlano in modo più o meno simile, anche se da angolature e con nomenclature diverse. Per esempio, nella psicoanalisi l’attenzione viene puntata sulle resistenze (al cambiamento) e sulle loro connessioni con la struttura intrapsichica.
Qui, vengono considerate le Strategie di Coping dal punto di vista dell’azione e reazione concreta, comportamentale e, magari, più superficiale ed evidente.
Innanzitutto, è essenziale distinguere le tipologie possibile delle Strategie di Coping, o di Fronteggiamento.
Infatti il Coping può essere:
autonomo, quando c’è un alto livello di autoreferenzialità e la capacità di far riferimento a se stessi per fronteggiare le richieste ambientali.
Eteronomo, quando di fronte alle richieste ambientali sirisponde prevalentemente adattandosi, piuttosto che affermando se stessi.
Controdipendente, quando si risponde alle richieste ambientali con comportamenti apertamente contrari, non per convinzione, ma per oppositività ostinata.
Nel Coping Autonomo la relazione che il soggetto vive con l’ambiente non condiziona i suoi processi decisionali. Al contrario, nel Coping Eteronomo e Controdipendente la relazione ambientale condiziona fortemente i comportamenti e le decisioni.
Non si può dire che una strategia sia più efficace dell’altra, dal momento che, se usate con rigidità, producono scelte e comportamenti stereotipati.
Ogni personalità, peraltro, usa in modo privilegiato una o l’altra delle strategie di coping, con sfumature tipiche di quell’Idealtipo.
L’Analitico, autonomo nel coping, usa prevalentemente la Razionalizzazione per approcciarsi alla realtà e alle decisioni
Il Pragmatico usa prevalentemente l’attivazione verso l’esterno. Questa è una vera e propria reazione, solitamente autonoma e privadel ragionamento degli Analitici.
Le Strategie usate dai Creativi sono un misto tra il coping autonomo e quello eteronomo. Vengono chiamate Riaggiustamento dell’azione o Distacco. Ovvero, da un lato si cerca di recuperare la situazione (coping eteronomo); dall’altro, quando non si è riusciti a risolvere la questione, si passa al distacco (forma autonoma), allontanandosi e tirandosi fuori dal problema, chiudendosi nel proprio mondo di pensieri.
Nell’Emozionale le strategie di Coping sono, di solito, eteronome o controdipendenti; eteronome quando si verifica una negazione nei confronti dell’esterno, controdipendenti, quando si verifica apatia e/o distacco. Va sottolineato che nel concetto di controdipendenza entra Un bisogno di affermazione molto vicino al concetto di strategia autonoma. Ovvero, nella controdipendenza c’è un tentativo disturbato di affermare se stessi. Non a caso nell’Emozionale le forme di distacco sono decisamente provocatorie (esempio:andarsene, mettere il broncio,ecc).Oppure l’Emozionale può operare su se stesso uno spegnimento nei confronti di tutti gli stimoli, non reagendo.
La Strategia di Coping dell’Apatico è l’apatia,quella forma di spegnimento che proviene dalla sua capacità di essere quieto, a reattivo nei confronti di tutto. In alcuni casi, l’Apatico adotta la resistenza passiva, che è una forma controdipendente.
Il Percettivo adotta forme di resistenza passiva. Anche qui, la resistenza passiva è di natura controdipendente. Un'altra forma usata prevalentemente dal Percettivo, è la mimesi. Con essa il soggetto si mimetizza, evita lo scontro diretto, mente su tutto,dà sempre ragione. E’ un modo di non esporsi, di omologarsi, a prescindere dalla convinzione personale.
Talvolta, la mimesi viene usata anche dall’Emozionale e dal Relazionale. In questo caso, tuttavia, essa va considerata come una strategia di coping eteronoma, che nasce dal piacere di soddisfare l’altro, mentre nel Percettivo è adottata esclusivamente per proteggere se stessi.
Gli Adesivi, per mantenere un controllo interno più alto, o quantomeno avere l’illusione di mantenerlo, attivano la negazione; tendono a non vedere,per mantenere l’idea che hanno di una relazione o di una situazione.Oppure, i relazionali possono attivarsi in maniera controdipendente verso l’esterno.Accade ciò, per esempio, dopo una vita di mimesi, quando la persona decide di comportarsi in modo a tutti i costi oppositivo, per rifarsi del tempo perduto.
Locus of Control e Idealtipi
Il Locus of control è, letteralmente, il luogo, la cosa, a cui si attribuisce la responsabilità di un evento positivo o negativo. Ciò vuol dire che, per analizzare questo elemento, è necessario costruire un sistema che contenga due ordini di variabili:
*evento negativo o positivo;
*attribuzione di responsabilità interna oesterna.
Ciò significa che ogni struttura di personalità ha un proprio peculiare locus of control.
Così, l’Analitico di fronte ad un evento positivo adotta un locus of control interno, ovvero attribuisce la responsabilità della buona riuscita a se stesso. Anche di fronte ad un evento negativo l’Analitico attribuisce la responsabilità a se stesso. Nelle estremizzazioni di questo atteggiamento si nasconde un delirio di onnipotenza, che può divenire irrazionale.
Anche nel Pragmatico il Locus of control è interno sia nel bene che nel male; tuttavia i processi di attribuzione sono più istintivi, ma parimenti autocentrati.
Nel Creativo il Locus of control di fronte agli eventi positivi, di fronte ai successi, è interno; al contrario, di fronte agli eventi negativi o agli insuccessi l’attribuzione di responsabilità è esterna.
L’Emozionale, che possiede il senso della gruppalità piuttosto scarso nei precedenti tipi, di fronte agli eventi positivi può attribuire la responsabilità a se stesso , ma anche alla squadra insieme alla quale ha lavorato.Di fronte ad un evento negativo o ad un insuccesso, tuttavia, il Locus of control è sempre esterno.
Di fronte ad un successo o ad un evento positivo, l’Apatico attribuisce la responsabilità all’esterno, anche al caso o alla fortuna, ma senz’altro non a se stesso. Nel caso di evento negativo si rifugia nello spegnimento e l’attribuzione di responsabilità non avviene, perché nega, rimuove la questione.
Dal canto loro, i Percettivi hanno un Locus of control esterno , quando le cose vanno bene. Nel caso in cui, al contrario, si verifica un evento negativo, attribuiscono la responsabilità a se stessi.
Infine, nel Relazionale, in modo più accentuato rispetto all’Emozionale, nei successi c’è un’attribuzione di responsabilità positiva al gruppo. Ma, a differenza dell’Emozionale, di fronte ad un evento negativo , il Relazionale attribuisce la responsabilità a proprie mancanze, anche assumendo su di sé i torti di amici e colleghi per un eccesso di disponibilità.
Modelli di apprendimento e Idealtipi
I Modelli di apprendimento , peculiari per ogni struttura di personalità, sono gli strumenti che favoriscono in ognuno l’acquisizione di informazioni e conoscenze. Possono essere comportamentali, cognitivi o misti.
Per comportamentale si intende un apprendimento che passa attraverso l’azione, mentre cognitivo è l’apprendimento che avviene tramite spiegazione e ragionamento. Adopera un modello misto, chi si avvale, a seconda delle circostanze, indifferentemente di uno o dell’altro modello.
Così, negli Analitici il piano di apprendimento è comportamentale cognitivo, mentre nei Pragmatici è solo comportamentale e per i Creativi del tutto cognitivo.
Gli Emozionali e i Plastici, a loro volta, adoperano modelli di apprendimento comportamentali, mentre sia i Percettivi che i Relazionali adottano Modelli cognitivi.
Scendendo nel dettaglio, l’Analitico adopera indifferentemente entrambi i modelli, dal momento che l’azione fissa la nozione spiegata, sottraendola dall’interferenza dell’ansia.
Il Pragmatico impara operando, dal momento che le spiegazioni gli sembrano tempo sottratto all’azione.Il Creativo, dissociato dal mondo e perso nella sua vita mentale, ha necessità di spiegazioni, per comprendere ed elaborare le conoscenze; imparare attraverso l’azione, è dispersivo, poiché lo stimola verso strategie divergenti e difficilmente risolutive.Il Percettivo, pieno delle sue angosce, ha anch’esso bisogno di spiegazione, per calmare la paura del nuovo e del fuori da sé e per contenere il suo senso di inadeguatezza. L’Emozionale, superficiale nel contatto con il mondo, riesce a memorizzare una serie di azioni, rendendo superflua la spiegazione.
Processi di Scelta e Idealtipi
Arroba descrive il processo logico, cieco, esitante, emotivo, accomodante, intuitivo.
Il processo logico di scelta è connesso alla strategia di coping espressa attraverso la Razionalizzazione, tramite la quale si effettua una valutazione dei dati esiopera la scelta.
Anche nel Pragmatico c’è una certa forma di riflessione formale, tipica del processo logico, ma , poi, le decisioni sono prese in maniera istintiva. Arroba definisce questo modo di procedere come processo cieco, ovvero molto reattivo.
Il Creativo, contraddistinto dal pensiero divergente, utilizza in parte il pensiero logico formale, che, passa attraverso il piano della riflessione e della razionalizzazione, e in parte si perde di fronte alla comparsa di più opzioni, che trasformano in esitante il suo processo di scelta.
Sono scelte di tipo sostanzialmente emotivo quelle degli Sballoni; emotive, perché difficilmente vengono effettuate sulla base di razionalizzazioni. Qui la scelta avviene in base al coinvolgimento, all’intensità emotiva, che viene sperimentata.
Scelte evitanti e accomodanti sono operate dai Plastici, che intendono conformarsi all’ambiente in cui sono inseriti. Per questa ragione, talvolta procrastinano le scelte, dal momento che non sanno decidere in modo autonomo o per loro stessi.
Intuitive, nel senso di Arroba, sono le scelte dei Percettivi. Infatti, qui questo termine viene usato come sinonimo di viscerale, cioè un qualcosa che senti e ti sale da dentro.In base a questa visceralità gli Invisibili procedono alla scelta.
Tipologie di potere di Torbert
Torbert distingue tra lo stadio di sviluppo del potere e il tipo di potere esercitato.In altre parole, da un lato c’è il tipo di potere messo in atto e dall’altro c’è la motivazione che spinge ad usare un tipo o l’altro di potere.
Così, seguendo la definizione di Torbert, è possibile attribuire all’Analitico un tipo di potere Unilaterale o Unidirezionale,molto direttivo, molto forte. E’ un modo di relazionarsi netto, che non prevede sfaccettature.
Al Pragmatico, invece , è possibile attribuire un tipo di potere integrato tra uno stile Consensuale, Unilaterale e logico razionale. Per Torbert il potere consensuale è quello che si esercita sulle relazioni attraverso forme persuasive anche seduttive. In più, Torbert definisce logico razionale, il potere sulla tecnica, la padronanza degli strumenti necessari al lavoro. E’ un tipo di potere connesso alle strategie usate dagli Invisibili, che sono molto legati alle procedure, al metodo di esecuzione.
Ciò che Torbert definisce come potere trasformativo è attribuito allo stile di potere proprio del Delirante, che, grazie alla sua intelligenza spaziale, riesce a portare delle innovazioni, riesce a trasformare con creatività idee e strumenti. Dunque, anche il potere esercitato nei confronti delle relazioni, è un potere che mira a trovare alternative, a costruire cose nuove, a contemplare strade diverse.
Va detto che Torbert definisce i modelli in maniera valutativa, partendo da un livello base costituito dal potere unidirezionale, per salire a un potere logico razionale, per passare ad un potere consensuale, fino ad arrivare al potere trasformativo, considerato il più efficace.
Nel Modello Transteorico, al contrario, non c’è valutazione degli stili di potere; essi vengono presi in esame senza valutazione, considerando esclusivamente le differenze.
Ancora seguendo Torbert, è possibile attribuire agli Emozionali il potere consensuale, cioè quello che si gioca sulle relazioni, sulle emozioni, sul coinvolgimento,più che sulla soluzione del problema.
Il Plastico, a sua volta, si muove, nella sstessa direzione dell’Analitico, ovvero assume un potere unilaterale.
Infine, al Relazionale è possibile connettere uno stile di potere trasformativo, anche se qui l’innovazione è orientata prevalentemente sul piano relazionale. La differenza con un potere consensuale sta nel fatto che in questo si cerca di portare a sé le persone, mentre l’Adesivo cerca delle mediazioni trasformative, senza mirare alla persuasione tipica degli Sballoni.
Posizioni Sociometriche rispetto al gruppo e Idealtipi
Nell’Analitico gli atteggiamenti in gruppo sono quelli che di solito Alaphilippe definisce di suggerimento, di complemento, di informazione, sottolineando l’aspetto, in loro fondamentale, della capacità di analisi. Possono essere sia leader accettati, sia leader imposti, perché aggressivi.
I Pragmatici aggiungono alle forme già citate per gli analitici,anche forme di aiuto, di sostegno, grazie alla loro capacità di incoraggiare il gruppo. Per le loro caratteristiche, nel gruppo possono essere leader aggressivi, oppure leader sottomessi, che faticano per tutti gli altri.
Il Creativo, dal canto suo, si muove sia sul piano informativo e di compimento, sia interpretativo delle nuove possibilità. Spesso è l’antileader, difficilmente accettato in un gruppo, perché troppo originale e difficilmente comprensibile.Può anche finire a fare il leader sottomesso, o ignorato. , perché non sufficientemente solido per convincere il gruppo.
L’Emozionale nel gruppo ha la funzione di sostegno e di aiuto, con la differenza che più facilmente viene accettato come leader.
Nel gruppo il Plastico Apatico svolge la funzione interpretativa, dal momento che le sue capacità cognitive sono molto sviluppate in senso costruttivo (quando non si spegne); riesce a offrire sia in termini teorici che relazionali delle innovazioni comprese dal gruppo.Tuttavia, spento e passivo com’è, non può svolgere funzioni di suggerimento e d’aiuto. Spesso nel gruppo viene isolato, o magari svolge nominalmente la funzione di leader, ma non la esercita.
Il Percettivo svolge nel gruppo un ruolo di supporto, sostenendo l’azione altrui, senza per questo dare aiuto. . Inoltre ha funzioni di comprensione, dovute alla sua capacità di comprendere le posizioni degli altri. Può rimanere in una posizione intermedia,in cui, pur non esponendosi troppo, può agire positivamente sul gruppo.
Il Relazionale aiuta in modo attivo, dinamico. Il suo ruolo nel gruppo dipende dal tipo di contesto in cui è inserito. In un gruppo prevalentemente avaro, l’Adesivo viene squalificato, come l’Invisibile, perché sono persone che non badano alla logica formale, avendo un tipo di sensibilità incomprensibile in tale contesto. Così, possono finire ai margini , perché “troppo buoni”.
Emerge, qui, la considerazione che sia il tipo di personalità collettiva del gruppo a definire il leader. Questo può accadere anche quando il leader è imposto dall’esterno; in molti casi, infatti, esiste un leader nominale e un leader effettivo.
La personalità collettiva di un gruppo è data sia dalla somma delle caratteristiche di personalità di ognuno, sia dalle specifiche dinamiche che si instaurano tra le persone, che dipendono dalla personalità latente, dal potenziale individuale, che viene espresso solo nell’incontro con quel particolare tipo di personalità latente diversa dalla propria.
Alcuni Modelli di Leadership
Storicamente, diversi sono i modelli d Leadership che , fin dagli anni Trenta , sono stati descritti e a cui è possibile affiancare gli Idealtipi del Modello Transteorico. Tuttavia, qui, per brevità descrittiva, se ne presenteranno solo alcuni, , tra tanti.
La prima codificazione in assoluto sull’argomento definiva tre stili fondamentali di Leadership:autoritaria, democratica, lassista.
Alcuni Autori si sono occupati degli stili di Leadership nel Marketing, distinguendo lo stile più adeguato in base ai follower.
Così, è stata descritta una Leadership detta “prescrivere”,orientata a gruppi con poca iniziativa e medie capacità, a cui è necessario dare compiti. Un’altra Leadership era definita “Vendere”, diretta a gruppi che vanno orientati, accesi, coinvolti, a cui,, cioè, va prima vendutol’obiettivo del lavoro. Un’altra Leadership descritta nel mondo del Marketing è stata quella del “Coinvolgere”, che fa leva sulla motivazione, sull’intraprendenza.
Esistono diversi altri modelli di Leadership, fondati su variabili differenti.
Nei modelli che descrivono le Leadership situazionali, si giunge fino a parlare di Followership;nei modelli di leadership centrati sul leader, c’è chi si ferma sullo stile del leaader e altri che valutano le dinamiche dell’azione del leader.
Per Followership si intende il gruppo con cui il leader è in rapporto, importante da valutare per sapere che tipo di Leadership è necessario esercitare in un contesto per ottenere certi risultati.
Leadership e Modello Transteorico di Prevenire è Possibile
L’Avaro, lo Sballone e il Ruminante sono gli Idealtipi che istintivamente colleghiamo al concetto di leadership, perché sono i più corrispondenti ai tre stili principali di essa e, dunque, più frequentemente coloro che sono contraddistinti da una struttura di personalità con alti punteggi in queste caratteristiche ricoprono ruoli di leader.
Spesso si pensa alla leadership come l’essere o il non essere dirigente di un’azienda.
Ma la Leadership, in se stessa, è il modo in cui una persona è in grado di condurre il gruppo e, conseguentemente, il modo in cui essa si pone nei confronti del gruppo. Parlando di leadership, si va a esaminare il ruolo, la posizione gerarchica effettiva e potenziale, che una persona, in base alla sua struttura di personalità, ricopre e/o può ricoprire.
La Leadership , dunque, riguarda il proprio modo di considerarsi, il modo di relazionarsi alle cose pratiche e il modo di entrare in relazione con gli altri.
Si può dire, per esempio, che in assoluto coloro che ottengono migliori voti a scuola sono gli Emozionali e gli Analitici; questo non vuol dire che siano i più intelligenti o i più preparati, ma solo che rendono più efficacemente nelle prove scolastiche, dal momento che gli Analitici sono meticolosi e sistematici nello studio e gli Emozionali sono furbi nel porsi nella relazione.
Tenendo, dunque, presenti le caratteristiche di personalità, è, per esempio, possibile garantire l’efficacia di un gruppo di lavoro, mettendo insieme uno Sballone, un Adesivo e un Avaro, tutte personalità in affinità tra loro. Per la stessa ragione, è possibile ottenere una buona sinergia in gruppo, mettendo insieme un Delirante, con un Invisibile e un Adesivo, oppure ancora un Apatico insieme ad uno Sballone e un Avaro.
Queste personalità si incastrano agevolmente tra loro e, in situazioni ottimali, riescono anche a imparare le une dalle altre.
La Leadership, di per sé, è l’espressione più matura di una struttura di personalità; ovvero è , di solito, l’espressione massima e più evoluta diOGNI iDEALTIPO.
A questo punto, definita la Leadership, si può procedere alla descrizione delle forme che essa assume, secondo il Modello Transteorico, in base alla struttura di personalità,che la esercita.
Pertanto, si può affermare che la Leadership Organizzativa è la più formale, basata sul controllo, sulla funzionalità e sulla responsabilità. Il leader organizzativo (Analitico, Avaro) e colui che con fermezza e decisione, seppur con saggia oculatezza e diplomazia, ordina e struttura l’azione collettiva, sentendosi responsabile degli eventi. Abbastanza freddo e inespressivo, è affidabile e stabile. Nella Leadership tecnica, il suo rischio è di divenire decisamente oppressivo e possessivo. E’ l’amministratore pubblico, il dirigente tecnico di un’azienda.
Esiste, poi, un Leader Motivante. E’ caratterizzato da uno stile di Leadership centrata sulle dinamiche di attivazione, , di produzione e di reattività primaria. E’ un Leader (Pragmatico, Ruminante) deciso e istintivo, netto e determinato, instancabile.Trascina il gruppo nelle imprese e svolge la funzione di rompighiaccio, instillando nel gruppo coraggio e fiducia per l’impresa. Difende il gruppo con forza e, nelle degenerazioni, può assumere uno stile intimidatorio. E’ una modalità di leadership essenziale, nel momento in cui parte un’azienda o un progetto, perché non cede a temporeggiamenti o indecisioni.
Al contrario, la Leadership Creativa difficilmente favorisce la partenza di un progetto. E’, invece, lo stile ideale per i momenti in cui sono richieste innovazioni, idee nuove, aggiornamento, in una azienda che ha bisogno di rilancio. Questo leader(Delirante) non sa condensare le energie del gruppo; si caratterizza per una visione inventiva e creativa del gruppo e delle attività, riflessiva nella comprensione , acuta e geniale nelle soluzioni. Fortemente innovativa e brillante, carismatica,è uno stile di Leadership decentrato sulle idee e sulla forza delle idee. Decisamente orientato verso la libertà, il Creativo non affida incarichi, ma raccoglie le libertà individuali, le riconosce e le potenzia. Per tali caratteristiche, è una Leadership che rischia di divenire dispersiva e troppo blanda, bersaglio di squalifiche interne ed esterne.
La Leadership Coinvolgente è uno stile decisamente carismatico ed istrionico, narcisistico e centrato sulla figura del leader. Questo leader (Sballone) conquista il gruppo come se fosse un suo pubblico, riuscendo a direzionare le energie dove servono., accendendo di passione e slancio i membri del gruppo. Il maggior rischio è che dietro il carisma non si nasconda sostanza, lasciando spazio a seduzioni, per cui il vero fine del leader diviene la conquista del gruppo. Ha una buona capacità organizzativa; sa tessere contatti, stimolare il benessere del gruppo; è un abilissimo venditore, che, per non precipitare, deve vendere un prodotto valido ed effettivo. Questo è lo stile che frequentemente viene usato nei partiti politici. Un comizio in piazza tenuto da un leader organizzativo, è noioso e stancante; in questo caso il leader deve essere coinvolgente e seduttivo. , invece, se il comizio è tenuto da un leader troppo motivante, si rischia di sfociare in una sommossa, dal momento che in una folla i livelli di controllo e di consapevolezza rispetto a quello che viene proposto da una figura carismatica sono bassissimi.
Il leader Opportunistico è il Plastico (Apatico).La Leadership del Plastico è a maglie larghe; conserva e impegna le energie con sapienza e intuizione. Ottimizza i livelli di energia e mantiene a bassi livelli l’emotività anche in momenti di tensione. Non costruisce l’azione, ma lascia che accada, seguendo la corrente e dispensando qua è là consigli procedurali, che tuttavia lasciano liberi gli individui. Rischia, nelle degenerazioni, di divenire un’assenza di leadership, bersaglio per demotivazioni e oppressioni da parte dei subordinati, perché un leader di questo tipo non sa difendere il GRUPPO DAGLI ATTACCHI INTERNI ED ESTERNI.
La Leadership Invisibile, tipica del Percettivo, è anch’essa a maglie larghe. Comporta libertà di azione per i componenti del gruppo, pur definendo obiettivi in cui canalizzare l’azione. A differenza della Leadership opportunistica, quella Invisibile è orientata al sostegno del gruppo e all’espressione delle individualità. Il leader invisibile sostiene il gruppo, avvertendo dei pericoli. Regge meglio l’intrusione di nemici interni ed esterni. Tuttavia, rischia di apparire come una non Leadership, di ottenere un basso consenso interno, o di diventare istigante e autodistruttiva, perché incapace di difendersi dalle oppressioni e dalle seduzioni.
E’ una Leadership non direttiva al suo interno, ma compatta all’esterno.
La Leadership Affettiva Relazionale, tipica dell’Adesivo, si centra sulle relazioni e sulle persone. L’obiettivo di tale leadership non è la gestione della produzione, dell’innovazione o della amministrazione, ma la direzione gruppale e l’unità interna. L’obiettivo è la valorizzazione dei comportamenti sociosolidali interni al gruppo o la collaborazione. Trasmette il senso di squadra; affilia i componenti del gruppo verso una dimensione affettiva, quasi familiare, riassorbendo intemperanze ed eccessi. E’ dinamica, ma può diventare invischiante e manipolatoria. Un esempio di Leadership affettiva è la maestra di scuola materna, che tende a creare legami e a sedare conflitti.
La Leadership materna quando sono rispettati i ruoli tradizionali,corrisponde a quella Affettiva Relazionale e Invisibile, mentre quella paterna , magari anche consensuale, è più orientata verso il versante motivante organizzativo.
Punti deboli dei diversi Stili di Leadership
Quando sono presenti degenerazioni patologiche nelle strutture di personalità, anche lo stile di Leadership che viene attivato subisce delle interferenze, evidenziando punti deboli che la rendono meno efficace.
Così, gli Analitici non evoluti tendono a mettere in atto una Leadership organizzativa contraddistinta da un eccesso di controllo.
La Leadership motivante dei Pragmatici mostra dei punti deboli, nel caso in cui sia presente un eccesso di aggressività eterodiretta o autodiretta; in tali casi, il leader diviene una minaccia sia per i nemici del gruppo sia per il gruppo stesso.
La Leadership Creativa diviene inefficace, quando il leader presenta dispersione del Sé, mancanza di contatto con la realtà,fino a sfociare nella superficialità e nell’irresponsabilità.
L’eccesso di narcisismo è il
Pericolo, che minaccia la Leadership Coinvolgente.
L’anomia, intesa come mancanza di identità e/o intensa demotivazione al lavoro minacciano il leader opportunistico e, quindi, il gruppo che guida.
Nel gruppo guidato da una Leadership invisibile la minaccia è l’angoscia esistenziale, , relazioni vittima-carnefice e/o oppressioni subite.
Infine, la Leadership affettiva relazionale, nei casi degenerati, rischia di sfociare nella svendita di sé e del gruppo, in forme di comportamenti clowneschi, autosvalutanti, fino al ruolo di giullare; oppure il leader degenerato può divenire il capro espiatorio del gruppo,o o può trovarsi invischiato in forme di dipendenze gravi che offuscano la libertà decisionale dell’individuo.
Tipi di Impiego dei diversi Idealtipi
Per orientare una persona e indicarle il percorso formativo e professionale più adatto, è importante saper leggere i risultati del Test di personalità , tenendo conto dei punti di forza e delle predisposizioni che emergono. Ovvero , l’Orientamento deve essere finalizzato da un lato allo sviluppo armonico delle potenzialità, dall’altro al potenziamento delle caratteristiche personali.
Qui, ciò che interessa è la disposizione individuale, ciò che alla persona viene meglio, prima ancora di ciò che la persona sa fare per competenza. Ovvero, l’Orientamento , per essere efficace, deve indirizzare la persona verso l’esplicitazzione massima di ciò che già possiede, per poi incrementare nel tempo ciò che sa fare attraverso l’acquisizione di nuove conoscenze.
Così, per gli Analitici i settori professionali d’elezione sono quelli che hanno a che fare con l’amministrazione, con la burocrazia, con il controllo delle procedure; in altre parole, questi individui vanno orientati verso le mansioni connesse al concetto di responsabilità, di precisione, di accuratezza.
L’area dell’imprenditoria intesa come grinta, rischio, fatica e coraggio, prontezza e reattività, è elettiva per i Pragmatici. Ovvero, è meglio che queste persone scelgano il ruolo di libero professionista, di consulente, piuttosto che di dipendente.
Il Creativo deve essere orientato verso percorsi di ricerca, verso l’insegnamento. Non ha bisogno di spendere energie fisiche come il Pragmatico; pertanto, sta bene giorni interi in laboratorio o sul computer. Anche per svolgere la professione di pubblicitario, può essere coinvolto un Creativo. Tuttavia, l’Emozionale trova in questo settore un suo ambito elettivo, perché sa farsi comprendere dagli altri e sa rispondere alle esigenze altrui.
Dunque, l’Emozionale va orientato verso le pubbliche relazioni, perché sa come fare contenta la gente. L’Emozionale svolgerà bene la professione di Counselor, soprattutto , come il Creativo, verso Adesivi, Invisibili e Avari. Invece, un Counselor prevalentemente Avaro saprà aiutare bene Sballoni, o magari apatici.
In sostanza, un Counselor efficace deve avere un buon punteggio sulla sensibilità (percettivo), un buon punteggio nella cura dell’altro (Relazionale), un buon punteggio nella capacità dialogica (Creativo), un buon livello di capacità imprenditoriale (Pragmatico).
Il Plastico va orientato verso il settore burocratico e diplomatico. E’ il mediatore per eccellenza. Può svolgere anche la professione di sommelier o di “naso”, per la sua raffinatezza sensoriale, per la sua flemma estatica, che lo rende in grado di cogliere le sfumature.
L’area del sostegno e del servizio alle persone è quella dei Percettivi.
Per il relazionale le mansioni verso cui essere orientato sono quelle legate all’istruzione primaria , o quelle legate ai rapporti con la clientela . Sono persone che hanno piacere nel parlare con le persone, nel dare indicazioni.