DOCUMENTO FINALE:
“UNA SCUOLA ANTIBUROCRATICA E’ POSSIBILE”
FORMAZIONE AGLI ANTIDOTI CONTRO IL CONTAGIO DEL BUROCRATISMO NELLA SCUOLA
Antiburocratismo…
L’incertezza valoriale dei nostri tempi conduce al relativismo etico. Esso è prodotto dalla complessità burocratica attraverso cui sono realizzate le leggi e i regolamenti. La possibilità di una educazione ai valori deriva dalla soluzione del problema burocratico.
Le difficoltà di trasmissione del sapere nei nostri modi contemporanei di vivere richiedono alcune puntualizzazioni, e cioè:
Dai valori discendono i principi sulla base dei quali sono costruite le leggi.
Le leggi sono generalizzazioni di modalità di reazione ad un problema e sono finalizzate a tutelare i diritti ed i bisogni delle persone e dei gruppi.
La legalità è mutabile a seconda delle esigenze dettate dalle culture.
Il grado di possibile universalizzazione culturale è un criterio rilevante per attribuire senso ai valori che stanno dietro alle leggi.
Tanto più un criterio di legalità (una legge) è generalizzabile alla totalità dell’umanità, tanto più in essa vige un criterio di giustizia (e viceversa).
L’applicazione della legge rende necessari sistemi di legittimazione della medesima e sistemi di applicazione formali.
La confusione tra forma della legge (e sua applicazione) e senso della giustizia, che sta alle spalle della legge, è causa dell’innesco di processi di deresponsabilizzazione burocratica.
Nella scuola la burocrazia è di fatto il vero motivo del non-senso della prassi educativa, imbrigliata in paradossi in cui la legge ed i regolamenti diventano blocchi che impediscono ai valori di trovare espressione.
Progettazione… Pianificazione… Programmazione
Questi tre concetti hanno a che fare con il tempo futuro e con gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
La progettazione è la fase che conduce alla definizione del processo di realizzazione di un prodotto, di un manufatto, di un servizio o di qualunque oggetto funzionale o estetico.
La pianificazione è il processo con in quale si stabilisce uno stato futuro del sistema ritenuto desiderabile, si individuano le azioni per conseguirlo (piano d’azione) e le risorse per mettere in atto queste azioni.
La programmazione è il tentativo di rendere autonomo e autosostenente un progetto o un piano. In questo senso è l’affidarsi a meccanismi automatici del sistema (condizionamenti operanti) e ad automatismi inconsci delle persone. In questo modo meccanicistico vengono risparmiate energie psichiche delle persone. Infatti l’affidarsi ad un programma non comporta l’umana fatica di rivisitare le scelte e di prendere nuove decisioni.
La programmazione è la tecnologia che sta alla base dell’inquinamento burocratico poiché, contrariamente ad un progetto o ad un piano, pretende di rendersi stabile nel tempo e di autoriprodursi con una logica macchinica e spersonalizzante.
Orario flessibile
Il primo processo regolativo della vita quotidiana scolastica è l’orario. Attraverso la programmazione dell’orario si intende gestire il tempo futuro in funzione degli obiettivi da raggiungere. In verità dentro l’unico concetto di orario ne sono implicitamente contenuti due: il calendario e l’orario. Il calendario è una importante cornice sociale che sta come riferimento per un agire collettivo condiviso, l’orario è un sistema di ripetizione macchinico ed macchinoso che impedisce la formazione di una autentica vita di relazione tra le persone all’interno di un contesto.
La flessibilità dell’orario impegna verso la costruzione di una diversa forma mentale e relazionale: pur rimanendo all’interno della cornice calendarizzata tutti i tempi della didattica e della educazione possono variare anche ampiamente.
Così come possono variare gli obiettivi. Se si riuscisse a sostituire nei fatti il “programma didattico” con “piano didattico” sulla base della autentica comprensione della differenza tra queste due espressioni, si sarebbe già compiuto un importante passo nella rivoluzione antiburocratica.
Ciò a maggior ragione in una fase della storia umana in cui i programmi sono apparsi nella verità dei loro limiti a seguito dell’impatto con la rivoluzione informatica.
Il programma infatti è, sotto gli occhi di tutti, un sistema di azioni e di comunicazioni autoreferenziale che può essere utile per monitorare lo sviluppo di un piano ma non per consentire il suo adeguato svolgimento.
Nella prassi della programmazione (compresi i tentativi di programmazione degli imprevisti come il monitoraggio in corso d’opera) sovente si perde il senso di una progettazione educativa.
Il primo processo antiburocratico nella scuola deve riguardare l’orario scolastico rendendolo flessibile e non ripetitivo. Ciò significa rinunciare alla falsa rassicurazione di un sistema che si autoriproduce ma significa riuscire a gestire autonomamente settimane e mesi di insegnamento e di didattica volte a massimizzare la trasmissione dei saperi.
In pratica mettere in atto ogni forma di progetti che costruiscano la settimana della matematica (della storia o del diritto…) finalizzando a tale obiettivo tutte le risorse disponili nella scuola.
Il termine “Progetto” deriva dal latino proiectum, participio passato del verbo proicere, letteralmente traducibile con gettare avanti; il che spiega anche l'assonanza etimologica dei verbi italiani 'proiettare' e 'progettare'.
Esso contiene la necessaria struttura semantica della dinamica dell’apprendimento senza la quale non può esistere motivazione ed interesse psicologico ad investire le proprie energie per migliorare il proprio sapere.
Tipologia di classi
Una delle tappe per comprendere la natura e la struttura delle diverse forme gruppali è quella di cogliere nella realtà le diverse articolazioni che il “gruppo classe” assume. In questo senso la risposta alla domanda sull’utilità della classe ha una risposta affermativa: dal concreto della personalità delle diverse classi si possono ricavare le proprietà educative, relazionali e di apprendimento utili per costruire un nuovo sapere pedagogico e didattico.
Questo condurrà alla comprensione sui diversi tipi di gruppo e sulle diverse forme di loro gestione e potrà essere applicato anche ai modelli di relazione tra docenti.
Il pensiero burocratico conduce alla visione del sistema classe in modo astratto considerandola come una entità sociale sempre simile a se stessa. Una volta definita a priori la classe scolastica è stabilizzata come il luogo in cui una certa percentuale di studenti che la compongono saranno bocciati, altri studieranno con elevato profitto e altri ancora rappresenteranno la medierà del comportamento scolastico. Questa entità statistica sembra che sia verificata probabilisticamente visto che quasi tutte le classi funzionano così. In verità il gruppo classe presenta una ben diversa morfologia che, se compresa intuitivamente, riesce a far sintonizzare la comunicazione e la relazione dei docenti con le esigenze formative e di apprendimento di quel particolare gruppo di studenti. Comprendere la differenza, anche solo sulla base di alcuni modelli di classe, di ogni singola realtà di gruppo classe consente di modificare la forma di pensiero burocratico implementato nell’inconscio degli insegnanti portandoli ad osservare la autentica realtà in cui operano.
Legalità sostanziale e non formale
Lo sviluppo di relazioni amicali autentiche, può prevenire il disagio scolastico. Il disagio scolastico è un aspetto del disagio giovanile che può manifestarsi con varie modalità e a diversi livelli, a partire da comportamenti di disturbo in classe, irrequietezza, iperattività, difficoltà di apprendimento e di attenzione fino ad arrivare alle difficoltà di inserimento nel gruppo, al basso rendimento scolastico, all'abbandono, alla dispersione, nonché, nei casi più estremi, alla devianza sociale e a comportamenti trasgressivi verso sé e gli altri.
Il progetto di realizzazione della legalità sostanziale si muove nella direzione di aumentare la affettività nel gruppo dei pari.
Quanto più la scuola è contagiata dal pensiero burocratico, tanto più è distante dagli studenti e tanto più sono probabili episodi di bullismo. Il bullo infatti vive una mancanza di senso nelle relazioni e cerca di affermare la sua identità negata in un contesto dove l’eccesso di formalità legalitaria corrisponde spesso alla mancanza di giustizia, poiché legalità e giustizia sono due diverse fasi del processo di apprendimento del vivere civile. Senza una idea condivisa della giustizia non è possibile affermare la legalità se non autoritariamente.
Una legalità sostanziale è una legalità basata sull’etica. L’etica è il fondamento delle società evolute che hanno raggiunto elevati livelli di cultura e ne individua il carattere, l’”etica”, la “condotta”. Così come i valori sono il fondamento positivo della personalità dell’essere umano, così l’etica è il fondamento positivo della società. L’etica individua i criteri e le linee guida per lo sviluppo dei valori umani di responsabilità, giustizia, libertà, generosità, pace, uguaglianza, fraternità. Lo strumento politico che i popoli hanno individuato per promuovere una società etica è la democrazia, con lo scopo di dare la possibilità ad ogni cittadino di avere un peso decisionale e una voce all’interno della propria società.
Le battaglie civili per la conquista della democrazia appartengono alla storia di ogni singolo popolo modernizzato attraverso la conquista delle Carte dei diritti costituzionali: il diritto al lavoro, alla difesa, al voto, la legge uguale per tutti, il ripudio della guerra, l’inviolabilità della libertà personale, sono i principali obiettivi raggiunti. Tali conquiste hanno la necessità di essere difese dai tarli che minano la democrazia alla base come il pericolo del nostro tempo: il relativismo etico.
Esso sostiene l’insistenza di verità fondamentali, la loro inconoscibilità, inesprimibilità o comunque la parzialità di ogni tipo di conoscenza. Wittgestein affermava l’inaffidabilità delle percezioni umane, poiché relative alla organizzazione percettiva del nostro sistema nervoso. Ma già il fenomenologo Husserl assegnava primaria rilevanza all'esperienza intuitiva, la quale guarda ai fenomeni come punti di partenza, e prove, per estrarre da esso le caratteristiche essenziali delle esperienze e l'essenza di ciò che sperimentiamo.
Ogni esperienza sociale porta in sé un senso che può essere indagato, compreso e successivamente valutato nell’ambito della convivenza civile.
Il termine civis indica il cittadino membro della comunità che attraverso il rispetto di norme di base consente a tutti i cittadini la convivenza contemporanea nella comunità con il principio del minor danno reciproco possibile, di minima difesa del territorio comune (divieto di limitazione della libertà altrui, l’istituzione di una forza armata) e di diritti politici, civili e sociali (di partecipazione, di proprietà e di cura).
Per promuovere la condivisione dei diritti e dei doveri nella scuola e tra gli studenti e per diffondere la cittadinanza è necessario riattivare lo strumento delle assemblee di istituto, di classe e le consulte provinciali come luoghi di sviluppo del dialogo, della formazione, della motivazione, della discussione ovvero quale luogo di partecipazione e di interscambio tra scuola e comunità.
La dialogicità è oggi interrotta dall’evitamento passivo e rassegnato che vivono i giovani nella scuola a il bullismo si sostituisce alla capacità di affrontare le problematiche in modo consapevole e diretto.
Budget aperto
La dimensione delle economie nella scuola può prendere vita uscendo dagli automatismi di budget ristretti e strutturati che, in cambio di una relativamente scarsa sicurezza, rendono il sistema oneroso e poco produttivo. Il budget aperto consente l’inserimento del mondo della scuola sul reale mondo del mercato. Tale concetto è un concreto richiamo all’educazione all’economia nei giovani affidati alla scuola proprio perché il sistema di costi e benefici è direttamente visibile. Esso ha una ulteriore ricaduta per la comprensione da parte dei giovani del mondo reale del mercato economico ed i correttivi necessari per evitare eccessive concentrazioni di potere economico nella mani di pochi privati o dello stato. Budget aperto è uno slogan che si traduce in realtà mediante bilanci autentici a consuntivo e non a preventivo mediante la giusta corresponsione di denaro a fronte dei servizi effettivamente svolti.
La questione dell’economia nella scuola rimanda a quella della responsabilità del suo apparato dirigenziale. Tanto più è alta la burocrazia tanto più è invisibile il flusso economico reale e tanto più difficile è amministrare la spesa scolastica. Un concetto del tutto opposto all’autoritarismo della burocrazia è quello della democraticità della gerarchia. L’aumento di responsabilità nella gestione del budget comporta un processo di forte attribuzione di potere a chi governa il singolo sistema scolastico che, a fronte di un chiaro processo di gestione funzionale ai risultati, non dovrà più temere le mille questioni derivanti dall’attuale contenzioso scolastico prodotto dall’incertezza del diritto e dalla invisibilità dell’infiltrazione burocratica.
Analisi psicologica dei docenti
La capacità di un sistema di lavoro verte sulla possibilità di avere “l'uomo giusto al posto giusto”. In tal modo i gruppi di lavoro sono armonizzati sulla base delle competenze dei singoli e riescono ad integrarsi poiché sono sempre al corrente delle questioni principali in gioco nell’organizzazione. E' possibile collocare al posto giusto le persone solo se si analizza con chiarezza la personalità individuale e si produce la Competenza (= Professionalità + Personalità). Solo una chiara analisi delle personalità e del loro stile di lavoro può produrre armonia nel sistema scolastico con conseguente caduta di personalismi e di conflitti. Così facendo l'insieme del molto poco prodotto da ciascuno costruisce il molto. La attuale condizione è invece la divisione del molto che produce il molto poco.
La liberazione delle persone dal pensiero burocratico è un processo di crescita che ha a che fare con l’apertura di orizzonti mentali. Il metodo, che appare sulla scena politico sociale in tutte le fasi di cambiamento, è quello teorizzato dalla filosofia fenomenologica: “mettere tra parentesi l’ovvio”.
Ovvero cominciare a pensare che tutte le strutture di pensiero e di organizzazione che vengono usualmente date per scontate possano essere messe in discussione.
Il risultato di tale processo è la verifica del senso e del significato delle strutture sociali, organizzative e mentali a cui per abitudine ci appoggiamo.
Questa azione è l’esatto contrario del burocratismo che, invece, avvita i processi di relazione, di azione e di pensiero su stereotipi e su archetipi. La conferma degli stereotipi impedisce l’apertura dello sguardo al di là dei paraocchi e fa rinunciare sia a soluzioni più funzionali dei problemi emergenti, sia a utilizzare con maggior profitto le risorse.
Gli archetipi sono una costante implicita alla natura del pensiero. Essi sono schemi elaborati dall’umanità per interpretare e rispondere a plurime situazioni della vita quotidiana. E sono inconsci. Molti archetipi che gli uomini hanno ereditato geneticamente sono stati superati e rimodellati in altre forme di pensiero perché non erano più utili e funzionavano alla stregua di superstizioni. La liberazione delle intelligenze necessita un continuo processo di messa in discussione degli archetipi. Il burocratismo fissa invece gli archetipi in modo ancor più stabile e li collega agli stereotipi impedendo la presa d’atto della vita sociale e relazionale per quello che è in realtà.
Le proposte di lavoro antiburocratico
La riorganizzazione funzionale della scuola antiburocratica serve a eliminare gli sprechi e fluidificare la diffusione del sapere ed il miglioramento delle relazioni. In questa ottica i servizi offerti da PREPOS alle scuole hanno lo scopo di mettere in atto processi antiburocratici virtuosi partendo da problemi complessi e impossibili da risolvere nell’ottica del burocratismo. L’elenco dei successi progetti sta ad indicare come possa variare il punto di accesso progettuale nella scuola. Ogni passo nella realizzazione di ciascuno dei seguenti progetti diminuisce infatti il contagio burocratico e libera intelligenze e risorse nella scuola.
- orientamento e formae mentis
- bilancio delle competenze
- peer education
- consulte studentesche
- accoglienza
- gestione delle assemblee
- prevenzione del bullismo
- educazione alla non violenza
- educazione alla salute
- prevenzione del disagio
- prevenzione della droga
- comunicazione educativa
- comunicazione didattica
- didattica personalizzata
- formazione al metodo di studio
- laboratori di recupero
- circoli di studio
- riunione dei bocciati
- obbligo formativo
- comunicazione aumentativa
- counseling psicomotorio
- counseling e disabilità
- consulenza organizzativa
- formazione agli insegnanti
- formazione personale ata
- aggiornamento
- Analisi degli staff
- Ottimizzazione dei talenti
- Gestione delle Risorse Umane
- Prevenzione e recupero dello Stress, del Burn-Out e del Mobbing
- cooperative learning
- gestione del clima relazionale delle classi
- educazione all’affettività
- educazione all’innamoramento
- progetti per genitori
- artigianato educativo
- counseling famigliare
- dialogo interculturale
- dialogo interreligioso
PREPOS – PREVENIRE E’ POSSIBILE
AREZZO 25 APRILE 2008
Il Responsabile del Corso
Prof. Vincenzo Masini