I TUTORS ED IL PROGETTO ACCOGLIENZA DELL’ITIS DI BIBBIENA
Giuliana Aquilanti
Il Progetto “Accoglienza” prende il via nell’anno scolastico 2000-2001, avendo come punto di riferimento legislativo, prioritariamente, il D.P.R. 309/90 che all’art.106 comma 3 testualmente recita “ Gruppi di almeno 20 studenti, anche di classi e di corsi diversi, allo scopo di fare fronte alle esigenze di formazione, approfondimento ed orientamento sulle tematiche relative alla educazione alla salute, possono proporre iniziative da realizzare nell’ambito dell’istituto con la collaborazione del personale docente che abbia dichiarato la propria disponibilità.”
Appare chiaro come il legislatore, individuando il gruppo di studenti, abbia inteso assegnare loro un ruolo di protagonismo attivo nella “promozione della salute” di tutta la popolazione scolastica .
La questione su cui si apre la riflessione ed il confronto, a partire dalla seconda metà degli anni ’90, tra il mondo della scuola e quello della sanità, ad Arezzo e provincia è appunto quella del concetto-valore di “salute” e di “salute vissuta in ambito scolastico”.
Premesso che è da intendersi come salute la condizione di “benessere esistenziale”, secondo quanto contenuto nella definizione data dall’O.M.S.,diventava necessario osservare e comprendere tutti quei fatti che potevano limitare e/o contrastare il vissuto di “benessere esistenziale” degli adolescenti-studenti in ambito scolastico.
Tra tali “fatti” gli indicatori più significativi rispetto ad un “malessere esistenziale” degli studenti erano le bocciature e gli abbandoni.
Una ricerca promossa dal Provveditorato agli Studi di Arezzo, negli anni ’90, su tre anni scolastici, relativa al fenomeno dell’abbandono scolastico, nelle scuole superiori di 2°, evidenziava come la quasi totalità delle motivazioni addotte, fosse riconducibile a difficoltà di tipo relazionale sia con i compagni di classe che con gli insegnanti.
Nasce dalla riflessione su tali dati l’impegno pedagogico ad una azione concreta di prevenzione del disagio utile a contrastare le bocciature e gli abbandoni:un’azione che partendo.
Questa la cornice dell’intera attività socio-psico-pedagogica realizzata all’I.T.I.S. di Bibbiena con i contenuti di “Prevenire è possibile” e gli strumenti dell’Artigianato educativo.
Relativamente alla formazione dei tutors per il “Progetto Accoglienza”, la metodologia adottata è quella del gruppo d’incontro.
Il “gruppo d’incontro” rappresenta il luogo e lo spazio in cui ed attraverso cui gli studenti-tutors si “incontrano” per imparare a “sentire” il loro sentire, a verbalizzarlo raccontandosi, ad ascoltarsi ed accogliersi vicendevolmente.
Le regole fondamentali del “gruppo d’incontro” sono:
- L’ASCOLTO ATTENTO
- IL NON GIUDIZIO
- LA RISERVATEZZA
L’esperienza formativa del gruppo d’incontro educa i ragazzi a diventare persone accoglienti, capaci cioè di osservare e comprendere l’eventuale disagio
vissuto dai compagni di 1^ nel passaggio dalla scuola media inferiore a quella superiore ed individuare, quindi, in appoggio e collaborazione con i docenti azioni di intervento prioritariamente mirate.
TESTIMONIANZE DEI TUTORS:
Katia:
L’esperienza con il gruppo d’incontro dei tutor è iniziata per me l’anno scorso. Cominciò con un’assemblea diversa dalle altre in cui, per la prima volta, venivano presentati i tutor. Mi sono subito sentita presa da quello che dicevano e soprattutto l’idea di accogliere i ragazzi che arrivavano per la prima volta nella scuola era entusiasmante. La prima volta che ci siamo incontrati, abbiamo fatto gruppo d’incontro, ci siamo messi in cerchio e poi ci siamo presentati. Lì per lì mi è venuta l’agitazione infatti ero presente soprattutto per vincere la timidezza, ma poi è passata e adesso credo che il gruppo dei tutor è un’esperienza che tutti dovrebbero fare.
A settembre ho accolto per la prima volta una classe, la 1a professionale e non è stato facile. Loro erano agitati ma anche se ci siamo visti poche volte, mi sono bastate per affezionarmi.
Mi sono sentita come se potessi fare davvero qualcosa di importante per loro.
L’anno prossimo sarò in quinta e non potrò più seguire il gruppo dei tutor e ciò mi dispiace perché ho trovato un gruppo di amici niente male e penso di poter fare realmente qualcosa per la prima che ho accolto.
Sono cresciuta, sono diventata tutor e questo mi ha dato una grande responsabilità di aiutare e accogliere altri ragazzi.
Niccolò:
La mia avventura come tutor è iniziata per la mia grande curiosità accesa dall’intervento del professor Masini all’assemblea d’istituto. Sin dal primo incontro ho capito che poteva essere l’occasione per provare qualcosa di diverso, di utile a me e agli altri.
E infatti il primo giorno di scuola di quest’anno sono arrivato emozionantissimo, non per l’inizio della scuola, ma per l’incarico di tutor. Mi sentivo la persona più forte del mondo poiché mi era stata data tutta quella fiducia e mi avevano affidato la responsabilità di una classe, cosa che nessuno aveva mai fatto.
Ho provato un’emozione fortissima nell’entrare nella 1°A, sapevo di essere come loro, ma ero anche investito di un’autorità, che mi veniva non da qualche formalità ma dalla fiducia e dall’ascolto che avevo ricevuto.
E’ molto difficile descrivere le emozioni che ho provato quella mattina e secondo me questa è una prova del fatto che è stato speciale.
Alessandro:
Tutta questa esperienza mi ha cambiato profondamente. Dal primo incontro mi sono sentito a mio agio, anche se all’inizio facevo un po’ difficoltà ad esprimermi. Ho potuto parlare liberamente, dando e ricevendo consigli e senza essere giudicato per le sensazioni e le emozioni che provavo. Gli incontri mi hanno fatto crescere e sono rimasto entusiasta.
Poi ho fatto il mio primo incontro con la 1C. Ero preoccupato perché non sapevo cosa dire e avevo paura d’impacciarmi nel parlare, anche se tante volte lo avevo affrontato nel gruppo di tutor. Poco prima di entrare nelle classi con gli altri tutor ci siamo incontrati nell’atrio e ci siamo fatti gli auguri e con un’emozione strana che sentivo dentro sono andato in classe.
All’inizio la voce mi si strozzava in gola e a malapena riuscivo a formulare le frasi senza bloccarmi. Poi mi sono reso conto che i ragazzi della classe pendevano dalle mie labbra, mi seguivano, erano interessati e mi sono sentito subito più sicuro e anche importante e soddisfatto. Non sarei mai uscito da quella classe.
Quando ci siamo incontrati con il gruppo avevo una voglia matta di raccontare la mia storia, ero entusiasta e soprattutto fiero del mio impegno. Sono felicissimo di essere diventato tutor… anch’io avrei voluto un tutor come siamo noi!
Adesso sto imparando a tenere testa nelle discussioni e ho preso anche la parola nell’ultima assemblea d’istituto. Sono felice di tutto questo aiuta a crescere e mi sta facendo arrivare al traguardo!
Daniele:
La mia esperienza di tutor è cominciata per curiosità ed è diventata un appuntamento fisso che mi aiuta a crescere e a comprendere i miei pregi e i miei difetti
L’accoglienza che abbiamo fatto alle prime è stata molto utile e anche a noi, che mai avremmo pensato di essere aiutati. Questo è un bellissimo cammino che mi ha dato la capacità di ascoltare gli altri, una competenza che mi seguirà sempre qualsiasi siano le mie scelte future.