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Gli instant test di Prevenire è Possibile

 

 Accenni di teoria dei Test

di Emanuela Mazzoni

 

L’uso del test, che voglio intendere è quello di uno strumento ovvero di un utensile; come per scrivere usiamo una penna, o per mangiare usiamo la forchetta, il cucchiaio, il coltello, così per sapere se quella persona ha un certo tipo di caratteristiche che ci interessano, usiamo i test.

E’ semplice da usare e il suo funzionamento è chiaro tale da non aver bisogno di eccessive spiegazioni e da ridurre al minimo gli errori di comprensione e quelli di somministrazione.

Il test è comunque sempre caratterizzato dall’attributo imprescindibile dell’affidabilità:

- E’ importante che il test sia fatto in modo tale da cercare le caratteristiche che vogliamo e solo quelle. Attraverso un esempio spicciolo, se in un campo sto cercando un cesto d’insalata verde riccia, non mi accontenterò di sapere che quella che ho trovato è insalata perché potrebbe essere lattuga o scarola, mentre invece ho bisogno di un particolare sottoinsieme che è quello dell’insalata riccia. Sempre rimanendo nella metafora, le azioni in successione per raggiungere il mio obiettivo sono: 1) trovare il campo (ovvero radunare i soggetti in un luogo adatto); 2) trovare la zona in cui coltivano l’insalata (ovvero dare una prima scrematura ai soggetti riunendoli in alcuni grandi gruppi); 3) saper dividere la riccia dalla lattuga e dalla scarola, per fare questo devo avere esperienza dell’insalata riccia, averla vista magari assaggiata, o una solida conoscenza teorica per poter riconoscere i vari tipi di insalata (ovvero avere chiare in mente le caratteristiche della persona che sto cercando per poter trovare lei e non qualcun’altro).

Un procedimento di questo tipo è un procedimento analitico, per cui si scava sempre più in profondità cercando una caratteristica alla volta, sempre più specifica. Si passa dal generale al particolare.

- E’ poi importante che il test dia risultati di una certa costanza nel tempo. Lo strumento dovrebbe misurare caratteristiche che mutano non troppo rapidamente altrimenti non sapremmo come usare i dati o sarebbe stato inutile raccoglierli. Esemplifichiamo attraverso un’altra metafora: se sto cercando una persona per fare cabaret in un programma televisivo non mi posso accontentare di qualcuno che per una sera ho trovato simpatico devo assicurarmi che sia solitamente una persona di spirito, che sappia far ridere il più delle volte che sia coinvolgente e che abbia facilità di comunicazione, che sia solitamente espressivo, ecc. Insomma devo partire con alcuni punti fermi, per poter pensare che quella sera non cercava di far colpo su qualche ragazza e che invece solitamente è un tipo serioso. Per questo dobbiamo misurare i tratti più stabili e quelli strutturali di personalità. I due indicatori di validità e attendibilità, sono i punti di partenza per la costruzione di uno strumento affidabile.

 

Punti chiave degli Instant Test di Prevenire è Possibile

 

Il test è un mezzo, non un fine. Analizza i presupposti e funge da base di sostegno formale dando al counselor alcune indicazioni strategiche per muoversi durante il successivo colloquio informale. E’ un’importante fonte di informazione, ed è il mezzo più adatto per scoprire i punti chiave della persona.

Gli instant test di Prevenire è Possibile sono costruiti per essere semplici da somministrare.

Sono duttili e maneggevoli, agili e adattabili a vari contesti e a diversi bisogni, anche se prevalentemente ognuno degli instant test ha un suo specifico campo di applicazione.

Per far sì che gli strumenti siano davvero maneggevoli è stato importante evitare una estrema  formalizzazione, ovvero lasciare un certo margine d’incertezza che sarà spiegato in un secondo momento attraverso l’interpretazione qualitativa. Il DAT 5[1] a questo proposito recita: “Non esiste alcuna “validità di un test” in senso assoluto. Esistono soltanto validità empiriche indicative del grado di utilità del test rispetto a varie situazioni”, per questo la bontà di uno strumento non può essere solo quella interna al test ma deve anche avere un operatore esterno garante del suo utilizzo.

Un altro elemento degno di nota, riguarda la relazione tra le sette tipologie di Prevenire è Possibile (Masini 2000) presenti in tutti i questionari sia individuali che collettivi. Esse sono indagate sia singolarmente che in relazione tra loro, in modo da diminuire l’effetto negativo dato dalla schematicità delle categorie (ad es. non è importante quanto uno è ansioso, ma quanto uno è ansioso in relazione a quanto è dipendente). Esiste inoltre una correlazione tra personalità individuale e collettiva (una classe “conflittuale” si poggia sulle stesse dinamiche relazionali di una personalità centrata sull’attivazione “ruminante”), per cui le relazioni di funzionamento dell’una sono simili a quelle dell’altra. Questo permette il confronto tra i due livelli e le loro caratteristiche.

Per i soggetti a cui sottoponiamo il test esso risulta essere comprensibile e semplice. Le indicazioni preliminari la compilazione, sono poche e chiare per cui la totalità del tempo è spesa per la sua compilazione.

Gli instant test dispongono all’introspezione e alla riflessione su di sè e sulle proprie relazioni con gli altri, sul mondo intorno al soggetto e sugli orizzonti. Si basano generalmente su variabili dicotomiche (presenza/ assenza di alcuni tratti del temperamento o del contesto). Da questi, si è in grado di individuare alcune tipizzazioni, secondo la teoria di riferimento.

Il questionario, diventa un momento di apertura della relazione, di primo approccio non invasivo. Il soggetto risponde a domande che divengono indizi su cui costruire un sistema che riguarda la persona o il gruppo. Essi costituiscono la base, che fa da sfondo alla successiva ricerca di tipo più qualitativo.

L’importanza del colloquio non è solo determinata da un aumento di informazioni intorno al soggetto, ma concorre a determinare la validità[2] stessa del test attraverso una buona correlazione tra l’esito del test e il comportamento del soggetto.

 

Le fasi del processo d’intervento

 

La somministrazione dell’instant test si situa nel primo dei tre momenti tipici del processo: rilevazione, interpretazione e intervento.

1) La rilevazione è la prima tappa. Di solito si preferisce raggruppare tutti i soggetti in un unico spazio. Dopodiché si procede a presentare l’instant test dando le indicazioni per la compilazione e per lo scoring e si rimane a disposizione per ulteriori chiarimenti. Questo quando la rilevazione è individuale, se è di gruppo invece è meglio procedere con la rilevazione nel luogo tipico in cui i membri si incontrano, in questo modo, sarà possibile osservare ulteriori dinamiche tipiche di quel gruppo.

2) L’interpretazione. Dopo lo scoring computerizzato, e la costruzione del grafico, avviene la restituzione dei dati e la loro interpretazione, individualmente o tornando all’interno del gruppo.

Questo è il momento del colloquio. In questa tappa sarà possibile differenziare ulteriormente l’interpretazione dei grafici, dal momento che abbiamo il soggetto di fronte e possiamo indirizzare il colloquio in maniera da cogliere le peculiarità che non erano emerse dalla rilevazione dei dati.

Il grafico e la sua interpretazione fanno da base ad una più ampia comprensione euristica e intuitiva, che sono la peculiarità, la professionalità e la ricchezza del counselor, dello psicologo, del formatore, dell’educatore e dell’orientatore. I grafici ottenuti dai questionari aiutano e sostengono l’interpretazione e l’analisi qualitativa a cui vengono aggiunti i dati percettivi e non quantificabili scientificamente. L’interpretazione delle compresenze, della miscela di caratteristiche dell’ambiente e della situazione, prendono forma in archetipi unici e rappresentativi di quello specifico contesto, gruppo o di quella specifica persona.

3) La fase dell’intervento è il momento della costruzione di un progetto di crescita e di cambiamento. E’ importante tenere presente che:

“Il senso del limite è una regola dell’orientatore che si basa sull’assunto che in un intervento educativo attuato in una certa fase della vita del soggetto non è possibile trasmettere e far apprendere più di una sola virtù o qualità ed è necessario individuare quale sia quella più importante per la persona. Nel rapporto che si instaura con l’altro potrà crescere l’autostima, il coraggio, la tolleranza, la calma, l’impegno, l’umiltà, la responsabilità, l’ottimismo e la spensieratezza ma non potrà crescere “tutto”. Ed è bene trattenersi dal lanciare messaggi doppi cercando, ad esempio, di discutere e lavorare contemporaneamente sull’autostima e sull’umiltà o sulla calma e sul coraggio, sulla responsabilità e sulla spensieratezza. Avendo individuato la qualità che sembra più necessaria per la sua crescita attuale è bene concentrarsi su quella, nella consapevolezza che altri incontri con altri artigiani dell’educazione potranno efficacemente accompagnare quel soggetto verso equilibri sempre più maturi.” Masini (in “Il senso dell’intervento di Prevenire è Possibile”, nell’introduzione alla prima parte della ricerca).

 

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Bibliografia:

 

AA.VV., a cura del Centro Studi O.S., (1999), DAT, Differential Aptitude Tests, Quinta Edizione, Organizzazioni Speciali, Firenze.

Boncori L., (2000), Teoria e tecniche dei test, Bollati Boringhieri, Torino.

Ercolani A.P., Areni A., (1995), Statistica per la ricerca psicosociale, Il Mulino, Bologna.

Mannetti L., (1999), Strategie di ricerca in psicologia sociale, Carocci, Roma.

Masini V., (2000), Dalle emozioni ai sentimenti, Prevenire è Possibile, Caltagirone.

Quadrio A., (1997), Il colloquio in psicologia, Il Mulino, Bologna.


 

[1] Il DAT 5 è uno tra i test attitudinali più utilizzati in ambito di selezione del personale, counseling, orientamento scolastico e professionale. Misura la capacità di riuscita in sette differenti aree più una di combinazione: ragionamento verbale, ragionamento numerico, ragionamento astratto, velocità e precisione, ragionamento meccanico, rapporti spaziali, uso del linguaggio, attitudine scolastica (combinazione tre ragionamento verbale e numerico). Lo scopo è quello di comprendere le reali potenzialità del soggetto.

[2] Il tipo di validità a cui mi riferisco è quella predittiva, data dalla correlazione tra i risultati del test e ciò che realmente si verifica in seguito. Ad esempio quando una personalità ruminante (Masini 2000) ha dei frequenti scatti d’ira, la correlazione tra strumento e comportamento aumenta, ovvero la validità del test tende ad aumentare.

 

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