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PROGETTO OBBLIGO FORMATIVO

 

Tema

Il tema del progetto è quello di innalzare la motivazione all’apprendimento da parte dei giovani. Questa è la questione fondamentale. I temi che i giovani apprendisti propongono sono relativi a quel modo di stare nelle classi che caratterizza la scuola da ben cinque secoli e che necessita di un profondo ripensamento. La loro insofferenza è ben visibile dalle risposte alle domande principali:

 

 

Qual è il motivo principale che la ha allontanato dalla scuola?

Mancanza di interesse e di stimoli nella scuola

10

Senso di inutilità della scuola

3

Pigrizia

3

 

Quali sono gli aspetti più positivi che lei sente di aver ricavato dalla sua esperienza di lavoro?

Senso di responsabilità

12

Capacità di collaborazione

6

 

Quali sono gli aspetti più positivi che lei sente di aver ricavato dalla sua esperienza di lavoro?

Senso di responsabilità

12

Capacità di collaborazione

6

 

Quali sono le cose positive che lei ha riscoperto nel corso dell’esperienza dell’obbligo formativo nella scuola?

Un modo di essere scuola diverso da quello che avevo vissuto

8

Possibilità di avere una preparazione più completa

3

Una nuova occasione da non perdere

3

Minor preoccupazione per le verifiche ed i voti

3

 

Quali le cose negative che ha ritrovato?

Perdita di tempo

7

Noia

4

Inutilità degli argomenti

3

 

A queste risposte serve poco opporre la considerazione che tali giovani non hanno ricevuto un’educazione alla disciplina ed al rispetto delle regole formali all’interno delle loro famiglie e che quindi si sono ritrovati disadadattati nell’incontro con la scuola. Prima di tutto perché tale affermazione non è sempre vera (l’insofferenza verso la scuola si manifesta anche in giovani provenienti da famiglie integrate), in secondo luogo perché è proprio questo il problema con cui occorre confrontarsi. Nei corsi professionali e di obbligo formativo tale distanza dalla scuola si manifesta in modo eclatante e richiede, in un’epoca in cui si tende verso un apprendimento continuo e lungo tutto l’arco della vita, spazi per una più ampia gamma di esperienze di apprendimento.

In tale linea  occorre portare a compimento le proposte della didattica narrattiva che tende a contestalizzare il contenuto delle discipline con le situazioni del mondo reale, e a motivare gli studenti a fare collegamenti tra le conoscenze e le loro applicazioni, ottenendo un maggiore impegno e coinvolgimento. Il contributo alla sviluppo della didattica narrativa che può pervenire dal mondo del lavoro e dell’impresa è rilevante; la collaborazione del mondo imprenditoriale ed economico, per far acquisire attitudini, conoscenze e abilità è indispensabile per la motivazione.

Le risposte degli imprenditori al questionario di ricerca indicano alcune importanti direttrici:

 

 

  

CARATTERISTICHE DESIDERATE NEGLI APPRENDISTI A SEGUITO OBBLIGO FORMATIVO

 

Vorrei che diventassero più svegli e intraprendenti

16

51,6129

 

Vorrei che diventassero più ordinati e puntuali

9

29,03226

CAPACITA' DA ACQUISIRE

Maggiore capacità tecnica sul lavoro

23

56,09756

 

Maggiore capacità di evitare gli sprechi

4

9,756098

MATERIE E ARGOMENTI CONSIDERATI IMPORTANTI

Cultura generale

14

77,77778

 

contratti e sicurezza sul lavoro

6

33,33333

 

informatica

6

33,33333

 

Chimica

3

16,66667

 

Contabilità e amministrazione

3

16,66667

 

Lingue straniere

3

16,66667

 

Fisica

2

11,11111

 

Diritto

2

11,11111

 

Matematica

1

5,555556

 

altro tecnologia materiali

1

5,555556

 

Geografia

0

0

 

Storia

0

0

 

In primo luogo gli imprenditori optano per una maggiore intraprendenza: il problema è interessante poiché coloro che lasciano la scuola non sono soggetti apatici ma, semmai, disordinati e disarticolati nelle loro capacità di finalizzazione delle loro energie e della loro motivazione. In secondo luogo il loro non essere svegli sembra sia più imputabile al disorientamento che non a problemi mentali.

La scelta di questi temi avvicina alla proposta di concentrarsi sulle life skills

 

 

 

Autoefficacia

La sfida cognitiva e motivazionale più importante che un bambino deve affrontare nella crescita riguarda l'acquisizione delle competenze scolastiche. È un'impresa pubblica, competitiva e definisce l'immagine di sé.
L'autore sottolinea che, per mettere i ragazzi in grado di raggiungere l'obiettivo dell'autoeducazione prospettato da John Gardner (1963), le scuole devono fare qualcosa di più che insegnare abilità di tipo intellettivo. Dovrebbero anche favorire lo sviluppo personale nello studente delle convinzioni su di sé e delle competenze autoregolatorie necessarie a perseguire la propria autoeducazione permanente.
Questo capitolo passa in rassegna le ricerche svolte in merito al ruolo causale e di mediazione del senso di efficacia nello sviluppo educativo degli studenti, cioè il modo in cui le convinzioni di efficacia influenzano sia la motivazione ad apprendere che le risposte emotive all'impegno necessario all'apprendimento, e anche il risultato finale sul piano dello studio.
Caratteristiche distintive del costrutto di autoefficacia implicite nella metodologia di valutazione sono le seguenti.

  • L'autoefficacia si riferisce ai giudizi in merito alle capacità di eseguire determinate attività piuttosto che a qualità personali.
  • Le convinzioni di efficacia sono multidimensionali e relative ad ambiti di funzionamento diversi (ad esempio, diverse in base ai tipi di disciplina e di compito).
  • Le misure dell'autoefficacia sono contesto-dipendenti (alcuni studenti possono esprimere un senso di efficacia più basso in una classe competitiva piuttosto che cooperativa).
  • Le misure di autoefficacia dipendono da un criterio di prestazione basato sul successo nel risolvere un determinato problema piuttosto che da criteri normativi o altro.

Nella ricerca sull'autoefficacia sono stati impiegati due tipi di misure dell'impegno:

  1. ritmo e frequenza dell'azione;
  2. impiego di energia.

Esistono prove del fatto che l'autoefficacia è correlata a entrambi gli indici di motivazione. Le ricerche svolte permettono di accertare che il senso di autoefficacia influenza l'apprendimento degli studenti sia attraverso meccanismi cognitivi che attraverso processi motivazionali.
Esse dimostrano in modo coerente che le convinzioni di efficacia sono influenzate dall'acquisizione di abilità ma non sono un puro e semplice riflesso di esse. Studenti che mostrano uno sviluppo della competenza cognitiva della stessa entità differiscono però nelle loro prestazioni intellettive a seconda della forza del loro senso di efficacia. Nel processo di formazione delle convinzioni di efficacia i segni del proprio progresso vengono valutati cognitivamente. Le convinzioni di efficacia, a loro volta, influenzano la costanza e l'efficacia con cui gli studenti applicano le proprie abilità. Oltre a ciò, i diversi generi di influenze psicosociali, quali il feedback valutativo e le informazioni derivanti dal confronto sociale contribuiscono alle convinzioni di efficacia indipendentemente dalle abilità.
Si può concludere sulla validità del ruolo causale del senso di autoefficacia scolastica degli studenti in relazione ai diversi aspetti dell'apprendimento: il livello di motivazione, le reazioni emotive a questo processo, i risultati delle prestazioni e la facilità nell'autoregolazione del proprio apprendimento (scelta degli obiettivi, autovalutazione, automonitoraggio, pianificazione e gestione del tempo, uso di strategie). Pertanto, gli sforzi tesi all'apprendimento autodiretto devono concentrarsi sui processi autoregolatori e, in particolare, sulla valutazione, da parte degli studenti della propria efficacia. In tal modo si preparano gli studenti non solo ad acquisire nuove conoscenze e coltivare nuove abilità ma anche ad accettare la responsabilità della propria istruzione.

 

Per quanto concerne nello specifico l’istruzione professionale, le esperienze forse più significative riguardano il percorso di “alternanza scuola- lavoro”, una modalità in atto in vari Paesi europei che, se ben concepita, rappresenta un modello efficace di formazione. E’ un sistema flessibile che permette ad un numero importante di giovani non solo di imparare una professione, ma anche di elaborare strategie efficaci d’apprendimento. Nonostante la diffidenza con cui l’alternanza scuola-lavoro è guardata in Italia,  essa è ben lungi dall’essere uno sfruttamento larvato e subdolo di giovani lavoratori, essa esprime, al contrario, un’alta valenza educativa.

   Si può concludere, affermando che oggi si tratta di intraprendere e governare un processo inverso rispetto a quello compiuto nella seconda metà degli anni Ottanta con la così detta “sperimentazione Brocca”. Allora si deprofessionalizzarono gli Istituti Tecnici e si indusse un analogo processo entro gli stessi Istituti Professionali, aumentando a dismisura il numero delle discipline e sopprimendo molte attività  pratiche di laboratorio e di officina. Oggi occorre “professionalizzare” l’istruzione secondaria, nel senso di potenziare i collegamenti con il mondo del lavoro, e valorizzare l’apprendimento esperienziale, non per esiti utilitaristici, non cioè come fine, ma come mezzo per  motivare all’apprendere, come ha ben illustrato Francesco Antinucci in “La scuola si è rotta” ( Laterza , 2001).

 

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