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PROGETTO DI RICERCA PER LA REALIZZAZIONE DI NUOVE DIDATTICHE E NUOVE MOTIVAZIONI NEGLI APPRENDISTI DELL’OBBLIGO FORMATIVO

 

 

A seguito di una prima ricerca, attuata  dal Comune di Bibbiena con lo scopo di analizzare le diverse componenti attive nei processi di educazione dei giovani nel territorio del Casentino, sono stati intervistati insegnanti, genitori, imprenditori e, naturalmente, gli stessi giovani in OF

 

I questionari miravano a rilevare le preferenze circa:

 

  1. Formazione trasversale: centrata su competenze desettoriali, trasversali ai differenti contesti organizzativi e produttivi. Sostanzialmente la formazione trasversale è finalizzata a rafforzare e/o consolidare le competenze che fanno leva sulle caratteristiche individuali affinché i soggetti possano affrontare con successo un mercato del lavoro fluido, incerto e poco prevedibile. Si tratta di accrescere e potenziare le abilità ed il bagaglio di risorse individuali implementabili nel contesto lavorativo e nei diversi momenti di crescita personale, sociale e professionale.

 

2.      Formazione tecnico-professionale: centrata sull’acquisizione di competenze che costituiscono requisiti di occupabilità rispetto a settori/comparti, aree professionali e sono “trasversali” a diverse figure professionali; rappresentano da un lato la soglia minima necessaria ad accedere al mercato del lavoro di quel settore, dall’altro costituiscono requisito indispensabile per consentire la mobilità ed il mantenimento dello “status” di lavoratore delle persone.

 

  1. Formazione on the job: centrata sull’apprendimento sul lavoro ed è finalizzata all’acquisizione, al miglioramento e al consolidamento di abilità tecnico-operative (competenze distintive). La formazione on the Job opera quindi a livello di singola impresa. Questa modalità di formazione-apprendimento è attivata in azienda, nella fase di effettivo svolgimento di compiti lavorativi e non in una sorta di laboratorio o simulazione.

 

I tre modelli di formazione rappresentavano in modo efficace le polarizzazioni di tre diversi punti di vista che estremizzano le posizioni dei 1) i docenti 2) gli apprendisti 3 ) gli imprenditori. In questa prospettiva sono stati costruiti i tre questionari per raccogliere indicazioni da tre campioni di 20 apprendisti, 20 imprenditori e 20 insegnanti.

Il processo analizzato più criticamente dalle risposteb degli intervistati è stato quello del rapporto apprendisti - scuola, conseguenza diretta del cattivo rapporto precedentemente vissuto da studenti. Tale rapporto negativo viene ulteriormente evidenziato dai termini scolastici utilizzati per descrivere le discipline dell’O.F. La principale acquisizione dalle interviste e dai dati percettivi è la necessità di inventare processi di apprendimento che siano meno scolastici possibile.

Al termine della ricerca, della quale si allegano le tabelle con i risultati riassuntivi, si propone la presente ricerca finalizzata al miglioramento della didattica e delle motivazioni degli apprendisti.

 

TABELLA RIEPILOGATIVA DEI QUESTIONARI APPRENDISTI

 

Intervistati N.

18

Interviste rifiutate o risposte volgari

4

Età media apprendisti

16,56

numero dipendenti dell’azienda in cui lavorano

3 da 30; 2 da 10;

settore

Tessile, preziosi, preziosi, ferro battuto, elettronica, falegnameria, impianti, orafo

mansioni

Sarto, gioielli, verniciatore, cablatore, montatore infissi, elettricista, parrucchiera

Qual è il motivo principale che la ha allontanato dalla scuola?

Mancanza di interesse e di stimoli nella scuola

10

Senso di inutilità della scuola

3

Pigrizia

3

Colpa dei professori

2

Convinzione di poter imparare meglio un mestiere direttamente sul lavoro

1

Ricerca di nuove esperienze

1

Quali sono gli aspetti più positivi che lei sente di aver ricavato dalla sua esperienza di lavoro?

Senso di responsabilità

12

Capacità di collaborazione

6

Disponibilità

1

aver cambiato scuola

1

Quali sono le cose positive che lei ha riscoperto nel corso dell’esperienza dell’obbligo formativo nella scuola?

Un modo di essere scuola diverso da quello che avevo vissuto

8

Possibilità di avere una preparazione più completa

3

Una nuova occasione da non perdere

3

Minor preoccupazione per le verifiche ed i voti

3

Maggior cooperazione tra studenti e professori

1

Quali le cose negative che ha ritrovato?

Perdita di tempo

7

Noia

4

Inutilità degli argomenti

3

Mancanza di organizzazione

1

Quali le materie più interessanti?

9 informatica; 3 matematica; 3 inglese; 2 educazione civica;

Quale modello organizzativo?

1 o 2 ore al giorno

9

Moduli di 4 ore

3

stage 8/16 ore

1

 

 

  

QUESTIONARIO IMPRENDITORI SU APPRENDISTI

DOMANDA

RISPOSTA CODIFICATA

DATI

MEDIA

 

NUMERO AZIENDE

20

 

 

Età  MEDIA

 

40

 

Numero dipendenti

857

42,85

 

Numero apprendisti

49

2,227

 

Settore merceologico

7 edilizia - 5 metalmeccanico - 3 legno - 2 tessile – abbigliamento – odontotecnica – informatica - parrucchieria - pulizia locali - trasporti

 

 

 

 

PERCENTUALE

CARATTERISTICHE DESIDERATE NEGLI APPRENDISTI A SEGUITO OBBLIGO FORMATIVO

Vorrei che diventassero più svegli e intraprendenti

16

51,6129

 

Vorrei che diventassero più ordinati e puntuali

9

29,03226

 

Vorrei che fossero più motivati e capaci di lavorare in gruppo

4

12,90323

 

Vorrei che diventassero più pazienti e disponibili

2

6,451613

CAPACITA' DA ACQUISIRE

Maggiore capacità tecnica sul lavoro

23

56,09756

 

Maggiore capacità di evitare gli sprechi

4

9,756098

 

Maggiore capacità di amministrazione

0

0

 

Utilizzo computer a fini amministrativi

14

34,14634

LINGUA IONGLESE FINALIZZATA A

Conoscenza di termini tecnici di materiali, utensili e processi di lavoro

11

64,70588

 

Consultazione di manuali di istruzione

3

17,64706

 

Competenza nella comunicazione con l’estero

3

17,64706

INFORMATIZZAZIONE IN AZIENDA

Utilizzo di internet a fini di aggiormento

6

33,33333

 

Utilizzo computer o macchine a controllo numerico a fini direttamente produttivi

5

27,77778

 

Utilizzo di internet a fini commerciali (acquisti e vendite)

5

27,77778

 

Utilizzo dell’informatica a fini di misurazione, diagnosi  e controllo qualità

2

4,878049

DISCIPLINE SCOLASTICHE UTILI

Cultura generale

14

77,77778

 

contratti e sicurezzaul lavoro

6

33,33333

 

Altro (specificare):informatica

6

33,33333

 

Chimica

3

16,66667

 

Contabilità e amministrazione

3

16,66667

 

Lingue straniere

3

16,66667

 

Fisica

2

11,11111

 

Diritto

2

11,11111

 

Matematica

1

5,555556

 

altro tecnologia materiali

1

5,555556

 

Geografia

0

0

 

Storia

0

0

ARGOMENTI

Quali specifici argomenti potrebbero avere maggior attinenza con l’attività della sua azienda?

pubbliche relazioni-elettrotecnica-disegni meccanici elettronici – 5 attività specifica azienda-conoscenza meccanica e materie prime tessili-saldatura-materiali

 

ORARI

Moduli di 4 ore

15

 

 

1 o 2 ore al giorno

8

 

 

Stage di 8/16 ore in più giorni consecutivi

0

 

 

 

In primo luogo gli imprenditori optano per una maggiore intraprendenza: il problema è interessante poiché coloro che lasciano la scuola non sono soggetti apatici ma, semmai, disordinati e disarticolati nelle loro capacità di finalizzazione delle loro energie e della loro motivazione. In secondo luogo il loro non essere svegli sembra sia più imputabile al disorientamento che non a problemi mentali.

La scelta di questi temi avvicina alla proposta di concentrarsi sulle life skills. Già dal 1997 la Commissione Europea della Sanità aveva indicato nell'educazione alle life skills e nella peer education gli strumenti più validi per attuare percorsi innovativi di insegnamento-apprendimento e di prevenzione per i giovani dai 15 ai 19 anni. Le life skills, competenze per la vita, proposte dall'Organizzazione mondiale della sanità e dai workshops interculturali dell'Unicef sono:


- possedere pensiero creativo;
- possedere pensiero critico;
- sapere verbalizzare il pensiero;
- avere capacità decisionali;
- avere consapevolezza di se stessi e capacità autovalutative;
- sapere gestire le emozioni;
- sapere risolvere problemi;
- sapere sostenere stress e contenere ansie;
- possedere capacità empatiche.

In questo senso è abbastanza significativo che gli imprenditori abbiano proposto, contrariamente a quanto previsto, la cultura generale come elemento importante da acquisire per i giovani apprendisti. Ora, giacché è improbabile che per cultura generale si possa intendere lo studio dei classici (almeno dal punto di vista degli imprenditori del legno, del ferro e del cemento), per tal “cultura generale” è probabile che ci si riferisca proprio alla cultura della vita tipizzabile nelle life skills.

La seconda questione che emerge significativamente dalle risposte degli imprenditori è la capacità tecnica sul lavoro. In gran parte essa si riferisce alle specifiche competenze tipizzate nelle mansioni ma, una volta che si vada a guradare cosa poi concretamente gli imprenditori chiedano, si scopre che solo 5 indirizzano verso le specifiche attività dell’azienda, gli altri insistano su temi più ampi (pubbliche relazioni-elettrotecnica-disegni meccanici elettronici conoscenza meccanica e materie prime tessili-saldatura-materiali). Sembra dunque che ciò che viene richiesto è un atteggiamento complessivamente più maturo e ed efficace del giovane nei confronti del lavoro. Non è una osservazione marginale quella che porta a scoprire che, in modo quasi palese, l’imprendotore non vuole più un operaio subalterno e condizionabile, alienato ed eterodiretto (quale quello che emerge invece nei settori dell’impiego pubblico) ma un giovane con un alto grado di auto efficacia.

L’autoefficacia (termine coniato da Bandura) coincide con il sentimento di efficacia personale, che deriva dalla certezza di essere all'altezza di una determinata situazione. “Al contrario dell'”impotenza appresa”, (stato di chi sente di avere perso il controllo sul proprio destino,  preda di forze esterne, impossibilitato a dare un senso a ciò che gli accade) l'ottimismo risulterebbe un ingrediente essenziale di una vita felice e di successo. I pessimisti sono coloro che interpretano l'insuccesso sempre e comunque come un risultato riconducibile alla propria responsabilità e il successo come casuale e temporaneo. Al contrario, l'ottimista considera temporaneo e specifico l'insuccesso e invece il successo sempre frutto delle proprie capacità.
L'ottimismo non è, però, una disposizione innata, ma un modo di pensare e di confrontarsi con gli altri, che viene dalla propria esperienza e che finisce per influenzarne il corso. Un sistema scolastico, in cui le valutazioni assumono il carattere di sentenza di incapacità e di irrecuperabilità, non favorisce la promozione dell'ottimismo. La possibilità che una persona consegua mete di successo è condizionata dal suo modo di pensare che fa da “moderatore” del suo talento e del suo impegno e lo dispone più o meno a tentare.”
Cio’ che si deve mettere in gioco è il modo in cui le convinzioni di efficacia influenzano sia la motivazione ad apprendere che le risposte emotive all'impegno necessario all'apprendimento, e anche il risultato finale sul piano dello studio.
L'autoefficacia si riferisce ai giudizi in merito alle capacità di eseguire determinate attività piuttosto che a qualità personali.

Le convinzioni di efficacia sono multidimensionali e relative ad ambiti di funzionamento diversi (ad esempio, diverse in base ai tipi di disciplina e di compito).

Le misure dell'autoefficacia sono contesto-dipendenti (alcuni studenti possono esprimere un senso di efficacia più basso in una classe competitiva piuttosto che cooperativa).

Le misure di autoefficacia dipendono da un criterio di prestazione basato sul successo nel risolvere un determinato problema piuttosto che da criteri normativi o altro.

Il senso di autoefficacia influenza l'apprendimento sia attraverso meccanismi cognitivi che attraverso processi motivazionali che preparano gli studenti non solo ad acquisire nuove conoscenze e coltivare nuove abilità ma anche ad accettare la responsabilità della propria istruzione e formazione professionale.

Sul piano generale possiamo dire che la riprofessionalizzazione degli istituti professionali si impone, potenziando i collegamenti con il mondo del lavoro, ma non ritornando indietro rispetto alla sperimentazione Brocca semmai andando avanti e comprendendo come tal professionalizzazione non sia solo di contenuti ma soprattutto di metodo di insegnamento. Se infatti è vero che la pluralizzazione delle discipline non è sicuramente utile per lo sviluppo del sapere professionale è anche vero che l’aprtura di orizzonti menatli è indispensabile per ottenere sia buone life skills che un buon senso di autoefficacia. E queste due dimensione sono attese nel mondo del lavoro.

 

Con quest’orientamento si sviluppa la progettualità del 2003 del percorso di orientamento e obbligo formativo.

 

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