Vai a: home | fine pagina

Con il Patrocinio del

Comune di San Giovanni Valdarno e della Provincia di Arezzo

 

 

TEMI DEI LABORATORI ATTIVATI AL CONVEGNO   Foto  Recensione

 

Programma convegno

Laboratorio PREVENZIONE sistemica dell’incomprensione familiare nella coppia. Adriano Andriolli

Laboratorio PREVENZIONE crisi della coppia per delusioni ed insofferenze (tradimento e rancore) e necessità del perdono. Andrea Boni

Laboratorio PREVENZIONE dell’ansia, panico e fobia. Arianna Garrone Sergio Siccardi

Laboratorio PREVENZIONE crisi della coppia e della famiglia. Attilio Piazza

Laboratorio PREVENZIONE delle angoscie da lutto e abbandono. Carlo Gibello

Laboratorio PREVENZIONE dei disturbi del sonno e del sogno. Vincenzo Masini

Laboratorio sulla PREVENZIONE dello stalking. Silvia Nannizzi

Laboratorio PREVENZIONE della demotivazione e del vittimismo per la scoperta della motivazione. Valeria Galletti

Laboratorio PREVENZIONE disturbi alimentari. Cristina Lencioni

Laboratorio PREVENZIONE delle somatizzazioni. Daniela Troiani

Laboratorio PREVENZIONE delle difficoltà nello studio. Donatella Cedrone

Laboratorio PREVENZIONE crisi della coppia e della famiglia per evitamento, logoramento e fastidio. Francesco Saviano Loris Muner

Laboratorio PREVENZIONE dei disturbi del linguaggio e dei movimenti stereotipati (tic). Francesco Saviano

Laboratorio PREVENZIONE gioco d'azzardo. Giovanni Bigi

Laboratorio PREVENZIONE delle tossicodipendenze. Giovanni Bigi

Laboratorio PREVENZIONE dei disturbi della sessualità. Luigi Di Girolamo

Laboratorio PREVENZIONE delle ipocondrie e delle astenie. Salvatore Nocera

Laboratorio PREVENZIONE delle depressioni. Mario Sigfrido Coda

Laboratorio PREVENZIONE disturbi anziani e disabili. Michela Galli Daniele Petroni

Laboratorio  PREVENZIONE del born out e del mobbing. Rosaria Foglia

 

 

 

 

 

 

Laboratorio PREVENZIONE sistemica dell’incomprensione familiare nella coppia. Adriano Andriolli

 

DOMANDE E OSSERVAZIONI TIPICHE AI MEMBRI DELLA FAMIGLIA O COPPIA

Nella vostra famiglia avete mai notato nella comunicazione interpersonale una delle seguente modalità?

1)      Un'ingiunzione negativa primaria “Non fare questa cosa”;

2)      Un'ingiunzione negativa secondaria, ad un altro livello, che entra in conflitto con la prima: Non ascoltare nulla di quello che dico” (forse trasmessa dal tono di voce o dall'atteggiamento);

3)      Un'ingiunzione che proibisce qualunque commento (usualmente segnali non verbali che rinforzano regole che non hanno bisogno di essere rese più esplicite) e un'altra che proibisce di abbandonare il campo (spesso intrinseca al contesto, quando alla persona è un bambino);

4)      Una situazione che sembra avere un significato di sopravvivenza, così che divenga di importanza vitale per la persona discriminare correttamente i messaggi.

5)      Dopo che si sia consolidato uno schema di comunicazione contenente questi elementi, occorre soltanto un piccolo ricordo della sequenza originale per produrre una reazione di panico o rabbia.

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Individuare i livelli di incomprensione dati dalla comunicazione a doppio legame quindi formalizzata a più livelli, logico e analogico. Comunicazione a doppio legame, eventuale soluzione a legame semplice.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

L'unico modo in cui si può rispondere alla richiesta paradossale articolata su diversi livelli di comunicazione è mettere in chiaro quanto sia impossibile farlo, burlarsene o abbandonare il campo.

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE crisi della coppia e della famiglia per delusioni ed insofferenze (tradimento e rancore) e necessità del perdono

Andrea Boni

 

DOMANDE E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL CLIENTE

1.                  Quali dinamiche emotive ti è capitato di sperimentare a seguito di una delusione scaturita da un tradimento (fatto o ricevuto) e dalla successiva insofferenza sperimentata (risentimento, rancore, odio, vendetta, cinismo, svalutazione, rinnegamento, tradimento di sé, ….)?

2.                  Quali dinamiche emotive ha vissuto l'”altro” (traditore o tradito)?

3.                  Quali sono le difficoltà che hanno ostacolato o ostacolano il raggiungimento del perdono?

4.                  Quali benefici possono derivare dal superare gli ostacoli al perdono?

5.                  Perdono autentico e presunto perdono: come perdonare davvero?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Il tradimento rappresenta uno dei traumi relazionali più gravi e più difficili da superare.

Durante il workshop verranno discusse alcune principali tipologie di tradimento, che implicano differenti tipi di coinvolgimento emotivo e di responsabilità morale e sociale.  Verranno analizzate le dinamiche relazionali che si attivano in questi contesti e le riflessioni che un Counselor può stimolare per aiutare a gestire la crisi provocata dal tradimento, sia in chi l'ha inferto sia in chi l'ha subito. Ciò che caratterizza tutti i tradimenti è la rottura di un patto di mutua lealtà, in cui i soggetti avevano aderito ad un progetto comune. La dinamica che si attiva va ad incrinare il noi nato dalla condivisione, generando emozioni distruttive e auto-distruttive sia nel tradito che nel traditore.

Nel caso del tradito possono verificarsi due principali possibili risposte emotive: il rancore (con conseguente spirito di vendetta) o il perdono; mentre il traditore può scegliere la via della rimozione o del pentimento. Il rancore e la vendetta si alimentano di pensieri distruttivi, tra i quali il disprezzo del traditore e della relazione con questi intrattenuta. Tale totale rifiuto di ciò che è stato, anche delle sue oggettive componenti di valore della relazione, può sfociare nella svalutazione di sé e degli ideali che si erano perseguiti. Il risentimento e il rancore incatenano emotivamente il soggetto all'evento  del tradimento e allontanano possibili soluzioni, producendo auto-commiserazione e disistima. Coloro che si lasciano prendere da questa dinamica disperdono tutte le loro energie nel trovare giustificazioni per sé stessi incolpando altri per le loro carenze, e così facendo si privano di risorse da investire in emozioni e comportamenti costruttivi.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Superamento del rancore mediante il lavoro su di se e sull’altro. Il significato del perdono: imparare a perdonare ed a perdonarsi. Il perdono autentico non è una scelta sentimentale, è piuttosto il risultato di una capacità di elaborazione ed autogestione emotiva e di coraggio morale che attengono alla propria essenza spirituale.

Per quanto riguarda il traditore, se questi sceglie la via della rimozione attuerà il processo della svalutazione dell’atto compiuto, fino alla negazione dello stesso. Suddetta rimozione conduce ad insensibilità e ad una progressiva incapacità di elaborare l’evento; ciò impedisce il recupero del rapporto con il tradito e con la propria coscienza. L’altra possibilità è quella del pentimento, che generalmente sfocia in un comportamento di elaborazione psicologica dell’evento, la formulazione di propositi conciliatori e di atti concreti che mirano al risanamento e al riscatto morale e materiale del soggetto nella sua relazione con il tradito. Il perdono e il pentimento permettono di curare  le cicatrici emotive prodotte dal tradimento e di liberarsi dall'incatenamento emotivo che viceversa condiziona dolorosamente, anche a distanza di lungo tempo, la coppia traditore-tradito.

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE dell’ansia, panico e fobia. Arianna Garrone Sergio Siccardi

 

DOMANDE TIPICHE SULL’ANSIA

1)      tipo d’ansia vissuta e correlazione con il tipo di personalità dell’individuo

2)      ansia rivolta all’interno di se stessi (ansia fobica).

3)      ansia che costringe a controllare la situazione

4)      generatori di ansia anche nelle persone circostanti.

5)      meccanismi difensivi per cui la persona non vive più nel presente, ma si proietta nel futuro nel tentativo di controllare ciò che sta per accadere/accadrà, entrando in uno stato di confusione e di agitazione (ansia generalizzata).

6)      ansia  legata ad un oggetto o una situazione concreta che trova le sue origini in un vissuto emotivo che non coincide con quell’oggetto il quale svolge semplicemente il ruolo di motivazione occasionale. (crisi fobica).

CONTENUTI

Per prevenire questo disturbo psico-fisico è necessario che il Counselor sappia distinguere tra un tipo di ansia rivolta all’interno della persona (ideal-tipo  avaro - ruminate – adesivo) ed a un tipo rivolto verso l’ambiente circostante (ideal-tipo invisibile e delirante). Meno predisposti ai disturbi d’ansia sono i soggetti con ideal-tipo sballone ed apatico per le loro caratteristiche di tolleranza e quiete.

Ovviamente i vari tipi di ansia si fondono spesso in un ansia generalizzata e può diventare difficile riuscire a fare questa distinzione e prendere adeguati provvedimenti se non si collega il vissuto del cliente con l’ideal-tipo di riferimento di cui ha maggiori caratteristiche.

 

METODO DI LAVORO

insegnare al cliente a trasformare l’ansia in una “eccitazione” funzionale a ciò che vuole intraprendere.

trasformare la tensione in “carica emotiva”che rende  la persona fortemente ricettiva, attenta e concentrata su ciò che sta per fare.

imparare a “sostenere” un buon livello di ansia è possibile migliorare le proprie prestazioni.

Di fronte ad un cliente che manifesta disturbi d’ ansia ed abbia caratteristiche di avaro,ruminante o adesivo (parte superiore del grafo) potremo suggerire una tecnica di rilassamento per permettergli di abbassare il livello di controllo e di attivazione verso l’ambiente e, ristabilire le proprie personali priorità diminuendo così l’ansia.

Di fronte ad un  cliente che manifesta disturbi di ansia ed ha caratteristiche di invisibile - delirante (parte centrale del grafo) potremo suggerire una tecnica che oltre al rilassamento tenda ad aumentare la percezione del suo stesso esistere, la fiducia in se stesso e nelle sue azioni, l’ essere al centro della sua vita e ritrovare quel senso di concretezza necessario ad evitare lo spostamento della propria ansia su situazioni fobiche.

Si possono usare tantissimi approcci e metodi, ma è fondamentale agire in modo mirato in base a quali siano le modalità di controllo valutativo degli stimoli messi in atto dalla persona e delle emozioni con cui è in contatto identificabili dall’ ideal-tipo di appartenenza.

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE crisi della coppia e della famiglia. Attilio Piazza

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE da porsi in relazione al cliente:

1)      Nella relazione di una coppia che cosa unisce e rafforza, e che cosa separa e indebolisce?

2)      Come aiutare la coppia a separarsi con serenità e rispetto?

3)      Cosa agevola il benessere dei figli e che cosa complica la loro vita?

4)      Come aiutare i “bambini difficili” dei nostri clienti?

5)      Cosa facilita la relazione con i genitori anziani e bisognosi?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Un rapporto sereno con il padre e la madre, ordine sistemico, coscienza collettiva, legge dell’appartenenza, legge della precedenza, legge dell’equilibrio o compensazione, rappresentazione simbolica della famiglia, rappresentazione “costellata”, comprensione dei legami o dei nodi non risolti.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Costellazioni familiari e approccio sistemico per la prevenzione della conflittualità della coppia.

Comprendere il fenomeno degli irretimenti e degli invischiamenti per una presa di coscienza della propria identità nel contesto della storia familiare.

I vantaggi del rappresentare in modo tridimensionale una certa situazione che vogliamo migliorare. Come agevolare il passaggio dalla cultura della paura+colpa+controllo+giudizio, alla coscienza dell’amore, rispetto e compassione.


torna su

 

Laboratorio PREVENZIONE delle angoscie da lutto e abbandono. Carlo Gibello

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

Che senso ha la morte?

hai difficoltà nella accettazione della morte?

Che immaginari hai sulla morte?

La perdita del contatto carnale e fisico con il defunto?

hai delle allucinazioni2 per cui vedi chi non c’è più?

Ti capita di sognarlo?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

La nascita di un rapporto “spirituale” con chi non c’è più. Il dolente per lutto ha bisogno di essere sostenuto nella sua dimensione proiettiva, anche espressa e agita consapevolmente proprio per i suoi effetti ristrutturanti. Invitare il dolente ad ascoltare la voce del defunto che parla dentro di lui ed a costruire un dialogo tra la sua voce interiore e quella del defunto è una delle principali forme di fantasia guidata che riesce a risanare un lutto patologico. La voce del defunto può essere evocata in molti modi: o forzando la persona a ricordare qualche espressione tipica, o ad interagire con i suoi ricordi ponendo domande interiori alla voce del defunto fino a che essa non prenda forma dentro le percezioni interne del soggetto o a reperire registrazioni, filmati e foto attraverso le quali sia possibile ricostruire l’immagine del defunto. A volte l’osservazione di una foto può consentire di porre qualche semplice domanda: “Secondo lei cosa sta dicendo nella foto… se lo dica dentro di se…”. L’innesco del contatto con il ricordo della voce può aprire un dialogo che non è allucinatorio poiché la richiesta è lucida e consapevole. Il dolente sa bene di aver posto lui la domanda e sa bene che le risposte del defunto sono conseguenti alla domanda. E la domanda appartiene al principio di realtà giacché principia nella realtà. E il counselor ne è testimone.

Cosa vuol dire un rapporto spirituale attraverso una fantasia guidata.

 

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Il concetto di buona morte e di conti in sospeso con la vita. una morte “non buona” quando la morte sia un evento collegato a delitto o ingiustizia profonda. C’è una correlazione tra una "buona" morte (consulenza al morente, informazioni di cui questo ha bisogno per affrontarla serenamente, analisi degli immaginari del morente......) e "lutto normale" e quella tra "cattiva" morte (incidenti stradali, omicidi, morti improvvise, catastrofi naturali....) e lutto patologico.

moririe dopo  dopo aver messo a posto le questioni in sospeso, i conflitti non risolti

ingiustizia o di un delitto producono spesso lutto patologico

elaborazione difficile poiché i superstiti si sentono responsabilizzati a mantenere vivo dentro di sé il dolore per non tradire il ricordo del defunto. Non riusciranno allora a sviluppare un rapporto “spirituale” con il defunto

distinguere la fantasie guidate da qualsiasi forma di rituale magico, esoterico o anche formale religioso. Il danno prodotto dai rituali a cui il dolente attribuisce effetti riparatori può essere molto grande. I contatti con i defunti attraverso pratiche magiche o spiritiche ingenerano quasi sempre processi di ulteriore patologia luttuosa cronicizzata. Nella mia personale esperienza ho spesso trovato interventi di maghi come causa di lutti non risolti.

Non si arriva mai pertanto ad una visione adulta e matura della morte ma alla ripetizione di un gioco perverso che può durare anche decenni e essere causa di profonde alterazioni psicologiche e di dipendenza nella persona del dolente.

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE dei disturbi del sonno e del sogno. Vincenzo Masini

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

Hai mai fatto caso a che ora ti svegli?

sai quali sono i tuoi orari di addormentamento?

I tuoi sogni più frequenti quali sono?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Il sonno è caratterizzato da una ridotta reattività agli stimoli ambientali che comporta una sospensione dell'attività relazionale (rapporti con l'ambiente) e modificazioni dello stato di coscienza: esso si instaura autonomamente e periodicamente, si autolimita nel tempo ed è reversibile. Lo studio del sonno mostra come dalla vigilanza si passi al sonno attraverso un continuum in cui l’alerting cosciente (che rielabora pensieri, progettualità, esperienze, parole, ricordi ecc. e il controllo volontario sui flussi e sulle associazioni) scema e si passa alla comparsa spontanea di processi mentali incontrollati.

Durante la notte si verificano diversi cicli del sonno della durata di 90-100 minuti caratterizzati dal passaggio attraverso vari stadi del sonno e la fase REM. Durante la fase REM compare un processo di desincronizzazione cerebrale abbastanza simile allo stato di veglia,  in cui compaiono i sogni.

A) I sogni di impotenza caratterizzano le prime fasi dell’esperienza della coscienza latente del sognare Questi sono in genere i primi sogni, tipici dell’infanzia, di cui si ha ricordo.

B) I sogni fobici. Il più comune è quello di cadere da grandi altezze. Il miglior suggerimento è quello di riuscire a visualizzare le proprie mani nel sogno in modo da presentificarle nell’incubo e farlo dissolvere

C) Uno tra i primi sogni di potenza che compare nel vissuto onirico sano delle persone è quello di volare.

 D) I sogni più evoluti e maturi sono quelli funzionali agli obiettivi concreti della vita. Se il livello di coscienza mantiene una certa densità nel corso del sogno è possibile utilizzarlo per sviluppare capacità mentali e di apprendimento. Si può impadronirsi della capacità di parlare in una lingua straniera sognando di  farlo, si possono apprendere tecniche sportive, abilità pratiche e fare esercizi mentali in diverse discipline.

E) Sognare le persone defunte rappresenta uno stadio evoluto del sognare poiché presenta allucinazioni visive ed uditive estremamente forti e vivide.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

I vissuti emozionali interiori possono turbare il sonno, impedendolo con un ansioso alerting quando ci addormentiamo, sia svegliandoci di colpo quando producono sensazioni o immagini inquietanti.

Una buona igiene del sonno prevede la conoscenza delle proprie fasi del sonno e la rielaborazione di particolari vissuti angosciosi. La riemersione delle negazioni avviene nei sogni e nella loro capacità di perturbare il sonno producendo espressioni facciali e posture di tipo depressivo nel cattivo dormitore con accelerazione di processi d’invecchiamento. Un dormitore evoluto ha acquisito la capacità di espandere la propria coscienza nel sonno. Un buon addestramento al mantenimento della coscienza anche nel sonno può proprio avvenire in questi stati crepuscolari in cui si può progressivamente mantenere sempre più desta la consapevolezza di quella parte di coscienza che dentro di noi non si addormenta mai del tutto. Le prime tecniche da utilizzare sono quelle della manipolazione dei sogni. Cambiarne il finale, il contenuto, controllarne la regia, volgerli a seconda dei nostri desideri, della nostra morale o del nostro gusto. Spesso le persone si risvegliano bruscamente e non ricordano i loro sogni perché sono abituate ad un atteggiamento censorio sul materiale onirico e, non potendosi permettere di accettarlo, rimuovono tutto accumulando processi nevrotici che lentamente impediranno loro anche il sonno naturale e li costringeranno ad usare farmaci per perdere la lucidità.

 

torna su
 

Laboratorio sulla PREVENZIONE dello stalking. Silvia Nannizzi

 

DOMANDE E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL CLIENTE

Hai mai vissuto prepotenze che tendono a minare la tua identità di persona?

Chi sono secondo te le figure pericolose?

Hai mai individuato il loro modo di mascherarsi da persone innocue?

Perché per te è così difficile dire di no?

Perché gli altri si rivolgono sempre a te per ottenere dei favori?

Quanta fiducia riponi negli altri?

Quanto controlli quello che gli altri ti hanno detto di aver fatto?

Quando parli con uno sconosciuto a che distanza stai?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DELLA PREVENZIONE DELLO STALKING

Come si riconosce uno stalker? In genere è un sadico, ansioso, bivalente, evitante con un modello di attaccamento insicuro per cui il soggetto non può fare a meno dell’altra persona, la quale diventa funzionale per la propria esistenza.

Sapete riconoscere per tempo i potenziali stalker?  Si tratta in genere di soggetti con alto punteggio nella parte alta del grafo, ansiosi e generatori di ansia nelle persone che li circondano, ossessivi e ripetitivi. Ci sono 5 categorie di stalker:

il risentito che deve vendicarsi da un torto e ricerca vendetta. Soggetto pericoloso, tipologia ruminante;

il bisognoso d’affetto. E’ appiccicoso, tipologia  adesivo dipendente, apparentemente educato;

il corteggiatore incompetente è in genere un invisibile complessato che può diventare aggressivo; il respinto è in genere un ex (marito, fidanzato, partner). E’ un tipo insicuro che considera l’abbandono dell’altro un annullamento del sé. Può essere un avaro o un delirante;

il predatore - molestatore che ambisce ad avere rapporti sessuali, singolo o in banda, può essere un avaro o un ruminante ma anche un adesivo gregario.

Tutti hanno disturbi relazionali legati ad eventi traumatici e  manifestano un gran bisogno di affetto. Sono spesso sadici che percepiscono l’inclinazione della vittima a fare la vittima. Le vittime potenzialmente esposte sono: invisibili, adesivi, sballoni.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Prima di tutto non negare il problema. Spesso poiché nessuno vuole considerarsi una potenziale vittima  tende ad evitare di riconoscere il pericolo, finendo per sottovalutare il rischio

Essere fermi nel dire no una sola volta e in modo chiaro, non restituire regali non graditi, perché è un segnale d’attenzione che rinforza lo stalker. Far attenzione alle molestie telefoniche.

La miglior difesa è quella di entrare in un copione del delirante- avaro. Questa tipologia già nella postura, nello sguardo, nel modo di parlare tiene le persone a distanza. Il delirante- avaro ha il vuoto intorno a sé. E’ snob, distante, guarda dall’alto in basso, disprezza, è temuto e viene lasciato in pace. Ha la capacità di mettere tutti a stare con freddezza,  fare tagliente. In buona sostanza è una figura indesiderabile.

Esercizi pratici: Da soli in una stanza dove sentite che si estendono i vostri confini? La colonna d’aria sovrastante?

Qui dove arrivano i vostri confini? In una stanza con un’altra persona fino a dove arriva la vostra energia, o meglio il confine del vostro io? Percepite mai energia positiva o negativa da una persona con la quale non avete contatto fisico?

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE della demotivazione e del vittimismo per la scoperta della motivazione. Valeria Galletti

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

1.             Ti mancano spesso energie?

2.             Non trovi gusto nelle cose che fai?

3.             Se le cose vanno male dai la colpa a qualcun altro?

4.             Gli altri si lamentano di te perché non ti fai coinvolgere?

5.             Quando si rompe o si perde qualche cosa tu non ci puoi far niente?

6.             Fare la vittima è conveniente?…

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

La condizione di vittima e la relativa combinazione vittima-carnefice, l’istituzione della vittima espiatoria-capro espiatorio, della vittima sacrificale e il conseguente ‘sacrifcio’ per effetto di meccanismi proiettivi esistono fin dai tempi delle comunità primitive e perdurano tutt’oggi nei diversi gruppi, comunità, ecc. e descrive dinamiche interpersonali spesso complesse ma presenti nella vita di ciascuno. Tale condizione si può però anche tradurre in un comportamento o vissuto esistenziale vittimistico, quando questo non è giustificato sul piano della realtà ma è una forma di ‘mascheramento’ o ‘simulazione’ per ottenere ‘vantaggi’ di qualche genere.

Si tratta quindi di far emergere i sentimenti negativi e di impotenza, di osservare se alle spalle c’è qualche ricatto , di sbloccare i nodi dell’apatia, di comprendere i vantaggi che mantengono in vita tale condizione per liberarsi da essi e andare verso la scoperta della motivazione, perché…..’può sembrare incredibile’ ma  fare o non fare la vittima dipende da noi e si può smettere di farlo in qualsiasi momento della nostra vita… Nell’evoluzione del processo poi diviene importante assicurarsi che i motivi ‘inferiori’ siano allineati con quelli ‘superiori’ e che siano questi ultimi ad avere il controllo e a determinare l’azione.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Si tratta di aiutare il cliente nel processo di superamento dell’ignavia e del vittimismo elaborando i problemi che ci sono alle spalle; arrivare a comprendere il  significato, i diversi livelli di tale mascheramento, quali i vantaggi, quali i bisogni. Fare chiarezza su quali i bisogni reali e se e cosa la persona desidera veramente. Si tratta di individuare quel qualcosa di attivo e dinamico, quel movente che può spingere la persona verso un fine per lei utile, ‘appetibile’ o urgente. I moventi sono suscitati dai valori che noi attribuiamo alle mete che cerchiamo di raggiungere. Dall’ardore iniziale, dal potenziale energetico del movente dipende lo slancio e la persistenza della motivazione di un individuo. Per la realizzazione dell’obiettivo, la scoperta della motivazione, si possono usare diverse tecniche ed esercizi che comprendono i vari livelli (fisico, emotivo, mentale): esercizi per l’innalzamento di energie, uso cosciente del respiro, disegno, sogni, drammatizzazione, esercizi di immaginazione e visualizzazione creativa, ecc. Importante diventa anche l’individuazione dei tempi e dei ritmi realisticamente attuabili per l’individuo, in base alle condizioni esistenziali e ambientali esistenti e anche alla tipologia di appartenenza

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE disturbi alimentari. Cristina Lencioni

 

DOMANDE TIPICHE AL CLIENTE

1 Intuitive eating (cosa ti piace e perché)

2 Cosa non ti piace e perché

3 Conosci il legame tra ciò che ti piace e ciò che ti fa bene?

4 Conosci il legame tra ciò che non ti piace e ciò che ti fa male

5 Hai mai guardato le etichette degli alimenti?

6 Quali emozioni ti suscitano questi cibi?

 

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL COLLOQUIO

Concetto di cibi si è modificato negli anni.

Fino a  quando c'erano carestia alternata ad abbondanza il digiuno era considerato virtù, l’abbuffata considerata “peccato”.

Adesso c’è in occidente una disponibilità illimitata di cibo: pregio o rischio?

Disturbi alimentari sono aumentati, non si mangia più per fame ma il mangiare è legato all'emozionalità.

Abbiamo perso l'intuitive eating.

(intuitive eating = 1.capacità di riconoscere quando si ha fame e quando si è sazi. 2.permesso incondizionato di mangiare ciò che si desidera quando si è affamati. 3.mangiare per ragioni fisiche piuttosto che emotive. 4.basarsi sui segnali interni di fame e sazietà per stabilire quando e quanto mangiare)

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Ciascuno pensi ai cibi preferiti e non e al perchè.

Concetto di intutive eating non basta più

Ognuno esprime il perchè e le impressioni.

hai mai letto le etichette dei cibi?

Far vedere i cibi, ciascuno sceglie mentalmente i preferiti e non.

Osservare insieme gli ingredienti ed i processi di preparazione.

I tipi più complessi riconoscono i cibi più complessi,

i tipi più semplici hanno un rapporto più diretto con i cibi.

Cibi troppo complessi e con troppi processi possono indurre dipendenza.

Imparare a riconoscere il gusto dei cibi e a prediligere i cibi più semplici.

 

 torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE delle somatizzazioni. Daniela Troiani

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

Quante  volte alla settimana le accade di avere questo dolore?

In che orari?

Ha mai fatto caso se questo dolore ricorre in particolari situazioni?

Con quali modalità cerca di farlo scomparire?

Si è già sottoposta a indagini cliniche?

Perché ritiene che sia di natura psicosomatica?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Poiché se il danno d'organo sospettato è di natura psicosomatica, è necessario investigare con più cautela, per verificare se la persona ha già dato un significato alla sua malattia all'interno del suo percorso esistenziale.

Per esempio si chiederà:

Secondo lei, come mai si è ammalata?

Secondo lei, il fatto che si sia ammalata proprio in quel momento della sua vita  ha un motivo o è stato solo il caso/la sfortuna?

Dal punto di vista della prevenzione è importante valutare la propensione della persona ad ammalarsi ed ad avere come potenziale bersaglio qualche organo che inconsapevolmente sceglie o in funzione di autopunizione o per ricatto emotivo affettivo verso qualcuno.

la difficoltà sta nello scoprire questa inclinazione.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Il processo di prevenzione dipende sempre dalla situazione e dalla persona. Da quanto è consapevole oppure blindata o sofferente. L’obiettivo è quello di mettere in atto un automonitoraggio  del sintomo reale o potenziale.

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE delle difficoltà nello studio. Donatella Cedrone

 

DOMANDE TIPICHE SULLO STUDIO:

 

Quando studio mi soffermo a sintetizzare ordinatamente gli elementi principali.

Per prepararmi alle interrogazioni seguo un piano preciso.

Trovo le risposte attraverso la logica, la deduzione e il ragionamento.

 

Le pagine davvero importanti di un libro sono poche, gran parte delle nozioni sono chiacchiere.

Spesso mi riduco all’ultimo momento per trovare la spinta per studiare.

I miei principali errori sono quelli di distrazione.

 

Se mentre studio, mi viene alla mente un’idea illuminante non posso fare a ameno di concentrarmi su di essa.

Una musica di sottofondo mi aiuta a concentrarmi, se sono interessato alla materia.

Durante la spiegazione faccio domande originali su qualche caso particolare per spaziare nel sapere.

 

CONTENUTI:

Il laboratorio serve ad individuare le diverse tipologie di intelligenza connesse ai diversi stili comunicativi per comprendere le modalità di approccio allo studio ed individuarne eventuali disagi.

Gli allievi devono essere incoraggiati a pensare anche utilizzando forme di intelligenza diverse da quelle loro congeniali. Il docente deve saper riconoscere le intelligenze dei discenti e saper modulare lo stile comunicativo adatto ad ognuno.

L’intelligenza ordinativa, implica uno studio metodico e ordinato, necessita di una gran memoria, di ripetere ad alta voce. Ha il limite di non creare nuovi schemi mentali di intuizione. E’ legata allo stile comunicativo persuasivo.

L’intelligenza intuitiva ha un metodo di studio legato all’interpretazione dei dati secondo personali modelli all’interno dei quali collocare il sapere. E’ una comprensione immediata ma non approfondisce. Il limite è la mancanza di consolidamento del sapere attraverso la costruzione di schemi di pensiero efficaci e stabili. Lo stile comunicativo è quello espressivo.

L’intelligenza descrittiva, armonizza i concetti li concatena, storicizza la comprensione degli eventi. Il metodo di studio è basato sulla necessità di avere tutto il materiale necessario a disposizione. Riesce ad avere una visione di insieme della materia di studio ma le sfuggono deduzioni ed intuizioni . Lo stile comunicativo è quello  immaginativo-narrativo.

 

METODO DI LAVORO:

La comunicazione persuasiva,  il rimprovero, l’incoraggiamento, la gratificazione, la comunicazione espressiva del coinvolgimento e l’insegnamento sono i modelli comunicativi per promuovere  il miglioramento delle forme e dei metodi di studio.

 

 torna su


 

Laboratorio PREVENZIONE crisi della coppia e della famiglia per evitamento, logoramento e fastidio. Francesco Saviano Loris Muner

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

Il tuo vissuto di coppia è cresciuto nel tempo?

La tua coppia è rimasta prigioniera dello schema iniziale?

Hai mai provato fastidio nel tornare a casa?

Cosa pensi dei letti separati?

E dei separati in casa?

La tua coppia è esibizionista?

Avete mai parlato tra di voi della vita e della morte?

Cosa pensi vi tenga insieme?

Qual è la cosa che meno sopporti del tuo partner, e secondo te perché?

Cos’è per te l’amore?

Senti il senso di con-divisione e di progettualità nella tua coppia?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Individuare la crisi prima che scoppi, osservare i segnali della crisi, riscoprire la coppia mediante un nuovo incontro tra persone, valutare il senso della separazione, valutare la separazione temporanea, valutare la crisi della sessualità e la caduta di attrazione reciproca. Logoramento ed esibizionismo come conseguenza del narcisismo di coppia, le coppie scambiste, il tradimento, il diverso modo di crescere e di affrontare le diverse età della vita.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

superamento migliorativo dl fastidio attraverso una nuova integrazione che può prendere il via da una diversa organizzazione famigliare, il senso dello stare insieme si aggancia al dialogo sulla propria personale spiritualità, utilizzo di una terminologia che arrivi al noi, riconoscimento e consapevolizzazione delle reali motivazioni per cui ci si è messi insieme (contratto implicito ed esplicito), valutare e riconoscere il cambiamento e la crescita personale e di coppia, stati dell’essere e mancata piena consapevolizzazione della propria storia di vita come potenziale ostacolo alla e nella relazione.

 

 torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE dei disturbi del linguaggio e dei movimenti stereotipati (tic). Francesco Saviano

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

Hai mai avuto contrazioni muscolari improvvise?

Che conoscenza hai del tuo corpo e dei tuoi movimenti?

Riesci a parlare sempre tranquillamente o di fronte a qualche situazione ti senti teso e imbarazzato?

Hai dei tic comportamentali (anche solo abitudini), tic vocali o tic motori?

Hai delle reattività particolari che ti fanno “saltare” all’improvviso (sulla sedia ad esempio)?

La tua fluenza verbale è a volte interrotta da ripetizioni involontarie o prolungamenti di suoni?

Ci sono parole o sillabe o singole lettere che pronunci con difficoltà?

Hai mai messo in relazione blocchi emotivi e/o ricordi significativi con la tua difficoltà di linguaggio?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Analizzare i movimenti incontrollati o le difficoltà di disagio interiore, riconducibile a difficoltà familiari, sociali, professionali o scolastiche. Valutare se celano aggressività repressa o paure, stress, tensioni ecc.

Modalità e strategie per capire, comprendere, controllare e superare il disagio.

Come trasformare il proprio limite in una forza.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Far emergere le problematiche che possono condurre a disturbi più gravi e far scoprire il processo di tranquillizzazione  e di sicurezza di sé nelle persone…

superare la paura di dover pronunciare specifiche vocali o consonanti,

la paura di essere colti dalla balbuzie in situazioni sociali o nel parlare al telefono.

Spiegare fisiologicamente cos’è la balbuzie o il tic, uscire dall’equivoco dell’handicap.

Dare strumenti di decodifica dei disagi, e modalità di comunicazione con se stessi e con gli altri adeguate.

Spiegazione e tranquilizzazione dei familiari.


torna su

 

Laboratorio PREVENZIONE gioco d'azzardo. Giovanni Bigi

 

DOMANDE E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL CLIENTE

 

Come stai?

Mi descrivi  la sensazione di quando giochi?

E' da molto che giochi e quale tipo di gioco ti piace di più?

In quali momenti della giornata vai a giocare?

Sai bene quanto ti costa giocare?

I tuoi conoscono questo atteggiamento?

Hai voglia di smettere?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Scoprire l'inclinazione all'azzardo come caratteristica psicologica della persona che ama  rischiare perché  non da importanza ne a se stesso ne agli altri.

Scoprire le tipologie di persone che vedono nel gioco la soluzione del proprio fallimento come persone.

La maggiore possibilità  di giochi a disposizione è direttamente proporzionale ad un aumento del numero di popolazione che perde il controllo del gioco e che diviene giocatore problematico o patologico.

 

MODALITA' TIPICHE  DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

 

Prevenire è possibile se facciamo crescere i nostri figli con una buona autostima.

Impegnare le persone con attività coinvolgenti da un punto di vista emotivo.

Migliorare le relazioni affettive e sessuali

Vivere gli eventi che lo circondano cercando di far superare l'apatia emotiva che caratterizza i giocatori d'azzardo .

Attivare il governo centrale che dia un limite ai processi di gioco d'azzardo e spenda qualcosa dell'enorme ricavato ad una campagna di prevenzione.

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE delle tossicodipendenze. Giovanni Bigi

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL CLIENTE

Come stai?

Qual 'è il tuo problema?

Che rapporto hai con le sostanze? E' da molto ?

Usi solo stupefacenti o anche alcool e psicofarmaci?

Ricordi le ragioni del primo uso?

Vuoi provare ad uscirne?

 

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Analisi delle personalità dei tossicodipendenti, chi sono?

Capire e ragionare perché un ragazzo “mette in droga i suoi bisogni”

Quindi esplorare piuttosto che esortare

sostenere i suoi sforzi piuttosto che persuadere

Elicitare, ricerca e emersione delle ragioni per cambiare

Dare senso alla fatica per vivere e  creare un bel margine di autostima

 

 

MODALITA' TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Prevenire è possibile se facciamo crescere nei nostri figli una buona autostima.

Occuparsi dei propri figli e non preoccuparsi

Educare alle emozioni e sentimenti

Farli giocare con altri bambini e genitori perché il gioco è la prima esperienza per promuovere la salute mentale.

Insegnare le regole, anche se poi trasgrediscono, ma devono sapere che trasgrediscono. Perché trasgredire senza sapere che si trasgredisce è molto pericoloso.

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE dei disturbi della sessualità. Luigi Di Girolamo

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

7.             Cos’è una equilibrata vita sessuale?

8.             Secondo te quanti rapporti alla settimana debbono avere i coniugi per trovare armonia?

9.             Ci sono fasi più intense e fasi meno intense? perché?

10.         Tu come le vivi?

11.         Fino a che punto serve la fantasia erotica e a che punto diventa pericolosa?

12.         Secondo te quante partner cambia un uomo nel corso della sua vita?

13.         Secondo te quanti partner cambia una donna nel corso della sua vita?

14.         eccitazione e soddisfazione sessuale vanno d’accordo?

 

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Sul sesso si scherza ma non si dice mai come funzione davvero

Atto sessuale, il cui significato è la soddisfazione unilaterale mediante autoerotismo e masturbazione, concessione volontaria dell’altro per la soddisfazione propria, mercenarismo e prostituzione a pagamento, sogni erotici, stupro.

Rapporto sessuale: soddisfazione occasionale di entrambi senza compromissione e senza impegno. Rapporto amoroso: nell’attuale evoluzione dell’essere umano solo il rapporto amoroso può essere considerato il luogo dell'autentico godere.

E’ sovente attribuito un gran valore ai processi visivi che veicolano eccitazione estetica per ribaltare la scarsa soddisfazione nella vita sessuale. Tali lamentele colpevolizzano il partner riguardo all’intensità dei rapporti (per le donne) e alla frequenza (per gli uomini).

L’osservazione dei disturbi nella sfera della sessualità (impotenza, eiaculazione precoce o ritardata, vaginismo, anorgasmia) può spiegare i fenomeni di precoce invecchiamento per incapacità di costruire una sessualità “inesigente” (termine introdotto da Kaplan come base per le terapie dei disturbi sessuali) che tenga conto delle differenze tra i due sessi. La sincronizzazione degli emisferi richiede l’abbassamento delle aspettative eccitatorie e la creazione di una situazione inesigente. Il corpo del partner non avrà più bisogno di essere un oggetto pulsionale, con le caratteristiche estetiche stimolanti le proiezioni, ma sarà accettato nella sua naturale armonia.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Far emergere le problematiche che possono condurre a disturbi e far scoprire che in generale i problemi sono comuni ed hanno come origine la mancanza di confidenza, di dialogo e di tranquillità nell’affrontare il tema sesso fuori dagli stereotipi comuni.

 

torna su
 

Laboratorio PREVENZIONE delle ipocondrie e delle astenie. Salvatore Nocera

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

-         Da quanto tempo si accusa tale stanchezza?, c’è dolore muscolo-scheletrico?, parestesie (formicolii e/o bruciori e/o senso di addormentamento/intorpidimento della muscolatura degli arti)? (fibromialgia: di non chiara natura, non si sa bene chi sia lo specialista di riferimento – appunto! – né sembra risultino processi infiammatori di sorta) – è associata a qualche disturbo del sonno? (in relazione con la fase 4 del sonno, in cui i muscoli si distendono)

-         Può essere messo in relazione con uno stress da fatica, per esempio dormire poco perché si ha molto da lavorare, perché si hanno “troppe” responsabilità, perché si perde la “motivazione a fare”?...

-         Si pretende forse troppo dal nostro essere corpo?...

-         È in relazione con qualche evento particolare?, con un impegno?, cambio di stagione?, l’approssimarsi di una data, di una scadenza?...

-         È in relazione con qualche alterazione morbosa?, tipo epatite, per esempio, anemia documentata clinicamente, assunzione di farmaci, malattie endocrine (deficit tiroideo, diabete)?...

-         C’è qualcosa di cui ci si vorrebbe liberare, soprattutto un peso?, da cui si vorrebbe sfuggire?, che “fa male”?, ma a cui si tende a dare poca importanza?...

-         È in relazione con una qualche forma di svalutazione nei confronti del proprio operato?, di impotenza, di scoraggiamento?

 

 (non è facile rispondere a queste domanda: spesso, soprattutto laddove non è documentata una base organica – ma anche lì si può comunque intervenire – il perché dell’astenia rimane comunque l’oggetto di una eventuale indagine, con altrettanti eventuali rimossi/negazioni, per esempio, che rimetterebbero in gioco il vissuto del cliente/paziente, che “risponde” a una sua situazione critica interna attraverso il calo energetico che gli “impedisce di”, il “non volersi impegnare in”,rimuovere sé stesso dalla situazione critica, il non voler/poter affrontare, o semplicemente una qualunque situazione che gli  “succhia” inconsapevolmente energia)

 

In che orari?

Fai fatica vivere?

Il tuo corpo ti risponde male?

Hai blocchi di movimento?

Ti sembra che il tuo corpo funzioni indipendentemente da te?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

La necessità di riportare la coscienza dentro il corpo. Astenia come situazione in cui tutto può succedere. Ipocondria come previsione di quello che può succedere. Porre attenzione a questi stati psico-corporei significa prevenire possibilità di malattie della mente e del corpo. Annullare l’effetto deleterio dell’ambiente, imparando a difendersene laddove necessario, e soprattutto a sentirsene parte i maniera “EQULIBRATA”.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Il processo di prevenzione è ovviamente legato a quanto si vede nel cliente e a  come e gli vive questi stati critici … e con tutte le modalità classicamente ortodosse: primaria, secondaria e terziaria: il counseling può efficacemente intervenire sulla primaria, “indurre” a una eventuale prevenzione secondaria, come per esempio il proporre al cliente, se ce ne sono le premesse, a un eventuale screening (pap-test, per esempio, markers epatitici, ecc), e infine “sostenerlo, senza sostituirsi né la medico né allo psicoterapeuta, nell’andamento di una eventuale conclamanza di malattia, al fine di migliorarne il decorso ed eventualmente contribuire al rallentamento o all’arresto dell’aggravamento ecc..

 

 torna su

 
 

 Laboratorio PREVENZIONE delle depressioni. Mario Sigfrido Coda

 

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

  1. Ti capita di avere affaticabilità, insonnia, irritabilità, urgenza dell’eloquio, estrema stanchezza?

  2. Ti capita di avere inibizione del desiderio, senso di futilità dell’esistenza, perdita di ogni forma di piacere, melanconia come nostalgia di qualcosa che avrebbe potuto essere ma non è stato, anedonia, ecc.

  3. Ti capita di sentirti sbagliato senza sapere il perché?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

La prevenzione, nel caso della delusione (che può condurre ad una depressione unipolare ansiosa o  stato misto ansioso-depressivo) è prendere atto che ci si  trova di fronte ad una caduta di ideali o del sé ideale e corrisponde alla delusione sperimentata per crollo delle idealizzazioni sulla figura ideale con sensazioni di solitudine, di abbandono o di tradimento da parte della figura amata. La delusione è un acido che logora internamente e si vorrebbero avere rivincite impossibili senza raggiungere obiettivi: è come una macchina con la frizione bruciata. Un alto numero di giri senza produrre un movimento significativo. L’antidoto è quello di far crescere l’io. Ovvero aumentare l’autostima.

 

La prevenzione, nel caso di problematiche di lutto o abbandono (depressione maggiore) è quella di . rimettere in moto la fantasia. Nel counseling il metodo è quello delle fantasie guidate, riparatrici, consolatorie del dolore del lutto o dell’abbandono che determina l’infelicità profonda del paziente.

 

La prevenzione , nel caso di sensi di colpa o di colpe vere e proprie,  (sindrome bipolare) è quella di osservare l’insofferenza interiore generata dalla colpa (o dal senso di colpa introiettato senza colpe oggettive) e vedere se è stato circondato da qualche figura repressiva o sadica che lo ha educato mediante senso di colpa. Le sue oscillazioni interne e nel comportamento sono cicliche fino a quando non arriva, spesso casualmente, al perdono. L’infelicità autosabotante è ciclicamente ondulatoria e solo il perdono di sé e degli altri la ferma. lo spegnimento richiede impegno ed energia. Fare calma infatti è molto più energeticamente dispendioso che mettere in moto.

 

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Individuare i problemi emergenti che possono condurre a problemi più gravi ed agire in relazione al tipo di problemi emersi con atteggiamenti relazionali diversi. Autostima nel caso della delusione, affettività nel caso della depressione maggiore, perdono per il potenziale bipolare.
 

torna su

 

Laboratorio PREVENZIONE disturbi anziani e disabili. Michela Galli Daniele Petroni

  

DOMANDE  E OSSERVAZIONI TIPICHE AL/SUL  CLIENTE

  1. Quali sono le sue fissazioni?

  2. Quali sono le forme di agitazione?

  3. Le capita di avere confusione nella testa?

  4. Le capita di non sapere dove lei si trova?

  5. Quali sono le sue debolezze fisiche?

  6. Quali le sue malattie vere o presunte?

  7. Ci sono cose che non riesce proprio a capire?

 

CONTENUTI ESSENZIALI DEL LABORATORIO

Avaro:  samba (calma e risveglia), esercizio su battito del cuore per calmarlo, canto gregoriano,

vocalizzo su qualsiasi parola

Ruminante ripulire il palato mentale con il rap, esercizio su battito del cuore (ritmi), seguire melodia col corpo, humming

Delirante Chiudere i pensieri e aprire gli orecchi: ascolto senza stimoli visivi, ascolto della musica interna (battito e ritmi), ascolto della propria voce, diventare interi: es su voce

Sballone musica barocca o mozart per aumento consapevolezza, ascolto della propria voce

Apatico es di direzione, attivazione con tamburi

Invisibile: ri-centratura, rinforzo dell’io: esercizio su voce, dirigere la propria vita: esercizio di direzione dei brani, musica e movimenti per acquisire maggiore libertà, terapia del tamburo per aumentare attivazione, possesso del ritmo: esercizio su battito del cuore

Adesivo:  scoprire la compagnia di se stessi: es. sulla voce, percorsi musicali per acquisire distacco: la musicoterapia immaginativa, acquisto di creatività senza paura del giudizio: brain storming musicale.

 

MODALITA’ TIPICHE DEL PROCESSO DI PREVENZIONE

Osservazione dei tratti che possono tendenzialmente diventare patologici e attivazione delle risorse necessarie a contenerli.

Focalizzazione del dolore e allontanamento con il suono.

Stimolazione dell’espressione e del movimento appropriato per ogni tipologia evitando processi di lavoro che potrebbero essere controproducenti.

 torna su
 

 

Laboratorio  PREVENZIONE del born out e del mobbing. Rosaria Foglia

 

DOMANDE TIPICHE

1.      Ti è mai capitato di sentirti stanco e demotivato prima di andare al lavoro?

2.      Ti è mai capitato di sentire peso

  1. Nel mio lavoro non si può fare mai nulla di nuovo.

  2. Quando ti sembra di avere raggiunto qualche risultato, devi ricominciare.

  3. Mi fa arrabbiare la mancanza di progettualità e le persone che non hanno un sogno nel cassetto.

  4. A volte mi annoio perchè è il mio lavoro è diventato di routine.

  5. Ascolto molto e parlo poco e mi sembra positivo.

  6. Sembra spesso più importante la forma che il contenuto.

  7. Chi non fa niente va avanti e che si impegna dà fastidio

  8. Le pastoie burocratiche impediscono i contatti tra persone.

 

CONTENUTI

I disagi delle persone hanno a che fare non solo con la storia individuale, ma anche con la storia collettiva delle persone.

Eppure a livello organizzativo accade talvolta che ci si aspetti che individualmente vengano risolti problemi collettivi. Ma se il burnout e il mobbing non sono problemi del singolo, ma del singolo in relazione all’organizzazione, ciò è già un valido motivo per cui le organizzazioni se ne dovrebbero occupare.

I profondi disagi e le tracce di dolore che possono provare coloro i quali operano nelle organizzazioni si confrontano con l'ispessirsi di condizioni di incertezza, con chiamate verso esperienze relazionali intense, nutrite dall’insofferenza, delusione, incomprensione, logoramento, all’equivoco e all’incomprensione.

Giunte alla soglia di criticità tali relazioni conducono il gruppo ad un possibile punto di rottura:

il burn out individuale degli operatori e il mobbing nelle relazioni.

 

METODO DI LAVORO

L’aspetto principale per un interventoto sul burn out e sul mobbing è il rapporto tra gruppo palese, formato dall’insieme delle relazioni tra operatori (la personalità collettiva), e il gruppo latente (le dimensioni delle singole personalità degli operatori).

Giustapposto alle malattie relazioni dell’organizzazione si colloca il termine empowerment che rimanda ad una strategia di miglioramento del clima relazionale. Empowering (to give them power – dare potere agli altri) è quindi apertura relazionale agli altri mediante rispetto e fiducia reciproca.

Rispetto e fiducia vengono articola mediante la costruzione di azioni comunicative di responsabilizzazione, incoraggiamento (intraprendenza), informazione (indipendenza),  coinvolgimento (espressività), tranquillizzazione, sostegno (espressività) e gratificazione (attaccamento)

i cui valori si implementano negli stili relazionali suscitatori di affinità per dialogicità, complementarità, incontro, disponibilità, integrazione, mediazione e riconoscimento.

 

 torna su