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 IL RE E’ NUDO

La pelle  parla nonostante il nostro silenzio 

Federica Angioli

 

 

1. Introduzione: il perché di questo lavoro

L’idea  di questa ricerca nasce e si sviluppa all’interno del mio ambiente familiare poiché, mio marito, un dermatologo attento all’anima delle persone, a volte mi parlava delle sofferenze affettive che i suoi pazienti non riuscivano ad esprimere o a riconoscere. Iniziò così oltre all’amicizia che già li legava, una collaborazione con il prof. Masini, che produsse l’idea di un lavoro più organico e attento su queste persone. Così  per me, moglie dell’uno ed allieva dell’altro, le malattie cutanee diventarono una storia raccontata sulla pelle delle persone, storia che mi coinvolgeva e mi affascinava e che mi faceva comprendere come la pelle non fosse solo un involucro da curare per migliorare il proprio aspetto ma un organo che oltre a proteggere offre agli sguardi ciò che contiene; superficie e profondità al tempo stesso, area di compenetrazione tra interno ed esterno, specchio dell’anima quanto gli occhi.

 


 

2. La psicosomatica

Oggi  si fa un gran parlare di malattie psicosomatiche in ogni branca della medicina, ed anche la dermatologia in poche decadi si è avviata su questa strada, passando dal concetto espresso dai “vecchi maestri” di significative coincidenze tra aggravarsi delle malattie e alcune situazioni emozionali, all’odierno boom di studi sulla psico-neuro-immunologia, che vuole dimostrare la possibile influenza di fattori psicologici sull’attività del sistema immunitario; studi recenti che dimostrano come le cellule immunitarie possano  rispondere allo stimolo di un vasto numero di neuropeptidi sembrano avallare queste ipotesi . La cute, il sistema immunitario, il sistema nervoso centrale e periferico appaiono quindi non più indipendenti ma profondamente compenetrati tanto che diventa sempre più difficile stabilire quali siano le “responsabilità”  dell’uno e dell’altro nella genesi di una qualsiasi malattia dermatologica. Infatti, se è vero che sofferenze psicologiche o psichiatriche possono avere la loro principale manifestazione proprio a livello cutaneo (basti pensare al delirio di parassitosi, alle dermatiti factitie, alla tricotillomania) esistono anche malattie su base genetica profondamente influenzate dallo stato emotivo del paziente o anche malattie puramente organiche (angiomi del volto, l’epidermolisi bollosa o la neurofibromatosi) che per le loro manifestazioni alterano profondamente le relazioni sociali ed il vissuto del paziente.

Di particolare interesse per noi sono le patologie nelle quali i confini fra ambito organico e ambito psicologico sono più sfumati; tipici esempi sono l’alopecia areata, la vitiligine, la psoriasi, delle quali si può a buon diritto parlare sia come malattie psico-somatiche che come malattie somato-psichiche e che in ogni caso possono condurre la persona affetta alla chiusura ed all’isolamento dagli sguardi indiscreti fino a sviluppare delle vere e proprie fobie. Questo è particolarmente vero nella nostra epoca in cui la carenza di modelli etici e sociali di riferimento, la somma di comportamenti diversificati e contradditori conducono ad una minore spontaneità e sicurezza nella relazione con gli altri. Le parole restano dentro, ma le emozioni trasudano dalla pelle e diventano squame, pustole, erosioni, placche che ci dicono come la pelle sia spesso costretta a diventare uno scudo concreto.  Per quanto l’uomo mascheri e neghi i suoi conflitti sottostanti, la pelle parla: il re è nudo!

Abbiamo quindi deciso di approfondire lo studio di una di queste malattie: la psoriasi.

In questo lavoro saranno brevemente riassunti alcuni  concetti di base sulla psoriasi come malattia psicosomatica ed esposti i risultati di una ricerca su 30 pazienti condotta allo scopo di valutare se particolari strutture di personalità siano direttamente correlabili alla malattia. 

 


 

3. La pelle

 

3.1 La pelle biologica

La pelle è un organo che si estende per una superficie di 1-2 mq. circa, è spessa da 1,5 a 3 mm ed ha un peso totale di 5 Kg circa. E’ composta di tre strati sovrapposti, epidermide, derma ed ipoderma.  L’epidermide di derivazione ectodermica (come il sistema nervoso) è costituito da una serie di strati sovrapposti di cellule epiteliali (cheratinociti) fra le quali si ritrovano melanociti (cellule che producono la melanina anch’essi di derivazione ectodermica) e le cellule di Langherans d’origine mesodermica che sono le prime cellule del sistema immunitario. Il derma di origine mesenchimale è composto di un tessuto stromale di sostegno nel cui contesto si trovano vasi sanguigni, fibre nervose, cellule del sistema immunitario ed una serie di microscopici apparati quali ghiandole sebacee, sudoripare e peli. L’ipoderma è costituito prevalentemente di grasso e si pone a  diretto contatto con le superfici muscolari.

Dal punto di vista fisiologico la cute ha diverse funzioni:

a)      Protezione passiva (meccanica) rispetto agli agenti fisici, chimici ed infettivi

b)      Protezione attiva dalle infezioni attraverso l’attivazione del sistema immunitario da parte delle cellule di Langherans 

c)      Termoregolazione (attraverso la contrazione e il rilasciamento dei vasi sanguigni presenti in essa e la sudorazione)

d)      Escretoria (sebo e sudore)

e)      Sensoriale (percezione tattile, termica, pressoria e dolorifica)

Le malattie cutanee da un punto di vista strettamente biologico possono essere interpretate come uno squilibrio delle varie funzioni della pelle causato da agenti infettivi, agenti fisici, da alterazioni genetiche congenite od acquisite o dall’interazione di più fattori. Ad esempio le tipiche lesioni papulo-pustolose dell’acne sono descritte dal punto di vista biologico come dovute all’infezione da parte di particolari batteri di ghiandole sebacee rese ipertrofiche da un’eccessiva stimolazione da parte di ormoni steroidei;  la psoriasi è invece interpretata come una malattia scatenata da un antigene ambientale non conosciuto che determina un’infiammazione cronica della cute in soggetti geneticamente predisposti.

 


 

3.2 La pelle psicologica

Oltre che come mero involucro od organo sensoriale e di difesa la pelle può anche essere descritta come organo di espressione di emozioni, siano esse positive o negative, tanto che fin dall’ 800 il famoso dermatologo M. Kaposi (1), descriveva l’orticaria che si verifica “ per improvvisi affetti dell’animo, per vergogna, per inquietudine, per ira….”.

Le interpretazioni teoriche circa l’espressione sulla cute di fenomeni primariamente psicologici sono molteplici tanto quanto il reciproco legame fra mente e corpo nelle malattie psicosomatiche.

Nel 1900 Freud (2) elabora un concetto chiave per l’interpretazione delle malattie: la rimozione. Un fatto di qualsiasi natura considerato inaccettabile, generatore di un conflitto psichico, viene allontanato dalla coscienza in modo automatico ed inconscio. Questo contenuto rimosso rimane attivo e trova vie d’espressione nei sintomi (nevrotico o psicosomatico) dove il “nucleo” è reso irriconoscibile ed è convertito in una forma accettabile dalla coscienza (conversione isterica).

Secondo Groddek (3) il corpo è “una sorta di finestra aperta sulla dimensione profonda inconscia della vita psichica”. L’Es, entità impersonale unitaria ed indifferenziata “trasforma l’intera vita organica della personalità”, per prevenire la minaccia di attacchi chimici e batterici produce un processo patologico organico. In generale tutti i fenomeni corporei sarebbero messaggi o stratagemmi dell’Es che comunica così alla coscienza l’opportunità o meno del perseguire determinate attività o scopi. Quindi ogni apparato dell’organismo avrebbe una funzione biologica e una immaginale per questo la scelta dell’organo malato avrebbe un significato simbolico ben definito quindi, all’interno di un’interpretazione che vede il sintomo come segno di conflitto, anche la pelle potrebbe esserne portavoce.

La stessa concezione che ispirò Groddek e che vede il somatico e lo psichico come due facce di uno stesso processo, è presente nella teoria di Luis Chiozza, medico e psicoanalista argentino che nel 1967 fonda il CIMP, ovvero  il “Centro de Investigaciòn en psicoanàlisis Medicina Psicosomatica” ed elabora la teoria delle fantasie specifiche d’organo che vede il fenomeno somatico come espressione della fantasia inconscia, significato letteralmente rappresentato sul corpo e dal corpo e che attende solo di essere letto.

Un altro filone sposta l’attenzione sul sistema emozionale. Dobbiamo ad Alexander (4) la distinzione fra sintomo conversivo come spostamento simbolico sul corpo di ansia rimossa e la malattia psicosomatica come abnorme risposta generale. L’autore teorizza l’importanza del sistema nervoso vegetativo nelle reazioni di adattamento e vede nel malfunzionamento di tale sistema l’origine delle malattie.

Un filone moderno è dato dalla PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) che studia approfonditamente gli effetti sui sistemi neurologico, endocrinologico ed immunologico, del fallimento nella gestione dello stress da parte dei filtri cognitivi ed emozionali(5).

La psicosomatica contemporanea  cerca l’origine del fenomeno psicosomatico  nelle carenze della relazione primaria madre-bambino e nei processi di passaggio dall’indistinzione somatopsichica della fase protomentale alla mentalizzazione delle funzioni somatiche.

Nella prima infanzia (essere psicosomatico originario) mentale e somatico sono indistinti. Esiste un’unica identità, il Sé, in cui il somatico esprime direttamente il mentale. All’interno di questi studi alcuni autori si sono occupati in modo più approfondito del rapporto con la pelle.

Didieu Anzieu  individua nella pelle il primo e più semplice involucro psichico indispensabile affinché la psiche si sviluppi in forme più complesse. Egli elabora la nozione di involucro psichico precipuo: l’Io-pelle. “ per struttura e funzioni la pelle è più che un organo, è un insieme di organi diversi. La sua complessità anatomica, fisiologica e culturale anticipa, sul piano organico, la complessità dell’Io sul piano psichico” (6)

Ester Bick (7) (1968) nel suo lavoro “l’esperienza della pelle nelle prime relazioni oggettuali del bambino” sostiene che le parti della psiche, nella loro forma più primitiva, non sono differenziabili dalle parti del corpo; anch’esse sono percepite come slegate e sono tenute insieme, in forma passiva, grazie alla pelle che funziona come limite periferico. Quando il bambino riesce ad individuare la propria pelle indipendente da quella della madre, comincia a poco a poco ad individuare anche un proprio corpo distinto da quello materno ed un Sé dentro ad una sua “pelle psichica”.

La pelle, di derivazione embriologica identica al sistema nervoso, può quindi essere pensata come il primo organo psichico, che mette in relazione l’essere umano con gli altri, che consente di esprimere e sentire sensazioni ed emozioni; proprio per questo essa potrebbe essere organo privilegiato di manifestazione di conflitti psichici e difficoltà emotive.

Nell’ottica che ha come base la reazione emotiva di adattamento, vengono oggi lette le malattie dermatologiche psicosomatiche. La malattia cutanea potrebbe significare l’incapacità del soggetto di attivare una risposta soddisfacente rispetto all’ambiente da cui è sollecitato che quindi  scarica sulla pelle, ricca di terminazioni nervose, tutta la tensione rimasta sospesa(8). Eritema o eczema da leggersi quindi come mal riuscita reazione a sollecitazioni relazionali. Alcuni autori hanno infatti rilevato, nei soggetti affetti da orticaria, la tendenza ad essere passivi e ad avere comportamenti insicuri (9), o a non esprimere le proprie emozioni per paura di perdere l’oggetto d’amore.

Alcuni autori studiando la risposta concreta a particolari stimoli emotivi hanno costruito una teoria sulla personalità dei soggetti psicosomatici, tracciando i loro profili in base ai vari apparati colpiti dalla malattia (10). In tutti i pazienti psicosomatici sembra prevalere una caratteristica comune data dal difetto di mentalizzazione, cioè l’incapacità di percepire e gestire i propri sentimenti (11), e da una tendenza all’alessitimia, (Nemiah e Sifneos hanno coniato questo termine: alfa privativo + lexis= parola   thymos=emozione), cioè la difficoltà a trovare le parole per esprimere i propri sentimenti, avendo di conseguenza un approccio strettamente pragmatico alla realtà.

Altri autori hanno infine evidenziato la situazione sociale dei pazienti psicosomatici. Qui il sintomo appare interpretabile come strategia individuale  per raggiungere un obiettivo contrattuale; le dermatosi, potrebbero quindi essere un tentativo di legittimare il proprio “essere” in un contesto di rifiuto. Bassi afferma che “questi malati…..sono in sostanza malati in cui l’ansia segue la strada della conversione fisiologica al cento per cento, e insieme alla somatizzazione opera un rigoroso isolamento del sintomo (12).

 


 

4. La psoriasi

 

La psoriasi è una delle più comuni dermatiti ad evoluzione tendenzialmente cronica e recidivante. La malattia, che presenta una trasmissione autosomica dominante a penetranza incompleta, ha una incidenza variabile nel mondo compresa fra il 2 e il 5 % della popolazione. E’ una malattia che si presenta con aree arrossate e desquamanti soprattutto su cuoio capelluto, mani, gomiti, ginocchia e zona sacrale. Ad una visione “profana” le placche della psoriasi appaiono come rilievi rosso acceso sulla pelle ricoperti da croste grigio-argentee che suscitano l’idea di disgregazione, disfacimento, di rischio di essere in qualche modo contaminati. L’eziologia è ad oggi sconosciuta mentre recenti studi di immunologia hanno permesso di disegnare un modello patogenetico che interpreta la psoriasi come malattia da iperfunzione del sistema immunitario come risposta ad uno stimolo antigenico non ancora conosciuto. Nella manifestazione della malattia è accertato che influiscano fattori scatenanti di varia natura: organica, endocrina, metabolica, farmacologica, traumatica, climatica e psicogena. 

Il principale fattore psicogeno scatenante è quello degli eventi stressanti che sembrano alterare i parametri biochimici della pelle modificandone il suo equilibrio. In questo senso ci si orienta verso una interpretazione che assegna al fattore emozionale indotto da stress, un ruolo significativo nell’insorgenza e nell’andamento del disturbo cutaneo. Gli stress più significativi sarebbero la perdita, reale o immaginaria, dell’oggetto della relazione o una minaccia alla salute e alla sicurezza (13); con una correlazione significativa fra lo stress e la gravità dei sintomi (14).

Dopo studi prevalentemente orientati alla componente psicogena della malattia, divenuto secondario l’interesse sull’eziologia, si è cercato di individuare se vi fosse una personalità tipica dello psoriasico; questi studi pur non consentendo di definire con precisione una “personalità psoriasica” hanno permesso di  individuare alcuni tratti psicologici comuni. E’ stato rilevato infatti che i soggetti psoriasici presentano forte ansietà, inibizione emotiva, immaturità affettiva, risposte inadatte ad eventi traumatici particolarmente stressanti, spesso concomitanti l’esordio della psoriasi e presenti nelle recidive, controllo dell’aggressività, coartazione della vita fantastica, alessitimia. I pazienti affrontano le esperienze della vita con difese psicologiche sostanzialmente di tipo nevrotico: “evitano”, “negano”, “reprimono”, “isolano” i sentimenti. La psoriasi, malattia in cui la pelle s’ispessisce, costruisce addosso una sorta di corazza con la quale la persona tenta di  proteggersi dal mondo esterno.

L’ipotesi più accreditata oggi è quella che vede nell’insorgere della  psoriasi la concomitanza di fattori organici, fattori ambientali e alcune caratteristiche di personalità. Quindi il paziente psoriasico può essere compiutamente aiutato solo in un ambito sistemico unitario ove si  evidenzia la necessità di un sostegno alla persona che possa andare da un intervento di counseling rivolto a tutti fino ad un intervento di tipo psichiatrico rivolto a pazienti con patologie maggiori.

Seguendo questo filone abbiamo deciso di verificare, così come fatto in precedenza anche da altri autori, se in un gruppo di pazienti affetti da psoriasi fosse possibile riscontrare caratteristiche di personalità comuni, e prospettare, in base ai dati ottenuti, uno specifico intervento di counseling.  A questo fine abbiamo deciso di utilizzare come strumento di lavoro il questionario di Artigianato Educativo di Prevenire è Possibile che, ampiamente testato in setting di ricerca e di pratica clinica, consente di tracciare il profilo della personalità del soggetto testato.


 

5. Materiali e metodi

 

5.1 Il questionario di artigianato educativo di Prevenire è possibile.

Il questionario nasce come strumento di verifica dei risultati  del Questionario di Personalità Collettiva utilizzato nelle classi scolastiche (Masini 1995), il cui scopo era quello di valutare le caratteristiche dei soggetti appartenenti ad un gruppo e verificare la relazione tra personalità collettiva del gruppo stesso e personalità individuali. Sono state testate più versioni del questionario che complessivamente è stato somministrato  ad oltre 2000 soggetti tra centro, nord e sud Italia.  Il questionario è stato perfezionato scartando gli items che risultavano sovrapponibili, e quindi poco discriminanti mentre la sua attendibilità interna è stata organizzata sulla base dell’analisi dei fattori che hanno consentito di verificare le tipologie di personalità e la loro connessione.  In seguito è stata fatta una verifica con “giudici” che hanno escluso 50 items.

 Lo strumento attualmente in uso è costituito da 21 gruppi di 10 affermazioni ciascuno. I gruppi sono suddivisi in tre sezioni: la prima riguarda il rapporto del soggetto con “l’Altro” (cerchia familiare ed amicale ristretta), la seconda il rapporto con il “Mondo” (gli amici in senso lato)  e la terza il rapporto con il “Se” (il proprio mondo interiore). In ogni sezione 7 gruppi di “affermazioni” indagano 7 peculiari caratteristiche di personalità che sono 1)Controllato, 2)Dinamizzato, 3)Mentalizzato,  4)Emozionale,  5)Apatico, 6)Inibito, 7)Affettivo; per una breve descrizione di queste rimandiamo alle tabelle allegate. Al soggetto viene richiesto di indicare tutte le “affermazioni” in cui si riconosce senza limiti di numero (da nessuna a tutte) così da generare dei punteggi per ogni caratteristica in ognuno dei tre settori relazionali. La somma dei punteggi genera un risultato globale che dà un disegno generale della personalità del soggetto e permette di valutarne complessivamente le caratteristiche. I risultati del test vengono generalmente riportati in grafici a radar che permettono una più immediata lettura della struttura di personalità del soggetto. Il test è particolarmente significativo in una fascia media di risposte che va da 35 a 140 (range teorico 0-210); i test con un numero totale di items indicati inferiori a 35 o superiori a 140 devono essere considerati come mal compilati (comunicazione insufficiente circa la compilazione) o come segno di possibile disturbo patologico (da valutare in contesti diversi dal counseling). Una successiva analisi dei punteggi nei tre ambiti relazionali e del loro bilanciamento, permette di affinare l’interpretazione dei dati così da consentire di progettare interventi di counseling  mirato. Il test può infatti essere letto a 3 livelli di profondità: analisi totale del grafo e valutazione dei punteggi bassi, che può essere appresa con facilità; analisi dei diversi punteggi nelle aree del Sé, degli Altri e del Mondo che richiede una certa competenza pedagogica o psicologica, ed analisi degli assi delle disposizioni (affinità ed opposizione fra le varie caratteristiche) per la quale oltre alle conoscenze precedenti vi è anche la necessità di competenze statistiche (15).

 

5.2 I pazienti.

Il questionario di Artigianato Educativo di “Prevenire è Possibile” è stato somministrato da alcuni medici dell’U.O. di Dermatologia della ASL 2 di Lucca, preventivamente preparati, ad una serie di pazienti affetti da psoriasi. I pazienti sono stati informati sui fini della somministrazione del test e sono stati invitati a compilarlo in forma anonima.  Ai pazienti è stato spiegato come compilare il test sia a voce sia attraverso la consegna di un foglio di istruzioni; è stato richiesto che l’indicazione degli items percepiti come propri fosse fatta istintivamente e che pertanto la compilazione del test non occupasse più di 15-20 minuti.

I criteri di inclusione nello studio sono stati:

1)      Età superiore a 18 anni

2)      Psoriasi diagnosticata con certezza indipendentemente dalla forma clinica

3)      Consenso del paziente

 


 

6. Risultati

Il test è stato somministrato a 29 pazienti (19 maschi e 10 femmine) con una età media di 44±13 anni (min 18 max 70). Sono stati esclusi dalle valutazioni tre pazienti con punteggi globali inferiori a 35 o superiori a 140 poiché, come già detto, indicativi di personalità troppo complesse per essere analizzate in un contesto di counseling.


 

6.1 analisi del grafo generale

L’analisi del grafo di personalità derivato dalla somma dei punteggi medi percentuali nei tre ambiti relazionali (Altri+Mondo+Se) (Fig. 1) mette in evidenza una struttura relativamente armonica come se, in media, questi pazienti non avessero una struttura di personalità particolare,  definibile come “personalità psoriasica”. Si può solo sottolineare una modesta punta sull’asse “Dinamizzato”, che indica questi soggetti come tendenti ad accrescere una energia interna che si autoalimenta senza trovare un oggetto di sfogo.  E’ presente un asse di affinità relazionale (AP–DIN), che indica “mediazione”, anche se spostato dalla parte della “accensione” e non dello “spengimento”. Ma osservando il basso punteggio sull’asse dell’emozionalità, possiamo supporre che la difficoltà nell’espressione dei sentimenti  faccia salire l’ansia di controllo creando così una “corda” di insofferenza (asse CONTR-MENT) su cui rimbalza questa dinamicità interna che non riesce a spegnersi nonostante il possibile bilanciamento dato dall’asse di mediazione AP-DIN.

 

6.2 Analisi del grafo dell’ambito “Altri”

Come già accennato l’ambito relazionale definito “ALTRI” rappresenta il rapporto che i soggetti hanno con i familiari e gli amici più intimi.

In questo ambito l’asse della mediazione, DIN/AP che abbiamo visto nel grafo totale, è più equilibrata. Sembrerebbe quindi trattarsi di persone equilibrate nel rapporto con i familiari e gli amici, persone che sanno quando è il caso di lasciar correre, che sanno agire e godersi il risultato della loro azione. Ma questa affinità sembra minata dall’opposizione DIN/AFF, che ci segnala un “equivoco” di fondo che può far interpretare il tentativo di mediazione sotto due punti di vista: infatti se da un lato la loro parte Dinamizzata li fa andare “contro” gli Altri, (come per reazione ad un torto), dall’altro la loro parte Affettiva li spinge “verso” gli Altri per riceverne affermazioni e affetto. In questa altalena di “contro” e “verso”, sale un’ansia di controllo con la conseguente necessità di tutelarsi dietro una certa rigidità emozionale.

In questo ambito il controllo non raggiunge punte elevate grazie all’Apatia che mitiga il tutto, che fondamentalmente li tiene chiusi in questo “circolo vizioso” dove il positivo e il negativo, il bene e il male, il fuori da se e il dentro di se, non trovano mai espressività.


 

6.3 Analisi del grafo dell’ambito “Mondo”

Nei confronti del Mondo, cioè di quella sfera di persone che gravitano nella loro vita più o meno stabilmente, ma con cui si presuppone non ci siano relazioni strette, troviamo ancora una volta l’affinità della mediazione (Din–Ap) come asse equilibrata; ritroviamo anche l’opposizione dell’equivoco (asse Din–Affet), ma in questo ambito il controllo ci appare un po’ “sottotono” mentre è cresciuto il punteggio sull’Apatia. Possiamo leggere tutto ciò in questi termini: l’ansia potenzialmente scaturente dall’equivoco (andare “verso” o “contro” il mondo…) non si esprime, come se per questi soggetti il mondo non fosse sufficientemente importante da valere la fatica di interagire con esso come sembra mostrare  il punteggio sull’asse AP.

Notiamo che esiste anche un’altra opposizione, data dalle punte su AFF e  AP che sta ad indicare come in questi soggetti vi sia una insofferenza, o meglio un fastidio dato dalla necessità di “essere visti” comunque dal mondo.  L’equivoco costituito dal “ruminare” interiore per l’ “altro” dal loro, opposto al bisogno di essere comunque riconosciuti da questo “altro”, appare mitigato dalla capacità di moderazione che è ben visibile nel grafo.

Un’affinità potenzialmente presente è quella della disponibilità (asse Emoz-Affett) anche se, essendo questa abbastanza spostata verso il polo dell’affettività, ci mostra  ancora una volta il bisogno di ricevere affermazione ed affetto e la difficoltà nel lasciarsi andare al gusto e al colore della vita.

 

 


 

6.4 Analisi del grafo dell’ambito “Se”

 

L’analisi del grafo del SE’, che come già accennato si riferisce al mondo interiore del soggetto, mette in evidenza alcune peculiarità di questo ambito.  Infatti se da un lato si riconferma la punta sull’asse Dinamizzato, che a questo punto possiamo dire caratterizza tutti gli ambiti relazionali di questi soggetti, dall’altro notiamo invece la caduta del punteggio nell’asse “Apatico” con una conseguente riduzione della capacità di pacificazione e aumento dell’ansia come mostrato dall’aumento del punteggio nell’asse “Controllato”.  Questo aumento di punteggio determina anche la comparsa di una relazione di opposizione che crea una  “corda di insofferenza”  su cui risuona il “basso continuo” dell’energia dinamica che si mantiene sempre alta.  Questa insofferenza nasce dallo scontro fra la parte “Controllata”,  che controlla e gestisce ogni cosa, anche i sentimenti, e la parte Mentalizzata che tenderebbe alla disorganizzazione, al processo mentale libero e alla relativizzazione di ogni cosa.

Altra peculiarità  è la comparsa di un’apparente punta sull’asse “Inibito” ma la lettura dei valori numerici evidenzia che questo aspetto del grafo è generato non da un aumento assoluto di valore nell’asse stessa ma dalla caduta dei valori nell’asse Apatico e nell’asse Affettivo.  I valori delle due assi sono infatti quasi dimezzati rispetto a quelli che si ritrovano nel grafo Mondo (Vedi tabella allegata).  Ad ogni modo è la persistenza stessa che rende questa caratteristica importante nell’ambito del Se’ dove questi soggetti ci appaiono persone con un basso senso di autostima, che tendono a voler passare inosservate, si vergognano e pensano di meritarsi questo dolore. Alla base del copione dell’Inibito c’è un insufficiente riempimento affettivo materno al momento dell’uscita del bambino dalla diade madre-bimbo, che porta il bambino a percepire la sua partecipazione fisica ed affettiva come insignificante (la madre potrebbe essere Avara o Apatica, comunque superficiale rispetto al bisogno affettivo del figlio), di conseguenza, al momento del confronto con gli altri riproduce il suo copione del “sentirsi meno di…”, il suo percepirsi ridotto. Da qui, dalla disistima nasce la vergogna e la convinzione di meritarsi il dolore che provoca il vergognarsi(16).
7. Conclusioni

Abbiamo analizzato a grandi linee quello che è stato il percorso storico per il riconoscimento delle malattie psicosomatiche; abbiamo visto come l’interesse non solo psicologico ma anche medico è andato aumentando nel corso degli anni (dei secoli se partiamo da Carchot!!), e come il paziente non sia più visto come oggetto subente la malattia ma come soggetto pienamente partecipe e, spesso, “primum movens” della malattia stessa. Anche nell’ambito della Dermatologia, soprattutto negli ultimi decenni, gli studi concernenti le sofferenze psicologiche dovute alla malattia e le malattie causanti disagi psico-sociali, si sono moltiplicati conducendo anche i medici più restii a riconoscere l’importanza di un approccio olistico al paziente.

Il nostro lavoro si è concentrato sulla psoriasi utilizzando il test di personalità sviluppato da “Prevenire è Possibile” per valutare se questo strumento potesse evidenziare nuovi dati a supporto di una possibile particolare struttura di personalità nei pazienti affetti da questa malattia.

Studi in questo senso sono stati fatti in ambito strettamente medico allo scopo di valutare se le caratteristiche di personalità avessero una qualche influenza  nell’eziologia della malattia18. Alcuni ricercatori hanno ritenuto di poter definire una “tipica” personalità psoriasica18 ma, in seguito, questa ipotesi è stata contestata ed oggi si è raggiunto un generale accordo nell’affermare che non è possibile individuare una particolare e ben definita “personalità psoriasica”. Ciononostante molti concordano nel delineare alcuni tratti psicologici che accomunano i pazienti psoriasici quali forte ansietà, affettività repressa ed immaturità affettiva benché in un ambito di adattamento sociale sufficiente19. E’ altresì interessante notare il generale riconoscimento del significativo ruolo svolto da eventi “traumatici” particolarmente stressanti, concomitanti all’esordio della psoriasi e presenti nelle recidive21, anche se non sono segnalati fatti specifici statisticamente rilevanti22.

 

Anche i risultati da noi ottenuti sembrano confermare come non sia possibile definire una particolare personalità psoriasica che sia ben delineata, infatti l’analisi del grafo generale (Fig. 1) ci consente di affermare come, presi nel complesso, i soggetti psoriasici stemperano le loro peculiarità sui sette assi del grafo generando così  un disegno quasi regolare. La punta osservabile sull’asse 2 (Dinamizzato) benché non particolarmente accentuata sembrerebbe comunque indicare la presenza di una energia interna che si autoalimenta. Questa caratteristica è ancora più evidente nell’analisi del grafo del “Se” (Fig. 4) dove si evidenzia anche prevalenza relativa dell’asse 6 (Inibito) che appare confermare la tendenza ad una chiusura in se stessi ed una bassa autostima20. Questi dati ben si accordano con quelli riportati da altri studi sulla prevalenza di soggetti caratterizzati da forte ansietà e affettività repressa19 fra i pazienti affetti da psoriasi. L’analisi dei grafi riferiti agli ambiti “Altri” e “Mondo” sembra indicare che questi pazienti presentano un’affettività controllata nei confronti delle persone a loro più vicine mentre dimostrano uno scarso interesse ad interagire con il mondo confermando ancora una volta quelle caratteristiche di chiusura e controllo dell’affettività di cui abbiamo già detto.

Dobbiamo sottolineare ancora una volta che i nostri dati non ci consentono di definire una personalità psoriasica ben delineata che ci  permetterebbe di ipotizzare interventi di counseling generalizzabili a tutti i pazienti. Infatti le caratteristiche di personalità da noi descritte sono tutto sommato abbastanza sfumate, ciò nonostante è possibile che allargando il numero dei soggetti studiati o analizzando sottogruppi di pazienti (ad ex maschi/femmine, giovani/anziani, psoriasi localizzate/ psoriasi diffuse) si possano evidenziare nuove caratteristiche o si possano confermare più marcatamente quelle già riscontrate.

Allo stadio attuale dei nostri studi, l’apparente silenzio dei numeri ci dice invece che i pazienti psoriasici sono un complesso universo, non omologabile in schemi precisi: proprio per questo “mediamente” i risultati dei tests danno origine ad un grafo abbastanza regolare. Questo si scontra con un’analisi, anche superficiale, di singoli grafi presi casualmente fra i 30 analizzati (Fig. 5-8)che mostrano una complessa struttura della personalità e svelano sofferenze che richiedono quantomeno di essere ascoltate.  Se è vero infatti che non abbiamo una risultante di sofferenza particolare, cioè che la nostra popolazione non mostra un singolo specifico ambito di sofferenza, è vero altresì che avendoli osservati, guardati e visti come persone, avendo ascoltato l’espressione verbale del loro disagio, sappiamo che dietro a tutti i numeri che possiamo elaborare esiste un solo dato inconfutabile: l’unicità della persona che risponde in modo unico agli eventi della vita comprese le malattie. Nello studio affrontato per la stesura di questa tesi, abbiamo capito l’importanza del messaggio biologico che è anche messaggio affettivo, psico-emozionale e cognitivo. La malattia può arrestare il nostro cammino, ma può anche indirizzarlo diversamente;  perché ciò accada è necessario che troviamo ascolto alle nostre difficoltà e siamo disponibili ad incontrare e a diventare noi stessi compagni di viaggio. Il processo talvolta non è facile e richiede il supporto di un compagno di viaggio che aiuti il paziente a riavvicinarsi alla propria ferita, la malattia, e che lo renda disponibile a riprendere la vita.  …..”intraprendere una relazione d’aiuto …. Accompagnare il malato attraverso la sofferenza, attraversando la propria sofferenza, e guarirlo dall’onnipotenza, riconoscendo ed accettando i propri limiti.” (23)

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 
N Età Sex AV  A RM A DE  A SB  A AP  A  IN  A AD  A TOT A AV  M RM M DE M SB  M AP  M IN   M AD M TOT  M AV  S RM S DE  S SB  S AP  S IN   S  AD S TOT S TOT 
1 28 M 3 1 3 2 3 3 4 19 5 6 3 2 6 2 6 30 3 5 2 3 0 5 3 21 70
2 46 M 0 4 2 0 3 2 0 11 0 3 3 2 2 2 5 17 5 3 4 1 1 0 0 14 42
3 31 M 2 5 5 3 4 8 4 31 3 5 4 5 9 5 6 37 6 3 6 5 5 7 6 38 106
4 60 M 0 0 0 0 0 0 0 0 5 5 0 1 1 4 7 23 4 6 3 3 2 7 1 26 49
5 70 M 7 6 4 5 5 2 7 36 7 6 4 3 4 2 6 32 7 8 5 2 0 3 0 25 93
6 55 M 2 0 4 0 2 1 2 11 1 2 1 2 4 1 3 14 2 1 1 0 2 1 0 7 32
7 50 M 3 4 5 3 5 5 3 28 4 3 2 7 8 4 6 34 3 8 4 6 8 7 6 42 104
9 44 M 1 1 1 2 2 2 2 11 3 9 2 1 1 2 3 21 4 6 2 3 1 1 4 21 53
11 46 M 4 7 5 4 4 3 4 31 1 3 5 2 6 4 3 24 3 6 5 1 1 5 1 22 77
13 47 M 3 3 2 4 0 1 4 17 2 4 1 5 0 1 1 14 2 4 4 3 1 4 4 22 53
14 57 M 4 6 2 1 2 1 1 17 2 5 3 2 2 3 3 20 5 6 2 2 2 5 5 27 64
15 51 M 2 3 1 1 3 1 1 12 0 4 1 2 1 2 5 15 0 2 1 2 2 2 0 9 36
16 41 F 8 7 5 3 3 3 3 32 4 4 4 3 5 5 5 30 9 6 6 4 0 4 5 34 96
17 44 M 7 3 1 0 7 4 3 25 6 3 3 1 5 5 3 26 2 2 5 2 3 7 2 23 74
18 40 F 5 5 7 4 3 7 3 34 5 6 4 6 8 4 4 37 3 5 2 4 1 6 2 23 94
19 43 F 3 4 2 2 3 1 4 19 2 3 1 2 3 2 4 17 2 4 2 3 3 4 5 23 59
20 67 M 5 4 2 4 6 6 7 34 3 3 1 2 6 3 5 23 4 2 3 1 2 2 4 18 75
21 40 F 1 3 6 2 3 1 1 17 0 0 3 3 4 2 0 12 3 4 3 1 3 4 1 19 48
22 62 M 1 1 1 2 1 0 2 8 1 1 0 1 1 0 1 5 1 1 0 1 0 1 1 5 18
23 26 F 4 4 6 4 5 8 5 36 6 4 7 7 8 3 7 42 5 6 6 8 6 8 4 43 121
24 50 M 2 2 1 0 1 0 0 6 1 2 0 0 1 0 1 5 2 3 0 0 0 0 1 6 17
25 33 M 0 2 0 0 0 2 0 4 0 0 2 0 1 0 0 3 3 2 1 1 0 0 0 7 14
26 44 M 2 2 1 2 3 1 3 14 4 5 4 3 4 3 4 27 3 5 1 4 3 2 2 20 61
27 16 F 1 2 1 3 2 3 3 15 1 2 2 3 3 3 3 17 2 5 3 3 1 5 4 23 55
28 43 M 3 2 3 2 2 0 3 15 0 4 4 2 1 2 2 15 1 4 4 3 0 1 3 16 46
29 26 F 0 4 3 5 0 0 5 17 1 3 4 2 4 3 4 21 4 2 6 4 2 6 2 26 64
33 54 F 3 3 0 2 2 1 1 12 1 1 1 1 5 4 2 15 2 5 2 0 0 0 0 9 36
36 32 F 5 4 3 4 4 4 6 30 5 4 4 4 10 3 7 37 4 7 6 4 4 6 4 35 102
37 2 F 2 1 2 0 4 2 1 12 3 1 0 2 3 1 4 14 2 3 2 1 1 5 1 15 41

Tabella 1.  Dati crudi rilevati sui 29 pazienti psoriasici esaminati

 


 

 

N Età Sex AV   A RM  A DE      A SB   A AP   A  IN   A AD   A TOT    A AV     M RM     M DE  M SB   M AP     M IN       M AD     M TOT    M AV      S RM     S DE     S SB      S AP      S IN       S  AD     S TOT   S TOT Gen
1 28 M 4,29 1,43 4,29 2,86 4,29 4,29 5,71 27,1 7,14 8,57 4,29 2,86 8,57 2,86 8,57 42,9 4,29 7,14 2,86 4,29 0 7,14 4,29 30 100
2 46 M 0 9,52 4,76 0 7,14 4,76 0 26,2 0 7,14 7,14 4,76 4,76 4,76 11,9 40,5 11,9 7,14 9,52 2,38 2,38 0 0 33,3 100
3 31 M 1,89 4,72 4,72 2,83 3,77 7,55 3,77 29,3 2,83 4,72 3,77 4,72 8,49 4,72 5,66 34,9 5,66 2,83 5,66 4,72 4,72 6,6 5,66 35,9 100
4 60 M 0 0 0 0 0 0 0 0 10,2 10,2 0 2,04 2,04 8,16 14,3 46,9 8,16 12,2 6,12 6,12 4,08 14,3 2,04 53,1 100
5 70 M 7,53 6,45 4,3 5,38 5,38 2,15 7,53 38,7 7,53 6,45 4,3 3,23 4,3 2,15 6,45 34,4 7,53 8,6 5,38 2,15 0 3,23 0 26,9 100
6 55 M 6,25 0 12,5 0 6,25 3,13 6,25 34,4 3,13 6,25 3,13 6,25 12,5 3,13 9,38 43,8 6,25 3,13 3,13 0 6,25 3,13 0 21,9 100
7 50 M 2,88 3,85 4,81 2,88 4,81 4,81 2,88 26,9 3,85 2,88 1,92 6,73 7,69 3,85 5,77 32,7 2,88 7,69 3,85 5,77 7,69 6,73 5,77 40,4 100
9 44 M 1,89 1,89 1,89 3,77 3,77 3,77 3,77 20,8 5,66 17 3,77 1,89 1,89 3,77 5,66 39,6 7,55 11,3 3,77 5,66 1,89 1,89 7,55 39,6 100
11 46 M 5,19 9,09 6,49 5,19 5,19 3,9 5,19 40,3 1,3 3,9 6,49 2,6 7,79 5,19 3,9 31,2 3,9 7,79 6,49 1,3 1,3 6,49 1,3 28,6 100
13 47 M 5,66 5,66 3,77 7,55 0 1,89 7,55 32,1 3,77 7,55 1,89 9,43 0 1,89 1,89 26,4 3,77 7,55 7,55 5,66 1,89 7,55 7,55 41,5 100
14 57 M 6,25 9,38 3,13 1,56 3,13 1,56 1,56 26,6 3,13 7,81 4,69 3,13 3,13 4,69 4,69 31,3 7,81 9,38 3,13 3,13 3,13 7,81 7,81 42,2 100
15 51 M 5,56 8,33 2,78 2,78 8,33 2,78 2,78 33,3 0 11,1 2,78 5,56 2,78 5,56 13,9 41,7 0 5,56 2,78 5,56 5,56 5,56 0 25 100
16 41 F 8,33 7,29 5,21 3,13 3,13 3,13 3,13 33,3 4,17 4,17 4,17 3,13 5,21 5,21 5,21 31,3 9,38 6,25 6,25 4,17 0 4,17 5,21 35,4 100
17 44 M 9,46 4,05 1,35 0 9,46 5,41 4,05 33,8 8,11 4,05 4,05 1,35 6,76 6,76 4,05 35,1 2,7 2,7 6,76 2,7 4,05 9,46 2,7 31,1 100
18 40 F 5,32 5,32 7,45 4,26 3,19 7,45 3,19 36,2 5,32 6,38 4,26 6,38 8,51 4,26 4,26 39,4 3,19 5,32 2,13 4,26 1,06 6,38 2,13 24,5 100
19 43 F 5,08 6,78 3,39 3,39 5,08 1,69 6,78 32,2 3,39 5,08 1,69 3,39 5,08 3,39 6,78 28,8 3,39 6,78 3,39 5,08 5,08 6,78 8,47 39 100
20 67 M 6,67 5,33 2,67 5,33 8 8 9,33 45,3 4 4 1,33 2,67 8 4 6,67 30,7 5,33 2,67 4 1,33 2,67 2,67 5,33 24 100
21 40 F 2,08 6,25 12,5 4,17 6,25 2,08 2,08 35,4 0 0 6,25 6,25 8,33 4,17 0 25 6,25 8,33 6,25 2,08 6,25 8,33 2,08 39,6 100
23 26 F 3,31 3,31 4,96 3,31 4,13 6,61 4,13 29,8 4,96 3,31 5,79 5,79 6,61 2,48 5,79 34,7 4,13 4,96 4,96 6,61 4,96 6,61 3,31 35,5 100
26 44 M 3,28 3,28 1,64 3,28 4,92 1,64 4,92 23 6,56 8,2 6,56 4,92 6,56 4,92 6,56 44,3 4,92 8,2 1,64 6,56 4,92 3,28 3,28 32,8 100
27 16 F 1,82 3,64 1,82 5,45 3,64 5,45 5,45 27,3 1,82 3,64 3,64 5,45 5,45 5,45 5,45 30,9 3,64 9,09 5,45 5,45 1,82 9,09 7,27 41,8 100
28 43 M 6,52 4,35 6,52 4,35 4,35 0 6,52 32,6 0 8,7 8,7 4,35 2,17 4,35 4,35 32,6 2,17 8,7 8,7 6,52 0 2,17 6,52 34,8 100
29 26 F 0 6,25 4,69 7,81 0 0 7,81 26,6 1,56 4,69 6,25 3,13 6,25 4,69 6,25 32,8 6,25 3,13 9,38 6,25 3,13 9,38 3,13 40,6 100
33 54 F 8,33 8,33 0 5,56 5,56 2,78 2,78 33,3 2,78 2,78 2,78 2,78 13,9 11,1 5,56 41,7 5,56 13,9 5,56 0 0 0 0 25 100
36 32 F 4,9 3,92 2,94 3,92 3,92 3,92 5,88 29,4 4,9 3,92 3,92 3,92 9,8 2,94 6,86 36,3 3,92 6,86 5,88 3,92 3,92 5,88 3,92 34,3 100
37 29 F 4,88 2,44 4,88 0 9,76 4,88 2,44 29,3 7,32 2,44 0 4,88 7,32 2,44 9,76 34,2 4,88 7,32 4,88 2,44 2,44 12,2 2,44 36,6 100
                                                     
Media 4,51 5,03 4,35 3,41 4,75 3,6 4,44 30,1 3,98 5,96 3,98 4,29 6,3 4,5 6,52 35,5 5,21 7,1 5,21 4 3,05 6,03 3,76 34,4 100
Tabella 2: Dati  sui  26 pazienti analizzati espressi in percentuale rispetto al totale generale                            

 

9. Bibliografia

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