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La farmacia e l’ambulatorio medico sono i due luoghi di incontro interpersonale tra i pazienti e gli operatori della sanità (farmacisti, informatori scientifici e medici). La farmacia, lungi dall’essere un mero luogo di dispensazione di farmaci, svolge funzione di  presidio sanitario territoriale in grado di fornire cognizioni al cittadino circa il suo stato di benessere e di  salute.L’ambulatorio è il crocevia dell’incontro tra medici, pazienti ed informatori. Questi ultimi d’altra parte rappresentano una importante risorsa per l’aggiornamento dialogato dei medici ed attraverso il colloquio,spesso malvisto dai pazienti in attesa , trasmettono ,in modo diretto ed interattivo, informazioni ed aggiornamenti. Le farmacie e gli ambulatori dunque e le relazioni che al loro interno si stabiliscono rappresentano le unità elementari del processo di co-costruzione della salute con importanti ricadute in ambito clinico,  farmaceutico, economico e sociale.La giornata di studio vuole porre in luce la situazione, le problematiche e le prospettive  di queste relazioni e dei dialoghi e  scambi di informazione, quotidiani ed “invisibili”, su cui grava per buona parte  la responsabilità dello stato di salute dei cittadini.

PROGRAMMA

Ore 9 Presentazione del Convegno

Prof. Federico Corelli, Preside della Facoltà di Farmacia

Prof.  Alberto Auteri, Preside della Facoltà di Medicina

Ore 9,30 Relazione introduttiva: Costantino Cipolla, Laurea Specialistica Sociologia della salute, Università di Bologna: La farmacia dal lato del cittadino

Ore 10 Relazione di Antonio Maturo, Laurea Specialistica Sociologia della salute, Università di Bologna: la farmacia dei servizi

10, 30 Pausa caffè

11,30 Relazioni tematiche su:

Dott. Pasquale Macrì, Presidente dell'Ordine dei Medici della Provincia di Siena: Il farmaco, la cura e la comunicazione interpersonale

Dott. Alessio Berti,  Ordine Farmacisti Siena: Educazione sanitaria e corretto uso dei farmaci

Dott. Angelo De Rita, Presidente Nazionale Associazione Informatori Scientifici sul Farmaco: Gli Informatori scientifici sul farmaco e le aziende farmaceutiche

Dott. Maurizio Agostini, Farmindustria: Informazione e farmaci

Prof. Vincenzo Masini:  Sociologia della salute e medicina narrativa.

 

 

13 Pranzo

14,30 Prof. Vincenzo Masini: Presentazione dei gruppi di lavoro pomeridiani

Gruppi di lavoro misti su:

I circoli comunicativi: paziente -  medico – farmacista - azienda farmaceutica – informatore scientifico – medico – paziente

Personalizzazione del farmaco, neogalenica, farmaci da banco e counseling alla persona

Informazione farmaceutica e comunicazione interpersonale

L’informazione sul farmaco nel rapporto medico paziente

La comunicazione interpersonale tra paziente farmacista

L’informatore scientifico, l’azienda farmaceutica e il farmacista.

Ore 16 Relazioni gruppi e di lavoro e conclusione seminario

 

Comitato Scientifico: Corelli, Auteri, Fiorini, Masini, De Vita.

RELAZIONE SUL GRUPPO DI LAVORO A: “RELAZIONE MEDICO-PAZIENTE”

 

Il gruppo da me tenuto era composto da 15 individui, di cui la maggior parte erano medici, soltanto una minoranza (3-4 individui) erano farmacisti. Si è proposto al gruppo di raccontare che tipo di comunicazione instaurano con i loro utenti, con la finalità di renderli consapevoli, nel corso della descrizione che presentavano, dello stile comunicativo prevalente che possedevano. Il gruppo ha inizialmente cominciato a descrivere le loro esperienze quotidiane in maniera disinvolta e precisa, ma poi con il passare del tempo l’atmosfera interna al gruppo si è rovinata, a causa dell’eccessive critiche dei medici, la maggior parte dei quali in evidente situazione di burn out. Qualunque tentativo fatto per aiutarli a prendere coscienza del tipo di comunicazione che mettono in piedi si infrangeva contro il cinismo e la loro pretesa superiorità conoscitiva dovuta all’esperienza: “che faccio mi leggo un libro di sociologia ogni mattino così imparo a relazionarmi ai pazienti”; “guardi che un conto è parlarne di rapporti, un conto è viverli tutti i giorni, con i rompiscatole che pretendono tutto come se tutto gli è dovuto..vorrei vedere a lei!”. La presenza dei farmacisti ha un po’ aiutato la situazione spezzando il circolo vizioso instauratosi, questi ultimi sono sembrati più aperti alle critiche e notevolmente più preparati sulle diverse modalità comunicative: “sì sì è ovvio che se mi arriva un signore estremamente agitato non ci parlo davanti al pubblico ma me lo porto dietro e cerco di tranquillizzarlo”; “mi piace molto la vostra teoria..ma non è facile essere consapevoli sa, a volte creare un rapporto profondo con una persona necessità tanto tempo e non sempre ce lo abbiamo..comunque nella mia esperienza mi rendo conto che c’è una notevole differenza a lavorare in città o nei paesini di campagna, perché in città la gente è meno pretenziosa, mentre nei paesi è burbera..ti incontra per la strada e non ti lascia più perdere”. 

                                                                                                                                                                                Daniele Masini

RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ DI GRUPPO C: LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE TRA PAZIENTE E FARMACISTA

 

Il gruppo, esclusivamente composto da farmacisti, si è sviluppato intorno alle tematiche della gestione della relazione con il cliente/avventore. In un primo tempo si è affrontato i personali modelli di relazione espressi dai partecipanti al gruppo, analizzandone le modalità comunicative e conseguentemente distinguendone le prevalenze lungo gli assi: narrativo, simbolico e dinamico (da cui si è evinta una netta prevalenza di modelli narrativi, 80%). In secondo luogo si è cercato di distinguere tra ciò che è la personale modalità di relazione e la richiesta effettiva del cliente. Dirimendo quindi la questione tra proiezione ed empatia (concetti assolutamente poco chiari per i partecipanti, spesso sovrapposti e confusi) si è visto come spesso si tenda, confondendo i concetti appena espressi, a rispecchiare proiettivamente sul cliente le personali modalità comunicative, empatizzando solamente in un secondo tempo la sua reazione in maniera a-simmetrica. Infine, si è passati a sviluppare una breve fase formativa sulle caratteristiche delle modalità comunicative, sulle necessità conseguenti e sulle interazioni tra i modelli (chi ha bisogno di cosa e con chi va evitato cosa) e sulla necessità di sviluppare precedentemente e consapevolmente empatia; si è dunque analizzato le specificità dei partecipanti e co-costruito modelli di interazione efficaci.

                                                                                                                                                                                 Lorenzo Barbagli

 

RELAZIONE SUL GRUPPO B: PERSONALIZZAZIONE DEL FARMACO, NEOGALENICA, FARMACIA BANCO, E COUNSELING ALLA PERSONA

 

Il gruppo era prevalentemente composto da farmacisti, più due informatori scientifici. Il gruppo si è dimostrato fedele e in linea con i temi trattati, tutti hanno raccontato la loro esperienza nell’ambiente di lavoro. La personalizzazione dei farmaci, pur funzionando in maniera efficacie e corretta sui pazienti, viene utilizzata pressoché esclusivamente in ospedale. I farmacisti riterrebbero buono e utile un uso di tale metodologia anche all’interno delle farmacie del territorio tornando un pò a quello che un tempo era il reale lavoro del farmacista. Ciò raggiungerebbe un doppio obiettivo di restituire al farmacista ruolo e identità e non essere più visto come un mero “dispensatore di farmaci” e favorirebbe la guarigione del paziente attraverso una maggiore specificità e un aumento di efficacia del farmaco. I pazienti  avvicinati in questo modo diminuirebbero i loro pregiudizi (positivi o negativi) sui farmaci; da un lato diminuirebbe la paura di sperimentare farmaci sconosciuti e dall’altro ciò migliorerebbe la qualità d’informazione riguardo tali sostanze. Infatti le conoscenze dei pazienti sono ritenute troppo spesso confuse o parziali ma, tramite una comunicazione più efficacie e una competenza più specifica nell’uso di interazioni ad hoc, si potrebbe aumentare la consapevolezza nella direzione di una più attenta automedicazione. Il farmacista è stato è stato assimilato in questo contesto ad un’equilibrista che si destreggia tra competenze specifiche di farmacia, abilità relazionali e di buon commerciante, tutti casi in cui lo stesso individuo deve saper rispondere comunque anche a situazioni di emergenza, come ad esempio nei confronti di tutti quei pazienti che non hanno la ricetta ma hanno bisogno del farmaco immediatamente, dunque una questione etica oltre che lavorativa. Nella relazione con gli informatori scientifici è emerso il bisogno di un rapporto più intenso e costante che non la telefonata per far sapere che c’è un farmaco in più in commercio o l’invio di campioni, o ancora qual’è l’indice di vendita del prodotto.

                                                                                                                                                                                Emanuela Mazzoni